Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

giuseppe scilipoti

Il cono

1 Maggio 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Chatgpt

 

Anni fa, in un tardo pomeriggio, mentre stavo passeggiando, vidi un cono stradale, di colore arancione con strisce bianche, accanto a una graziosa abitazione dalla porta rosa confetto. Sogghignando, lo raccolsi, poichè mi era balenata in mente un'idea di come sfruttarlo. A tal proposito, essendo stato invitato in un pub per un compleanno, decisi di adattarlo a mo' di cappellino da festa al fine di apparire originale. 

Appena tornai a casa, utilizzai un trapano per ottenere due forellini, uno a destra e uno a sinistra, per poi collegare un elastico alle due estremità. Provai il birillo e notai divertito che mi calzava a pennello. 

Quella sera non feci scalpore, semmai furore, guadagnandomi i complimenti di Mattia, il festeggiato, e dei presenti. In men che non si dica, mi ritrovai al centro dell'attenzione e al centro della pista da ballo. Irene, la fidanzata di Federico, un caro amico mio, fu l'unica a mostrare la sua contrarietà nei miei confronti. 

«Non capisco come fai con quella minchiata di plastica in testa ad avere così tanta considerazione» osservò con aria di sufficienza.

Le risposi con una linguaccia e continuai a scatenarmi ballando, nonché a ridere e a scherzare con tutti.

A ogni modo, a quel cinesino bicolore rimasi "legato", difatti lo indossai in una mezza dozzina di occasioni. Purtroppo, nell'ultimo party, accadde un episodio vomitevole nel vero senso della parola. In buona sostanza, commisi l'errore di appoggiare il cono sopra una sedia, finché, nel giro di pochi minuti, a un tizio grosso, grasso e coglione, avendo ingurgitato svariati pezzi di rosticceria siciliana e tracannato birra a gogò, venne da vomitare. Come è facile immaginare, il cicciobomba in questione, per cercare di limitare il più possibile la figura di merda, passò dal conato al cono per rimetterci dentro. Bleargh!

Uscii dalla festa schifato, abbandonando quello stravagante e improvvisato copricapo. Per consolarmi andai a prendermi un altro cono, gelato però, in un chioschetto vicino la spiaggia di Calderà.

 

Mostra altro

L'angelo custode

30 Aprile 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Chatgpt

 

L'angelo Raphael, in attesa del prossimo incarico da parte dei "piani alti" se ne stava spaparanzato su una scogliera di un'isola hawaiana a godersi il panorama. Si sentiva in pace con se stesso, nonostante il fallimento della missione riconducibile a una certa Kimberly che gli era stata assegnata. Infatti, per tutta la durata della sua breve vita, non l'aveva mai protetta dai pericoli fisici e l'aveva pure trascurata a livello spirituale.

Nel rievocare determinati accadimenti, Raphael rise sguaiato, trovandoli alquanto spassosi. Finché, nel rialzars,i notò che l'aureola era sparita, mentre le piume delle ali via via si tingevano di nero pece; per non parlare della materia di cui era composto, che iniziava ad assumere un colore rossastro

«Ma che diavolo sto diventando?» si chiese costernato, per poi realizzare di essersi risposto da solo.

 

Mostra altro

E guardo lo spazio da un oblò

18 Aprile 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto, #fantascienza

 

Immagine generata con Chatgpt

 

 

Da circa dieci mesi, stiamo attraversando la Via Lattea alla ricerca di nuovi pianeti da esplorare a bordo dell'Entertreck NW-01, una nave stellare composta da un equipaggio di 2700 persone, tra civili e militari dello Space Army.

Io, in qualità di tenente a due "stelle", mi occupo dell'armeria e della gestione delle quattro torrette laser collocate vicino gli alettoni di destra.

