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IN GIRO PER BOLOGNA : LA MONTAGNOLA

11 Febbraio 2014 , Scritto da Franca Poli Con tag #franca poli, #luoghi da conoscere

IN GIRO PER BOLOGNA : LA MONTAGNOLA

A Bologna nel ‘200 la città era in forte espansione, economica, demografica, urbanistica. Nasceva l’esigenza di nuove abitazioni, di sedi per le istituzioni e di spazi aperti per gli scambi commerciali. Nel 1219 l’amministrazione cittadina scelse l’ampio spazio che è quello occupato oggi dalla Montagnola, piazza VIII Agosto, più le zone circostanti fino a via del Pallone, via Augusto Righi e Via Indipendenza, per farne un grande “campo (o piazza) del mercato”, dove nel corso dei secoli si contrattò la vendita del bestiame ogni sabato e dove si tennero le più grandi fiere. Fu un luogo di notevole importanza dove si potevano radunare “duemila para di bestie grosse, vacche e anco cavalli, e grandissima quantità di porci, asini ed altri animali” come citato dal Masini nella sua “Bologna perlustrata”. Nulla è cambiato ai nostri giorni nella piazza del mercato e nel Parco della Montagnola visto il degrado raggiunto dagli stessi oserei dire che la quantità “umana “di questi ultimi “animali” è rimasta invariata. Si raccontano alcuni episodi assolutamente autentici riguardo al mercato dove fin da allora non mancavano “i furbi”, pronti a turlupinare i villani che scendevano dalle montagne per la vendita del bestiame e ingenuamente si lasciavano depredare del loro guadagno, si creò così attorno alla piazza una fiorente attività per procurare agli inesperti montanari donne “giovani e leggiadre” . Nel 1304 un tal Venuto riuscì a truffare un campagnolo fermandosi a parlare con lui dopo averlo visto tenere in mano un bel gruzzolo di monete, ricavato di una vendita. Gentilmente gli offrì un lembo della sua camicia per farne un fagottino e conservare meglio il denaro. Lo sprovveduto, ringraziò, ma appena allontanatosi però sentì gridare “al ladro , al ladro!” venne inseguito e catturato. Verificato, poi, che la camicia era strappata e il lembo in mano al fuggitivo corrispondente, si creò il malinteso, a Venuto venne restituito il “maltolto” e il povero contadino condannato all’impiccagione se non poi graziato per gentile intercessione del “derubato”. Per oltre sette secoli la Montagnola è stata uno dei luoghi più importanti della città: mercato, agone, piazza delle esecuzioni per le condanne a morte e, fin dalla seconda metà del Seicento nel parco si recavano le carrozze eleganti per la “pubblica passeggiata” durante la quale le carrozze si fermavano e i cavalieri scendevano a fare due chiacchiere con le dame con quella “libertà” consentita solo dalla penombra della notte. Nel corso dei secoli il mercato e il parco videro tutte le esposizioni fieristiche organizzate in città, le feste, gli spettacoli per i bambini, le mostre di fiori, vi furono fatti i primi fuochi d’artificio, organizzate delle vere e proprie corride coi tori che poi sarebbero stati macellati, le corse dei sacchi, le corse dei cavalli, il gioco del pallone, la ruzzola e le parate militari, fino al volo delle prime mongolfiere. Agli inizi dell’Ottocento Napoleone volle che lì sorgesse un grande parco per il popolo, per chi non si poteva permettere i magnifici giardini delle ville residenziali dei ricchi, così, da una parte si creò il parco, e dall’altra rimase solo la piazza del mercato, quasi com’è ancora oggi. Nella giornata dell’8 agosto 1848 la Montagnola fu il teatro della rivolta dei bolognesi contro gli Austriaci, in città a difesa del l Papa, che vennero cacciati e per decenni la gente ricordò con orgoglio quella data che ancora è intestazione della piazza. In seguito fu eretto a ricordo il monumento che si trova ai piedi della Montagnola. Nel 1893 fu dato inizio alla costruzione della grandiosa scalinata del Pincio che doveva fare da sfondo alla piazza per ricevere degnamente chi arrivava dalla stazione diretto in centro, un’opera che oggi, percorrendo Via Indipendenza, viene guardata distrattamente, ma che fu in realtà un lavoro colossale. Vi furono addetti centinaia di operai per tre anni, furono scavati 30.000 metri cubi di terra, messi in opera 800 metri cubi di marmi e graniti e il tutto fu adornato con 72 lampioni di ghisa. Poi al centro del parco fu collocata la grande fontana con le statue dei leoni e le tartarughe e la ninfa chiamata dai bolognesi la moglie del “gigante” (il gigante per bolognesi è la statua del Nettuno del Gianbologna situata in piazza Maggiore). Nel tempo, dopo la costruzione delle via adiacenti, la Montagnola venne lentamente abbandonata dai cittadini per il nuovo parco dei Giardini Margherita più ampio e meno soffocato dal traffico. Durante la prima guerra mondiale fu usata come accampamento militare e subì un grave degrado, soltanto negli anni trenta fu riportata agli antichi splendori dal Podestà Manaresi, che ricostruì la fontana che era andata distrutta, fece erigere lungo le gradinate i busti di tutti i bolognesi illustri, riportando ordine e eleganza nel parco anche con la costruzione del padiglione della mostra della Direttissima Bologna-Firenze, la galleria che stupì il mondo intero per la sua eccezionale lunghezza. Durante la seconda guerra mondiale la Montagnola fu di nuovo al servizio dei bolognesi:nel sottosuolo furono scavati tre rifugi anti aerei per ospitare i cittadini durante le incursioni degli alleati che rasero al suolo la zona circostante la stazione e sopra fu fonte di legna da ardere per scaldare le case degli abitanti in città in quanto fu dato il permesso di abbattere gli alberi del parco. La Montagnola del dopoguerra tornò a essere il luogo riservato ai bambini e ai ragazzi, divenne per anni sede del Luna Park e furono costruite al suo interno scuole per l’infanzia, fino a quando anch’essa non fu travolta dal “progresso”e divenne meta di frequentazioni serali e notturne poco raccomandabili. Oggi è divenuta sede di spacciatori e tossicodipendenti che, incuranti della luce del giorno, delle scuole tuttora presenti, e delle persone, ne hanno fatto il loro regno. La Montagnola si avvia a compiere gli otto secoli di vita, e merita l’attenzione degli amministratori bolognesi affinché possa recuperare dignità e ruolo che le spettano e torni a essere il cuore pulsante e vivo della città.

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