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Fueco e Cirasi

22 Ottobre 2017 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #eventi, #cinema


 

 

 

 

 

Si tiene, lunedì 23 ottobre – a entrata gratuita fino a esaurimento posti - presso il Cinema Eden di Prato (via Cairoli, 22/24) a partire dalle ore 19:00, la presentazione, con doppia proiezione (ore 19:00 e ore 21:00), in anteprima italiana del cortometraggio “Fuecu e Cirasi”, scritto e diretto dal regista pugliese Romeo Conte e interpretato da Nicola Nocella - fresco vincitore del Premio Boccalino d'Oro come Miglior Attore al Festival di Locarno - oltre che da Giorgio Colangeli e Valentina Corti. Il regista e i tre protagonisti saranno presenti all'evento - che avrà un drink di benvenuto per il pubblico - accompagnati dai giovani attori Vittorio SalonnaSamuele Leo e Monica Negro, oltre al co-sceneggiatore e montatore Valentino Conte. Tra gli altri protagonisti del film, Paolo De Vita, Teodosio Barresi, Chiara Torelli, Rosario Altavilla, Maria Conte, Pino Capone, Altea Chionna, Vito Bianchi, Francesco Minisgallo e, al suo debutto, Francesco Iaccarino. Il corto, tratto da una storia vera, è prodotto da Coar Cooperativa Artisti S.C.R.L. e da Events Production, si avvale delle musiche originali di Mimmo Epifani ed è stato girato nell'Alto Salento pugliese. Fuecu e Cirasi racconta del ritorno al proprio paese di origine di Giacinto, intenzionato a incontrare la famiglia della fidanzata Lena. I luoghi e l’incontro con il padre di lei riporteranno alla mente suo fratello Mino e un tragico evento accaduto tanti anni prima. Giacinto troverà le risposte a tanti anni di dolore e pareggerà i conti.

Questo corto – dichiara il regista Romeo Conte – adatta al cinema una storia vera di quarant'anni fa e percorre i luoghi e la terra della mia infanzia. “Fuecu” (fuoco) è lo stato d’animo tipico adolescenziale, la cui fiamma rimane sempre accesa anche quando diventiamo adulti. La metafora delle “Cirasi” (ciliegie) ricorda il frutto che matura in un preciso periodo dell’anno e che, gustandolo, ci fa assaporare quel successo che spesso tarda ad arrivare. Ho girato pensando a un western: una storia all’italiana, ma universale allo stesso tempo, dove tutti gli elementi si completano tra di loro”. 

IL REGISTA – ROMEO CONTE 

Nel 1997 debutta con la regia cinematografica con il cortometraggio “La crepa”, con cui partecipa alla 54° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, al Festival di Amsterdam e al Festival di Cannes nel 1998. Prosegue nella regia con “Via col Vento” (Premio Qualità del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), “Il Calabrone” e “Tarantrance”. Nel 2010 realizza “I castelli dell’alto salento-Terra di Brindisi” e “Alla corte di Federico II di Svevia, castelli di Puglia”. Nel 2016 scrive e dirige il suo quinto cortometraggio, “Fuecu e Cirasi”. Numerosi sono inoltre i documentari realizzati e diretti, tra cui: A dream in Wakayama, La strada dellʼOro, Lu rusciu de lu mare, Zibello, Tartufo dʼAlba, Parmigiano Reggiano, Il fiume della speranza, Latiano Terra di Pietra, Il Viandante del Nord, Merletti di Pellestrina. Realizza spot pubblicitari per marche quali Euphidra, Prolife, Omega3, Fope Gioielli, La Perla, Stefano Ricci, Deha Veneto Banca. Già coordinatore del Master Regia e organizzazione eventi del Polimoda di Firenze, ha insegnato presso l’Istituto Europeo di Design di Milano e l’Università di Bologna L.U.N.A.
 

