George Saunders, "Dieci dicembre"
2 Gennaio 2018 , Scritto da Altea Con tag #altea, #recensioni
Dieci dicembre
George Saunders
Minimum fax , 2013
Saunders è uno di quegli scrittori che non rende la vita facile ai lettori. In questa raccolta di racconti lui procede con la narrazione senza preoccuparsi di spiegarti esattamente se ci troviamo in una distopia, che tipo di trauma psichico ha avuto il protagonista, chi sta parlando. Addirittura spezza una storia in due racconti nel mezzo dell'azione e, se hai necessità di tornare indietro di qualche pagina per riprendere il filo del discorso, cosa che ho fatto di frequente, non è un suo problema. Lui scrive, tu devi seguirlo. Ti costringe a immergerti, vivere le realtà di cui ti parla, spesso completamente diverse, ad ogni racconto devi rimettere indietro il nastro e ricominciare perché non sai cosa ti toccherà affrontare. Vi sono però dei temi comuni nei racconti della raccolta: quello che salta subito all'occhio è il tema della decisione. I protagonisti di Saunders sono tutti alle prese con scelte difficili, morali o etiche, e hanno spesso poco tempo per prenderle. Molte sono scelte fastidiose perché attuali, perché a volte noi, o chi ci circonda, lo abbiamo pensato almeno una volta. Utilizzare i detenuti per esperimenti medici non sarebbe un'ottima soluzione per avere risultati definitivi in farmacologia? Sfruttare i corpi delle donne immigrate che scappano da guerra e povertà per i capricci di una società opulenta che vive di immagine non è alla fine una buona azione, visto che a loro i soldi servono? Ma altri sono i temi ricorrenti delle famiglie americane nei racconti di Saunders: la disfunzionalità tra i membri, la mancanza di comunicazione, la forbice enorme tra classi sociali, il raggiungimento di uno status economico come unico obiettivo davvero importante, l'ipocrisia sociale di tanta gente perbene, l'indifferenza verso i problemi morali o etici della maggior parte. Uno spaccato della società americana sovrapponibile a una società occidentale che si avvicina sempre più a certi livelli di distopia come quelli narrati e su cui (forse) una riflessione preventiva si rende necessaria.
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