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Guglielmo Micheli: allievo di Fattori, maestro di Modì

27 Novembre 2015 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #pittura, #personaggi da conoscere

Guglielmo Micheli was born in Livorno on October 12, 1866, he will be remembered above all as a pupil of Fattori and teacher of Modigliani.

Son of a typographer, in 1888 he married the granddaughter of the sculptor Giovanni Paganucci but the marriage met the opposition of the young woman's family, given the still uncertain economic position of Micheli.

From 1894 to 1906 he always lived in Livorno, where he founded and directed a drawing school. His studio became a meeting and learning point for many painters of the post-Macchiaiol generation, including Amedeo Modigliani, Gino Romiti, Oscar Chiglia, Llewelyn Lloyd, Manlio Martinelli, Benvenuto Benvenuti, Renato Natali, Raffaello Gambogi.

It is thanks to Lloyd's memories that we know Micheli's teaching methods, which leaves students alone with the model in pose, recommending them to think about shapes and tones. On his return he makes his comments but never intervenes on the paintings.

During the summer it is easy to meet Giovanni Fattori in his studio. Fattori was his teacher, he prefers and favors him. Their correspondence between 1890 and 1908 shows the privileged relationship between the two. Fattori has great respect for the student: "I taught Memo to make horses," he says, "and he taught me to make marines."

Micheli's early studies depicting pairs of oxen, horses and landscapes are in factorian style, both as a trait and as a subject.

Then the student will find his specificity and expressive autonomy. In his maturity, in fact, Micheli dedicates himself to landscapes, in particular he portrays bright seas.

He also dedicates himself to the engraving and illustration of books for the Belforte publishing house in Livorno.

He also dies in Livorno in 1926

 

 

 

Guglielmo Micheli nasce a Livorno il 12 ottobre 1866, sarà ricordato soprattutto come allievo di Fattori e maestro di Modigliani.

Figlio di un tipografo, nel 1888 sposa la nipote dello scultore livornese Giovanni Paganucci ma il matrimonio incontra l’opposizione della famiglia della giovane, vista l’ancora incerta posizione economica di Micheli.

Dal 1894 al 1906 vive sempre a Livorno, dove fonda e dirige una scuola di disegno. Il suo studio diventa un punto d’incontro e di apprendimento per molti pittori della generazione postmacchiaiola, tra cui Amedeo Modigliani, Gino Romiti, Oscar Chiglia, Llewelyn Lloyd, Manlio Martinelli, Benvenuto Benvenuti, Renato Natali, Raffaello Gambogi.

È grazie ai ricordi di Lloyd che conosciamo i metodi d’insegnamento del Micheli, che lascia gli allievi soli con il modello in posa, raccomandando loro di pensare alle forme durante il disegno e ai toni nella pittura. Al ritorno fa i suoi commenti ma non interviene mai sui dipinti.

Durante l’estate è facile incontrare nel suo studio Giovanni Fattori. Il Fattori è stato suo maestro, lo predilige e lo favorisce. Dalla loro corrispondenza, intercorsa fra il 1890 e il 1908, si evince il rapporto privilegiato fra i due. Fattori ha grande stima dell’allievo: “Io ho insegnato a Memo a far cavalli”, dice, “e lui a me a far marine.”

Sono di stile fattoriano, sia come tratto sia come soggetto, i primi studi di Micheli, che ritraggono coppie di buoi, cavalli, paesaggi.

In seguito l’allievo troverà una sua specificità e autonomia espressiva. Nella maturità, infatti, Micheli si dedica ai paesaggi, in particolare ritrae marine luminose.

Si dedica anche all’incisione e all’illustrazione di libri per la casa editrice Belforte di Livorno.

Muore, sempre a Livorno, nel 1926

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