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rita bompadre

Alessandro Angelelli, "Metallo pesante"

3 Marzo 2023 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Notte inoltrata, silenzio profondo, rotto di colpo, dal passare di un treno, metallo pesante su fragile legno”. La composizione tra la parola e l'immagine, metafora della vita e del senso dell'interezza, racchiusa in queste righe, appartiene all'autore Alessandro Angelelli nel libro Metallo pesante (L'Erudita, 2022 pp. 67 € 16.00). I testi contengono la densità dell'osservazione poetica sul mondo e sulla natura degli uomini, diffondono la consistenza dell'ispirazione, offrono una consapevolezza accogliente, piena di sensibilità e di intensa affettività. Il poeta risiede nella dimora dell'anima, percepisce l'intima relazione tra il proprio peregrinare alla ricerca di una dimensione familiare dove custodire ricordi ed emozioni e l'identità interpretativa delle sensazioni. Alessandro Angelelli indica la regione interiore dalla quale partire per percorrere l'essenza dell'itinerario esistenziale e ampliare l'orizzonte dell'appartenenza. Descrive attraverso l'inquietudine romantica del percorso di vita, lo smarrimento e la frantumazione dell'esperienza, espone la volontà di comunicazione, insegue il desiderio di riacquistare il sentimento perduto. La strada per condividere il viaggio introspettivo rimanda al valore originario dell'essere, incrocia lo svolgimento della memoria e collega l'elaborazione del vissuto con il senso di ogni destinazione. Metallo pesante svela una collezione privata di inafferrabili momenti e di sfuggenti impressioni, mostra il vincolo confidenziale tra la malinconia del passato e l'incertezza del presente, avverte il carattere instabile di ogni incognita del futuro, l'inesorabile vulnerabilità del dolore, ma anche la stabilità fiduciosa della speranza. La poesia di Alessandro Angelelli è simbolo di un archetipo del cammino umano, un attraversamento evolutivo tracciato nella necessità di realizzare una direzione per la felicità e rinnovare il proprio itinerario, inoltrandosi nella promessa di raggiungere nuovi approdi di comprensione per sentirsi a proprio agio con se stessi. Rivisita la località ispiratrice del pensiero, analizza il territorio suggestivo della realtà, da corpo all'equilibrio degli impulsi per orientare l'autenticità del discorso. Alessandro Angelelli conosce il modo di rilevare e abbracciare la consistenza sensitiva del proprio territorio di arrivo, oltrepassa il passaggio lucido del dolore e della finitezza dell'assenza, trasmette la propria fermezza creativa con il presentimento immaginario di ogni atmosfera onirica. “Metallo pesante” rinforza l'intento profondo di riconquistare la componente del benessere, illustra l'incantevole cronaca del tempo nel riassunto seducente del quotidiano, congiunto alla contingenza della fugacità, alla tenerezza della memoria e alla commozione dei significati. Indaga sull'accordo dell'intuizione elegiaca e sostiene l'eterna e inevitabile discordanza tra la crudele fragilità e la grazia della serenità. Il libro è il compimento letterario di una coinvolgente resistenza, la fusione naturale immersa nella nostalgia dell'altrove, sperimenta l'incertezza dei legami, assapora l'indugio dell'attimo vissuto, mantiene il radicamento dell'intima necessità di espressione, l'intenzione di ogni luogo in cui sentirsi a casa e ritrovare la beatitudine dello spirito.

 

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

 

Heimat

 

Heimat è dov'è un ricordo lontano.

Qualcosa di nascosto che avevi scordato sopraffatto da

         mille profumi e pensieri dell'oggi.

Heimat è un ginocchio sbucciato, dopo una corsa

         per gioco.

Lo sguardo di lei mentre le sfiori la mano.

Quella rete, all'ultimo istante,

giocando per strada con gli altri bambini.

Heimat è una notte d'estate

e quelle campane che suonano i quarti.

Ogni essere umano ha un ricordo di Heimat.

          Cercalo a fondo in quel mare di nebbia.

Ricorda quel profumo che avevi oscurato.

          Il profumo della tua unica casa,

il tuo porto d'arrivo dove devi tornare.

 

Casa di bambole

 

Viviamo in una casa di bambole.

Delicati come porcellana, osserviamo il mondo, con occhi

di ghiaccio e un eterno sorriso.

La casa di bambole è sfarzosa e felice, ci protegge,

incurante di noi e dei nostri pensieri.

È bello vivere nella casa di bambole, immutabili al tempo,

           bambini per sempre.

Seduti sul nostro grazioso dondolo quel lungo sorriso

          comincia a mutare.

 

 

Istanti

 

Istanti, momenti di felicità, riempiono ogni angolo di te.

          Compensano la noia del resto,

confortano le ere di dolore che seguono.

Li aspetti come un bimbo a Natale, sai che arriveranno.

         Devono.

Istanti, ricordi, lampi di vita, caricano la tua anima e la

           stringono.

Non la lasciano andare, la proteggono, sai che senza di

         essi, tu non saresti.

Quanto manca

al prossimo istante?

 

 

Spiragli

 

Spiragli di luce da una porta socchiusa, memorie future

          costruite al momento

Qualcosa si muove dietro un fragile muro, mi guardo

          intorno e mi sento perduto

Fuggire, scappare, lo spiraglio si allarga; la porta cigola e

          la luce mi invade

Il tuo sguardo attraversa le mie molte paure e cancelli ogni

          falsa parvenza di uomo costruita nel tempo

 

 

Nota sbagliata

 

Sono una nota sbagliata,

musica infame e corrotta dal tempo.

Disarmonico e solo

come un mondo perduto.

E ti vedo osservarmi, senza farti notare, diffidente e

         bellissima quale luna offuscata.

Poi ti vedo ascoltar le mie inferme canzoni e ti ascolto

          parlar del tuo mondo distante.

Irreale e sbagliato è starti vicino, irreale e assurdo

          sfiorarti la mano.

Poi mi lascio avvolgere dalla tenue armonia, perché il mio

          paradiso è nelle rare parole,

è vedere sparire, alla fine, quella coltre di nebbia.

