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Il tempo volerà

8 Dicembre 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #unasettimanamagica, #adventscalender

Foto di Walter Fest

Foto di Walter Fest

 

Durante queste prossime festività Natalizie, che sicuramente rimarranno scolpite nella memoria storica nazionale e mondiale, tutto fa pensare a giorni tristi, difficili, con regole da seguire e baci e abbracci e sorrisi e tenerezza e risate e regali da scartare, nel senso di eliminare.

Sarà tutto da risparmiare e da evitare, eppure c'è sempre l'imponderabile, la scintilla dell'ultimo momento, l'idea o il regalo che non ti aspettavi, oppure quel calore che in certe occasioni scalda il cuore, allontanando la malinconia di un tempo perduto.

Almeno per me ci sarà sempre il film Una poltrona per due, che mai vorrei che a Natale mancasse, perché è divertente e dimostra che ci può essere ancora giustizia. La mia teoria è che i film hanno da sempre detto tutto in anticipo. Un film è opera di fantasia, la stessa che poi per magia si tramuta in realtà. Che mondo sarebbe senza fantasia?

Quello che desidererei durante questi giorni di festa è vivere lentamente il periodo natalizio, centellinare i secondi, i minuti, le ore. Come un mago con la bacchetta magica in mano, fermare il tempo. Ma poi succede che volerà e la cosa potrebbe non dispiacermi, perché mi proietterà immediatamente nel futuro, un futuro che spero sia migliore.

Buon Natale a tutti, ce lo chiede la fantasia e sarebbe meglio ascoltarla.

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A cosa brindare?

7 Dicembre 2020 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #unasettimanamagica, #adventscalender

Foto di Walter Fest

Foto di Walter Fest

 

Ho sempre odiato la festa dell’ultimo dell’anno. Giorno di bilanci ma, soprattutto, unico giorno in cui – io che sono supremamente e irriducibilmente asociale - mi sento sola da morire.

Forse perché ho una visione mitica della festa di Capodanno. Ricordo la prima alla quale partecipai, che fu anche la prima concessione da parte dei miei di uscire col favore delle tenebre. “A mezzanotte a casa”, tuonò mio padre, nemmeno fossi Cenerentola, ma mia madre si oppose: “Come fa a festeggiare l’anno nuovo se deve essere a casa a mezzanotte?”

Mio padre si arrese e io rientrai tardi, con la testa che mi girava e le orecchie che fischiavano per le tante emozioni. Avevo passato la serata a far tappezzeria in un angolo, muovendo i piedi dalla voglia di ballare ma troppo timida per farmi avanti. Avevo quindici anni, indossavo una gonna di velluto nero, le calze di nylon, un maglioncino di lurex che mia madre si era comprata molti anni prima ma non aveva mai usato. Rimasi ad annoiarmi finché un ragazzo, di cui non ricordo il volto ma solo il nome, m’invitò a ballare. La sua camicia immacolata profumava di Brut, aveva un paio di anni più di me. Mi chiese subito di metterci insieme. Io risposi con la fatidica frase: “Restiamo amici”. Due giorni dopo mi venne a prendere a scuola ma io, spaventata da quella cosa più grande di me, rimasi chiusa in classe per non farmi vedere. E poi seppi che si era messo con un’altra ragazza. Breve storia triste di un amore mai cominciato.

Ma il fatto di ricevere la mia prima richiesta amorosa da un ragazzo proprio la sera dell’ultimo dell’anno, ha reso questa festività così mitica nei miei ricordi che, dopo, nessun’altra volta è stata mai più a quell’altezza.

Non è che non mi piaccia l’ultimo dell’anno, è che mi piacerebbe troppo, che, a quasi sessanta anni, ancora m’immagino vestita come Cenerentola al primo ballo, o come Bella che volteggia con Bestia in un magnifico salone. Ma la realtà è fatta di patatine mosce e noccioline rancide, di cappellini, trenini e Brigittebardotbardot…  Oppure di serate solitarie con mio marito, lui che sta al computer in un’altra stanza e io che già crollo addormentata sul discorso del presidente della repubblica.

