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Wanda Lombardi, "Opera Omnia"

27 Ottobre 2023 , Scritto da Maria Rizzi Con tag #maria rizzi, #recensioni, #poesia

 

 

 

OperaOmnia

di Wanda Lombardi,

Guido Miano Editore, Milano 2023

 

L’eccellente autrice di Morcone, in provincia di Benevento, ha al suo attivo numerose raccolte di poesie, e la sottoscritta ha avuto l’onore di recensirla e conoscerla nell’opera Analisi ragionata dei saggi critici riguardo Wanda Lombardi (2022) sempre a cura di Guido Miano Editore. La presente Opera Omnia, arrivata alla seconda edizione (la prima è uscita nel 2018), è una scelta antologica molto vasta delle poesie di Wanda Lombardi, nella quale sono concentrati i suoi migliori motivi ispiratori.

La prima sezione che incontriamo si compone di testi tratti dalla raccolta Miti e Realtà del 2022; nella lirica Vento inclemente, la poetessa si definisce «viandante stanca» e si dedica innanzitutto alla narrazione degli affetti, ovvero alla mitologia della sua famiglia. Cerca il calore della madre nella pelle, il suo odore nei vestiti, consapevole che ella custodisce per sempre, al di là del percorso terreno, le chiavi della sua anima, e continua a coniare la moneta del suo carattere. La Lombardi cede al disincanto, lo stato d’animo che non ama le strade affollate, preferisce salire su strette scalinate di pietra, affacciarsi da un belvedere e guardare con malinconia il mondo piccolo e lontano. Si percepisce nello stile l’eco dei grandi della nostra letteratura, in particolare di Giacomo Leopardi, nel contenuto un’innocenza che commuove, uno stupore verso il dato di fatto che l’oceano del tempo restituisce i fantasmi del passato, che si sperava fossero naufragati.

Il tema del naufragio sembra confacente alla poetica della Nostra, che recita: «…Ideali smarriti in roveti spinosi / senza altro lasciare / della loro fuggevole esistenza / che lacrime» (Sogni nel vento). Eppure nello scorrere i meravigliosi versi scanditi dal timbro, spesso dal metro classico e da rara musicalità, si ha la sensazione che l’Autrice si alleni a imparare la strana bellezza del verbo, subire e a tenerselo come stella polare. Nel leggerla immagino che ella possieda un nascondiglio interiore nel quale rifugiarsi, una sorta di santuario emotivo accessibile solo a coloro che hanno affinità elettive.

Per esprimere il suo ‘sogno di dialogo e di pace’ la Lombardi ricorre alla Natura, madre benigna e fonte di catarsi lirica. Il canto si leva anche ai miti dell’antichità: Dafne, Nike Aptera, Afrodite, Cassandra, dimostrando che nulla vi è di favolistico nella mitologia, che nella sua originale forma non era semplicemente il racconto di storie, bensì realtà vissuta. Cito alcuni versi della lirica Ad Afrodite, che testimoniano quanto la mitologia sia parte pulsante di ogni forma di vita, e forse soprattutto della creatività. «…Oggi non più culto per te, / ma sempre d’amor riferimento sei, / invisibile forza che pur in nuova era / edifica o devasta…». La Lombardi nel suo lirismo si affida alla forza dei versi, con la certezza che i poeti scrivono di soppiatto, quasi all’insaputa di se stessi, realizzano un contrabbando sui confini, un furto sacro: «…Fedele compagna, / altri ideali hai sostituito, / hai nutrito la mia anima / e dato un senso alla mia vita / dal fato avverso straziata...» (Alla poesia).

L’Opera Omnia della Nostra viaggia a ritroso negli anni e ci consente di cogliere l’inchiostro, il sangue e l’amore nei vari stadi della sua vita. Nella seconda sezione, contenente liriche della raccolta Volo nell’arte del 2021, l’Autrice cita le sue Muse, le varie Arti, partendo dalla musica, e mi hanno colpito in modo particolare questi versi, tratti da Un album di fotografie: «…Un secolo di affetti perduti, / l’arte della foto, una gemma», che sottolineano come il denominatore comune di tutte le foto sia il tempo, che scivola tra le dita, fra gli occhi, il tempo delle cose, della gente, il tempo delle emozioni, un tempo che non sarà mai più lo stesso.  

