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"Una rosa blu" di Stefano Simone

10 Dicembre 2019 , Scritto da Gordiano Lupi Con tag #gordiano lupi, #cinema, #recensioni

 

 

 

 

Una rosa blu (2018)
di Stefano Simone


Regia: Stefano Simone. Origine: Italia. Durata: 20'. Musica: Luca Auriemma. Soggetto e Sceneggiatura: Sabrina Gonzatto. Distribuzione: X-Movie Internazional (Amazon Prime Video). Interpreti: Veronica Cataraga, Davide Frea, Giulio Fraglia.

Stefano Simone è un regista pugliese che conosco da tempo, ho potuto apprezzare l’intera produzione sia di video clip che di lungometraggi, collaborando con lui per alcuni progetti legati al cinema noir (Gli scacchi della vita, Cattive storie di provincia …) e due documentari letterari (Il cielo sopra Piombino, Litania su Piombino). In questa sede analizziamo un breve video girato a Torino che potrete trovare in distribuzione su Amazon Prime Video, in Italia e Stati Uniti, grazie a X-Movie Internazional. Stefano Simone ama occuparsi di problemi sociali, dalla piaga del bullismo (Fuoco e fumo, 2017) al degrado provinciale, passando per il disagio giovanile, il divorzio e la bigenitorialità (L’accordo, 2018). Una rosa blu parla di pedofilia e di rapporti amorosi estorti ma anche del ruolo che scuola e società possono giocare nella normalizzazione di situazioni pericolose. La storia vede protagonista una ragazzina che frequenta un istituto tecnico, figlia unica di una madre che da un po’ di tempo ha un nuovo compagno, purtroppo interessato anche a lei in modo malsano. Un preside che sa ascoltare e un vero amore da parte di un coetaneo faranno il miracolo di far venire alla luce il problema e di affrontare alla radice quel che non va nel cuore della ragazzina. 

Stefano Simone gira un corto molto teatrale, quasi tutto ambientato in interni, gestendo bene campi e controcampi, alternando brevi quanto riuscite sequenze di esterni che immortalano Torino, tra angoli periferici, parchi cittadini e montagne innevate che fanno da cornice. Gli attori sono tutti non professionisti, quindi si perdonano alcune incertezze e una recitazione troppo impostata, ma il regista è bravo a gestire i lunghi dialoghi e un argomento complesso. Notevole il simbolo della rosa blu tatuata, importante per la ragazzina, ma che finisce per ricordare soltanto un’esperienza negativa. La forza del breve filmato sta nelle scene girate in esterno, rapide e concitate, in una fotografia livida e spettrale, nei brevi flash che immortalano gesti dei protagonisti e in una macchina da presa che non si lascia mai andare a movimenti banali e riprese scontate. Il film ha scopi didattici, ma è un lavoro educativo - morale, capace di raccontare una storia d’amore toccante e un riscatto consapevole da una situazione di vita disperata. Ottimo il sottofinale con i personaggi che si alternano sulla scena mentre una visione di Torino dall’alto simboleggia speranza e fiducia nel futuro. L’amore trionfa, la ragazzina prende coscienza di sé, abbandona il nero per colori sgargianti, non ha paura di osare e di vivere una vera storia d’amore. Scritto da Sabrina Gonzatto. Consigliata la visione ai giovani.

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Libri sotto l'albero: Giuseppe Lazzaro, "Del Tempo e della Verità"

9 Dicembre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni, #saggi

 

 

 

 

Del Tempo e della Verità

Giuseppe Lazzaro

 

Pav Edizioni, 2019

pp 98

10,00

 

In Del Tempo e delle Verità Giuseppe Lazzaro affastella considerazioni in un flusso ininterrotto di pensiero logorroico, creando una coltura, un brodo filosofico primordiale dove rincorrere il senso della vita, una ricerca del sé più profondo e, soprattutto, della verità, quella che fa dire a Pilato: “Quid est veritas”.

Filosofia e psicologia applicate all’esistente, alla vita spicciola, perché la trascendenza è immanenza, perché alto e basso coincidono, perché “il senso più profondo di noi è già scritto nei meandri delle nostre sinapsi, tra un ormone e l’altro” (pag 25), persino Dio è connaturato alla membrana cellulare, e, più si è umani, più si coglie la nostra essenza spirituale.

Riflessioni a rotta di collo, un collage di citazioni colte – la capacità di sintesi, ci dice Lazzaro, è una virtù! - sul tempo, su Dio, sulla creatività, sulla verità, sulla fede, sulla ricerca del sé più autentico, svincolato da ogni “categoria e sovrastruttura”, ecco la materia di questa piccola composizione in prosa, che, sospetto, derivi dalla fusione di molteplici appunti, considerazioni e note a margine, sgorgati dalla lettura di saggi, romanzi e tomi filosofici.

Un uso personale della punteggiatura e dei congiuntivi sottolinea lo sbalzo fra l’ipotetico e il reale, fra il trascendente e l’immanente, che è la cifra stilistica di tutto il testo, capace di mescolare con ironia e leggerezza filosofia e vita di tutti i giorni.

Vivere non è affogare nel contingente degli impegni quotidiani, ma cercare un senso, un centro, porsi delle domande, chiedersi chi siamo, perché siamo e cosa vogliamo fare della nostra esistenza. Come afferma Francesco Paolo Pizzileo nella prefazione: “Oggi ci struggiamo perché il presente non ha densità, il presente nella vita banale diventa l’urgere delle cose da fare che assorbono e non lasciano requie, il passato ci inchioda nella situazione in cui ci troviamo gettati, il futuro ci angoscia con le sue incertezze”.