E quest’anno più che mai, proprio non riesco ad immaginarmi a brindare. Brindare a cosa? Alla fine di un 2020 orribile, bisesto e funesto, durante il quale, a parte l’atterraggio degli extraterrestri – ancora sempre possibile – è successo di tutto? Un anno dove, a livello planetario, globale, le nostre certezze sono crollate, abbiamo rischiato la vita ogni giorno, abbiamo subito lutti, malattie, sofferenze, libertà negata per il nostro bene? Un anno d’incolpevoli arresti domiciliari? Un anno senza viaggi, cultura, abbracci? O, forse, dovrei brindare a un 2021 che già si preannuncia altrettanto difficile e pesante?

E allora non so che farò quel 31 dicembre che si avvicina. Forse, alzerò il calice e guarderò il cielo della notte, aspettando un segno, una cometa, una stella cadente, pensando che esserci e poter guardare ancora quel firmamento nero, sia già tutto ciò in cui possa sperare.

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Voglio essere felice

6 Dicembre 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #unasettimanamagica, #adventscalender

Voglio essere felice

 

Volevo fotografare una palla di Natale, mi piaceva quel colore rosso ma non sapevo che fotografandola avrei anche inquadrato me riflesso. E sapete che ho visto? Sono io? Sì, ma quello che vedo sono io da piccolo. Con un salto temporale sono ritornato indietro nel tempo, io ragazzino con i calzoni corti, le ginocchia sbucciate e fredde. Eh già, perché anni fa il freddo si sentiva moltissimo, non come ora che il cambiamento climatico ha invertito le stagioni, prima il freddo era vero e pure il Natale.

Il Natale degli anni passati era bello, caloroso, intenso, felice. Anche povero, ma felice, e questo ne faceva un periodo da vivere con ottimismo. Anche le cose più piccole erano belle, anche le giornate con i parenti, fra gioia e allegria.

Per i bambini non c'era il Babbo Natale come lo conosciamo ora, perché i giocattoli arrivavano con la Befana. Natale era per stare in famiglia, la famiglia è importante, eh!

E ora io mi vedo riflesso in questa palla di Natale e mi viene da ridere di gioia. No, non è nostalgia, il tempo va avanti inarrestabile e non c'è da essere nostalgici. Ma nessuno può impedirmi di ripensare a come eravamo. Non c'è nulla di male, è un diritto essere felici, soprattutto a Natale.

Ora qualcuno ci dice che deve essere sobrio, ma io durante il Natale voglio solo essere felice e ridere con la speranza che tutto questo passi. Siamo distaccati, preoccupati, intimoriti, dubbiosi del futuro, incerti, ma a Natale lasciateci essere felici.

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Natalizzazione progressiva

5 Dicembre 2020 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #unasettimanamagica, #adventscalender

Natalizzazione progressiva

 

A proposito di calendario dell’Avvento, il mio personale consiste in una progressiva, lenta, dolce natalizzazione dal primo all’otto dicembre. Nella prima settimana del mese mi piace tirar fuori le cose a una a una, non tutte insieme: un asciughino con Babbo Natale, una presina, un vasetto, un asciugamano rosso. Adagio, come ad assaporare e ritrovare gli oggetti uno dopo l'altro. Di diverso, quest’anno, c’è che non esisterà la “roba da tenere di riguardo”, cioè quella da usare solo il 25 con i parenti in visita in pompa magna. Ogni giorno sarà Natale, ogni oggetto sarà vissuto e goduto e gioito in intimità, nella vita comune, quella di tutti i giorni, che è anche la più bella, se ci pensi

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A Natale (non) puoi.

4 Dicembre 2020 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #unasettimanamagica, #adventscalender

A Natale (non) puoi.

 

Mi è sempre piaciuto analizzare le pubblicità, che sono lo specchio fedele della società e del momento attuale. Fra poco è Natale, questo Natale fuori dall’ordinario, il primo così strano almeno dalla fine della seconda guerra mondiale, e mi chiedo come lo stiano affrontando i pubblicitari. Come noi, esattamente come noi: in attesa, in sospeso. Ho visto una pubblicità che chiede ai telespettatori di parlare di come vivranno le prossime festività. Perché mai come adesso il Natale sarà un fatto privato, diverso da quello degli altri.