Credo nel mio lavoro e mi ritengo fiero della divisa che indosso, sebbene ammetto di avere una tremenda nostalgia della Terra. Mi manca sentire il vento sulla faccia, mi manca la brezza marina e l'odore di salsedine ma soprattutto mi mancano i temporali, poichè trovavo tonificanti le gocce d'acqua a contatto della mia pelle. 

Sì, amo da morire la pioggia. Qui al massimo è possibile imbattersi in una "pioggia" di meteore e, pur non negando che sia un bellissimo spettacolo, preferisco comunque ben altra precipitazione, accontentandomi adesso come adesso di quella generata dal getto scrosciante del soffione.

«Michael, quanto ci metti?»

È Billy, il mio compagno di alloggio oltre che parigrado, appena rientrato dal poligono di tiro.

«Un attimo!» esclamo irritato e, girandomi di scatto, imposto le manopole su Off.

Una volta fuori dal box doccia, mi asciugo, mi vesto ed esco dalla camerata per avviarmi nel corridoio in direzione del distributore di bevande per pigliarmi qualcosa di energetico. Nell'attesa che dal vano erogatore esca un bicchiere di tè caldo alle erbe rosse di Marte, sospiro e appoggio la fronte su uno dei tantissimi finestrini dalla caratteristica forma circolare. 

E guardo lo spazio da un oblò.

 

Mostra altro

Can che ringhia non si fa toccare

1 Aprile 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Chatgpt

 

 

 

Da bambino, avevo un cane di nome Cipro, ed era talmente riottoso che si rifiutava di farsi toccare. Se qualcuno provava anche solo a sfiorarlo, reagiva ringhiando e mostrando i denti. In alcuni casi tendeva persino a mordere. 

Non posso dire che Cipro fosse del tutto anaffettivo, in quanto, tra i componenti della mia famiglia, esternava una certa predilezione per me. Ad esempio, quando litigavo con i miei fratelli, si metteva in mezzo a favore del sottoscritto, abbaiando come un forsennato. Oppure nei momenti in cui mi sentivo triste, si accucciava accanto a me e mi guardava con quegli occhietti scuri che trasudavano empatia. Insomma, a modo suo mi voleva bene.

Nel corso del tempo, visto che nessuno aveva il coraggio di cimentarsi nella toelettatura, il pelo di Cipro cresceva arruffato e sporco al punto da sembrare un barbone anziché un barboncino. Per ovvi motivi, in casa non poteva più rimanere e di conseguenza dovemmo relegarlo in una cuccia posizionata in un angolo del giardino.

Alla fine, un barbone lo divenne per davvero poiché decise di andarsene, saltando la recinzione. Difatti, appena mi accorsi che la sua casetta era vuota, piansi per giorni. 

A distanza di molti anni, stamane, mentre passeggiavo nella Kiebachgasse, una delle vie di Innsbruck, chi vedo? L'ho subito riconosciuto, malgrado apparisse invecchiato, dimagrito e spelacchiato. Si è avvicinato scodinzolando ed io, con gli occhi lucidi, senza esitazione gli ho accarezzato la testa, il collo e la schiena. Me lo ha permesso, per di più emettendo dei guaiti di una tenerezza indescrivibile.

All'improvviso, forse per l'emozione, si è accasciato a terra. Il "bastardo" mi ha lasciato di nuovo. Immagino che stia attraversando il Ponte dell'Arcobaleno.

Beh, almeno per la prima e unica volta ho avuto la soddisfazione di coccolare il mio cagnaccio.

 

 

Mostra altro

La valigia

31 Marzo 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Chatgpt

 

 

 

All'aeroporto di Fiumicino, mentre procedevo a singhiozzo verso i controlli di sicurezza, una ragazza, annoiata da quel profluvio di persone, attaccò bottone con me.

Scoprii che l'attraente ma logorroica biondina era di origine svizzera e che doveva prendere un volo per Ginevra. Io, invece, le raccontai in breve della mia relazione a distanza e che ero diretto a Varsavia, dalla fidanzata.

