Doc nelle tue mani
28 Marzo 2024 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni, #serie tv, #televisione
Sono arrivata alla fine della terza stagione di Doc nelle tue mani, medical drama strepitoso – probabilmente ce ne sarà una quarta, visto il successo – ma l’ultimo episodio mi ha molto scontentata. Dopo una “puntatona” grandiosa come la sesta, quella del terremoto per capirci, degna delle migliori serie americane e del capostipite E. R., sono rimasta delusa dal finale.
Nelle altre puntate si era creata una suspence incredibile, tutti lì ad aspettare di conoscere i motivi per cui Doc aveva lasciato la moglie, e gli intrighi di potere che lo coinvolgevano insieme alla sua ex e a un politicante senza scrupoli, per avere alla fine una spiegazione debole e acquosa.
E poi, diciamolo, tutti parteggiavamo per Giulia Giordano (alias Matilde Gioli), da sempre innamorata di Doc (al secolo Luca Argentero). Per tre stagioni aveva atteso che lui si rammentasse della loro storia d’amore cancellata dall’amnesia, e che si liberasse del fantasma della ex moglie (non considerata per niente ex da lui) ed ecco che, quando finalmente i due si ritrovano, Doc si riavvicina ancora una volta alla moglie, minacciata da una mortale recidiva di un vecchio tumore. Ma povera Giulia! Il suo sguardo nell’ultima inquadratura è tutto un programma.
Peccato, dicevo, che il finale sia così insoddisfacente, perché questa fiction ci ha tenuti incollati allo schermo – tv, tablet o telefonino che sia– per tre stagioni, a seguire difficili e intriganti casi sanitari ma, soprattutto, le vicende di straordinari personaggi impersonati da straordinari attori. Medici preparati, professionali, innamorati del proprio mestiere, che si prendono a cuore le vicende di ogni malato come fosse un loro parente. Una squadra giovane, affiatata, fatta di bella gente dall'enorme carica emotiva, con sulle labbra sempre la parola adatta a tirarti su il morale e farti ritrovare la strada, non solo della salute ma anche della vita.
Fra tutti spicca il grande successo di pubblico e di carriera di Pierpaolo Spollon, che interpreta il dottor Riccardo Bonvegna, con una protesi di metallo al posto della gamba e un pezzo d’oro fuso al posto del cuore. Ma, soprattutto, in primo piano c’è lui, il protagonista principale, Andrea Fanti, ispirato a una vicenda realmente esistita.
Bello, sexy e dal sorriso dolce, sogno erotico di sane e malate, Fanti è un prefrontale, costretto a dire sempre la verità a causa di un incidente, capace di entrare in empatia anche col tubo dell’ossigeno. Da un microscopico dettaglio – da come gratti la punta del naso o sbatti le ciglia – ti fa all’istante una diagnosi salvifica. Insomma, il medico che chiunque vorrebbe trovare sul suo cammino.
Impossibilitati a pensare di non rivederlo ancora all’opera, attendiamo fiduciosi il riscatto, nella prossima stagione, di un finale decisamente appiccicaticcio.
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