Per prenotazioni e informazioni
Events Production di Romeo Conte

Via Francesco Ferrucci, 69 – PRATO
tel. 0574 1940224

Fueco e Cirasi
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Il Foglio Letterario al Pisa Book Festival

21 Ottobre 2017 , Scritto da Gordiano Lupi Con tag #gordiano lupi, #eventi, #case editrici

 

 

 

Eccoci ancora una volta al Pisa Book Festival, sempre presenti dal 1999, al punto che possiamo quasi dire di essere nati insieme. Se penso a come eravamo mi prende un po’ di nostalgia, perché ci mancava l’esperienza ma avevamo tanto entusiasmo, un po’ affievolito da quando abbiamo capito che questo mondo letterario non lo cambieremo. Ci siamo ritirati nel nostro cantuccio d’ombra romita, in fondo stiamo bene dove siamo, facciamo come sempre le cose in cui crediamo, con minor rabbia e vigore - non abbiamo più trent’anni - ma le continuiamo a fare. In barba ai soloni che pontificano di romanzi che devono puzzare, agli editor d’accatto che scrivono romanzi alle sbarbine, ai grandi marchi che si contendono il fenomeno di turno, agli scrittori del niente, siano di montagne, di laghi, di gialli del cazzo ambientati in Norvegia. Vi promettiamo che non pubblicheremo mai una youtuber (come cazzo si scrive?), per questo ci sono già Rizzoli e Mondadori, oggi riuniti nel marchio Monnezzoli. Per il Pisa Book Festival due grandi novità: Fiabe storte - C’era una volta a Pisa, a cura di Federico Guerri, coordinatore de La cassetta degli attrezzi laboratorio di scrittura, e L’altra metà di Pisa - Racconti neri ambientati nell’area pisana, a cura di Mirko Tondi. Ma abbiamo portato tutto il nostro catalogo, dalla narrativa al cinema, passando per poesia, fumetto e saggistica alternativa. Tra le novità di rilievo: Poltrone rosse del regista Francesco BarilliI’m - Infinita come lo spazio della regista Anne-Riitta Ciccone (presentato a Venezia), un libro su Daniele D’Anza di Mario Gerosa Biagio Proietti, ma non mancano testi insoliti su Renato PozzettoGloria GuidaHorror italianoSpaghetti WesternKlaus KinskiGualtiero JacopettiMario CaianoErnesto GastaldiAldo LadoPablo LarrainLuigi ScattiniBruno Mattei… Insomma, se venite al Pisa Book Festival e non vi fermate da noi perdete un’occasione! (Gordiano Lupi). 

 

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Marcos Chicot, "L'assassinio di Socrate"

20 Ottobre 2017 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni, #storia, #personaggi da conoscere

 

 

 

 

L’assassinio di Socrate

Marcos Chicot

Traduzione di Andrea Carlo Cappi

 

Salani Editore, 2017

pp 729

19,90

 

La guerra del Peloponneso che per più di trent’anni contrappose Sparta e Atene.

Il tramonto di Atene, dai gloriosi giorni di Pericle al declino. 

La peste, l’oracolo di Delfi e quello di Olimpia, i giochi Olimpici.

E poi Pericle, Socrate, Euripide, Aristofane, Platone, Santippe, una carrellata di personaggi famosi, resi vivi e attuali ne L’assassinio di Socrate, del madrileno Marcos Chicot. A tutti gli effetti un romanzo storico, in gran parte basato su Storia della guerra del Peloponneso di Tucidide, ma anche su quasi cinquantamila pagine di documentazione. Oggigiorno si ha paura di dire pane al pane e si preferisce usare i termini thriller e giallo, che vanno tanto di moda fra i lettori di bocca buona. Se di giallo mai si trattasse, sarebbe incentrato su un omicidio non ancora commesso bensì da commettere.

L’impianto di conoscenze dispiegate in questo romanzo è ponderoso e impressionante, ben settecento pagine di battaglie, costruzioni, topografia, eventi storici. Grazie a Chicot rivivono l’arte della ceramica, l’architettura dell’Acropoli, l’alimentazione, gli abiti, le pestilenze, gli usi e costumi greci del V secolo a.c.. Se gli scrittori di romanzi storici possono peccare di pignoleria, L’assassinio di Socrate riesce, comunque, ad alternare capitoli descrittivi e didascalici ad altri squisitamente narrativi, catturando l’attenzione con personaggi ben disegnati, con una trama avvincente e con una bella atmosfera d’epoca.