Il Natale si basa sulla tradizione, sul conformismo, sul consumismo. Ma quest’’anno ognuno dovrà interpretarlo a modo suo. Chi dovrà fare i conti con la malattia, chi con l’isolamento forzato, chi con la mancanza di soldi. Qualcuno, speriamo pochi, se ne fregherà e festeggerà come sempre, con una sarabanda debosciata e decadente, con uno spirito barocco da teschio che traspare sotto il sorriso.

Qualcuno resterà da solo, qualcuno dovrà riorganizzarsi attorno a un nucleo primigenio di sentimenti e tradizioni. Spero di far parte dell’ultima categoria, spero di riuscire a ritagliarmi un nocciolo di ricordi, di folclore, di gesti familiari e tramandati. oppure inventarne di nuovi, chissà.

 

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Natale in lockdown

3 Dicembre 2020 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #unasettimanamagica, #adventscalender, #postaunpresepe

Foto di Walter Fest

Foto di Walter Fest

I giorni in lockdown da pandemia scorrono, sembrano vuoti ma si arriva velocemente a sera con quella sensazione d’invecchiare senza aver vissuto e con le articolazioni doloranti per l’inattività forzata. Ormai ci siamo abituati. L’inverno scorso ci siamo fatti quattro mesi così. Ora siamo più forti, più preparati. Le notizie quotidiane sui morti, però, ci assalgono come secchiate di acqua gelata, ma convivere col virus è diventato anche questo, la triste abitudine alla morte, anche a quella di chi si conosce. Ha un senso pensare al Natale in queste condizioni?

Certamente lo ha per chi è religioso. La nascita di Gesù, più che dare speranza, ci mette di fronte al ciclo inesorabile di vita e morte. Ma lo ha anche per chi non crede. In primis i bambini e non solo loro. Abbiamo tanto bisogno di leggerezza, di speranza, di sentire che la vita continua sempre e comunque. Un anno di pandemia ci ha segnato tutti, fisicamente, economicamente ma anche psicologicamente.

Io non credo in Dio, non più dall’età della ragione. Non credo in Dio come non credo in Babbo Natale. Eppure mi piace il rumore delle campane, l’odore dell’incenso, il muschio e le pecorelle del presepe. E mi piace che Babbo Natale arrivi su una slitta nella notte più magica.

Quando ero piccola l’albero si faceva sempre con le stesse decorazioni da un anno all’altro. Erano palle di vetro soffiato, delicate e preziose, se una si rompeva, ti disperavi. Ma da qualche tempo mi piace cambiare i colori degli addobbi e intonarli alle decorazioni della stanza, alla tovaglia di Natale, persino ai miei vestiti. È una stupidaggine consumistica, forse, ma anche creativa.

Il leitmotiv quest’anno sarà rosso, verde e color legno rustico. Un po’ difficile da trovare, quest’ultima tonalità. Perciò ho ordinato on line. Sì, a causa della pandemia non ho potuto fare il consueto giro per negozi che mi rilassava e divertiva, né, probabilmente, spulcerò i mercatini per gli acquisti frivoli dell’ultimo minuto. Che piaccia o no, quest’anno Babbo Natale arriverà travestito da corriere di Amazon.

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Cinzia Diddi, "La stella più bella"

2 Dicembre 2020 , Scritto da Cinzia Diddi Con tag #cinzia diddi, #moda

Cinzia Diddi, "La stella più bella"

 

 

 

Oggi la nostra finestrella del calendario dell'avvento si apre su un libro. Cosa c'è di più natalizio che raggomitolarsi sul divano, magari con una tazza di tè fumante e un plaid sulle ginocchia, col gatto che ti ronfa sulla pancia e il cane accoccolato sul tappeto, prendendo in mano un bel libro? Un libro che parla di speranza ma non dimentica ciò che accade fuori dai vetri appannati e decorati con Babbo Natale e i pupazzi di neve. Là fuori ululano le sirene delle ambulanze ma c'è anche tanta vita, c'è questo strano Natale fatto di gioia a e dolore. (P.P.)

 

 

 

Amata Terra: scopriamo l’Italia... oltrepassando i confini dell’egoismo.

Giungerà un’alba nuova per coloro che sfidano i momenti bui.

Durante il lockdown ho scritto un libro nel quale ho raccolto poesie, disegni e foto delle mie creazioni di moda.