Vivere, dunque, è farci carico della nostra vita, assumerci la responsabilità di scegliere ogni giorno chi essere e come procedere, cercare la verità intrinseca. Ma a vincere, alla fine, è comunque e sempre la voglia di esistere, di metterci in gioco uscendo dal tempo transitorio degli affanni e delle meschinità, per ritrovare un significato più autentico e un diverso rapporto con l’altro da sé, fatto di accettazione e non di pregiudizio o discredito.

Il dialogo ci salva. Il dialogo con gli altri. Ecco cosa significa sentire gli altri. Questa è catarsi. Piangere o ridere di fronte al nostro simile. Emozionarci.” (pag 73)

 

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I fiocchi cadenti

8 Dicembre 2019 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto, #unasettimanamagica

 

 

 

 

Giorno dell'Immacolata: prima nevicata di Dicembre.

Carmine, assai malinconico, premette il naso, condensando col respiro i vetri della finestra, scorgendo il vialetto, le panchine e gli alberi completamente imbiancati. Amava moltissimo vivere in quel quartiere. 

"Domani uscirò per fare un pupazzo di neve" pensò afflitto. "Ma senza di lui non è la stessa cosa."

Avvolgendosi con cura nel piumone, si rannicchiò sul davanzale della finestra, per poi alzare lo sguardo verso un cielo piuttosto scuro e nuvoloso, finché la neve cominciò a scendere giù sempre più veloce. Si sentì particolarmente ispirato e pensò di esprimere un desiderio. Per un istante valutò che non ci fossero stelle cadenti, per poi realizzare che ciò non appariva così rilevante, in quanto anche un semplice fiocco di neve poteva essere magico come una stella. Chiuse gli occhi.

"Vorrei che il nonno facesse pace con papà e potesse passare il Natale qui da noi" desiderò con tutto il suo cuore.

Riaprì gli occhi e, fiducioso, continuò a guardare la nevicata.

 

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Libri sotto l'albero: Gianluca Pirozzi, "Come un delfino"

6 Dicembre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #gianluca pirozzi, #poli patrizia, #recensioni

 

 

 

 

Come un delfino

Gianluca Pirozzi

 

L’Erudita, Giulio Perrone, 2019

 

Una storia di perdita, dolore e necessità d’essere forti. Un’angoscia che ti resta appiccicata addosso anche quando hai finito il libro, una sofferenza che senti tua, perché può capitare a tutti di non avere più improvvisamente qualcuno che si ama.

La storia comincia come un raffinato e colto bildungsroman, scritto con un bello stile quasi d’altri tempi. Vanni è figlio di uno scultore egocentrico e irascibile, che vive solo della propria arte e condiziona la famiglia con i suoi sbalzi di umore e le sue scenate. Bersaglio dei suoi malumori soprattutto la nonna Iole, a cui Vanni è molto affezionato. La prima perdita sarà proprio lei. Poi sarà la volta di Maso, il fratello minore amato e inseparabile. Un incidente con lo slittino lo porterà via troppo presto.

Vanni reagisce allontanandosi, non può respirare la stessa aria del padre, non può vivere nella stessa casa dove Maso e nonna Iole non ci sono più. Crescendo, viene a patti con la propria sessualità, prova a costruire dei legami stabili, prima con Federico e poi con Piermaria. La sua richiesta d’amore - la stessa che continua inconsciamente a porre a suo padre - viene disattesa finché non incontra lo spagnolo Tiago. Tiago è calmo, è sereno, prende la vita con naturalezza, ha fiducia che le cose vadano per il verso giusto se solo ci si lascia trasportare. Nonostante la lontananza, il loro amore è forte, è tenero, è complice. Fino alla scelta di diventare padri con l’aiuto di un’amica.

Ma la sorte ha in serbo ancora dolore, un’altra lacerazione straziante, un nuovo, tremendo squarcio che rimette in discussione tutte le certezze e tutta la felicità conquistata.

Un romanzo che si svolge su due piani: uno narrativo, costruito con sapienti balzi temporali e dialoghi perfetti, e uno centrale diaristico. Un racconto circolare, incentrato sui temi fondamentali della paternità e della morte. Vanni sente la mancanza di una figura paterna amorevole ma questo non gli impedirà di nutrire il desiderio di diventare padre a sua volta, affrontando il difficile compito di esserlo in una situazione estrema. E, dopo aver fatto per tutta la vita i conti con la morte prematura del fratello, alla fine dovrà imparare a convivere con le assenze, ricostruendo un nuovo centro.

Un romanzo delicato, bello e struggente, di quelli che vorresti leggere più spesso.