Perseo si crede ateniese, discendente del ceramista Eurimaco. È nato con gli occhi talmente chiari da apparire trasparenti. In realtà è spartano, figlio di Deianira e del truce Aristone, il quale lo ha condannato a morte alla nascita e non sa che  il bambino è stato, invece, salvato e portato ad Atene, dove è cresciuto forte e bello, fino a divenire un campione olimpico. Perseo è innamorato di Cassandra, figlia del drammaturgo Euripide e amica di Santippe, la moglie di Socrate. Perseo e Cassandra si amano profondamente fin da bambini, di quell’amore che dura tutta la vita.

Perseo è anche amico di Socrate, il pensatore che “sa di non sapere” e che si diverte a mettere in difficoltà saccenti concittadini, attirandosi molte inimicizie. Un’oscura profezia lega la possibile morte del filosofo proprio a Perseo, “l’uomo dallo sguardo più chiaro.”

Verità storica e finzione si fondono in un libro divulgativo ma anche cinematografico, un colossal che sposta eserciti e smuove sentimenti, con un paio di memorabili figure di cattivi. Aristone, in particolare, è talmente ben disegnato che, quando la moglie Deianira tenta di liberarsene, siamo tutti con lei.

Questo è uno di quei romanzi che piacciono a me, inutile dire che si è dovuto tradurlo dall’estero, nella fattispecie dallo spagnolo. Non si sa perché da noi sia impossibile, a parte i lavori di Pierluigi Curcio e di Sergio Costanzo, trovare dei romanzi così: di ampio respiro, di grande atmosfera, capaci di insegnare narrando e di farci immergere completamente in una trama e in un mondo secondario ricostruito nei minimi particolari.

Seguendo Chicot ci addentriamo lungo la via panatenaica, saliamo all’Acropoli per ammirare il frontone del tempio e le cariatidi dell’Eretteo, c’inoltriamo nel sepolcreto del Ceramico, partecipiamo alle Olimpiadi e a grandi battaglie terrestri e navali.  Insomma, come afferma l’autore medesimo, qui non si assassina nessuno, qui non c’è nessun thriller, casomai si resuscitano personaggi e questa è la volta di Socrate.

Peccato solo che le settecento pagine siano funestate da troppi  - incomprensibili dato il pregio della casa editrice – refusi ed errori tipografici.  

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Verande d'azzurro

19 Ottobre 2017 , Scritto da Pietro Pancamo Con tag #pietro pancamo, #poesia

 

 

 

Verande d’azzurro

 

 

 

I

 

Un laghetto di fumo nel cuore… Processioni di frasi lasciano calzature d’intelligenza

prima di entrare nella moschea delle bocche.

 

 

 

II

 

I profumi sorridono tra le maschere di foglie. E lettere serpentine

indossano pastrani di luce.

 

 

 

III

 

Un gregge di bagliori

alle pendici dei versi

nasconde l’Ulisse della mia ispirazione…

 

Canicola di gioia, tanfo d’allegria

negli sguardi ciclopici del solo occhio giornaliero. Spranghe di felicità

negli acuti del sole

e, fra verande d’azzurro, spaventapasseri di poesia…

 

 

 

IV

 

Tachicardia di vento nei vestiti: il vento, cuore del cielo…

Le nuvole sembrano covoni di luce, capanne di fieno

intorno al pagliaio del sole. Nel raspo degli alberi

festoni d’aria, e gli occhi sono brandelli di nostalgia tra festuche di tempo allegro.

Stelle filanti d’erba, pendii agitati fra la bonaccia della pianura…

 

 

 

V

 

Terra diroccata e baracche di collina. Villaggi di sole.

 

Dal lievito nullo di rocce azzime,

paesini salgono

pioli di luce.

