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Imma Tataranni

18 Aprile 2023 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #patrizia poli, #recensioni, #serie tv

 

 

 

 

Non amo i gialli, specialmente quelli che si risolvono nell’arco di un episodio, e il personaggio principale di questa serie italiana a colpo d’occhio non mi attirava, perciò non avevo ancora visto Imma Tataranni, serie tratta dai romanzi di Mariolina Venezia. Poi, complice la noia di alcune recenti serie americane (tipo Outer Banks), ho deciso di dare una possibilità al sostituto procuratore di Matera.

Sono rimasta folgorata. Era dai tempi di Lucifer che una serie non mi coinvolgeva emotivamente a tal punto. Non per la splendida location lucana. Non per la comicità da commedia all’italiana o la fantastica caratterizzazione dei personaggi. Non per l’ironia della sceneggiatura e, allo stesso tempo, per la partecipazione empatica alle vicende di sospettati, vittime e colpevoli. No, è perché si tratta della più bella storia d’amore degli ultimi anni. Imma e Calogiuri hanno persino un loro gruppo di fan su Facebook. Pura quintessenza amorosa, straziante come tutti gli amori impossibili, il loro legame è reso struggente dalla bravura stratosferica della protagonista Vanessa Scalera.

Lei è Immacolata Tataranni, sostituto procuratore di Matera, spauracchio della procura, dal carattere rigido e intransigente circa i valori della legalità. È, comunque, una donna buona, empatica e profondamente femminile. Il suo piglio da iena, le sue movenze sgraziate, la sua lingua tagliente che non fa sconti a nessuno, contrastano con i vestiti coloratissimi e i tacchi che le conferiscono un’andatura goffa e traballante.  Possiede una famiglia normale e felice, una figlia adolescente con la quale ha ordinari contrasti, una suocera arcigna e impicciona e, soprattutto, un bravo marito, comprensivo, premuroso e innamorato. Si capisce che lo ha sposato in gioventù perché lo amava e non se ne è mai pentita.

Ma in procura arriva lui, Ippazio Calogiuri, giovane e timido appuntato, poi maresciallo, con il quale non riesce a essere brusca ed esigente come con tutti gli altri. Lui è bello come il sole, gentile, intelligente, coraggioso, professionale. Soprattutto, ha la metà dei suoi anni, al punto che lei viene persino scambiata per la madre. La Tataranni è il superiore, è più vecchia di lui ed è felicemente sposata. S’innamorano, tuttavia, perdutamente l’uno dell’altra, nonostante le convenzioni e le regole. Lui ammira in lei la donna volitiva, super-intelligente, dotata di intuito e memoria di ferro, sebbene più anziana e non particolarmente bella. Lei vede in lui l’innocenza, la purezza del cuore, la possibilità di rinascere, di lasciarsi travolgere da un presente che annulla il passato ma non ha futuro. Più sono costretti a stare divisi, a non sfogare la crescente e traboccante passione, più essa cresce, li dilania, li tormenta.

Il loro amore appassionato è declinato in un duplice registro: da una parte la struggente sofferenza, ben resa dalla magistrale recitazione degli attori, dall’altra un’amabile ironia che trasforma le apparizioni di lui in spassosi richiami cinematografici, come la divertentissima citazione da Top Gun.

Per ora siamo alla seconda stagione e in trepidante attesa della terza. Non per il bozzettismo gustoso o gli intrighi polizieschi, e nemmeno per i tanti spassosi e curiosi personaggi secondari, ma in quanto tutti speriamo che Imma e il suo bel maresciallo finiscano prima o poi insieme, perché la fedeltà, i buoni principi, il senso della famiglia vanno pure bene nella realtà, ma il sogno vuole altro, vuole la carne e il sangue, vuole le stelle e il firmamento. E in questo bellissimo sogno lucano, per un amore come quello fra Imma e Calogiuri non c’è logica o razionalità che tenga.    

 

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