«Che bella valigia da avventuriero!» esclamò la ginevrina di punto in bianco, osservando la Samsonite che stavo strascinando, piena zeppa di adesivi di svariati luoghi.

«Già!» le risposi sornione, indicando con il dito indice. «Hotel Hilton di New York, Hotel Mediterraneo di Atene, Bangkok, Malaysia, Jakarta, Cheng Resort di Hong Kong, Pretoria, Bogotà, Tibet, Hammamet Resort di Tunisi, Costa Rica, Paraguay... eh, avoglia.»

«Ti manca il panama.»

«È vero, un giorno spero di farci una capatina

«No, intendevo il cappello in testa.»

Sorridemmo entrambi. Quasi ci dispiaceva di essere in prossimità dei body scanner. 

«Non sai quanto ti invidio. A differenza di me hai girato ovunque» disse la svizzerotta, soffermandosi ancora sul trolley alla Turisti per caso.

«Peccato per una nota stonata, cioè l'albergo Trinacria di Palermo» ammisi storcendo il naso.

«Perché, scusa?»

«Perché, a parte la Polonia, è l'unico posto in cui sono stato veramente.»

La suisse scoppiò a ridere.

«Sei troppo simpatico! La tua amata con te si divertirà... un mondo, giusto per restare in tema.»

Porco mondo, non proprio. L'incontro con Agnieszka, come le precedenti volte, comportò un fracassamento di maroni, tra pretese e sbalzi d'umore. 

Tre settimane dopo, appena ritornai a casa, il mio scazzo, ai miei familiari non passò di certo inosservato, difatti intuirono che la lunatica polska ne era la causa. Da precisare, inoltre, che avevo comprato vari souvenir, quindi il bagaglio risultava più pesante rispetto alla partenza.

«Cosa c'è qui dentro? Mattoni?» mi domandò la mamma, impugnando e alzando la Samsonite.

«No, un cumulo di rabbia!» abbaiai, per poi sbatacchiare la porta del salotto e sprofondare nel divano.

A ogni modo, tutti quei caccamarini colorati li applicava Elisa, la mia sorellina. Le venivano regalati da una sua compagna di classe, il cui padre gestiva un'avviata agenzia di viaggi. A tal proposito, mi consigliò di “aggiornare” la valigia con delle località, visto che la Polonia l'avevo visitata in lungo e largo.

Sì, in effetti gli sticker polacchesi andavano messi, ma soprattutto l’adesivo più importante, che avrei potuto benissimo realizzare tramite una stamperia, al fine di appiccicarlo in onore di quella bisbetica fidanzata di allora: Suka! (Stronza, trad. in polacco)

 

 

Mostra altro

Il drago spazientito

13 Marzo 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Microsoft Designer AI

 

 

 

«Sono William Knight di Black Rock, il miglior cacciatore di mostri! Tra breve, nella mia dimora, appenderò la tua testa schifosa sopra il camino del salone!» gridò con un'aria da spaccone il cavaliere corazzato, brandendo un'ascia bipenne contro la bestia squamosa di colore verde che torreggiava su di lui. 

Il drago fumante sbuffò per l'ennesima volta, innalzando gli occhi rossi al cielo. Dopo aver tamburellato per alcuni minuti gli artigli sul terreno, decise di passare all'azione. 

«Sono Dragan noto come Dragà!» esclamò, ondeggiando la coda e dispiegando le sue immense ali dalle sfumature argentate. Senza troppi complimenti sputò una possente fiammata, tramutando l'inconcludente cavaliere in ferro incandescente, fumo e arrosto, per afferrarlo e sgranocchiarlo tra le fauci fameliche. Infine, si avviò verso l'antro di una caverna, collocata in una montagna inaccessibile, per una pennichella.

«Ah, dimenticavo: divoratore di fanfaroni!» aggiunse ruggendo ed emettendo un ruttone.

