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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

Valentina Fontan, "Il prezzo della felicità"

8 Aprile 2021 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni

 

 

 

 

Il prezzo della felicità

Valentina Fontan

Literary Romance, 2020

 

pp 427

18,90

 

Parte con un attacco dickensiano, Il prezzo della felicità di Valentina Fontan, con Sarah, una ladruncola orfana che si arrangia per sopravvivere nei bassifondi di Londra, ma poi diventa altro. La ragazzina è la figlia perduta di una nobildonna tedesca e di un aristocratico russo, fuggiti insieme per coronare il loro amore contrastato, e poi tragicamente defunti. Lo zio tedesco la ritrova e la fa diventare una nobile, elegante, colta ma dal carattere ribelle e ostinato. La riunione con l’altra famiglia, però, quella russa paterna, è ostacolata dai sovrani, sia russi che tedeschi, che sembrano interferire alquanto nella vita di Sarah, controllando la sua eredità e persino il suo matrimonio con il cugino Alec, il quale altri non è se non una spia tedesca al servizio di Bismarck. Da qui si dipana una vicenda di spionaggio internazionale, che coinvolge Inghilterra, Impero tedesco, Impero russo e persino il Sudafrica. Una storia d’incastri e colpi di scena, di agnizioni, di assassini, safari, ragni velenosi, documenti trafugati, palazzi, balli sontuosi e carrozze in una piacevole ambientazione ottocentesca. Ma anche di amore fra alcune coppie di giovani, in mezzo alle quali spicca quella formata da Alec e Sarah.

Al di là dell’amore, i sentimenti più dibattuti sono l’amicizia e il senso di colpa. Le azioni appaiono serrate, fra fughe rocambolesche, tentativi d’omicidio e attentati. Il ritmo del romanzo è sostenuto, i personaggi sono quelli tipici del genere: la cameriera sotto mentite spoglie, l’amministratore fraudolento, il duca autoritario ma di buon cuore, la bella indomita. Ma anche personaggi storici: Bismarck, il Kaiser Guglielmo, lo Zar Nicola etc.

Sarah è una ragazza volitiva, ha gli occhi grigi della madre e i capelli neri del padre, ma ha un modo di fare bizzoso, infantile. È il punto di fuga da cui parte la prospettiva della storia, colei che unisce imperi e casate attorno a sé. Alec è un carattere tormentato e pieno di sensi di colpa, il suo lavoro lo ha messo in contrasto con il padre, dal quale non si sente capito. Ma l’empatia del lettore con i protagonisti non è immediata, anche perché questi ultimi sono spesso alterati e sopra le righe. La parte migliore, a mio avviso, è quella dove il romance ritrova il suo passo e gli affari di cuore hanno il sopravvento sugli intrighi spionistici, sia internazionali che familiari.

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