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Libri sotto l'albero: Francesca Montomoli, "La fata nel vento"

5 Dicembre 2019 , Scritto da Gordiano Lupi Con tag #gordiano lupi, #recensioni

 

 

 

 

Francesca Montomoli
La fata nel vento
e altri racconti in rosso

Edizioni della Goccia - pag. 140 - Euro 11

www.edizionidellagoccia.it

 

Francesca Montomoli è una mia vicina di casa, maremmana di Massa Marittima, verace e sincera, dalla penna elegante sia in prosa che in poesia, preferisce esprimersi sulla breve distanza, dando il meglio di sé nelle narrazioni classiche, di poche pagine, che raccontano frammenti di esistenza. Francesca la conosco bene anche da editore, approfitto per pubblicizzare due titoli interessanti usciti nel catalogo di www.edizioniilfoglio.com: Singolare femminile (racconti, 2017) e Notturno (poesie, 2019). Questa nuova raccolta narrativa esce in formato tascabile (prezzo economico, soltanto 11 euro per 14 pagine) per un piccolo (ma serio) editore e racchiude in dieci piccole storie tutto l’amore che l’autrice prova per la Formula Uno in generale e per la Ferrari in particolare. Non sono racconti sportivi, si badi bene, Francesca non racconta storie di corse, vittorie e sconfitte, ma si dedica a narrare il mondo parallelo che ruota attorno alle gare automobilistiche. Leggiamo un esempio di stile, un brano rapido, essenziale, poetico ma non pesante, tutto giocato su un’esemplare leggerezza. È tutta colpa tua, babbo, ma ti ringrazio di questa assurda eredità. È troppo bella. È troppo nostra. Guarda. Sembra una poesia. Aria fredda. Radi fiocchi di neve che danzano e si appoggiano con grazia sui capelli e sui cappelli. Fiato che fuma nel grigio rigido di una giornata padana. È tutto così… Pare una citazione autobiografica, come se la passione per le corse automobilistiche venisse da lontano, eredità di un padre onnipresente tra le righe di Passion day, una storia d’amore e ricordi vissuta tra sogni di colore rosso, cavallini rampanti e scuderie Ferrari. Alcuni racconti uscirono nel 2013 su Autosprint, location perfetta viste le suggestioni presenti nelle storie, perché ogni sequenza narrativa profuma di Ferrari e di grande passione automobilistica. Introduzione di Alberto Sabbatini, giornalista di Autosprint, scelta felice, visto il tema, così come la quarta di Vincenzo Borgomeo (Repubblica motori) riconduce al mondo delle quattro ruote. Una lettura piacevole, pure per chi non è interessato alla Formula Uno, perché quel che non manca nella scrittura di Francesca Montomoli è la letteratura. Merce rara, di questi tempi. Consigliato.

 

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

 

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Natale insieme

4 Dicembre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #eventi, #luoghi da conoscere, #unasettimanamagica

 

 

 

 

Il 14 e 15 Dicembre, a Cori, si terrà il III “Natale Insieme”, evento organizzato dall’Associazione culturale “Event Art”, in collaborazione con Comune di Cori e Associazione culturale “Chi dice donna”, presentato da Lara Zaccagnini e patrocinato da: Regione Lazio, Consiglio regionale del Lazio, Provincia di Latina, “Cori e Giulianello in Rete”. La manifestazione si svolgerà tra piazza Signina e via Madonna del Soccorso, che per l’occasione si trasformerà in una “via dell’Arte”, con l’esposizione delle opere degli artisti partecipanti ai due concorsi a premi previsti.

Il Concorso di Estemporanea di Pittura, dedicato al Maestro Francesco Porcari, vedrà protagonisti pittori e acquarellisti liberamente posizionati con cavalletti e tavolozze tra i vicoli del centro storico, da dove imprimeranno live – davanti alla gente – sulle tele, scorci della Città d’Arte. In palio 500 €, 300 €, 200 €, 150 € e 100 € per i primi 5 classificati scelti dalla giuria di esperti, più un cesto di prodotti tipici locali, quale sesto premio cumulabile assegnato dalla giuria popolare.

Verranno disposte in strada anche le luminarie realizzate con materiale di riciclo, da professionisti e non, nell’ambito dell’altro concorso indetto per sensibilizzare al tema degli scarti e del loro riutilizzo, al rispetto dell’ambiente e al risparmio energetico, facendo della creatività strumento di educazione civica. Tra le eco-decorazioni i giurati ne selezionerà 3, i cui autori riceveranno 2.000 €1.000 € e 500 €. Da non perdere lo spettacolare 3D street painting show della scuola napoletana dei Madonnari.

Il programma quest’anno è stato ulteriormente ampliato. Oltre ai mercatini artigianali di Natale allestiti in tutta l’area, verranno proposte diverse iniziative durante i due giorni: il presepe rinascimentale vivente con figuranti in costumi d’epoca; l’arte del maneggiar l’insegna degli Sbandieratori di Cori; le gare di mostaccioli tra massaie; le dimostrazioni ritmiche e canore delle scuole di ballo e dei cori natalizi; la simulazione di volo di Fly in the Sky. Per i bambini anche laboratori creativi e ludoteca in legno itinerante.

I visitatori, oltre a degustare il menù turistico di prodotti tipici preparato dai ristoratori con sconti convenzionati potranno scoprire la storia e la cultura locale usufruendo delle visite guidate dell’Associazione culturale “Arcadia”, lungo un itinerario che toccherà i principali siti archeologici, compresi i due monumenti nazionali: l’Acropoli e il Tempio di Ercole, le Mura poligonali, il Complesso Monumentale di Sant’Oliva, il Museo della Città e del Territorio di Cori, l’area del foro romano, il Tempio di Castore e Polluce, la Cappella dell’Annunziata (prenotazioni obbligatorie: arcadia@museodicori.it).

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Click

3 Dicembre 2019 , Scritto da Costantino Delfo Con tag #costantino delfo, #racconto, #fantascienza

 

 

 

 

 

Viviamo solo nel presente… la memoria vacilla... ci affidiamo alla rete per ricordare... Come sarà il nostro futuro? La tecnologia offuscherà le nostre menti? Scorderemo tutto?