 

 

Poeti

 

 

Noi che visitiamo carmi di sole

brindiamo con versi e parole.

 

Scriviamo sorrisi

e sentimenti in codice;

 

insonni di vita

 

andiamo sposi

 

ai nostri occhi.

 

 

 

Se la tua voce

 

 

Se la tua voce desidera cullarsi

nel mio cuore,

troverò i sorrisi

con la mano di un giocoliere

e i miei minuti saranno il volto di acrobazie

che, da una mano all’altra,

volano fra una mano e l’altra.

 

 

 

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Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay, 

18 Ottobre 2017 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #cinema, #eventi

 

 

 

 

Sarà presentato giovedì 19 ottobre 2017 alle ore 21:00 alla Sala cinema del Palazzo delle Esposizioni di Roma (entrata dalla scalinata di via Milano, 9a) - a ingresso gratuito fino a esaurimento posti - il documentario autoprodotto Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay, opera prima diretta da Francesco Chiatante, che sarà presente alla proiezione con il giornalista Luca RaffaelliLa proiezione di Animeland apre la rassegna Anime dedicata ai capolavori del cinema d'animazione giapponese che vedrà proiettati al Palazzo delle Esposizioni, fino al 5 novembre, film quali Nausicaa nella valle del vento, Akira, Ghost in the shell e La città incantata.
Il documentario, in tour in Italia e nel mondo dal novembre 2015, è reduce dalle due proiezioni al Montevideo Comics, in Uruguayrese possibili grazie al prezioso aiuto dell'Istituto Italiano di Cultura di Montevideo. Animeland è un vero proprio viaggio tra cartoni animati giapponesi e non, manga, anime e cosplay, attraverso ricordi, aneddoti e sogni di personaggi degli ambiti più disparati il cui immaginario e la cui vita sono stati influenzati da fumetti e cartoni animati. Da Heidi a Goldrake, da Jeeg Robot Dragonball Naruto, passando per Holly e Benji, L’incantevole Creamy e Ken il guerriero, dalla fine degli anni Settanta è iniziata in Italia una vera e propria invasione “animata” giapponese. Più che un film è un “documento” che intende ricostruire e ripercorrere tutto quello che erano e sono poi diventati manga, anime e cosplay in Italia, segnando l’intero immaginario ‘pop’ delle generazioni degli ultimi quarant’anni con robot, maghette e orfanelli!

Il documentario, presentato in anteprima mondiale al Roma Fiction Fest 2015, è ideato e interamente realizzato in low budget dal regista pugliese Francesco Chiatante, che ne ha curato anche montaggio, fotografia e post produzione. 
"Ho sempre sognato - sottolinea il regista - di raccontare i mondi di manga, anime e cosplay a modo mio. E quale idea migliore del farlo coinvolgendo tutti i miei "miti", creando un film da tutti i loro racconti? Con Animeland ho trovato il modo di poter contribuire a questi immaginari fantastici che hanno influenzato i ragazzi, per generazioni, da fine anni '70 ad oggi!".

IL REGISTA
Francesco Chiatante nasce a Taranto nel 1981, videomaker di cortometraggi, documentari, backstage e video. Studia all'Accademia di Belle Arti di Macerata “Teoria e Tecnica della Comunicazione Visiva Multimediale” e si specializza in “Arti Visive – Scenografia”. Approda a Roma nel 2007 per un Master in Effetti Speciali per il cinema. Negli ultimi anni ha lavorato per post-produzioni di film e fiction, collaborato come operatore video e montatore per una serie di progetti documentaristici prodotti e diretti da Franco Zeffirelli, diretto l'episodio 'Iride' del film indipendente a capitoli 'Amores' (Italia, 2013) e realizzato backstage dei film diretti da Ivano De Matteo 'Gli equilibristi' e 'I nostri ragazzi' (vincitore del Premio Miglior Backstage 2015 - Festival del Cinema Città di Spello) e della serie TV RAI ‘Il sistema’ diretta da Carmine Elia. Animeland - Racconti tra Manga, Anime e Cosplay, del 2015, è il suo esordio nel lungometraggio. Nel 2017 realizza il backstage del lungometraggio ‘Chi m'ha visto’, di Alessandro Pondi, con Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino, in questi giorni nelle sale.

Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay, 
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Virginia Bramati, "Tutta colpa della mia impazienza" (e di un fiore appena sbocciato)

17 Ottobre 2017 , Scritto da Federica Cabras Con tag #federica cabras, #recensioni

 

 

 

Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato)

 Virginia Bramati

Edizioni Giunti, 2017

 

Agnese Treves ha diciannove anni e si sta preparando per gli esami di maturità.

La sua vita, nell’ultimo anno, ha subito una brusca virata. La mamma, insegnante di scuola superiore, è morta lasciando nel cuore della ragazza e del dottor Treves – suo padre, ricercatore medico capace e conosciuto – un grande vuoto. Dal centro di Milano, i due si sono trasferiti in una zona di provincia, in una zolla di terra sita quasi in piena campagna. Treves senior ha preso, infatti, una decisione importante: da rampante scienziato di città a medico condotto lontano dallo scintillante ambiente milanese. Forse, per una sorta di espiazione, sapere di essersi relegato in un angolo della Terra lo rende meno schiavo del dolore. In tutto ciò, però, non ha tenuto in considerazione la figlia.

Agnese, negli ultimi mesi, ha fatto l’abitudine alla solitudine, agli amici persi, al lungo tragitto da fare per la scuola (ha deciso di continuare nello stesso istituto che frequentava prima di trasferirsi, quindi ha imparato a conoscere le gioie dell’essere pendolari); adesso, però, gran parte dei sacrifici sta per terminare.

Adelchi la aiuta a superare questo periodo un po’ strano, certamente difficile. Anche lui ha perso un genitore, li unisce quindi un legame particolare: i due ragazzi sanno cosa vuol dire soffrire, sanno quanto la vita può essere ingiusta. Lo sanno e si tengono compagnia.

Agnese è un po’ confusa, comunque il suo caratterino le permette di affrontare tutto ciò che accade di petto.

Ma suo padre non ha finito con le sorprese. Pochi giorni prima degli orali, si trasferisce per eseguire alcuni studi. Al suo posto arriva un uomo sui trentacinque anni, Marco Aleardi. È bello come il sole ad agosto ma è inavvicinabile; segreti oscuri minano il suo sorriso.

Agnese è coraggiosa, tenace. Ha il fuoco, in quel suo corpo minuto, esile. Difende ciò in cui crede con le unghie e con i denti. Marco rimane subito stregato da quella ragazzina. Anche Agnese lo guarda con fin troppo interesse. Entrambi sono testardi, non cedono presto.

Questa è una grande storia d’amore. Una grande storia d’amore che cresce piano, matura con calma.

Una storia d’amore che ha anche un po’ di nero, un risvolto oscuro. Una storia d’amore che non terminerà.

Virginia Bramati è un’ottima narratrice, è attenta ai dettagli e molto scrupolosa. Ci permette di entrare nel suo mondo, nella sua mente. Ce lo permette e noi ne siamo ben felici.

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Ritratti di poesia 140

16 Ottobre 2017 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #concorsi

 

 

 

 

Anche quest’anno “Ritratti di Poesia”, manifestazione ideata, promossa e organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con InventaEventi S.r.l. – divenuta ormai nella Capitale un appuntamento culturale tradizionale ed imprescindibile, per gli addetti ai lavori, per le scuole e per gli amanti del genere – propone nuovamente il concorso “RITRATTI DI POESIA.140”, che nelle quattro precedenti edizioni ha riscosso molto successo.   

Il concorso, a partecipazione gratuita, vuole essere un incontro tra la poesia e il registro espressivo immediato e sintetico dei social, in particolare la modalità di comunicazione richiesta da Twitter.

Al concorso si partecipa inviando un testo poetico inedito di 140 caratteri al massimo (spazi compresi) all’indirizzo di posta elettronica ritratti.140@libero.it.