Hanno dato il loro contributo molto personaggi del mondo dello spettacolo, della musica, dell’arte, avvocati e psicologi, raccontando con sincerità come stavano vivendo l’isolamento sociale e quanto stavano cambiando e riflettendo grazie ad esso.

La sincerità è il privilegio delle menti libere.

Ci siamo ripetuti innumerevoli volte: - Andrà tutto bene.

Ma se i pensieri non sono supportati da azioni difficilmente accadrà.

Chi rispetta le regole è saggio!

Nasce da qui lo shooting della mia Collezione A/I 2020, 2021.

Tra le tante regole etiche da seguire sarebbe bene non muoversi dall’Italia alla volta di paesi esteri per limitare la possibilità di contagi.

Senza seguire le regole non si riesce a controllare un’epidemia, il fatto che ci sia stata in questi giorni una diminuzione dei contagi non può giustificare la promozione dell’idea di normalità.

Ho riflettuto molto su questo ed ho pensato che questa pandemia ci sta “regalando” la possibilità di scoprire la nostra terra, di visitare luoghi sconosciuti.

È per questo che ho scelto Roma, piazza di Spagna, il Colosseo, Firenze e la mia amata Prato per scattare le foto della collezione A/I.

 

La moda deve guardare oltre i giorni della quarantena, verso un futuro nel segno della “Spensieratezza”.

Il lavoro deve andare avanti, e così viene ugualmente proposta la collezione A/I Amata Terra: scopriamo l’ITALIA. Come messaggio di forza. Perché la vita continua! Anche se adesso la concentrazione di tutti noi è altrove.

Per superare gli attuali gravi problemi, dobbiamo spostare il pensiero da ciò che ci manca, la libertà, a ciò che abbiamo, amore, salute, speranza, e a ciò che potremmo fare per chi sta peggio di noi. Questo è il modo migliore per proiettarsi verso un futuro di rinascita e di completa liberazione.

 

Tornerà la quiete.

Tornerà la calma.

Tornerà la pace.

E non cadremo più nell’inganno di pensare che la Normalità sia monotonia.

E quando tornerà, la considereremo Straordinarietà.

E spiccheremo il volo

Si spiccheremo di nuovo il volo!

Liberi ma consapevoli

Liberi ma rispettosi

Liberi ma grati.

Perché, ogni giorno normale, è sempre un giorno speciale.

Questi sono i nostri anni.

Questi sono i nostri anni!

 

Tratto dal Libro La Stella più bella/ Falco editore di Cinzia Diddi

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Advent's Calendar

1 Dicembre 2020 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #unasettimanamagica, #adventscalender

Foto di Walter Fest

Foto di Walter Fest

 

Ricordate l’hashtag #unasettimanamagica? Bene, quest’anno il nostro periodo dedicato al Natale si trasforma in un vero e proprio calendario dell’avvento. A partire da oggi apriremo una finestrella al giorno e scopriremo qualcosa che riguarda il Natale.

Iniziamo col dire che sarà indubbiamente un Natale diverso, questo del 2020, un Natale difficile e inaspettato. La pandemia che ha colpito il pianeta ci costringe a confrontarci con la nostra pochezza, con la fragilità, con la paura di morire ogni giorno e con le cose sostanziali della vita.

Intanto abbiamo capito che per vivere è necessario … respirare, avere ossigeno a sufficienza. Mai come adesso temiamo di non riuscire più a farlo. E mai come adesso capiamo la necessità di avere buoni polmoni planetari, cioè foreste e plancton marino.

E, come diceva qualcuno in televisione l'altro giorno, abbiamo compreso anche che fare programmi è inutile, perché poi arriva sempre chi te li scompagina. E allora, a differenza di sempre, io che sono una programmatrice folle, dovrò per forza vivere le feste alla giornata, anzi, alla mezza giornata. Che già chiamarle feste con centinaia di morti il giorno fa un poco impressione.

Quindi prepariamoci a questo Natale lasciando andare tutto ciò che è di troppo, il lusso, la corsa sfrenata agli acquisti, il consumismo - con  buona pace dell'economia - i regali forzati a chi ci sta antipatico, i parenti serpenti.

Sarà un Natale dove dovremo togliere e non aggiungere, come in un buono scritto, sarà un Natale ridotto all’osso, all’essenziale. Non per forza peggiore. Anzi, forse...

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