 

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Leonardo Manetti, "Poesia"

5 Febbraio 2023 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Poesia di Leonardo Manetti (Youcanprint, 2022 pp.120 € 12.00) è una raccolta poetica che celebra il valore significativo della natura, circonda la fragilità della bellezza, insegue i profumi e l'incanto della vita. I versi di Leonardo Manetti, ricchi di sapiente contenuto, omaggiano la confidenza dell'uomo, assaporano l'esplorazione del mondo, i sapori legati alla solidità della propria identità, celebrano gli incontri con le persone, le affinità con i luoghi. Partecipano alla compiutezza dell'esistere, dosano i sentimenti, degustano le emozioni, evolvono le tradizioni della propria terra. Leonardo Manetti incide il tracciato elegiaco seminando piccole e grandi riflessioni intorno all'essenza delle cose, coinvolge il candore puntuale delle immagini nella feconda impronta della sensibilità, fonde la purezza stilistica nella schietta e istintiva analisi emotiva, diffonde, oltre la sequenza suggestiva delle stagioni, la completezza e la morbidezza dell'attraente armonia, amplia l'energia generatrice della vena poetica. Poesia cristallizza l'istante delle percezioni, dilata l'orizzonte delle sensazioni, indica il romantico itinerario lungo la melodia attraente di ogni respiro, nello scenario magico, sussurrato da paesaggi ritratti in un silenzio commovente e privato, alla ricerca di un fedele patrimonio originale, attaccato al territorio natale e alla passione. La poesia di Leonardo Manetti mescola l'equilibrio tra l'inclinazione dell'animo e il giudizio dell'intelletto, conserva, nella misura genuina delle parole, la voce universale dell'intimità, rivela il carattere felice della speranza. Una poesia visiva che attraversa l'appassionata direzione della saggezza, coltiva la superficie scolpita dei ricordi e rinnova il suo frutto presente. Leonardo Manetti veste il terreno delicato dell'amore, confrontandosi con la fragranza dell'innamoramento, con l'intensità familiare degli occhi, con la tenerezza della complicità. Ma avverte anche la necessità di dichiarare il proprio rifiuto all'indifferenza e all'estraneità dell'umanità, tormentata dal dolore, affida il silenzio degli attimi tra le pagine del tempo, condivide il coraggio della dolcezza. Trattiene la dolce estensione della nostalgia con la languida confessione di ogni idilliaca ispirazione. Leonardo Manetti trasmette la sua poesia, rendendo universale il dettaglio illuminato, inciso nei versi, sospeso nel principio degli affetti, coglie ogni impressione che il paesaggio tramanda nel traguardo interiore, affina il tormento dell'inquietudine e la malinconia con il riscatto di una poesia dedicata alla società, infonde importanza etica alla generosità emotiva, condanna la crudeltà e la spietatezza dei comportamenti umani, mantiene viva la linea infinita di confine del sogno e della fiducia. Dona la gentilezza alle parole, rinnovando la propria esperienza, nella lezione quotidiana dell'umiltà come insegnamento all'esistenza. Infine il poeta è lo specchio del proprio linguaggio autentico, accoglie il gusto inebriante e corposo della pienezza di ogni omaggio alla felicità, come nella citazione celebre di Mario Soldati: “Il vino è la poesia della terra”.

 

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

GLI IRIS

 

Calici di colore violetto,

messaggeri della primavera,

si ergono dal suolo

come matite per disegnare.

 

Le ali dei fiori

volano verso l'orizzonte,

il cerchio del mare,

del cielo e della terra.

 

Le corolle come foglie

toccano le tue mani e

in una lenta danza

creano eleganti pose.

 

LONTANO

 

Lontano dalle tue mani

triste è il mio cuore

desideroso di aiutarti,

abbracciarti, confortarti,

starti vicino a guardarti,

regalandoti un sorriso

narratore di una storia.

 

VIVERE

 

La vita è un dono

da scartare al mattino

sciogliendo i nastri

per scoprirne i segreti.

 

Il futuro è una speranza

da vivere il giorno

camminando sulla Terra

alla ricerca della Luna.

 

Il tempo è prezioso

da ricordare la sera

fermandosi a osservare

il sole che se n'è andato.

 

 

I POETI

 

I poeti tracciano

sentieri di parole

dove accanto alle pietre

nascono piccole piante.

 

Incroci di strade

raccontano i bivi

delle nostre vite

raccolte nei versi.

 

Le poesie sono percorsi

dal fondovalle alla cima

di una montagna rocciosa

difficile da scalare.

 

 

ANIMA

 

Nell'acqua delle rose

coltivate nei tormenti

vive la vita

piena di ossigeno.

 

Nei lunghi respiri,

nell'armonia di una goccia.

 

 

LE PAROLE NON DETTE

 

Nascondevo le parole sottoterra,

all'ombra della chioma di un albero,

in attesa del momento giusto.

 

Un giorno cadde un fulmine,

dalla cima arrivò alle sue radici,

e l'attimo per dirle non ci fu più.

 

 

 

 

 

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Antonio Corona, "Oltre la neve"

9 Gennaio 2023 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Oltre la neve di Antonio Corona (La Vita Felice, 2022 pp. 68 € 12.00) contiene l'incisività della scrittura interiore, rivolge una profonda riflessione sulle congiunture inattese e miracolose delle relazioni umane, sottintese nella curva emotiva dell'esistenza. La poesia di Antonio Corona nobilita la sostanza sublime della meraviglia, sussurra la magia delle attese, offre il dono di una sequenza lirica scandita dall'immediatezza di una confidenziale, intima verità e dalle occasioni di felicità inaspettata. Genera la volontà dell'innocenza, dà vita allo svolgimento migrante dello spirito, rapito dall'incoraggiamento della sensibilità. Antonio Corona sostiene l'interezza dei propri pensieri rivolgendo il candore del suo sguardo sull'umanità, elogia, all'interno della seduzione quotidiana, l'interrogativo esistenziale, assegna all'essenza delle incrinature e dei tormenti la sensazione istintiva del vuoto. Ascolta l'invisibile forza evocativa del silenzio, riempie la saggezza del cuore attraverso il profumo di un abbraccio, la gentilezza di una complicità, celebra la permanenza seducente dell'amore. Leggere Oltre la neve significa assistere a un insegnamento di consapevolezza, oltrepassare tra le pagine la limpida ispirazione dei ricordi, apprezzare l'intonazione serena della consistenza, trascendere la bellezza dell'immaginazione. I testi sprigionano oscillazioni sentimentali, suggeriscono la loro efficace intuizione dalla forma interpretativa dell'esperienza vissuta, arricchiscono, nell'ordinamento stilistico di quattro suddivisioni esplicative: Sublimazione, Caduta, Riposo, Ritorno alla terra, il credito del sentire. La memoria emotiva circonda la sincerità dei versi, spinge la personale crescita intellettiva dell'autore verso una compiuta elaborazione della propria maturità artistica, rintraccia l'estensione della comprensione e della vicinanza al senso di appartenenza, ritrova il percorso affettivo dell'anima. Oltre la neve è anche una metafora introspettiva in cui le parole restituiscono il suono ovattato della tenerezza, rendono più vivo il desiderio, raggiungono l'equilibrio e il conforto, alleggeriscono i risentimenti quando il velo del passato non oscura il presente. Il significato simbolico del candido manto che imbianca l'orizzonte ricopre l'atmosfera incantata del sogno e va oltre la destinazione di ogni speranza. Il poeta spiega una rinascita capace di rigenerare la pace con noi stessi, rilassare la natura delle cose, riconciliare l'armonia degli incontri e delle relazioni. Ogni immagine cristallizzata riempie la mente con lo spazio inconscio, scioglie la fragilità, intensifica la fortunata e protetta risorsa dei vincoli romantici. La scrittura delicata e raffinata di Antonio Corona rinnova il percorso sovrumano della commozione, nel legame indissolubile con un linguaggio autentico e parla attraverso l'espressione traslata di un'aderenza mediatrice tra spiritualità e carnalità come nel contatto divino tra cielo e terra, nella dolce lusinga del trascorrere del tempo. Infine mi permetto di dedicare ad Antonio Corona un'ispirata esortazione, nella piacevole suggestione delle parole del poeta Tito Balestra, con l'augurio che ne farà tesoro nel momento opportuno: “Se hai una montagna di neve tienila all'ombra”.