Anche per la quinta edizione è prevista, oltre alla sezione dei testi in lingua italiana (prima sezione), la sezione dedicata ai cittadini delle altre nazioni europee (seconda sezione), che potranno inviare i testi nella loro lingua accompagnandoli però con la traduzione in lingua inglese.

Le “poesie in un tweet” potranno essere inviate dal 10 ottobre  al 20 dicembre 2017 e saranno selezionate da una giuria composta dai poeti Franco Buffoni, Carmen Gallo e Maddalena Lotter. 

Al vincitore di ognuna delle due sezioni (italiana/straniera) sarà conferito un premio in denaro di euro 250,00.

Sulla pagina Twitter ritrattidipoesia.140 @Ritratti140 saranno pubblicati tutti i testi pervenuti e sarà data notizia dell’esito del concorso.

Il concorso potrà essere seguito anche sulla pagina Twitter ritratti di poesia @ritrattipoesia, sulle pagine Facebook Ritratti Di Poesia e Inventaeventi srl e sui profili Instagram ritrattidipoesia e inventaeventi.

Sulle medesime pagine saranno pubblicate, inoltre, le comunicazioni informative riguardanti il concorso e la manifestazione.

Il primo classificato di ciascuna sezione sarà contattato dalla segreteria organizzativa della società InventaEventi S.r.l. e sarà invitato a partecipare alla dodicesima edizione di “Ritratti di Poesia”, che si svolgerà a Roma venerdì 9 febbraio 2018. Potrà essere proclamato vincitore solo chi sarà presente alla manifestazione.

 

 

 

 

Info e contatti:

InventaEventi S.r.l.

0698188901

progetti@inventaeventi.com

www.inventaeventi.com

 

 

 

 

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Andrea Vivaldo, "Moby Prince, la notte dei fuochi"

15 Ottobre 2017 , Scritto da Altea Con tag #altea, #recensioni, #il mondo intorno a noi, #vignette e illustrazioni

 

 

 

 

Moby Prince la notte dei fuochi

Andrea Vivaldo

Becco Giallo, 2010

 

Primo saggio-inchiesta a fumetti in cui mi imbatto e che segnalo con molto piacere. Basato sul libro di Fedrighini che nel 2006 fece riaprire dopo 25 anni di silenzio e sentenze indegne il caso del Moby Prince, che non è uno tra i tanti incidenti marittimi della cronaca, bensì il più grande disastro della Marina Civile italiana ma soprattutto entra di diritto insieme ad Ustica nel novero dei "misteri italiani". La notte del 10 aprile 1991 il Moby Prince salpa dal porto di Livorno, rotta per Olbia. Ancora in rada urta la petroliera Agip Abruzzo che le riversa addosso cascate di petrolio (o nafta? Una delle tante cose mai chiarite) incendiandola. Da subito i soccorsi si muovono solo per la petroliera il cui equipaggio verrà tratto in salvo mentre i 140 tra passeggeri ed equipaggio del traghetto moriranno carbonizzati o asfissiati da ore di esalazione di monossido di carbonio. L'inchiesta chiusa frettolosamente in 11 giorni dirà che la nebbia e la negligenza del Comandante Chessa, che guardava la Juve in TV invece che pilotare il traghetto, hanno causato la tragedia. In realtà, a parte che filmati d'epoca mostrano una notte tersa, vi saranno in successione una serie di depistaggi e strani incidenti: scompare la scatola nera del Moby Prince, brucia a tre giorni dall'incidente il registro di bordo dell'Agip Abruzzo, non si conoscerà mai con esattezza il ruolo e il numero delle navi in rada quella notte né il ruolo della base americana di Camp Darby lì vicino. L'unico superstite, il mozzo, non darà mai una chiara versione dei fatti, è l'unica VHS integra di un passeggero ritrovata verrà manomessa. E su una di quelle navi indagava Ilaria Alpi che 3 anni dopo avrebbe trovato la morte in un attentato col collega Hrovatin in Somalia. Cosa è davvero successo quella notte e che connessioni ha con altri "misteri d'Italia"? Non lo sapremo mai temo, ma opere come questa servono soprattutto, oltre che a divulgare, a "tappare i buchi" di una giustizia e uno Stato assenti per troppo tempo.

