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Ida Verrei: Quel giorno, in una scuola

12 Aprile 2013 , Scritto da Ida Verrei Con tag #ida verrei, #educazione

Erano molti anni che non vivevo l’emozione di entrare in un’aula scolastica, di incontrare una classe; era tanto tempo che i giovani erano diventati per me solo una “categoria” lontana, un mondo di cui leggevo, sentivo parlare, ma che non rappresentava più per me una realtà viva, reale, palpitante. Stavo perdendo tanto, stavo perdendo il contatto con la parte più vitale della nostra società.

In un giorno ho recuperato anni di isolamento generazionale, in poche ore ho ritrovato gli entusiasmi di un confronto che mi ha fatto crescere, e non solo come persona. Chi ha l’ambizione di scrivere storie, di narrare eventi e persone, di fare letteratura, deve avere la capacità di dialogare anche con le generazioni più giovani: io ho scoperto di saperlo ancora fare.

L’incontro con gli alunni della IIH del Liceo Machiavelli di Roma, nell’attesa, mi ha creato ansia più di tutte le presentazioni o interviste fatte in precedenza: sapevo che sarei stata studiata, osservata, analizzata, indagata da occhi che possono diventare spietati, proprio perché giovani e onesti. Ed è stato così, l’ho avvertito dal primo momento, ma, diversamente da quello che temevo, non c’è stato disagio, anzi, una piacevole sensazione di calore, un feeling immediato.

Prima ancora di ascoltarli li ho guardati, sono belli, giovani, pieni di energia, sono il futuro migliore.

Il dialogo è iniziato subito, piacevole, simpatico, anche per la mediazione intelligente di una giovane insegnante colta e motivata.

Mi è stato subito chiarito che, pur se l’accostamento ai miei romanzi è avvenuto nell’ambito di un progetto didattico che prevedeva la ricerca dei fondamenti e delle conseguenze storiche e culturali della democrazia, i ragazzi sono stati liberi di interpretare le storie dei mie libri, senza chiavi di lettura precostituite, e di soffermarsi, ciascuno, su aspetti e tematiche che maggiormente hanno ritenuto di sottolineare.

Ne è scaturito un dibattito e uno scambio di opinioni ricco di spunti di riflessione. Non mi dilungherò sui vari aspetti trattati, sono stati i più vari: dalla condizione femminile, ieri e oggi, alle conquiste di libertà e democrazia ottenute attraverso le lotte negli anni 60/70; dalle conseguenze di una guerra, all’importanza della memoria storica; dai problemi dell’adolescenza, universali nel tempo e nello spazio, alle ferite indelebili dovute a lacerazioni familiari. .

Né sono mancate domande più tecniche, sul rapporto tra autobiografia e fantasia; tra verità e verosimiglianza; sulla nascita dell’Idea nello scrittore.

Curiosità, acutezza e capacità di analisi, queste le caratteristiche di un gruppo di giovanissimi.

E se loro mi hanno ringraziato al termine dell’incontro, io sento di dover fare altrettanto.

Grazie, ragazzi. Mi avete riportato ad una dimensione più autentica, che rischiavo di dimenticare;

Grazie per avermi ridato entusiasmo e voglia di scrivere ancora.

Ida Verrei

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