Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

Arte al bar: SALVADOR DALI' "La persistenza della memoria"

28 Settembre 2018 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #pittura, #arte, #arte al bar

"La persistenza della memoria" di Salvador Dalì e l'omaggio di Walter Fest"La persistenza della memoria" di Salvador Dalì e l'omaggio di Walter Fest

"La persistenza della memoria" di Salvador Dalì e l'omaggio di Walter Fest

 

 

 

Bentornati amici lettori, bentornato autunno, scusatemi se, affermando che il tempo passa in fretta come un lampo, dirò una cosa banale, l'estate sembra così lontana, oppure così vicina, e Natale, con le sue festività belle, non pare così distante, forse dipenderà dalle nostre sensazioni ma, mentre ci interroghiamo, et voilà, eccoci arrivati come una folata di vento nella stagione della caduta delle foglie. E se, invece, quella sensazione dentro di noi che ci fa sentire così vicini o, al contrario, lontani i ricordi fosse questione di memoria?

Pertanto qui al bar oggi parleremo di qualcosa in relazione con il tempo che scorre e lascia nella nostra mente come un hard disk, il più potente del mondo, il nostro cervello, un'infinità di dati. Vi presenterò Salvador Dalì. 

Ritengo, sperando di sbagliarmi, che i giovani lo conoscano molto poco, le nuove leve per lo più seguono le mode del momento e possono ricordare vagamente la sua arte, chissà, se sapessero che Salvador Dalì è stato l'ideatore del logo della Chupa Chups, che direbbero? Non ve lo aspettavate, eh?!

Molto bene, ecco arrivare la mia amica Dalia, accompagnata da Umberto, il tranviere in pensione.
 

- Salve, ragazzi, (in due hanno circa 150 anni ma, essendo ancora giovani nell'animo, possiamo chiamarli senza problema "ragazzi")... Umberto, tu con il tempo avevi un bel rapporto.
 

- Sì, la puntualità.
 

- E tu, Dalia?
 

- Anch'io, ora sembra che vada di moda arrivare tardi.
 

- Il mio tram arrivava sempre puntuale al capolinea.
 

- Umberto, bei tempi vero? 
 

-Sì, certo, il tram faceva un tal rumore di ferraglia però era bello e non inquinava, profumava di legno e umanità, spero, prima di morire, di vedere circolare per le nostre strade un tram a energia solare e, perchè no, anche il fiume navigabile!
 

- Gianni, nel caffè che gli hai messo?
 

- Ho fiducia nei giovani, sapranno inventare per la collettività mezzi di locomozione moderni, senza curarsi del business ma solo della pubblica utilità.
 

Umberto, sotto i suoi splendidi baffoni, parla con passione e con la saggezza di chi ne ha viste e passate tante. Dalia lo guarda con gli occhi, come dire, interessati, che fra i due ci sia teneramente della complicità? Lo scopriremo la prossima volta? Chissà? In effetti, il vero amore non ha età.

Salvador Dalì, (1904 - 1989), spagnolo, bizzarro, stravagante, eccentrico, egocentrico, star surreale del movimento dei surrealisti, personalità fortemente al confine fra realtà e follia, talmente bravo da passare dalla pittura alla scultura alla scrittura alla fotografia alla tecnica cinematografica, in una parola sola, un genio dell'arte.