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“Sapori tra le righe”: conferenza sul miele nella letteratura e nella produzione: il 15 ottobre a Jesi

14 Ottobre 2017 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #eventi

 

 

 

 

L’Associazione Culturale Euterpe di Jesi ha dato vita al progetto culturale “Sapori tra le righe” che è stato inserito all’interno di “Weekend d’autunno”, programma di iniziative promosse dal Comune di Jesi per l’autunno 2017. “Sapori tra le righe”, che si realizzerà in due date separate, promuoverà incontri dedicati alla conoscenza di alcuni alimenti molto comuni della nostra dieta alimentare quali il miele e l’olio che verranno presentati, approfonditi e discussi sotto un profilo letterario e non.

L’intero ciclo di eventi è patrocinato dal Comune di Jesi, dalla Provincia di Ancona e dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Università Politecnica delle Marche.

Il primo appuntamento si terrà il 15 ottobre alle ore 17:30 presso la Chiesa di San Bernardo / Museo della Stampa (SAS) in Via Valle e sarà dedicato a riscoprire il miele, tra letteratura e produzione. L’apertura sarà affidata alla calda voce della poetessa pesarese Michela Tombi, autrice della recente silloge Dentro il mio vento, con la recitazione di alcune liriche di poeti consacrati agli altari inerenti all’alimento di riferimento.

Il programma della pomeriggio letterario vedrà il seguente programma.

La professoressa Rosa Elisa Giangoia interverrà su “La poesia del miele: da Virgilio ai contemporanei” e nel suo discorso prenderà in considerazione anche l’antica metafora che vede riflessa nel miele l’intertestualità letteraria, creando una vera e propria nuova poetica con la docta veritas di Angelo Poliziano per preludere alla scuola formalista russa e alla critica semiologica.

Rosa Elisa Giangoia ha insegnato Materie letterarie nei licei, svolgendo contemporaneamente un’intensa attività di ricerca didattica e di promozione culturale. Si si occupa di critica letteraria, come componente delle redazione prima della rivista “SATURA”, ora di “XENIA” e collaborando a diverse altre riviste letterarie. Ha redatto manuali scolatici tra cui un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino. Ha pubblicato romanzi (In compagnia del pensiero, 1994; Fiori di seta, 1998; Il miraggio di Paganini, 2005), testi teatrali (Margaritae animae ascensio 2014), saggi critici (Appunti di poesia, 2011), sillogi poetiche (Agiografie floreali, 2004; Sequenza di dolore, 2010; La vita restante 2014) e altri vari testi, tra cui un saggio di gastronomia letteraria (A convito con Dante, 2006).

La professoressa Annalisa Volpone (Università degli Studi di Perugia) relazionerà attorno al tema indicato “My dear honey: miele e scrittura in Virginia Woolf” sottolineando come nella scrittrice modernista il miele funga letteralmente da collante tra vita quotidiana e scrittura creativa ed è al contempo vettore mnemonico dell’infanzia.

Annalisa Volpone è professore associato presso il Dipartimento di Lettere dell’Università degli Studi di Perugina. È condirettore del CEMS (Centre for European Modernism Studies, un centro internazionale che si occupa di modernismo  europeo in prospettiva interdisciplinare); la sua ricerca si concentra prevalentemente sul modernismo. Ha pubblicato diffusamente su James Joyce, Virginia Woolf e Vladimir Nabokov e sui rapporti tra romanticismo e medicina. Attualmente sta lavorando a una monografia su William Blake e le contemporanee scienze della mente.

L’intervento artistico, dal titolo “Una dolce scoperta: miele e api nella storia dell’arte”, sarà gestito da Caterina Luzi nel quale accennerà all’ape nei bestiari medievali per arrivare, nei secoli successivi, all’utilizzo dell’ape come iconografia nei blasoni nobiliari e altro ancora.