La terza sezione, Nel vento dell’esistere del 2020, è una scelta di haiku, nella forma poetica rigorosamente giapponese di sole diciassette sillabe sullo schema metrico 5-7-5 dedicate ai temi della Natura («Speranza muta: / dei petali in caduta / risveglio eterno»), della Giovinezza («Luce nel viso... / È l’età del sorriso, / l’età più bella»), degli Affetti («Materno amore / a ogni altro superiore. / Forza del cuore»), della Società («Schiavo innocente / di perversioni e guerre. / Bimbo dolente»). Questi ultimi dimostrano l’impegno civile della Nostra, lo sguardo volto sulle guerre, le solitudini, la povertà…

Nella raccolta Il senso della vita del 2019, la Lombardi tratta i mali che affliggono il mondo e non solo… si sofferma sui problemi che minano i rapporti umani, come l’invidia, l’indifferenza e il rancore; «Muri d’odio / nell’odierno vivere, / monili arrugginiti / i vincoli di amicizia…» (Turbini di indifferenza). La definizione dei rancori come ‘monili arrugginiti’ credo possieda una forza incandescente, si potrebbe paragonare a un’epifania esistenziale. L’odio non ha peso, né valore, è riposto nel cassetto degli oggetti che non si usano, non appartiene più all’universo dei sentimenti. La Natura è sempre il riparo per ogni sventura. L’Autrice affresca prati, fiori, soffioni - i vestiti delle fate ero solita definirli da bambina -, e abbraccia la bellezza, vede tutto come possibile seme di qualcosa. William Shakespeare ha scritto: «E questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre, e ovunque il bene…». La Lombardi sposa senz’altro il suo aforisma e insegna con liriche di raso che ogni filo d’erba sembra contenere una biblioteca dedicata alla meraviglia, al silenzio e alla verità.

Nel 2018 incontriamo un’altra eccellente raccolta di haiku dal titolo Attimi lievi, nella quale l’Autrice dimostra di trovarsi a suo agio nell’idea poetica che sta alla base di questi componimenti: la rappresentazione dell’attimo, l’uso di immagini vivaci, la lettura d’un fiato e il senso di improvvisa illuminazione. Troviamo affrescate le quattro stagioni, l’amore e “il sociale”. Da quest’ultimo ho colto un gioiello autentico: «Vano afferrare / per strada la fortuna, / gocce di luna». Gli haiku ricordano l’ermetismo italiano, infatti sono stati adottati da poeti come Giuseppe Ungaretti. In essi il punto forte è la brevità associata al non detto.

Sempre viaggiando all’indietro nel tempo mi fermo sulla soglia del 2016 e delle liriche scelte da Voci dell’anima e, parafrasando i versi più illustri del nostro Giacomo Leopardi recito che «per poco il cor non si spaura» (L’infinito). Si inanellano versi che palesano quanto l’esperienza si dimostri la somma dei disinganni per la nostra Autrice. Si cresce nel delirio di onnipotenza, si cade, perché la vita è un perenne volo senza rete, e si matura non il cinismo, ma un’illuminante disillusione. «…Nel grembo immersa / di un crudo affanno / alzo l’amaro calice / della mia nera solitudine» (Frammenti). Il problema principale della poetessa sembra la solitudine, lo stato d’animo che rappresenta il punto a capo di ogni paragrafo, la nota fissa di tutte le musiche. A poco a poco cancella il limite tra l’io e il mondo finché tutto diventa sé e gli altri solo ombre. Ella sembra riferirsi alla propria condizione, in quanto è vissuta tra il rigore, in un ambiente privo di slanci emozionali, ma anche alla solitudine esistenziale. D’altronde si tratta dell’esperienza centrale e inevitabile di ogni uomo. L’artista vero indossa la sensibilità, l’abito più prezioso di cui l’intelligenza possa vestirsi e ne percepisce ogni aspetto. Le morbide colline, le vette del Matese nel Sannio attendono la Wanda Lombardi per restituirle il senso del meraviglioso. E l’attende l’amore per il lirismo: «Attingerò alla tua fonte, Musa, / per trovare parole di seta / e ricamare i giorni grigi di sole…» (Musa).

