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I VINCITORI DELLA III EDIZIONE DEL CONCORSO SCARAMUZZA, LETTERATURA PER RAGAZZI: PREMIATI I TEMI DEL BULLISMO E L'AMORE PER GLI ANIMALI

15 Giugno 2022 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #eventi, #concorsi

 

 

 

 

Si è svolta domenica 12 giugno  nella splendida cornice della Rocca dei Terzi a Sissa Trecasali (PR) la premiazione della terza edizione del Premio letterario Scaramuzza dedicato alla letteratura per ragazzi.

Dopo la presentazione istituzionale dell’assessore alla cultura Tiziana Tridente, che ha ringraziato la Proloco di Sissa Trecasali per la collaborazione sia nell’organizzazione della finale e sia come parte attiva nel comitato di lettura,  Eddy Lovaglio dell’associazione Parma Operart, organizzatrice del concorso, ha spiegato che oltre ai premi per le quattro categorie in gara (letteratura, libri illustrati, racconto inedito, poesia) si sono volute dare diverse menzioni ai finalisti per evidenziare l’altissima qualità degli elaborati selezionati. Tutti gli autori intervenuti sul palco hanno portato argomenti interessanti e coinvolgenti a dimostrazione che la letteratura per ragazzi è una forma di comunicazione ampia, propositiva e vivace.

Hanno vinto in ex-aequo per la narrativa due romanzi sul bullismo: Ragazzi selvaggi di Luca Azzolini (De Agostini) e Canaglia di Pasquale De Caria (Graphofeel). Ragazzi selvaggi è una vicenda autobiografica, ha spiegato l'autore che da ragazzino è stato vittima di vessazioni da parte di alcuni suoi coetanei, e riuscire a scriverla è stato un momento catartico che gli ha aperto nuove strade.
Due vincitrici anche per i libri illustrati, scelti per la particolare espressione dell'amore per il mondo animale. Nicoletta Bortolotti con Il cielo degli animali (Gribaudo, illustrazioni di Cristiana Cerretti) che racconta di un luogo in cui vanno gli animali dopo la morte, e Simona Negro con Bastiano Nullaniente. Lo gnomo che salvò le api (Nuinui, illustrazioni di Zsuzsanna Botos) che introduce i più giovani al magico mondo dell'alveare.

Per la poesia il vincitore è stato C'era una strada nel bosco. Lunario poetico (Giunti editore) un libro illustrato con 365 poesie e filastrocche tradotto da Roberto Serrai.

Il premio per il miglior  racconto inedito è andato al giovane parmigiano Alessandro Conforti con Bargnolino e castagnaccio, una storia ambientata in un borgo sugli Appennini ai primi del '900 con protagonista una donna, un po' strega, un po' curatrice.

 

 

Tutti i premi:

 

LIBRI EDITI

VINCITORI ex aequo

Luca Azzolini Ragazzi Selvaggi De Agostini - Libri per Ragazzi
Pasquale De Caria Canaglia Graphofeel edizioni

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Giovanni Eccher La terra degli incubi Mondadori

MENZIONE D'ONORE
Vincenzo Zoda Roberta Tiberia A spasso con Armstrong Gemma Edizioni

MENZIONE DI MERITO
Gabriele Volpe Philì, la cagnolina geniale Autorinediti


LIBRI ILLUSTRATI

VINCITORI ex aequo
Nicoletta Bortolotti illustrazioni Cristiana Cerretti Il cielo degli animali (Edizioni Gribaudo)
Simona Negro illustrazioni di Zsuzsanna Botos Bastiano Nullaniente, lo gnomo che salvò le api  (NuiNui editore)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Beppe Mecconi  Laneghè Isola del Mar Tenebroso Töpffer edizioni

MENZIONE D’ONORE
Laura Imai Messina Goro Goro Adriano Salani Editore

MENZIONE DI MERITO
Nicola Lupi Nebù non ha paura Bookroad edizioni

POESIA

VINCITORE
Roberto Serrai C'era una volta una strada nel bosco Giunti Editore

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Gianluca Caporaso Tempo al tempo Adriano Salani Editore

MENZIONE D’ONORE
Sergio Giovannetti E San Rocco fece un fiocco Youcanprint

RACCONTI INEDITI

VINCITORE
Alessandro Conforti Bargnolino e castagnaccio

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Bruno Pompili Il valico del diavolo

MENZIONE D’ONORE
Andrea Francesca Manco Un sogno nell'arnia

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Valentina Santini, "L'osso del cuore"

11 Giugno 2022 , Scritto da Gordiano Lupi Con tag #gordiano lupi, #recensioni

 

 

 

 

Valentina Santini
L’osso del cuore
Edizioni E/O, 2022

– Euro 17 – Pag. 200

 

 

