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Francesca Abis "Non tutto il male viene per nuocere"

18 Maggio 2020 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #recensioni

 

 

 

 

 

Non tutto il male viene per nuocere

Francesca Abis

 

Place Book

 

 

"Antonio e Michele sono amici da sempre. Insieme gestiscono un chiosco in Sardegna, nella caraibica spiaggia di Sa Perd’e Pera, pietra a forma di pera. Avendo però speso tutti loro risparmi per acquistare la licenza balneare, non ne hanno per sistemare il locale che sta cadendo a pezzi: i lettini sono quasi tutti rotti, gli ombrelloni strappati e le sedie e i tavolini di plastica bianca ingialliti dal sole. In una soleggiata mattina, irrompe nella loro vita Chiara".

 

Apprezzabile opera letteraria di Francesca Abis - autrice sarda dotata di grande sensibilità - mi ha colpito. Lieto di essere il primo a recensire questo suo bel romanzo che mi ha tanto acchiappato ed emozionato. Avendo letto un certo numero di suoi racconti brevi, sapevo che non mi avrebbe deluso.

Intensità dell'immagine/azione di buona densità emozionale sono i punti forti del libro che, tra le varie cose, sgancia una scossa agli stereotipi sulla Sardegna e sui sardi, e per di più non si limita a dare corpo visivo. Innanzitutto l'Isola dal mare di Smeraldo fa da cornice a una trama praticamente anti deleddiana, (chi conosce Grazie Deledda sa che i suoi lavori risultano fortemente drammatici e colmi di rassegnazione tra Decadentismo e Verismo). Mi sono sentito trasportato in un solo attimo nei suggestivi luoghi, sebbene per certe località menzionate abbia fatto largo uso di Google Maps, al fine di aumentare il senso di immedesimazione.

Non tutto il male viene per nuocere cattura da subito l'attenzione con la sua cover, una copertina che incuriosisce, che attira l'occhio e invoglia a tendere la mano, prendere il romanzo dallo scaffale o scaricarlo su Kindle.
Basta il primo capitolo a far immergere il lettore in una scrittura piacevolissima, l'autrice è capace di trasformare le parole in una deliziosa e squisita Vernaccia che va giù che è un piacere.

Secondo me, l’autentica forza del libro sta proprio nella straordinaria normalità della storia o, almeno, quella iniziale, visto che il susseguirsi della vicenda vira all'inaspettato, tant'è che in certi frangenti mi sono addirittura commosso.

I "Fratelli Diversi" li considero simpatici, genuini, onesti e leali. A volte danno origine ad alcuni siparietti, dei quali mi è stato impossibile non sorridere. Inoltre ho ammirato quel loro legame che considerarlo fraterno è dire poco.

Si entra facilmente in empatia con i personaggi, “I fratelli diversi, Chiara e gli altri, (oops, involontariamente ho citato la nota fiction anni novanta!), per non parlare del giusto inserimento di buoni sentimenti, che fortunatamente non cascano sul cliché buonismo nemmeno nelle battute finali, e di alcune venature drammatiche necessarie ai fini dello svolgimento, venature comunque inserite strategicamente. Da segnalare l'impronta investigativa del quindicesimo capitolo, impensabile proprio.

Tra tutti i personaggi il mio preferito è indubbiamente Chiara, non soltanto per il piano ben orchestrato da lei ma anche in virtù del suo passato. Con lei mi sono decisamente identificato, un esempio di persona risoluta, forte, che non si è mai piegata alla vita nonostante la morte dei genitori. 

Di Antonio e Michele (I Fratelli Diversi) si hanno pure riferimenti sul loro passato, ecco, diciamo che nel corso della lettura si potrebbero utilizzare per delle sottotrame pur sempre legate da un filo conduttore.

Che altro dire?

È un romanzo intelligente perché equilibrato, non vuole eccedere ed evita il tentativo di un volo radente, o meglio si mantiene a una solidità narrativa che punta in alto, raccontando eventi e situazioni disparate, tuttavia senza mai rischiare di bruciarsi alla Icaro.

Un esordio riuscito, al massimo penalizzato da alcune linearità. Ad ogni modo sono sicuro che in futuro Francesca Abis ci regalerà opere di spessore sempre maggiore.

Attendo altre sue pubblicazioni.

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