 

 

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

*

 

Non sarà manna dal cielo

né verità che ci uccide

ma come letto di fieno

saprà di vita che siede.

 

                               *BIANCA  ATTESA

 

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*

 

Imprigionami in un gesto di libertà

assolvimi con la sentenza di una carezza

fammi arrossire con l'ardore di un sorriso

accompagnami altrove e sentirò la felicità

nei tuoi passi ancora incerti.

 

Sarò bolla di sapone che permane.

 

                                                  *SARO'

 

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CHIEDILO ALLA NEVE

 

Chiedilo alla neve perché ci amiamo:

si scioglierà per divenir sorgente

o muterà in ghiaccio che scalfiremo.

Poi un giorno diverrà vapore

e moriremo lievi.

 

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*

 

Cerca dentro i tuoi silenzi

la ricchezza del pensiero,

non è mai leggero il pane

capace di assorbire la zuppa.

 

                                                                   

                                  *CERCA

 

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*

 

In una vecchia firma

un'assenza che non mente.

Nero su bianco permane agli atti

un passaggio di morte obbligata

che ci offende in scala 1:100

come un progetto, studiato a tavolino.

 

                                          *IN UNA VECCHIA FIRMA

 

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COS'È LA VITA?

 

Quando anch'io me lo chiederò

sarà ormai troppo tardi:

scoprirò ch'è vuoto inspiegabile

che riempie ogni spazio rimasto.

 

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DI COSA È FATTO IL  CIELO

 

Di parole nude è fatto il cielo

d'inchiostro sulla pelle i desideri

e noi – di stelle morenti.

 

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VARIANTI

 

Amare l'impossibile

è la vita che danza sulle punte

fino a farle sanguinare.

 

Amare il possibile

è la morte che siede a colazione

assaporando un croissant.

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Luca Masala, "Dappertutto stando fermi"

6 Dicembre 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Dappertutto stando fermi di Luca Masala (L'Erudita, 2022 pp. 113 € 16.00) è un libro caratterizzato da una combattente espressività e da un'ampia intensità di significato. L'autore inscrive l'intuizione profonda dell'inquietudine attuale, attraversa l'abissale superficie del vuoto spirituale, comprende l'assenza di un principio solido di riferimento, sfida il conflitto ordinario contro l'estraneità emotiva, conosce il disorientamento esistenziale. La poesia di Luca Masala dichiara l'indefinibile disagio nei confronti della frammentata condizione vitale, lacera la crisi d'identità dell'uomo contemporaneo, rilegge la frenetica, contrastante, realistica spinta introspettiva. I testi evidenziano la crisi dei valori, aggiungono il suggestivo incedere dei sentimenti lungo il cammino imprevedibile della vita, confermano la propria autonomia stilistica, continuano a sostenere la spietatezza delle difficoltà e l'accusa dell'incomunicabilità. Il poeta accorda l'impulsiva necessità di orientare un senso poetico alle relazioni umane, alla concezione del mondo, ritrova nel passaggio elegiaco l'interpretazione della memoria e del tempo. Dappertutto stando fermi è un suggerimento felice che arriva a destinazione, oltrepassa l'accelerazione delle umane distrazioni istintive, promuove un percorso lungo il senso contemplativo del ritmo interiore, in viaggio intorno alla consapevolezza. Il libro ospita il luogo immutabile dei ricordi, racchiude la fragilità delle illusioni, scopre i frammenti della quiete. Luca Masala cerca la poesia in ogni ispirazione quotidiana, coglie l'essenza della qualità evocativa delle parole, ascolta la rivelazione del sentiero incontaminato dell'anima. Concentra la luce infinita della meraviglia scolpita nella sensazione dell'appartenenza, disegna la prospettiva indistinta della solitudine con immagini offerte al confronto con la realtà, nel precipizio di una distorsione temporale, nella metafora di una visione catartica. Rivolge lo sguardo all'entità romantica e dolorosa della misura etica della lontananza, tenta di ridurre la dilatazione della distanza e della vacuità. Dappertutto stando fermi raggiunge la sensibilità del cuore, il territorio stabilito della reciprocità affettiva, regola la frequenza viscerale, tocca il termine di una permanenza dentro la dimora significativa del sentire, nel riflesso contraddittorio tra la continuità e la dimenticanza. I versi circondano la cognizione invisibile del disincanto, l'impulso malinconico e amaro del sogno fatalmente perduto. La corrispondenza della natura umana, in ostinata lotta tra equilibrio e stabilità, orienta l'armonia della poesia, indirizza la simmetria costante della staticità sospesa verso una dinamica empatica delle esperienze, filtra il percorso della semplicità. La sostanza autentica di Luca Masala riflette l'autenticità e la purezza dell'arte poetica, compone l'estratto di ogni promessa di speranza, include la capacità profonda e coraggiosa dell'ascolto, l'efficacia confortante e sorprendente del pensiero. Luca Masala dichiara l'affabile sincerità, apre il solco tracciato della scrittura sulla strada della conoscenza, sulla complessità della dimensione percettiva, avvia la protezione della saggezza nelle tendenze innate dell’uomo.