- Dalia e Umberto, l'opera che abbiamo ora davanti è La persistenza della memoria, ma proviamo a dimenticarci del titolo, immaginiamo di non saperlo, non voglio farmi condizionare e facilitare la descrizione, proviamo a guardarlo usando la nostra fantasia. L'opera è di piccolo formato, un olio su tela 24 x 33, solo pochi centimetri più grande di un normale foglio A4, eppure sembra molto più grande, le forme dipinte vanno in fuga verso un orizzonte lontano e sconfinato che fa allargare il campo visivo allontanandolo fino al nulla. All'orizzonte solo silenzio, non si muove una foglia, in un quadro così piccolo l'artista ha simboleggiato l'enormità dell'esistenza, una velatura d'azzurro attira lo sguardo ma viene sovrastata dal marrone intenso della terra e dagli arancio misto all'ocra di tutto il resto inquadrato, c'è un tourbillon di forme ma tutto sembra essersi fermato. Dal basso dell'opera dà il via il primo degli orologi, chiuso a pendolo color rosso pomodoro, è fermo, ricoperto dalla danza delle formiche come una schematica confusione che permane nei nostri pensieri, sul tic-tac del tempo che passa da un orologio chiuso a pendolo all'altro con sopra la mosca che è meglio lasciarla in pace, ferma sulle lancette del quadrante stondato nella forma, fuso e deformato sul bordo della struttura geometrica, wow!... Che pathos!... Tutto è fermo, tutto è in straordinariamente in movimento, ecco che dall'albero celeste, tinto di luce riflessa, si sporge l'unico forte ramo a sostegno del terzo orologio squagliato come una musicassetta lasciata in macchina negli anni '70 sotto i raggi del sole di agosto, totalmente arreso e proteso verso una scogliera a picco fra mare e cielo, e io che la guardo come in un sogno dalla cima come Icaro vorrei librarmi in volo, tornando indietro nel tempo per rivedermi quando, bambino, correvo con una bicicletta senza freni. Sotto l'albero, sulla nuda terra, rimane l'ultimo orologio sciolto sopra una forma incompleta, di colore bianco, somigliante a una fronte umana, un occhio, un naso appena percettibile, nella la materia tutto sfumato come un labile pensiero. Abbiamo dentro la nostra testa un orologio che scandisce il tempo, segna il passare dei ricordi nella mente che spazia senza limiti, superando la barriera dei giorni, degli anni, per noi con la nostra mente, che, nel sonno, giocherella nel sogno fra visioni al di fuori della nostra volontà. Davanti a quest'opera potrei sognare di andare dritto verso l'orizzonte di Dalì e salire su una nave, oppure di andare dietro la scogliera per correre con la mia bicicletta, chiudo gli occhi provo ad immaginare.....

BOING!!... Un rumore sordo, assomigliante a legno su legno, qualcosa mi rotola vicino spezzando l'incantesimo.

- Uè, pirla, per favore ridammi la pallina!

 

Azz! E' Giovanna la milanese che gioca a biliardo!
 

- Forza, che aspetti! (Sibilando con autorità.)
 

- Veramente, stavo parlando di Salvador Dalì
 

-Salvador Dalì... ah, e chi è?
 

- Dai, dopo te lo spiego
 

Le porgo la pallina che, con un colpo maldestro, Giovanna aveva fatto saltare fuori del biliardo.
 

- Giovanna, vedi, potresti considerare Dalì un sognatore del passato
 

- Un sognatore del passato?... Ma va' a dà via i ciap, parlate invece di Luigi Montanarini, un artista mio vicino di casa, me piaseno un sacco i suoi colori.
 

- Non la possiamo contraddire, può diventare pericolosa, se si innervosisce preparerà per tutti una torta da 16 kg.
 

- Ehi, Giovannona, senti che ti dice Umberto... andiamo insieme alla Dalia al club dei classici a sentire un po' di musica classica?
 

- Posso portare il sigaro spento?
 

- Certamente, basta che non ti addormenti.
 

- Umberto, stai manzo, ronfo solo davanti alle partite della Juve.
 

Amici lettori del blog che piace ad ogni latitudine, vi lasciamo, mentre i nostri "ragazzi", Dalia mano nella mano di Umberto e sottobraccio a Giovanna la milanese, vanno a sentire Mozart. Vi salutiamo, ringraziandovi torneremo a breve per un prossimo incontro sempre qui al bar da Gianni.

Il disegno è la sincerità nell'arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare. O è bello o è brutto.” 
 

SALVADOR DALI'

Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post