Stava volando sopra l’oceano azzurro con il suo deltaplano e sentiva l’aria fresca che gli scompigliava i capelli.. era successo cinque anni prima durante una vacanza in Kenya: riprovava la medesima sensazione di frizzante libertà di allora, ma non riuscì a finire il sogno. Improvvisamente comparve la sigla ‘File not found’ accompagnata da un acuto e continuo segnale acustico, poi la visione si oscurò e Fenton si svegliò con una sensazione di smarrimento. Non sapeva dove si trovava e nemmeno che ci faceva in quel letto di una stanza sconosciuta. Schiacciò ripetutamente il pulsante sottocutaneo sul palmo della mano, click, click, click.

Era un meccanismo ideato nei tempi antichi e molto utilizzato negli apparecchi: strumento di precisione indispensabile di cui era fornito ogni utensile, meccanismo, congegno, apparecchio, arnese, serviva ad attivare o a disattivare la macchina. Spesso sul pulsante era indicato il verso: ON-OFF. Solo le macchine ne erano fornite, gli umani non si spegnevano o accendevano con un click, ma ancora seguivano l’antico rito del sole e della luna. A quei tempi ognuno regolava il suo ciclo vitale a piacimento e si sarebbe potuto anche continuare così, ma le scoperte scientifiche nel campo della medicina e della scienza sbalordirono. Furono introdotti nuovi farmaci e droghe, che rivoluzionarono i vecchi concetti di veglia e sonno, e fu il caos. Moltitudini di umani dormivano, rubavano e uccidevano alla luce del sole e altre moltitudini continuavano a dormire, rubare e uccidere nelle tenebre della notte.

Nell’anno del Giubileo 2115, proclamato dal Papa illegittimo Pio XXV, fu Jeremy Theodore Furfiack a vincere il premio Nobel Unificato per la Chimica, la Fisica, la Medicina, la Pace, l’Economia e la Letteratura, con la sua ricerca intitolata Un click per tutti. Pubblicò anche un libro di 100.223 pagine che andò a ruba e di cui furono rifatte 3456 edizioni; dieci film furono tratti da quelle pagine, con attori e registi di successo, uno di questi film vinse l’Oscar e seguirono ben sei serie televisive con circa 50000 puntate ciascuna. La gente impazziva. Tutti volevano farsi impiantare il nuovo congegno. Si racconta che, ai tempi di Furfiack, i capi di stato di USA, CINA e RUSSIA si fossero riuniti a Kyoto per parlare del nuovo mondo: tutti discussero e alla fine prepararono una bozza di comunicato della conferenza tramite una delle maggiori agenzie di stampa mondiali, la ‘Incorporated Agency for Public Affairs and Worldwide Olympic Games. I.A.P.A. & W.O, che così recitava: ‘Vedremo’.

Quell’unica parola lasciò spazio a varie interpretazioni e ognuno la intese come meglio credette. Vi fu ancora qualche calamità o disgrazia, qualche sventura, qualche disastro o tragedia, flagello o cataclisma, ma furono poca cosa e il mondo andò avanti, addirittura migliorando, lo sostenevano statistiche e sondaggi. Così miliardi di umani si fecero impiantare il nuovo dispositivo: con un semplice click si potevano fare sonni tranquilli di otto ore, per poi riprendere l’attività al mattino con un altro click, freschi e riposati. Alcuni modelli fornivano, con un modesto supplemento di spesa, sogni piacevoli e garantiti, ripescati nella memoria del singolo individuo. Si poteva dire che l’umanità vivesse al comando di un click. La App dei sogni era sicura e garantita dal contratto, scritto fitto fitto (Times New Roman 4) e composto di 100 pagine.

Però bisognava andarci cauti, perché ciò avrebbe implicato l’intrusione da parte del Server Mondiale nella memoria di ogni individuo e sarebbe stato un sopruso alla privacy. Ci furono infatti molti ricorsi alla Corte Suprema. Ma quando, dopo altri trent’anni, il presidente mondiale Jim Rudolph Theodore Furfliack, nipote di quel Jeremy che vinse il Nobel, emanò il decreto favorevole alla liberalizzazione dei sogni, vi fu comunque un’incredibile corsa all’acquisto della App, ormai legittimata alla archiviazione dei sogni e della memoria di ciascun individuo. Inutile dire che John Sebastian Click e Muhamed Alì della Columbia University, ideatori dell’App, diventarono ricchissimi.

Quella mattina, Fenton non capiva che cosa gli fosse accaduto, né riconobbe la donna che gli dormiva accanto nel letto. Si alzò e camminò nel buio tastando il muro, trovò la porta, uscì nel corridoio e si avviò alla scoperta della sua casa. La tenue luce dell’alba penetrava l’ampio salone e Fenton, avvicinatosi alla finestra panoramica, osservò dall’alto dei trenta piani la via sconosciuta che vedeva là sotto, l’Hudson e gli alti grattaceli che non riconobbe, poi i quadri, i mobili e gli oggetti della stanza. Nulla, non ricordava nulla, se non che stava volando alto nel cielo con il suo deltaplano. «Buon giorno, ti sei svegliato presto, eh?» disse la donna, stiracchiando le braccia. Lui la guardò e tacque. Lei andò in cucina a preparare la colazione. “Chi sei?” pensò. La seguì e si sedette al tavolo mentre lei era indaffarata. Quando arrivarono in tavola il caffè, i toast e le uova, lui le chiese: «Chi sei»? «Dai, Fenton, non fare lo stupido di mattina presto» gli rispose Ann. Lui non disse niente, continuò a mangiare, scostando i lunghi capelli che gli scendevano sulle uova.