 

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Arianima

 

Soffocare e guardare indietro

gli occhi negli occhi

a immaginare altezze

mai toccate

e scivolare

lungo la lama del vento

fiato di cristallo

un unico respiro

fino in fondo

nella parte visibile

dell'anima

 

Primavera

 

Alba di vita

piccolo sole che esplode negli occhi

ogni volta che vi guardo, figli miei,

un giorno di musica e luce

da vivere per sempre

mentre la bella giostra del mondo

compie ancora il suo giro

e solo per noi

 

Commiato

 

Passano, queste anime

rapide e terse

nello spazio di una vita

curvilinee e perse

illusorie di una meta

sulle immense strade del tempo.

 

Passano, senza fermarsi

amici e nemici

questi corpi convulsi

ignari del dolore

di non poter restare a lungo

nel miracolo della storia,

a guardarne il bagliore

a viverne il sogno.

 

Nel breve istante,

io con loro

andrò via

a fianco del rimpianto

solerte come un faro

che, indolente,

illumina da lontano

la metà sconosciuta

del niente

 

Frammento IV

 

“...E poi corro.

Per sentire il ritmo dei sogni

per abbracciare la mia solitudine

e tornare a respirare

con l'illusione fugace

che si può vivere per sempre.”

 

 

Frammento VIII

 

“...E nell'ombra

che odora di fresco

il tuo ricordo ritorna

per mescolarsi furtivo

con la notte”.

 

 

Frammento LXX

 

“...Toglierò dai tuoi occhi

i veli spietati del tempo

e tutto ti sarà chiaro.

Quel giorno scorgerai

immobile

il mio volto tra le stelle.”

 

 

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Maria Giovanna Massironi, "Cronache della terra di nessuno"

7 Novembre 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Cronache dalla terra di nessuno di Maria Giovanna Massironi (Albaccara - Casa editrice, 2020 pp. 112 € 12.00) è una raccolta poetica intensa che assorbe dalla consapevolezza del dolore la linfa vitale e compassionevole della memoria. La poesia di Maria Giovanna Massironi accoglie testi arrendevoli al disagio emotivo e resistenti al vincolo della speranza. L'autrice genera, attraverso una persistente confessione quotidiana, l'apprensione del proprio stato d'animo, la sofferenza dei giorni e delle notti, scandita dall'irrequietezza dei pensieri, in balìa del segnale della frattura esistenziale. Coglie la lesione dell'anima, una ferita accompagnata dalla malinconica amarezza di ogni sospensione della vertigine e dal profondo tormento per gli incubi e i fantasmi che si aggirano, crudeli e magnetici, nella sua mente. Maria Giovanna Massironi abita la terra di nessuno, il territorio conteso dai timori e dalle incertezze del vivere, il non-luogo della fluidità sensibile, il confine interpretativo della propria identità. Il libro confessa la rapida e spontanea evidenza dello smarrimento emozionale, sintonizza il fruscio segreto dell'umore, il silenzio nascosto dell'inadeguatezza. I testi, solo apparentemente frammentari, elaborati con la lealtà dell'impulso, donano il senso compiuto e graduale di una scrittura senza impedimenti, la libertà sincera di una funzione liberatoria, la capacità creativa di orientare le energie soffocate dall'affanno della perdizione. Cronache dalla terra di nessuno esprime una forma di premonizione istintiva, avvinta alla soglia del mondo interiore e all'esperienza delle sensazioni, collega l'ipotesi indefinita e disorientante delle difficoltà al riscatto di un orizzonte vagheggiato, varca la soglia della malinconia osteggiando l'inquietudine. Maria Giovanna Massironi resta “in limine”, sulla soglia dell'espressione, dona al lettore il suggerimento sentimentale per affidare alla vita sempre una straordinaria opportunità di rivendicare il proprio tempo. L'occasione letteraria di sollevare le proprie riflessioni evidenzia il privilegio di tradurre l'oggettività delle pagine dense di significato, di comprendere l'avvicendarsi degli eventi patiti, di condividere l'importanza del vissuto, la commovente e indecifrabile percezione della grazia. La poesia gratifica ogni ispirazione individuale, estende la consistenza del respiro universale, sfiorando la complicità della resistenza. La provvisorietà di una bruciante esistenza collega l'influenza dei versi, disgiunge la frattura dell'anima, il duro scontro inevitabile con la realtà, coglie la complessità delle vicissitudini, l'enigma delle illusioni. La poetessa, con uno stile originale, convincente e attuale, segue sempre l'eco di una psicologica attenzione al monito della coscienza, nell'individuare la riparazione del torto, nel consolidamento temporale dello spirito.

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

 

Notte dieci. Giorno undici.

 

La notte appartiene agli ubriachi

e l'alba conserva

il suo splendore di albicocca.

La rivoluzione resterà un sogno

perduto nelle chiacchiere del mattino.

Voce d'argano e ruggine

viene dal mare e vi si perde.

Non il velluto, ma la ruggine

ha invaso ogni cosa.

Ci ha preso cuore e cervello.

Nervi e sangue.

Al richiamo di quella voce

abbiamo inseguito chimere

e mille volte siamo morte.

 

Nel giorno undici

non c'è posto per noi.

Stiamo come in porto

a tagliare pomodori,

a prua della nostra

piccola casa rosa.

                 Solo le zanzare sono tornate.

 

Notte trentuno. Giorno trentadue

 

Nella notte abbiamo perso un calzino.

Il destro per l'esattezza.

Pensando di fare bene

ci siamo tolti anche il sinistro

e abbiamo sbagliato.

Alle ore 5,28 siamo completamente

svegli con tutta la nostra disperazione

e i piedi gelati.

Sotto le finestre, niente storie

di lupi e di pirati.

 

Il cielo è azzurro e le strade sono deserte.

Niente ci consola.

Il giorno trentadue inizia

pieno di ansie e preoccupazioni.

Spegniamo la radio.

                               Ci sono cose che

                            non si possono più ascoltare.

 

Notte quarantatré. Giorno quarantaquattro

 

Il buio non finisce mai.

Attraversiamo la città,

camminando sotto la pioggia.

I tetti sono lucidi

e noi siamo bagnati fino alle ossa

come le nostre carte

e i libri che portiamo a tracolla.

Sono bagnati i quaderni con le copertine

di cartoncino leggero che si slabbrano

e si abbandonano ad un'onda molle e pendula.

Siamo svegli dalle cinque.

Piove e non fa freddo.