 

Mostra altro

Pace

1 Marzo 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Microsoft Designer AI

 

 

 

"Persone che potresti conoscere": Silvia Cubisino

---

«Wow! Chi è ‘sta fata?» esclamò Luigi mentre bighellonava su Facebook con il computer. Tutto allupato si sfregò le mani e, come un delfino curioso, si tuffò nel profilo di quella ragazza dal caschetto biondo e dagli occhi verdi.

Dopo aver spulciato una moltitudine di foto e post pubblici sul diario dell'interessata, cliccò la voce "Vedi le informazioni di Silvia", scoprendo che abitavano nella stessa città, che lei era di anni venticinque, di professione commessa in una profumeria del centro storico e che il campo “Situazione familiare” risultava vuoto. Ne dedusse quindi che fosse single anche perché non sembrava esserci traccia di un moroso.

Un'espressione malupina si dipinse sul volto di Luigi, mentre le inviava la richiesta di amicizia.

I giorni si susseguirono e, nonostante la biondina utilizzasse il social network inserendo vari contenuti, tra cui un nuovo selfie che sostituì la precedente immagine di copertina, il farfallone di turno venne ignorato. Un po' stizzito, decise di insistere scrivendole su Messenger, dicendole che desiderava conoscerla.

Ottenne risposta quasi subito senza però essere annoverato tra i contatti.

«Ciao, guarda che non sono libera!»

Luigi interpretò le parole di Silvia un modo per fare la preziosa. Tentò allora con una frase rompighiaccio, del resto l’iniziativa e la simpatia non gli mancavano.

«Peccato che sei fidanzata. Altrimenti non ti avrei dato pace.»

Silvia sorrise dall'altra parte dello schermo, ma sentì l'esigenza di respingere quel ragazzo dalle palesi intenzioni.

«In verità, non ho un fidanzato. Comunque, riguardo alla “pace” ritengo giusto esternare una cosa: in base alle esperienze passate, cerco un uomo che MI DIA pace. Sei bellissimo. Per fortuna non mi basta. Adiós»

Luigi non ebbe tempo di controrispondere, in quanto, con grande disappunto, si accorse che quella bocconcina l'aveva bloccato.

«Non è andata, pazienza. Anzi, pace» disse tra sé e sé, per poi riprendere a sfogliare la sezione "Persone che potresti conoscere."

 

Mostra altro

I love pizza Margherita

28 Febbraio 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Microsoft Designer AI

 

 

Amo da morire la pizza Margherita, tanto da considerarla la mia pietanza preferita in assoluto. Se si dovesse intendere il nome proprio di persona femminile, inutile dire che non lo associo al fiore. Idem Margherita di Riccardo Cocciante, tra l'altro il congedo della canzone è perfetto, difatti in qualche modo ne traggo un'analogia.

 

[Margherita è tutto, ed è lei la mia pazzia 

Margherita, Margherita

Margherita, adesso è mia

Na-na, na-na, na-na-na 

Margherita è mia]

 

Rilanciando sul musicale, dal momento che ascolto Eros Ramazzotti, nel parodiare un po’ il brano Più bella cosa, spero che il cantante non si scocci.

 

[Ti mangerei di più

per dirtelo ancora per dirti che

più buona cosa non c'è

più buona cosa di te

unica come sei

soffice quando vuoi

grazie di esistere]

 

La Marghe (mi permetto il lusso di darle un diminutivo) è composta da pochi ingredienti, ovvero farina, acqua, lievito, mozzarella, pomodoro, olio crudo e, come ciliegina (Pachino) sulla torta, pardon, sulla pizza, del basilico fresco.

Di "norma" non la rimpiazzo, magari di tanto in tanto mi capita di prenderne una ai quattro formaggi bianca o rossa. Il problema è che poi mi pento sempre.