(L’aveva pescato a Las Vegas, dove lei si esibiva in uno di quei locali minori, come ballerina e, dopo una settimana di follie, si erano sposati ad Austin. Lui lavorava come freelancer e copywriter per un giornale locale, e con i pochi soldi che avevano si trasferirono a NY city. Lei diventò una top model: era bella e il suo corpo vendeva bene, viaggiava molto e in tutto il mondo. Lui invece era un tipo schivo, solitario, e a vederlo com’era conciato nessuno gli avrebbe dato credito: portava i capelli lunghi fin sulle spalle, ed erano di un colore mal definito a causa della tinta variabile fra il giallo, il verde e il marrone aveva uno sguardo sornione e un gran nasone, gli occhi erano due brillanti spilli azzurri sotto le sopracciglia chiare. Ma era un punk travestito, dietro le sembianze nascondeva un intuito veloce, sicuro di certezze a cui non era possibile rinunciare. Quando prendeva parola nelle riunioni mattutine della Agenzia pubblicitaria, di cui era il vice, convinceva sempre tutti.)

Ora doveva convincere se stesso che quello che gli stava accadendo non era reale. Pensò di chiedere ancora qualcosa alla sconosciuta che gli stava di fronte, ma non disse niente. Finché lei tornò più bella di prima, truccata e vestita: «Oggi faccio presto, torno per le cinque» disse, e lo baciò prima di andarsene. Fenton riprovò a schiacciare il pulsante, che però non faceva più click. Era consapevole del mondo che lo circondava, ma era totalmente incosciente di sé, non ricordava proprio nulla. Trovò il bagno, si guardò allo specchio senza riconoscersi. Fece la doccia, si vestì con dei jeans sgualciti e una camicia hawaiana dai mille colori che aveva trovato sulla sedia in camera da letto, poi uscì. Prese l’ascensore, che lo depositò nell’atrio. «Buongiorno, signor Fenton, le chiamo un taxi?» gli chiese il portiere. «No, grazie, faccio due passi» rispose Fenton, e si avviò alla porta, sempre più smarrito.

Raggiunse la clinica ‘Ferramenta’ per farsi aggiustare il pulsante. Dopo le analisi il dottore lo ricevette nel suo studio: «Senta Fenton, la situazione è complicata, non è mai accaduto prima: l’esplorazione ha confermato il mal funzionamento del meccanismo, tuttavia non abbiamo potuto risalire alla causa del danno. Potremmo sostituirlo con uno nuovo ultimo modello, ma in questo caso perderebbe tutti i dati in quanto l’estrazione dal suo attuale meccanismo è impossibile. Bisognerà sostituire tutto». «Tutto il mio cervello?» chiese Fenton. «Sì, certo! Come è possibile che lei non abbia mai fatto un back-up del suoi dati? È una routine fortemente raccomandata in tutti i manuali, lo sa vero?». «Sì certo, dottore, lei ha ragione. Me ne sono scordato».

Fenton accettò di cambiare cervello, ma non poté recuperare la sua identità. Ricordi non suoi gli comparivano nei sogni: non erano ricordi della sua vita passata quelli che sognava, ma quelli della vita degli altri, e così non riuscì mai più a ricostruire la sua identità. Viveva le vite altrui.

Quello di Fenton fu il primo incidente, in seguito miliardi di altri meccanismi si guastarono. Il governo mondiale fu costretto a staccare la spina con un semplice click e il mondo rimase al buio, senza una memoria di sé.

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L'oroscopo di dicembre e le strenne di Natale

2 Dicembre 2019 , Scritto da Loredana Galiano Con tag #loredana galiano, #astrologia, #walter fest, #pittura, #unasettimanamagica

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

 

 

Lunedì 2 dicembre GIOVE entra nel segno del CAPRICORNO e ci resta tutto il prossimo anno:  Giove ci fa amare le cose semplici, ci fa odiare lo spreco, ci insegna a rammendare ciò che è rovinato e a riparare un oggetto rotto, portandoci a prediligere l'essenziale, a cogliere il nocciolo delle cose senza tanti giri.

Ci fa odiare l’inutilità e le perdite di tempo, ci aiuta ad affrontare con un sano egoismo le tempeste sentimentali, emotive e professionali rendendoci più forti e rigidi.

E, inoltre, Giove in Capricorno ci abitua allo schema rigido delle regole, a rispettare norme e regolamenti con serietà e affidabilità, ci educa a essere più riservati e discreti, rispettando il silenzio e gli spazi altrui.

In questo mese festeggiamo il Santo Natale, l’occasione migliore per regalare e regalarsi libri. Ebbene sì, i libri aiutano a crescere, lo sostengono da sempre pediatri, psicologi ed insegnanti. La lettura di fiabe, storie, racconti, ma anche libri illustrati e libri tattili, sviluppa nei piccoli lettori il pensiero creativo e l’immaginazione. E l’adulto? È un momento di relax, di sogni e di fantasie, di un distacco dalla realtà per tuffarsi nelle pagine di un romanzo.