Le nostre scarpe non tengono più la pioggia

e l'acqua arriva fino alle caviglie,

gonfia le calze che resteranno umide per ore.
L'ombrello ci avvolge floscio

e ci rende difficile vedere

dove mettiamo i piedi.

La tracolla ci taglia il respiro.

Tosse e fuoco nel petto.

Torniamo a casa

cercando una fuga

tra i buchi del selciato

che sono piccole voragini

di terra e sassi.

 

Nel giorno quarantaquattro

qualcuno si è preso la sua piccola vendetta.

 

                              I nani hanno lasciato il giardino

                              e con le scarpe infangate

                             sono entrati in casa

                             sporcando dappertutto.

 

Notte cinquantotto. Giorno cinquantanove.

 

Che parole usare nel giorno più buio?

Tronche? Piane? Sdrucciole? Bisdrucciole?

Piane, con cadenza di adagio.

Rassicuranti e confortevoli parole piane.

Casa. Libro.

No certo caffè oggi.

E neppure gioventù

e meno che meno libertà.

Le parleremo tutte piane.
Sommesse, quasi silenziose.

Piano. Piano. Forte.

Il presente è all'improvviso tronco.

Ricorderò.

Ricorderemo estati perdute.

Le città sul mare. I caffè turchi. I sogni.

I tuoi occhi bellissimi.

Le domeniche a san siro.

Le luci in galleria.

La sabbia umida. Le partire a pallone.

La salita ai bottini. Gli ulivi. I gatti.

Suonare insieme alle vocali.

                                      Per una volta guardare indietro.

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Chiara Maggi, "La ragazza dei fiori"

7 Ottobre 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni

 

 

 

 

La ragazza dei fiori di Chiara Maggi (CTL Livorno, 2022 pp. 458 € 21.50) è un fantasioso romanzo di formazione che coinvolge il lettore oltre la consistenza sensibile delle fitte pagine, nel potere miracoloso delle emozioni e converte le passioni e le sofferenze della vita nella descrizione psicologico-intimista delle vicende esistenziali. Chiara Maggi dona profondità narrativa alla sua storia attraverso i sentimenti e un'intensa maturità espositiva. Il suo esordio letterario è una dichiarazione luminosa e positiva del mondo interiore, un filtro tenero e generoso delle atmosfere sentimentali, influenzate dal cammino spirituale della propria vocazione. La ragazza dei fiori è un itinerario dolce e toccante intorno alla percezione dell'incertezza e dell'insicurezza emotiva della protagonista. Chiara è una ragazza bisognosa d'amore, in cerca di un suo personale riconoscimento alla propria appartenenza, che avverte la necessità di superare la debolezza delle difficoltà e nella modulazione del passaggio dall'infanzia all'età adulta intona il confine della sua timidezza, comprende la variazione del dolore come limpido strumento per la saggezza. La trama del libro dispiega l'effetto consapevole e potente del calore della vicinanza, la riflessione umana della protagonista Chiara, tra contrasti impulsivi e conseguenze infelici, occasioni fortuite e incontri inattesi, concentra l'evoluzione fortunata e determinata dell'esperienza, l'intreccio imprevedibile e inaspettato degli avvenimenti descritti. L'importante e indispensabile confronto con gli altri personaggi che interagiscono con la protagonista, lascia intravedere il riflesso dei contenuti relazionali, l'espressione della propria realizzazione. L'autrice affonda nella qualità letteraria della scrittura romanzata, il destino imprevisto del vissuto, la sequenza riflessiva del legame introspettivo. Confessa, con una romantica e delicata voce narrante, il disagio crudele delle assenze subite, la malinconia sfumata delle mancanze, la difficoltà delle carenze affettive. Restituisce, contro il timore dell'abbandono, la coraggiosa resistenza nell'affrontare la realtà, nell'incoraggiare la vitalità della speranza, il sostegno delle aspettative. “La ragazza dei fiori” plasma il desiderio universale della rinascita, insito in ognuno di noi, identifica l'attesa fiduciosa delle proprie aspirazioni, realizza la convinzione fiduciosa della necessità favorevole di ogni cambiamento, accoglie, nella proiezione romanzesca degli ideali, la libertà di scegliere una seconda possibilità per superare lo smarrimento delle esitazioni, sciogliere l'amarezza delle delusioni e sollevare il valore della condivisione. La purezza del cuore di Chiara incanta il significato autentico delle parole, sprigiona l'essenza responsabile della volontà, allontana le fragilità. Chiara Maggi assiste e difende l'equilibrio eterno dell'anima, la corrispondenza del perdono, la comunione con gli altri, la partecipazione alla felicità, la promessa della presenza. Schiude l'infinita simbologia dei fiori con il segreto salvifico dell'altruismo, sprigiona la serenità nella direzione della seguente frase: “L'anima ha il profumo dei fiori”.

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Alfredo Alessio Conti, "Tutto è respiro"

6 Settembre 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Tutto è respiro di Alfredo Alessio Conti (Guido Miano Editore, Milano 2022 pp. 64 € 15.00) racchiude la volontà stilistica dell'autore a distendere lungo l'arco di un nuovo canto poetico, la rinascita quotidiana della meraviglia. Il poeta abbraccia l'universalità di tutti gli elementi umani, riunisce nel ritmo dell'esistenza il rinnovamento emotivo, orienta la relazione interna del tempo, la percezione della realtà, l'essenza del soffio vitale, il principio filosofico di tutte le cose, esteso nello spazio e nel suo legame con la scrittura. Alfredo Alessio Conti percorre il cammino comune verso la partecipazione sensibile all'esperienza biografica, rinnova la sperimentazione espressiva della qualità persuasiva del linguaggio, ricerca una nuova capacità della parola, aderisce alla purezza del verso, mette in evidenza il senso ritrovato delle inquietudini, il lirismo protettivo dei sentimenti, l'energia dei significati impulsivi e le suggestioni morali. Il poeta comprende il complesso legame con l'universo, sottrae all'isolamento e all'angoscia dell'uomo la distinzione  del miracolo della vita, indica l'intensità del mistero, intuisce la prospettiva esistenziale nel drammatico e meditativo conflitto tra la contingenza e la necessità nel divenire della materia speculativa, riconquista, attraverso l'esclusiva esperienza dell'insegnamento elegiaco, la fiducia della coscienza. La poesia di Alfredo Alessio Conti invoca il desiderio inafferrabile dell'eterno, raccoglie il respiro sconfinato della fede, insegue l'ispirazione sovrumana e magica della verità, esorta la preghiera terrena in direzione del dialogo con l'Assoluto. Alfredo Alessio Conti riprende il sussurro indistinto, lieve e prolungato, dell'anima, spiega la spiritualità nell'inesauribile saggezza della Provvidenza, dilata la crudele nostalgia dei ricordi, salva la destinazione rasserenante dell'immensità del luogo interiore, dipinge la riflessione tra la solitudine e il silenzio del tempo nello scenario cosmico della finitudine. La raccolta poetica Tutto è respiro accoglie l'ultima fermata degli orizzonti, la malinconia dei richiami perduti, la sofferenza del vuoto, ma illumina l'oscurità del tormento con la compiutezza esplicativa dei versi, con il chiarore della speranza. Lo sguardo del poeta oltrepassa il confine delle lacrime, l'esilio delle illusioni, staglia i frammenti dei paesaggi vissuti, amati, condivisi nella profondità complice degli occhi, sostiene il coraggio con cui guarda al mondo, il raggio di sole che si posa di là dalle ferite. Alfredo Alessio Conti dona armonia e amore all'attesa di ogni compimento con l'eleganza simbolica del domani, quando il destino imperscrutabile regola la creazione di ogni istante e non scompare nell'inconsistenza. ”Vi arriva il poeta/e poi torna alla luce con i suoi canti/e li disperde./ Di questa poesia mi resta quel nulla d'inesauribile segreto” (Giuseppe Ungaretti).

