Tutte le strade portano a Roma
2 Agosto 2016 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #storia
L’antica legge romana era più che altro norma emanata dai sacerdoti, cioè una branca della religione, ed era ad un tempo lex e jus, prescrizione e giustizia, evolvé nel famoso diritto romano nel mentre che Roma conquistò tutta l’Italia, dalle montagne dell’Appennino, alle terre degli Etruschi, fino alla Magna Grecia.
Ci mise duecento anni Roma a crescere. Ai popoli vinti, in cambio di strade, liberi commerci e possibilità di vivere come avevano sempre vissuto, chiedeva di pagare le tasse, di fornire soldati in caso di guerra, di cedere una parte dei terreni coltivati da destinare ai veterani dell’esercito. Volenti o nolenti tutti si sottomisero fino a diventare un popolo solo.
Roma costruì vie lastricate, chiamate strade appunto perché composte da molti strati: grosse pietre sul fondo, ciottoli, ghiaia e, infine, pietre lisce e piatte a formare il lastricato. Tutte le strade portano a Roma, si sa, di sicuro lo facevano L’Aurelia, l’Appia, la Salaria, la Flaminia e l’Emilia.
Quando ebbero conquistato tutta l’Italia, i Romani si trovarono di fronte il mare, infestato da navi di altri popoli, in particolare Cartaginesi di discendenza fenicia. I Cartaginesi pretesero che i Romani chiedessero il permesso per viaggiare e commerciare nel Mediterraneo. I Romani non erano disposti a chiedere il permesso a nessuno, così scoppiò la prima guerra punica (264 – 241 a.c.)
I Cartaginesi erano marinai esperti, avevano costruito molti porti, sapevano navigare bene. I soldati romani, al contrario, in tempo di pace facevano i contadini e non erano in grado di pugnare sull'acqua. Allora i Romani escogitarono un sistema per sentirsi sulla terraferma anche in mare. Misero sulle loro navi delle passerelle, che si agganciavano con degli uncini alle imbarcazioni nemiche durante la battaglia. Sulla passerella i Romani combattevano come se fossero stati sul terreno.
La prima guerra fra Romani e Cartaginesi così fu vinta dai Romani che divennero padroni della Sicilia e della Sardegna
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