 

ARIETE: 21/3 – 20/4: più serietà e meno impulsività

Lo stellium di pianeti nel segno del Capricorno t’invita a indossare un abito grigio e marrone, togliersi le scarpe da running e indossare quei mocassini che sono chiusi nell’armadio da diverso tempo. Ora la tua azienda ha bisogno di un look nuovo e tu ne rappresenti il meglio.

Un romanzo: “Una gran voglia di vivere” di Fabio Volo. Nel nuovo libro lo scrittore racconta una coppia in crisi che affronta il viaggio fisico e interiore per ritrovarsi.

 

TORO:  21/4 – 20/5:  io vado lontano

Urano davvero vi spinge lontano già da un po’ e finalmente trova la complicità di Giove, Saturno, Plutone e Sole per aiutarvi a preparare la valigia e andare anche nell’Universo. Avete voglia di esplorare nuove terre lontane e d’incontrare persone straniere imparando nuove lingue e diventare cittadini del mondo.

Un romanzo: “Peccati immortali” di Aldo Cazzullo – Fabrizio Roncone. Il romanzo giallo di Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone ci porta negli abissi di Roma e dell’animo umano.

 

GEMELLI: 21/5 – 21/6:  una grande rinascita!

Intelligenti e curiosi vi addentrate in sentieri oscuri e paludosi, dove tutto è mollo e viscido. Nulla vi spaventa nemmeno i pipistrelli e i topi di fogna. La curiosità è il vostro motore per scoprire il mondo a tutto tondo, non v’importa di sbagliare, di scoprire nuovi segreti, l’importante è che se ne parli e che il vostro sapere sia soddisfatto, perché nulla è scontato.

Un romanzo: “Perché l’Italia diventò fascista” di Bruno Vespa. Il nuovo libro dello scrittore e giornalista dedicato ad un periodo cruciale della storia italiana.

 

CANCRO:  22/6 – 22/7:  punta alla Luna e conoscila per davvero

Amate conoscere ciò che volete davvero, puntate con decisione e fermezza a raggiungere vostri obiettivi e fare in modo che si realizzino. Non esiste un solo modo per farlo o un’unica destinazione, ma potrebbe essere necessario vagare prima di arrivare alla meta, il che non significa che ci siamo persi.

Un romanzo: “Antica madre” di Valerio Massimo Manfredi. Una protagonista memorabile, due civiltà in conflitto, un’avventura esemplare del potere di cambiare il mondo.

 

LEONE: 2377 – 23/8:  dite tutto quello che intendete veramente!

Mercurio nel segno del Sagittario vi suggerisce tutto quello che dovete dire al vostro partner, ai vostri amici e colleghi, al vostro vicino di casa, al vostro corriere di fiducia e al vostro dentista. Esprimete chiaramente le vostre intenzioni, dite quello che volete dire veramente con molto rispetto del prossimo e di chi avete di fronte a voi.

Un romanzo: “La mattina dopo” di Mario Calabresi. Un libro che racconta il vuoto e il nuovo inizio che tutti viviamo quando la vita cambia improvvisamente corso.

 

VERGINE:  24/8 – 22/9:  sognate cose impossibili

Con un favoloso stellium nel segno del Capricorno e il lungo transito di Urano nel segno del Toro potete permettervi di sognare cose impossibili. Sognare grandi cose non è una colpa, stabilire obiettivi elevati e sforzarsi di soddisfare è qualcosa che chiunque potrebbe e dovrebbe fare. L’importante è che nessuno vi dica che è impossibile per voi.

Un romanzo: “La vita gioca con me” di David Grossman. Il ritorno di uno dei più grandi autori della letteratura contemporanea. Un romanzo di intensità straordinaria.

 

BILANCIA: 23/9 – 22/10: la vostra vita la scegliete voi

Siete il segno delle grandi scelte e delle decisioni. Invece di pensare alle cose negative, alle conseguenze di una vostra azione che sono successe in passato, ricordatevi che voi stessi siete il cambiamento che volete vedere. Ciò che succede oggi non è la stessa cosa di domani: è il pensiero positivo di un Giove appassionante che v’invita ad agire con più determinazione e fiducia in se stessi.   

Un romanzo: “Siamo Palermo” di Hornby – Cuticchio. Palermo raccontata nella sua bellezza e nelle sue contraddizioni, con uno sguardo al futuro e all’Europa.

 

SCORPIONE: 23/10 – 22/11: cosa volete fare con un Urano contro?

Urano è contrario già da diverse settimane e sta davvero rivoluzionando la vostra vita anche senza il vostro consenso. Non vi dispiace per nulla, dovete solo assecondate i grandi cambiamenti che stanno avvenendo con diplomazia e fiducia in se stessi. Alla fine, non temete nulla, vi piacciono i rischi e le grandi sfide. Niente è noioso, si abbattono vecchie abitudini e si comincia a respirare aria nuova.

Un romanzo: “Il passo del vento” di Corona – Righetto. Due grandi scrittori danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a esperienze personali.

 

SAGITTARIO: 23/11 – 21/12:  voglia di evasione

Il transito di Mercurio nel vostro cielo v’invita a prenotare un volo e partire per gli Stati Uniti d’America e investire tutto quello che Giove vi ha lasciato: benessere, ottimismo, gioia di vivere e un proficuo conto in banca. Avete proprio voglia di variare le cose, di cambiare abitudini e chissà, anche lavoro!