 

 

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IL TUO DOMANI

 

Conosci te stesso

e abbi cura di te

raggiungerai l'anima

nella sua profondità

e saprai chi sei

chi dovrai raggiungere

il domani

che verrà.

 

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COME MACCHIA D'INCHIOSTRO

 

Solo la luna

che si specchia

nel lago

mi rasserena

in questo passaggio

come macchia d'inchiostro

che si prosciuga

su un foglio bianco.

 

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LA TELA

 

Ogni minuto che passa

il creato

tesse la sua tela.

 

Il tempo trascorre

e della mia tela

la trama

è disfatta.

 

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LA MIA POESIA

 

Non inseguo

il ritmo

ma l'Anima

delle parole

mentre scrivo

di me

e dell'umanità.

 

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C'E' SEMPRE

 

C'è sempre

un po' d'inchiostro

per scrivere

il desiderio di te

in ogni istante

che della vita

mi resta.

 

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NEL TUTTO

 

Sento le stelle

palpitare dentro me

come fuoco d'amore.

 

Splenderemo nel tutto

ove l'impossibile

è possibile.

 

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IL VUOTO

 

Mi sono smarrito

nella notte

una stella

sbuca nella mente

mi ritrovo coriandolo

a tappezzare

il vuoto interiore.

 

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UN DOMANI

 

Sarò solo

col vento

in una lacrima

di Dio.

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Marco Galvagni, "Sogno d'amore"

2 Luglio 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Sogno d'amore di Marco Galvagni (Quaderni di poesia - Eretica Edizioni, 2022 pp.76 € 15.00) è un inno alla vita, un canzoniere destinato all'infinito sostegno della vocazione sensoriale nella mente e nell'animo. Il poeta padroneggia la materia plasmabile dell'amore, descrive una eloquente combinazione d'immagini e di sensazioni, coinvolge l'incanto delle emozioni. Marco Galvagni è profeta del desiderio. Raggiunge il talento esplicativo nel ritmo ardente delle liriche, accompagna l'intonazione della pura adesione all'infatuazione e all'intensità dell'anima, nello stupore e nel calore della complicità. L'occasione viva, incondizionata, esclusiva della poesia, sostiene l'esistenza, coglie l'istante descrittivo nei contenuti estetici del cuore, del destino, estende lo scenario naturale dell'illuminazione, attraverso il potere allusivo del mare, il confine simbolico del cielo, la lusinga degli occhi. Il poeta evoca forme e colori universali, nell'immediatezza idilliaca di carezzevoli similitudini e accattivanti metafore, nella trasposizione emblematica del linguaggio. I testi ripercorrono sentimenti suadenti e ritraggono impressioni lusinghiere nei confronti di una idealizzazione romantica, nella fantasia onirica dei paesaggi interiori. La meraviglia ricorrente del poeta esalta il fascino inatteso e amabile della seduzione, il corpo della donna e la trasmissione persuasiva del corteggiamento. Il germoglio amoroso dei versi manifesta l'origine compiuta della passione, unisce la spiritualità e la carnalità, nella sensualità dell'attesa, nella ricerca costante dell'universo di senso, nel carattere pulsionale dell'inconscio. L'eros, in Marco Galvagni, è sempre una rifrazione sincera verso la bellezza, un indicatore elegante e discreto dell'orizzonte segreto della volontà amatoria. Sogno d'amore coglie l'intensità vitale nell'ascolto estasiato del tempo, nella voce saggia del poeta che si affida al fascino originario del destino per decifrare la relazione ammaliante con il mondo. La silloge si compone anche di poesie scelte, riunite nella memoria affettiva, dalle tematiche intimiste, collegate allo strumento letterario di restituzione dei ricordi, nel silenzio della nostalgia. L'orientamento poetico di Marco Galvagni riconsegna alla parola penetrante e fremente l'energia assorta nel balsamo ipnotico dell'immaginazione, sublima l'entusiasmo e la delicatezza dell'ispirazione, evidenzia il beneficio della luce dell'inchiostro gettato su ogni pagina bianca della vita. Il poeta rivolge la sua infuocata e sapiente riflessione sulla natura umana nel vincolo reciproco della speranza, ammette la vulnerabilità della chimera ma continua ad assaporare il dolce spirito del rituale attraente nella necessità d'amare, nelle corde di un cammino memorabile verso la nobile esigenza del piacere. La verità rappresentativa del coinvolgimento, la risonanza intuitiva degli insegnamenti d'amore, traducono la direzione dell'approccio con le tonalità sentimentali dell'essere: “Perché l’amore, mentre la vita ci incalza, /è semplicemente un’onda alta sopra le onde.” (Pablo Neruda)

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Il poeta

 

Il poeta è una nuvola innamorata,

una goccia di stella scesa dal cielo,

la sua parola è l'onda che sale e si rovescia,

parola nel mare che sposta le navi col pensiero

macchia di luna bagnata dai raggi del suo sorriso

cielo impassibilmente terso

che custodisce i sogni dei gabbiani:

volano nella notte scendendo dalle stelle,

risalgono nell'aurora bruciando il sole.

 

Ho visto te

 

Ho visto un cielo di bolle

colorate di giallo grano,

di verde cespuglio,

di rosso papavero.