Il percorso nel tempo mi porta alle poesie tratte dalla raccolta del 2011 Luce nella sera; il santuario emotivo che emerge comprendo sia stato il frutto di una serie di furti perpetrati dall’esistenza ai danni della nostra dolcissima Autrice. «Mi dicesti parole d’amore / sussurrate nel vento, / volate su lembi di cielo / silenziosi e discreti…» (Mi dicesti). La fine di un rapporto a due è reso lacerante dal logorio dei silenzi; Giovanni Pascoli asseriva «Il dolore è ancor più dolore se tace». La sofferenza induce le anime più delicate a rifugiarsi nei versi, nella Fede. Oggi la chiamano resilienza, in realtà noi esseri umani non siamo vittime passive degli eventi, ma possediamo la forza interiore per reagire.

Il ricorso al ‘soffio divino’ si riscontra soprattutto nelle liriche del 2011, anche se la spiritualità della Poetessa si evince in tanti componimenti. Ella dedica versi al Signore, a Papa Wojtyla, a Padre Pio di Pietrelcina, che ‘giunse a Morcone vestito di niente’ e «…Da questa terra rupestre, / culla della tua santità, / con sacrifici immensi / il difficile cammino iniziavi / per la strada del Cielo…» (A Padre Pio, Santo, 16-6-2002).

L’avventura nella monografia di questa raffinata Artista termina con le liriche scelte dalle raccolte Nel silenzio del 2002 e Sensazioni del 2001 e, nonostante il salto temporale di vent’anni, le tematiche restano simili, si riscontra sempre la sensazione di mancanza profonda. Ma i versi dedicati alle Muse restano sublimi e danno l’impressione che il vuoto dell’anima possa intendersi come un’occasione per sentirci, vederci, accoglierci per ciò che siamo e disporci a scorgere la nostra Verità. «…D’improvviso ai viaggiatori tu offri / uno scenario di fiaba, / uno spettacolo sorprendente / di luci e colori / che fan palpitare il cuore / e sognare» (Magica Morcone). Lirica tesa alla verticalità, al bene supremo, al coraggio dei sogni. Le cicatrici caratterizzano la nostra Poetessa, la sua parola si fa carne attraverso esse, ma ella stessa tramite il ricorso ai miracoli del creato, alle arti in genere e alla Poesia nello specifico, insegna che rappresentano una forma di cura, sono mappe segrete delle storie, segni di forza.

La lettura dell’Opera Omnia di Wanda Lombardi mi ha coinvolta come poche. Ho fuso la mia anima con la sua, ho desiderato abbracciarla e dirle che le ferite sono i luoghi attraverso i quali la luce entra in noi. E che in fondo le stelle sono le cicatrici dell’universo…

Maria Rizzi

 

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L’AUTRICE

Wanda Lombardi è nata e vive a Morcone (Benevento), città dell’Alto Sannio. Laureata in Pedagogia, ha insegnato Materie Letterarie nelle scuole secondarie. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Sensazioni (2001), Nel silenzio (2002), Luce nella sera (2011), Oltre il tempo (2015), Voci dell’anima (2016), Gocce di rugiada (2017), Opera Omnia (2018, prima edizione), Attimi lievi (2018), Il senso della vita (2019), Nel vento dell’esistere (2020, con traduzione in inglese), Volo nell’Arte (2021), Miti e realtà (2022). I libri di narrativa: Proverbi e modi di dire morconesi (2008), Racconti fiabeschi, letture per la scuola (2011). I romanzi: L’eco del passato (2012), Sulla scia del destino (Poppi 2016). I testi teatrali:  La fortuna dietro l’angolo, commedia in tre atti (2013), Una volta… c’era, commedia in tre atti (2014), Ce la faremo, commedia in tre atti (2016).

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Wanda Lombardi, Opera Omnia, II edizione, prefazione di Maria Rizzi, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 200, isbn 979-12-81351-13-4, mianoposta@gmail.com.

 

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