Un romanzo: “Morgana” di Murgia- Tagliaferri. Storia di 10 ragazze controcorrente, esagerate, difficili da collocare, che tua madre non approverebbe.

 

CAPRICORNO: 22/12 – 20/1:  affermate la vostra identità

Il portentoso stellium, nella vostra prima casa, accende i riflettori sulla vostra identità, sui vostri ruoli nella società, sulle vostre ambizioni personali e sulla vostra crescita. Assumete atteggiamenti diversi ogni volta che vi trovate in posti diversi: lavoro, famiglia, società, chiesa. Puntate in alto sui vostri sogni, allargate gli orizzonti con le esperienze di vita e soprattutto inseguite i vostri sogni, passo dopo passo.

Un romanzo: “L’avvocato degli innocenti” di John Grisham. Il nuovo thriller che sorprende perché ricco di suspense.

 

AQUARIO: 21/1 – 19/2:  vi piace la frase: “siamo tutti matti”

Affermate sempre che le proprie caratteristiche rendono uniche e speciali le persone, nessuno è normale, è solo unico, con una propria realtà. Adorate quest’aforisma, vi si addice molto, giustificando il modo di come siete. Tutti cercano la vostra compagnia, fuori dal comune, rispettando tutto ciò che non è convenzionale, ma amando sempre il diverso.

Un romanzo: “I love shopping a Natale” di Kinsella. Bechy è pronta per lo shopping di Natale, questa volta da casa con un clic!

 

PESCI:  20/2 – 20/3:  travolti dall’onda di Nettuno!

Una frase del Buddismo recita così: “Non puoi convincere nessuno, ma puoi ispirarlo!” e chi meglio di voi? Con questo transito di Nettuno a casa vostra ne avete d’ispirazione, di creatività, di sospiri e d’illusioni. Per fortuna che lo stellium nel segno del Capricorno mette gli scarponi pesanti ai vostri sogni, costringendovi a volare basso, a rendere concreti le vostre opere d’arte.

Un romanzo: “Ti regalo le stelle” di Jojo Moyes. Un inno all’amicizia, alla solidarietà femminile e alla libertà. La vera storia di cinque donne indimenticabili.

 

 

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NATALE AL LOUVRE: IL MISTERO DELLA DONNA CON GLI OCCHIALI ROSSI

1 Dicembre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #racconto, #unasettimanamagica

 

 

 
 
 
Mancavano poche ore al Natale e al museo del Louvre c'era il solito casino di visitatori, una massa multicolore di anime alla ricerca dello spettacolo dell’arte. Turisti, a momenti troppo rumorosi e sobillatori, invece in altri momenti fin troppo silenziosi, perché logicamente rispettosi, riguardosi e interessati al luogo dove si trovavano e dove, appunto, avevano messo piede. 
Bisogna ammetterlo: l'atmosfera all'interno di un museo è veramente noiosa, ma di una tale noia che, se le opere potessero parlare, direbbero anche loro quanto in quella sede l'arte concili il sonno. Lettore perdonami, certo che è un'esagerazione, ma che ci possiamo fare se un museo, con le sue pareti e le sue porte blindate, è un qualcosa completamente fuori dalla vita di tutti i giorni? Incontrovertibilmente lì dentro si sonnecchia e invece fuori c'è la vera vita a colori. Volete dire che in un museo c'è il massimo della cultura? E vabbè, ma chi sta fuori mica lo sa, intendo dire, tanta gente mica lo sa che lì c'è il sapere, il buon gusto, il bello e poi soprattutto "l'emozioneeee". E il museo, annoiando, oltretutto a pagamento, sfavorisce l'interessamento del popolaccio che preferisce altre distrazioni.
Intanto, mentre dentro il Louvre si dorme e fuori c'è la vita vera, succede un ascabarac... 
 
Aaaaaaaaaah! Un urlo disumano ruppe la quiete museale.- Allarme, allarme ! (Non so come si dice in Francese). - La Gioconda ha messo gli occhialiiii! Allarme, sorveglianza... fiuuuu... fiuuuu!
 
Il fischietto di Patrizio il sorvegliante aveva infranto il silenzio provvisorio  davanti a Leonardo Da vinci. Con la radiotrasmittente, interrompendo la trasmissione di musica jazz, funk, rock, chiamò la centrale. - Aiuto, correte, emergenza . . . Alla Gioconda sono spuntati gli occhiali ! 
 
- Ma cosa stai dicendo? Sei impazzito? Patrizio, hai mangiato troppo panettone e bevuto troppo limoncello Milanese? ! 
 
- Ma no! Sto dicendo la verità, lo sguardo della Gioconda è coperto da un paio di occhiali rossi, ma dalle telecamere non avete visto nulla ? 
 
- No, nessuno si è avvicinato . . .  Ma porc! È vero ! Azionate il piano di emergenza ! 
 