Ho visto uno spazio

libero per l'amore.

Ho visto te.

 

Sogno d'amore

 

Donna proibita

carnosa nelle lame di sole

scaverai, dopo un autunno lussureggiante,

con le sottili note di canto

della tua voce

un bagno di musica nel manto nevoso dei prati.

 

Sono ora ombre di tomba

i vecchi amori con corteccia di tartaruga,

un altro nido ha il mio paesaggio femminile

trepido di future delizie infuocate,

altre finestre hanno gli spifferi di vento -

agiterà con desiderio d'ardore le lenzuola.

 

Sarà nostro il paesaggio,

nostre saranno le calze che sovrasteranno i cirri,

non un palmo della mia mano ti sarà distante -

sarò la tua palma prestabilita,

dea che trae origini dai miei sogni,

dal mio sogno d'amore.

 

Sarai frutto deflorato,

regina che spossata si rigirerà

in un turbine di passione,

in un armonico saliscendi di ogni notte

figlio del mio desiderio d'amarti

facendoti gioire col mio vello.

 

Nell'aurora

 

Ti scorgo nuda e brillante -

un aculeo di paura

irrompe sotto il firmamento -

un fremito nel corpo

il tuo di corallo

orda la spuma dell'erba.

 

Giorni funesti per altre donne

bruciano infuocati,

gioventù s'è infranta,

ora son sorrisi velati

tramati di carezze -

avranno i gemiti del fiore brunito.

 

L'alba libera gli uccelli,

parole dal cuore di marmo,

rettili dagli occhi d'artigli -

costruisco la catena d'un ponte

invisibile come paglia trepida d'aria.

 

Sulla nostra pelle vestita d'amore

 

Potremo respirare

l'odore di stelle del mare

annusando il profumo di muschio della notte

sulla nostra pelle vestita d'amore.

 

Perdermi nella musica d'un arcobaleno

coricati accanto sul silenzio del bagnasciuga

intinto dei tuoi colori: carbone corvino

come le tracce, ornato - come i nembi del cielo -

da un velo d'ebano come il mare dei tuoi occhi.

 

Volo sognante nella fitta trama dei pensieri

in un'aurora di colori, accarezzato

dalla luce del sole, ascoltando i miei sospiri:

saranno sferzate di brezza

sulla nostra pelle vestita d'amore

mentre sarai nuda tra le mie braccia

e avrai un sorriso di stelle di madreperla, luccicante di

desideri.

 

Nella sabbia persino gli arenicoli danzeranno di gioia,

lascerà una scia di libertà l'impronta dei nostri passi.

 

 

 

 

 

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Marco Antonio Sergi, "Disgregazioni"

8 Giugno 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia, #vignette e illustrazioni, #arte

 

 

 

 

Disgregazioni di Marco Antonio Sergi (Quaderni d'arte - Eretica Edizioni, 2021 pp. 104 € 16.00), con i disegni di Simone Capriotti, è un'opera originale che dimostra come il sodalizio artistico e poetico sia in grado di rafforzare tra le pagine i contenuti della dimensione estetica, il significato della forma d'arte. L'unione dei due codici espressivi illustra la corrispondenza esistenziale nel senso di vuoto e di smarrimento, il segno rapido e disorientante dell'assenza, indica il percorso intimista dell'inquietudine. Il poeta indaga oltre l'estremità instabile dell'anima, scruta il mistero interiore nell'inconfessato e profondo dolore, ricerca l'enigma velato degli occhi, nell'inquadratura tormentata dei volti, dipinti accanto ai versi. Comunica con immediata intensità il sentimento degli incubi persistenti, frammentati nella cavità emotiva. I versi mantengono una definita, nitida consacrazione alla autobiografia del vissuto, nell'indistinto crocevia della superficie intima e spaventata, arricchita dalle sensazioni insistenti dei ricordi, dalle sfumature della malinconia. Estendono una realtà aumentata dalla percezione sensoriale dell'oscurità rarefatta dei sentimenti, delle piccole morti quotidiane e delle conseguenze incoraggianti di ogni rinascita. Marco Antonio Sergi disgrega la propria identità attraverso l'esperienza sensibile dell'amore, accompagna la consapevolezza delle proprie variazioni poetiche nella rappresentazione delle illusioni, delle indecifrabili sconfitte. Affronta la propria irrequietezza, conosce il disordine vertiginoso dei pensieri, identifica il disturbo dell'intelletto con l'incoerenza e il disadattamento degli atteggiamenti dell'uomo. Scioglie il riferimento essenziale dell'ostilità con la comprensione della realtà transitoria degli avvenimenti, descrive la sensazione di distacco e di estraneità, riconosce la conflittualità e il deterioramento dell'equilibrio umano. La poesia di Marco Antonio Sergi consuma l'integrità dell'io, scompone l'ipnotica riflessione in reliquia imperturbabile del tempo, risolleva l'intesa complice tra parola e visione. La personificazione dei volti di Simone Capriotti, inseriti tra le poesie, è simbolo incarnato di solitudine, d'isolamento. È emblema di un anonimato oscuro e minaccioso, segnato da smaniosa sofferenza, indizio di una sospensione vitale, riflesso di alterazione. L'autenticità della poesia rivela la marcata discontinuità della maturità, trasformata dal limite sommerso  e inafferrabile dello svolgimento cognitivo degli eventi, la libertà crudele e coraggiosa degli errori. Disgregazioni anestetizza le emozioni, distingue il malessere dallo stupore, risveglia il contatto impressionante del passato, mantiene la sostanza dell'assenza nel presente. La fluida connessione spirituale e carnale dei versi disgiunge l'essenza della dispersione, il peso del cedimento, ma dimostra come la saggia osservazione di ogni fine sia un modo per riacquistare l'inizio e ritrovare se stessi.

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SCACCO AL RE

 

Tengo il coltello piantato lì sotto

lo so non si addice

ma è così bello guardare il volto di lui

con occhi rapaci, e sua è la pace

ovattata, di chi sta per pagare lo scotto

in un gioco a un solo finale.

 

CALANTE

 

Rimane a lungo nell'aria

la nota sfiatata di sax

rugginosa e pressante

fino alla fine del fiato

il petto contratto.

Risuona il sospiro

quel vecchio cancello

ancora violato.

 

SFUGGENTE

 

Come un'idea

perfetta

senza confini

senza definizione

senza paragone

 

Sei

 

Come ogni idea

nata da me

illusione.

