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Il valore culturale della lettura critica della poesia

17 Aprile 2024 , Scritto da Floriano Romboli Con tag #floriano romboli, #enzo concardi, #recensioni, #poesia

 

 

 

 

Analisi ragionata dei saggi critici riguardo Maurizio Zanon

 a cura di Enzo Concardi

 Guido Miano Editore, Milano 2024.

 

Recensione di Floriano Romboli

 

Enzo Concardi premette al suo lavoro antologico - che raccoglie e sistema i molti giudizî critici stilati nel tempo sull’attività poetica di Maurizio Zanon – alcune riflessioni metodologiche e teorico-culturali con le quali concordo pienamente. Queste concernono l’importanza della critica ai fini del corretto intendimento dei risultati di una ricerca artistico-letteraria, ne sottolineano la preziosa funzione di mediazione interpretativa e verificatrice degli autentici valori estetici di essa, nella prospettiva di una lettura non ridotta a una semplice reazione impressionistica, a una sintonia soggettiva ed estemporanea con i testi.

Zanon, interessante scrittore veneto, nato a Venezia nel 1954, si segnala per la ricchezza, non soltanto quantitativa, della produzione lirica, contrassegnata com’è dalla varietà dei motivi e da suggestiva eleganza stilistica e ritmica. A questo proposito mi piace citare il parere di chi, come Nazario Pardini - in riferimento specifico alla fondamentale silloge Tutto fu bello qui, stampata nel febbraio 2021 dalla Casa Editrice Miano, ma con lo scopo evidente di una caratterizzazione d’assieme – ha segnalato “l’empatica visione della vita e del suo rapporto con tempo e spazio”, giungendo a un riconoscimento invero significativo: “Non è facile trovare poeti che facciano della vita un’opera d’arte. E Zanon ne è capace. I sentimenti si concretizzano in visioni calde e brillanti, in oggettive sensazioni di metamorfiche vertigini personali”.

D’altra parte gli è connaturale una delicata nota vitalistica: “Eri chiara/ di luce splendente/ come una stella/ e ora che non ti ho più/ sei ancora più bella” (Alla prima giovinezza, in L’uomo narciso, 1987).

Concardi organizza con lucidità e sicurezza il vasto materiale storico-critico in cinque sezioni, iniziando coll’esaminare gli studi concepiti attorno al rapporto fra poetica ed estetica, cioè fra assunti programmatici, fra convinzioni generali, intenzioni progettuali, e concrete realizzazioni formali, obiettive peculiarità compositive. Se il compianto Guido Miano poneva opportunamente in risalto la centralità dei temi del tempo, del nesso problematico vita-morte, della memoria e delle illusioni, in relazione palese con la grande lezione leopardiana, Mario Stefani indicava nella condizione di sofferta solitudine un tratto distintivo della spiritualità zanoniana, il coefficiente essenziale di una “profondità interiore”, un abito “della riflessione e della meditazione” aliene dai profetismi e aperte alla pietas etico-intellettuale e al vigore testimoniale.

Riguardo poi allo stile dell’autore il medesimo studioso, al quale dobbiamo la monografia Il canto di una voce solitaria (1999), si sofferma sulla frequente alternanza nei suoi versi di tensione e musicalità, spezzature e soluzioni euritmiche, di cui hanno scritto con acutezza pure lettori autorevoli quali Angela Ambrosini, Raffaele Piazza e Maria Rizzi.

Seguono le sezioni dedicate all’ambiente naturale e lagunare – ove lo stesso Concardi sviluppa il tema della natura medicatrix, del potere consolatore della stessa, còlto e illustrato attraverso il fascino sempre vivo di Venezia -, alla dimensione memoriale e all’amore (dalle ascendenze letterarie anche remote, addirittura stilnovistiche, come hanno dimostrato interpreti raffinati come Mario Santoro e Dino Manzelli), al tormento esistenziale e alla ricerca di Dio nella società sempre più secolarizzata e votata al culto spersonalizzante e moralmente opacizzante dei “consumi”. Mi sembra in questo senso degno d’interesse il richiamo a un componimento senz’altro riuscito occasionato dalla ricorrenza del Natale di Cristo, intitolato Senza più misure e compreso nella raccolta Liriche scelte (2010): “Che Natale vuoi che sia? / Lo sai che non amo tanto / il Natale di questi anni! / Mi sembra tutto così orientato / all’apparenza delle futili cose, / al consumismo senza più misure. / Basta ingrassare / fra noci e panettoni: / a distanze sempre più accorciate / c’è chi soffre e muore! / Ma vieni ugualmente, mio Dio, / con la tua povertà / in questa festa che magari per me / non è più festa, vieni / ed offrici pure la tua luce/ qui che il buio è quasi sempre”.

Nell’ultima sua parte il volume ospita alcuni saggi di analisi critica comparata e quindi insistente sulle affinità ideali, sulle attinenze tematico-elaborative che il percorso d’arte di Zanon rivela con quello proprio di altre voci poetiche straniere moderne e contemporanee.

Floriano Romboli

 

 

Enzo Concardi (a cura di), Analisi ragionata dei saggi critici riguardo Maurizio Zanon, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 100, isbn 979-12-81351-24-0, mianoposta@gmail.com.

 

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