È come nei film! Io l'ho sempre detto che il cinema aveva già previsto tutto, volete sapere del passato? Andate al cinema. Vi interessa il presente? Andate al cinema. Siete curiosi di sapere che succederà nel futuro? Andate al cinema. 
Insomma, nel giro di 16 ore si era ristabilita la calma, ma rimaneva sempre il mistero della Gioconda con gli occhiali rossi . . . Chi l'aveva scarabocchiata disegnando un eccentrico paio di occhiali rossi su uno dei volti più famosi dell'universo? Babbo Natale? Immediatamente i responsabili del museo aprirono un tavolo di indagini straordinario. Parteciparono tutti, perfino l'allenatore della nazionale di frisbee, tutto il personale venne interrogato, chiaramente le riprese video non avevano colto il misfatto e, dopo giorni e giorni di studi e consulenze, la risoluzione del caso sembrava impossibile.
Nel frattempo, prima che avessero provveduto con i restauratori a riportare l'opera al suo stato originale, le foto e i video della Monna Lisa avevano già fatto il giro di tutto il mondo. Veramente Alida, a capo della squadra dei restauratori del Louvre, aveva sconsigliato di toglierli perché, secondo lei, ora la Gioconda era più fashion e Roberta era da un pezzo che reclamava un po di reclame, ma non ci fu niente da fare, i vertici la rivollero così come era prima. 
Passarono i giorni, le settimane, saltarono molte teste dirigenziali, a quelle nuove fu tolta l'auto di lusso, furono mandate in bicicletta e, per punizione, costrette a pranzare alla mensa aziendale, privandole perfino del pernod a fine pasto. 
Siete curiosi vero? Volete sapere chi mai sia stato il vandalo misterioso di Natale? Ora ve lo dico io, tanto non potete vedermi. Sono stato io, non io Walter Fest ma io Ivan Graziani, ma sì, stupidini, voglio dire io, il fantasma di Ivan Graziani, non ve la ricordate quella mia canzone? Quella con la quale rivolevo la Monna Lisa in Italia? Porca puttana erano  solo canzonette e così mi sono voluto vendicare, tanto chi poteva vedere un fantasma? Durante le festività Natalizie, in pieno giorno, ebbene sì, ho scavalcato i visitatori, tutti con il cell in mano per la classica foto della minchia, visitatori stupidini, ma che non lo sapete che vale di più un immagine nella memoria che quella impressa nella memory card del vostro congegno digitale? Ho scavalcato e ho dipinto con tutta calma un bel paio di occhiali rossi sul volto della nobildonna, e sapete di chi erano quegli occhiali? Porca puttana, erano proprio i miei!
E cari miei, volete saperne un'altra? Sapete chi mi ha dato l'ok a questa operazione? Siiiii, proprio lui Leonardo! Mi ha detto "ma sì, vai pure, musicista della minchia, vai a divertirti, tanto sono secoli che i visitatori del museo le guardano gli occhi e non il panorama alle spalle".
Beh, lettori, non siete felici per me? Sono finalmente riuscito a togliermi una soddisfazione. È durata poco ma pazienza, tanto davanti a me ho l'immensità (musica e parole di Don Backy). Oh, lettori, adesso, mi raccomando, non sparate al chitarrista, vi voglio bene, Buon Natale a tutti ! ! !
 
P.S.
 
Hanno tolto gli occhiali a Monna Lisa ma Leonardo mi ha autorizzato a fare qualche altra scappatella... Dicembre è cominciato adesso, lettori preparatevi, il giallo continua...
 
 
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Natale in tutta Italia

25 Novembre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #walter fest, #unasettimanamagica, #luoghi da conoscere, #postaunpresepe

 

 

 

Amici scrittori, amici lettori, questo invito è rivolto a voi e nasce da un'idea di Walter Fest e mia.

Mi correggo, è rivolto a tutti coloro che vogliano mettere su carta  - pardon on line – le proprie parole e riflessioni su un tema ben preciso: il Natale.

Il Natale qui, là, ovunque in Italia. A Venezia che sprofonda sott’acqua, all’Aquila nella zona rossa, a Matera capitale alluvionata della cultura, a Genova sotto il ponte crollato, ad Accumuli e ad Amatrice, a Norcia, in tutte le zone allagate, terremotate e incendiate, a Taranto con l’Ilva in pericolo. Ma anche  A Pisa, a Firenze, a Roma, a Palermo, a Cagliari, in tutte le regioni, in tutte le città e in tutti i paesi, pure quelli intatti e risparmiati dalla furia del clima impazzito, in tutti i luoghi meravigliosamente artistici di questa nostra patria bella e ferita.  

Cosa farete per Natale, come saranno le vostre feste? Come vivrete quei momenti, cosa è cambiato dai ricordi del tempo che fu a oggi?

Scrivete quanto e cosa volete, anche solo due righe. Nessuna giuria, nessuna classifica, non si vince nulla, solo il piacere di raccontare e raccontarsi. Potete essere pro o contro il Natale, potete amarlo come me, o detestarlo, ci piacerà comunque ascoltare le vostre storie. Potete inventare una novella o scrivere una poesia, potete piangere, ridere o innamorarvi. Potete fare il presepe o aspettare babbo Natale, potete chiudervi in camera e attendere che le feste siano passate, potete portare coperte ai cani randagi, potete suonare nel concerto della chiesa o cantare nel coro, potete aiutare la vostra vicina a fare l’albero, potete cucinare un dolce tipico o comprare il pandoro in offerta al discount.  

signoradeifiltri.blog vi invita a condividere le vostre riflessioni, a farci partecipi della cultura, delle bellezze artistiche e delle tradizioni natalizie dei vostri splendidi paesi.  Pubblicheremo tutti i vostri contributi, compreso le fotografie, facendo solo un poco di editing se necessario.

Cominciate fin da oggi a inviare i vostri contributi e continuate a farlo fino al 23 dicembre, non oltre.

Spedite a ppoli61@tiscali.it 

 

Vi aspettiamo numerosi e buone feste a tutti!

 

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