Caterina Luzi si è laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Si occupa di didattica museale, organizzazione eventi e visite guidate presso la Pinacoteca Civica di Jesi. In passato ha tenuto lezioni di Storia dell’Arte dal titolo “L’amore tra arte e poesia”.

L’intervento tecnico, “Il miele, questo sconosciuto”, sarà curato da Alvaro Caramanti (Presidente del Consorzio Apistico Obbligatorio Provinciale di Macerata) che parlerà della diversità dei mieli, delle loro caratteristiche fisiche, dando altresì alcuni suggerimenti da tener presente nell’atto di acquisto di questo prodotto.

La conclusione dell’evento vedrà una degustazione di prodotti dell’Azienda Cocciarini Sergio.

Il secondo appuntamento di “Sapori tra le righe” si terrà il 12 novembre alla Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti di Jesi e sarà dedicata all’alimento olio.

La partecipazione all’iniziativa culturale è gratuita. 

 

Info:

www.associazioneeuterpe.com

ass.culturale.euterpe@gmail.com

 

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True story, il film con James Franco e Jonah Hill

13 Ottobre 2017 , Scritto da Federica Cabras Con tag #federica cabras, #cinema

 

 

 

 

 

True story è un film del 2015. Siamo nella sede del New York Times e Michael Finkel è un giovane giornalista da urlo. Ha già totalizzato numerose prime pagine, e il suo nome è associato a professionalità, serietà e correttezza. Fino a oggi, almeno. Ha scritto un pezzo ambientato in Africa, un pezzo sulle pessime condizioni di lavoro nelle piantagioni; un articolo forte, quindi, che vuole muovere le coscienze. Ma ha dimenticato una cosa fondamentale: la verità. Non ha verificato le fonti apposta o per sbaglio? Comunque arriva prontamente una segnalazione in redazione. Viene – con tono grave – chiamato in sala riunioni e gli viene chiesto il motivo di quell’errore. Lui balbetta, tenta di spiegare ma non riesce. Si capisce una cosa: abbagliato dal potenziale successo di un articolo così succoso, be’, ha glissato sui dati reali. Il New York Times non è Il giornaletto di nonna Papera e a lui viene dato un gran calcio nel sedere. Poco male, giusto? È troppo sicuro di sé, troppo saccente. Non puoi dare tutto così per scontato. Comunque, il nostro Michael (Jonah Hill) abbandona il suo ufficio. Tipica scenetta da film americano: prende una scatola con i suoi averi recuperati dalla scrivania e si avvia verso l’uscita. Fine. Che poi, il Times è una miniera d’oro per chi vuole fare quel mestiere, quindi ben si può immaginare il suo stato d’animo. Abbattuto e amareggiato, torna a casa. Una bellissima moglie lo aspetta. Nel frattempo, chiama per qualche altro impiego. Deluso, scopre che nessuno lo vuole. Fino a che gli fanno una telefonata: un killer ha fatto il suo nome. Christian Longo ha ucciso sua moglie e i suoi figli piccoli, poi è scappato. Durante la sua latitanza, ha detto di essere Michael Finkel. Il giornalista non se lo fa ripetere due volte. Ha un’altra possibilità!

Christian Longo è il tipico bello tenebroso (James Franco, bello come il sole, ci incanta dalla tv facendoci dimenticare il ruolo che deve ricoprire), completamente opposto a Michael – classico topo di biblioteca assetato di successo.

Inizia così un lungo periodo di colloqui, di lettere. Una corrispondenza fitta, quella di Christian e Michael. Segreti, rivelazioni.

Hai ucciso o non hai ucciso la tua famiglia, Christian?

Un po’ lento nella narrazione – ebbene sì, mi sono addormentata per cinque minuti, e questo nonostante James Franco – ma valido. Alla fine poi lascia un velo di inquietudine.  

La cosa assurda, che poi lascia a bocca aperta, è il fatto che sia una storia vera – benché un po’ romanzata.

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