 

 

CUORE NERO

 

Mi sono punto

d'inferno

di un veleno

che non comprendo

mentre mi scioglie

le budella come

morto a scroccasole.

 

Mi sono reso infermo

di nuovo

questo male

odio e amore

lo stringo

mano di vecchio amico

da riscoprire.

 

IL MOSTRO

 

Sotto il letto

non c'è bestia

che tenga testa

 

Sotto il sottotetto

non c'è sgorbio

davvero brutto

 

Sotto il sottobosco

non trovo occhi

maligni di folletto

 

Il terrore tutto

sta nascosto nel finale

di uno scritto

che ora è fuori

che ora è tale e quale

al reale.

 

RAFFICHE

 

Come sotto una raffica

di mitra

veloce, che sferza la carne

 

come in balia di tempeste

di sabbia,

che bucano la tenda di notte,

 

Io sono. Solo sotto questa pioggia

ritrovo

la forza di muovere i passi.

 

 

SPECCHIO SPECCHIO

 

Immersi

e come l'universo

immensi

a fuggir da sé stessi

 

 

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Antonio Bianchetti, "Non so se ho scritto troppo sull'amore"

3 Maggio 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #recensioni, #rita bompadre, #poesia

 

 

 

Non so se ho scritto troppo sull'amore - un altro passaggio dai giardini di ponente - di Antonio Bianchetti (Quaderno dell'Àcàrya n° 55, 2021 pp. 160 € 14.00) è una raccolta poetica che celebra la grande capacità d'amare e irradia l'intensità di una luce infinita e di una visione del mondo in cui la bellezza, la corrispondenza spirituale, l'estensione delle emozioni sono l'incarnazione della prospettiva umana del bene. Antonio Bianchetti condivide la sintonia emotiva e l'inesauribile essenza della poesia, indica la connessione del cuore, oltrepassa le distanze terrene, orienta la sostanza e la radice dell'incisività universale dei sentimenti. Il poeta spiega l'efficacia espressiva della malinconia, concentra nelle pagine l'esposizione esistenziale della nostalgia, traccia l'incessante ritmo della corrente del tempo. La struttura elegiaca dei testi si compone della direzione esclusiva dei punti cardinali, conduce l'elemento simbolico del cammino in una traiettoria sensibile per riportare alla memoria gli scenari di un viaggio interiore, per orientare il passaggio delle contraddizioni impulsive della vita, per osservare e determinare la passionale frequenza della sfera affettiva. La poesia di Antonio Bianchetti declina la validità generatrice della viva dedizione alla ragione del cuore, rinnova la componente metafisica e spirituale della quotidiana intimità, evidenzia la sintonia e la complicità mentale nei confronti dell'incondizionata meraviglia dell'anima, la definizione della magica confidenza della sensualità, il principio decifrabile dell'innamoramento. Il legame indivisibile con l'universo carezzevole dell'amore avvicina alla necessità fortunata dell'eredità romantica, allo sconfinato, imponderabile segreto dell'eternità, traduce il contenuto corporeo delle avversità, affronta gli ostacoli impenetrabili delle incomprensioni e le difficoltà dei silenzi arrendevoli. L'assenza subita identifica l'inevitabile inquietudine e la profondità del disorientamento, ma regala anche lo strumento indispensabile per riconoscere la propria consapevolezza e difendere la propria esperienza nella previsione straordinaria di una sfida individuale, nel sostegno compiuto di un distacco e di una successiva, nuova vicinanza. Antonio Bianchetti non ha scritto troppo sull'amore, ha comunicato il suo inno alla vita, accolto la fragilità pulsante del ricordo, concesso la continuità della presenza amata nello spazio inesauribile della speranza. Non ha mai allontanato l'affermazione del futuro, ha percorso il destino presente per non dimenticare l'elogio della fiducia nella rinascita, la provenienza delle stagioni dell'esistenza, scandite dal dinamismo dell'equilibrio introspettivo dei desideri. Il libro è impreziosito dalle suggestive fotografie del mosaico con la rosa dei venti impresso sul lago di Como, a simbolo dell'intuizione delle coordinate spazio temporali, nel saggio significato della guida e nella protezione della forza di volontà. Nella chiave di lettura del percorso il poeta incontra l'incanto dell'arte elegiaca, percorre la spontaneità, la dolcezza e la gratitudine dell’ascolto, in linea con la gentilezza e la generosità concesse a ogni destinazione della passione. 

 

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti”

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BALCONE VISTA MARE

 

Questo orizzonte ci sorprende

fin dove lo sguardo

incontra il respiro

della vastità

e su quello che si avrà

il panorama vissuto

ci rinnova gli auguri

fin dove possiamo vedere

oltre il confine

di un giorno

al di là

dei nostri giorni futuri

 

IL SERVITORE MUTO

 

Ho posato gli occhi

sopra la fine del giorno

che ricomponi piano

insieme al vestito

accarezzato

dolcemente con la mano

insieme alla premura

di fare un po' di ordine

dentro a queste ore buie

 

Poi ci fermiamo a guardare

come se questo panorama

fosse ancora

un orizzonte da indossare

come se la notte

non volesse mai arrivare

messa da parte

insieme agli ultimi indumenti

 

Lasciata sola nell'eternità

di questi pochi gesti

insieme ai colori

dei nostri movimenti

 

 

EPITAFFIO

 

Parlavamo sempre dell'eternità

ma ora il nostro cielo

ha misure troppo piccole

per ascoltarti

troppo grandi

per cercare di abbracciarti

 

LA VITA È UN'IPOTESI BELLISSIMA

 

Non è la sera

che respira d'ombra

una solitudine diversa

ma luce che non tramonta

dentro

negli angoli di un mondo

dove cercarti è sogno

aria

e altro ancora

E sono tanti i nomi

che daremo al buio

se il nostro sole

non si fosse fermato

per essere nel cuore

un altro mattino da ricostruire

 

La vita è un'ipotesi bellissima

 

tutto il resto

è amore che ci sfugge

e sorge ancora

dentro

 

UNA FORZA MAI ARRESA

 

Qualcuno mi darà da bere

e l'alba mi giudicherà

se il viaggio ricompone

giorno e notte

in questo errare

dentro una certezza

 

La dolcezza sarà

come il bacio del crepuscolo

diviso

nella moltitudine di questa attesa

per ogni aurora che vedrà

un altro andare

 

Insieme ai venti sceglierò i semi

di una forza mai arresa

verso l'aria di levante

per dire al sole

che germoglierò

come ad ogni primavera

 

per dire al tempo

che ritornerò

prima della mia sera

 

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