Da precisare che prediligo l'impasto sottile (alla romana, insomma) e disprezzo la pizza gommosa tra cui una Margheritona impossibile da dimenticare. Nel duemiladieci, durante una vacanza in Grecia, a Rodi, in una taverna, mi fu servito un copertone intriso di sugo con del formaggio di quart'ordine. Per Zeus! Meritava di essere fulminata e… bruciata!

Comunque, sempre andando a ritroso nel tempo, ma tornando a focalizzarmi sulla Margherita in generale, ricordo che molti anni fa, nel periodo in cui facevo il soldato, trovandomi in trasferta per un campo militare nei pressi di Battipaglia, in Campania, una sera, io, con un gruppo di commilitoni in libera uscita, optammo per una pizzata in uno dei locali della città, che ci fu consigliato da un maresciallo originario di quei luoghi.

Appena entrati in quella pizzeria, ci sedemmo a un lungo tavolo e, quasi subito, il cameriere ci portò i menù. Mi risulta difficile descrivere lo stupore derivato dal fatto che il numero dei tipi di pizza si attestava intorno a un centinaio. C'era la pizza con i fagioli e cipolla, la pizza con radicchio e speck, la sushi pizza, la pizza con pere e brie, la paella pizza, fino ad arrivare alle pizze dolci con frutta e alle pizze con gelato. Indovinate quale pizza scelsi? La risposta è scontata: la Margherita!

Cari lettori, onde evitare che il testo diventi una “pizza," mi limito ad aggiungere quanto segue: la pizza Margherita per quel che mi riguarda è perfetta da abbinare con la birra. Pazienza se "lievita" la pancia. Si vive una volta sola.

 

 

Mostra altro

La porta rosa

9 Febbraio 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Microsoft Designer AI

 

 

La logora ma intrigante porta di un rosa antico attira la mia attenzione ogniqualvolta passo davanti a questa abitazione. Per un minuto o due rimango a fissarla, trattenendomi un po' di più nelle grigie giornate d'inverno e assumendo un'espressione sognante. Mi sembra di essere in una scena di un film surreale in bianco e nero, nel quale viene colorizzato un singolo elemento.

Dietro la rosea soglia immagino poi che ci abiti una sorridente fata capace di donare letizia ad anime tristi.

Proprio adesso sento una musica dolcissima provenire dall'interno della casa, le cui note fluttuano nell'aria lasciando all'esterno un profumo che sa di carezze di menta piperita e baci di fragole. 

 

Mostra altro

La festa vuota

31 Gennaio 2025 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

Immagine generata con Microsoft Designer AI

 

 

Alla vigilia del matrimonio, colei che doveva vestirsi di bianco, dopo una notte insonne, fece una scelta.

Il giorno successivo, nella sala ricevimenti Torre Rubino, le raffinate tovaglie somigliavano a dei fantasmi stesi. Sopra di esse, file di tovaglioli avvolti come coni senza gelato, i quali si affiancavano ai costosi piatti con relative posate e ai bicchieri d'argento che sembravano provenire da una gioielleria.

Gli èpergne con i fiori rappresentavano un'inutile natura morta. A tenere tediosa compagnia ai centrotavola decorativi, le bellissime candele di cristallo destinate a rimanere spente. Nell'eventualità fossero state accese, sarebbero arse apparendo come luci fatate.

Lungo la parete, gli strumenti del DJ aspettavano invano di suonare dei dischi per far ballare gli sposi e gli invitati. Invece, sulla pista da ballo roteavano pigre svariate particelle di polvere.

Avrebbe dovuto esserci tanta gente, musica, discorsi, pianti di gioia, brindisi e risate, non una festa vuota dal penoso silenzio. La funerea atmosfera di quel locale si conformava all'interno di una casa di campagna, l'oramai ex nido d'amore. In una delle stanze, un uomo si trascinava sul pavimento. Alla sua sinistra, una bottiglia rovesciata di brandy dava origine a una pozza di liquido giallo ambra, distillato con lacrime amare.

 

Mostra altro
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 > >>