L’osso del cuore non è un libro facile. Valentina Santini ha uno stile chirurgico ed essenziale, fatto di periodi frammentari e di brevi dialoghi, efficace per il tipo di storia cruda e senza speranza che vuol raccontare. Il lettore comprende il senso del titolo a pagina 76 o giù di lì. Mi sei entrata nell’osso del cuore (per dire che si è innamorato). Ma il cuore non ha l’osso. Il mio sì. Un dialogo rapido e ficcante fa capire che ci troviamo all’interno di una storia d’amore. Ma non è la solita storia d’amore. No davvero, è una storia d’amore e morte, corretta al fantastico, tipo I viaggiatori della sera di Umberto Simonetta, che Ugo Tognazzi portò al cinema in uno stupendo film interpretato insieme a Ornella Vanoni, che consiglio di recuperare. Ci troviamo nell’Italia del 1976, ispirata all’Argentina della dittatura militare, perché in questa Italia di fantasia ha trionfato una parte politica nazistoide che mette in campo di concentramento i non conformi, gli individui pericolosi e i dissidenti. Il romanzo non è per stomaci deboli, perché buona parte del racconto descrive torture, moncherini vari, animali spellati, corpi attaccati ai ganci e via di questo passo. Se fosse un film sarebbe a montaggio alternato, perché di consequenziale la narrazione ha ben poco, non segue un ordine logico ma avanza per rimandi, flashback e ricordi. In ogni caso la storia si svolge tra Pontassieve, Firenze, Santa Fiora e Peretola, mentre molte sequenze sono ambientate in una Casa della Libertà di pura fantasia, un lager vero e proprio dove ne accadono di tutti i colori e dal quale a un certo punto i protagonisti fuggono. Nella seconda parte ci rendiamo conto che la protagonista femminile è un’artista provetta che confeziona copie perfette di Modigliani e altri autori importanti, oltre a palesare un originale talento. Esordio narrativo di Valentina Santini del tutto diverso da altri debutti, quando troviamo un autore che vuol raccontare una storia personale, urgente, che da tempo tiene dentro e che deve proprio uscire. L’osso del cuore è tutt’altra cosa, è un romanzo costruito secondo le regole della miglior scuola di scrittura creativa, scritto con grande tecnica narrativa, senza errori di sorta, del tutto privo di ingenuità. Un esordio insolito, che nasconde una scrittrice interessante, capace di maneggiare horror e noir, persino il torture, che provoca nel lettore un mix di disgusto e ribrezzo. Certo, è un tipo di storia che ha bisogno di un suo pubblico, desideroso di trovare emozioni nere e crudeli sulla pagina bianca. Valentina Santini è un’ottima scrittrice, questo è fuori discussione, proprio per questo mi piacerebbe leggere un suo romanzo che la coinvolga in prima persona e che segua meno le regole del mercato. L’osso del cuore resta comunque un buon noir distopico, crudo e realistico, fantastico e persino sentimentale.

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Federico Guerri, "Senza disturbare i tulipani"

10 Giugno 2022 , Scritto da Gordiano Lupi Con tag #gordiano lupi, #recensioni

 

 

 

 

Federico Guerri
Senza disturbare i tulipani
Edizioni Spartaco, 2022

– Euro 14 – Pag. 155

 

Condivido gli stessi gusti letterari di Edizioni Spartaco, perché dopo Müchela Iena di Vincenzo Trama, incontro Senza disturbare i tulipani di Federico Guerri, due romanzi scritti da autori che ho pubblicato con Il Foglio Letterario, giustamente liberi di percorrere altre strade e di fare esperienze nuove. Non esiste concorrenza in letteratura, se il fine ultimo è fare cose belle, dare voce a chi merita spazio ma non lo trova in una grande editoria sommersa da fenomeni da baraccone, nani, clown e ballerine. Senza disturbare i tulipani è – per usare le parole del suo autore - un romanzo sui legami, la memoria e il senso di comunità, una favola moderna piena di app, amicizia, motori, amori, pizze e storie. Tante storie. Protagonista e filo conduttore di queste storie che debordano da un romanzo contenitore è il signor Alberto, un settantenne vedovo, il più attempato fattorino di pizze a domicilio della storia. Alberto tratta i clienti con grande gentilezza, alcuni si meravigliano di dover dare la mancia a un signore molto più anziano di loro, ma alla fine lasciano ottime recensioni sui siti,  elogiano il suo saper trattare con gli altri, la capacità di ascolto, la sagace ironia con cui tratta i clienti, oltre a consegnare pizze a domicilio. Tu leggi questo romanzo - una sorta di spin-off della saga Bucinella (edita dal Foglio Letterario), alias una Follonica che Guerri non cita, ma che viene fuori dai ricordi - e ti vien voglia di aprire un luogo dove si raccolgono storie e si leggono i libri preferiti, riadattando alla bisogna una vecchia cabina telefonica, che divenga elemento fisso d’un paesaggio in mutazione. Storie come fossero tulipani, ricordi che affiorano dagli abissi d’un oceano misterioso, l’importante è non disturbarli in fondo al mare, saperli coltivare, tenendoli in serbo per quando serviranno. Un romanzo fantastico e surreale, originale, teatrale, intriso di elementi potenti ed evocativi, ambientato in un luogo dove in fondo al mare non crescono alghe e anemoni, ma tulipani; un posto dove i protagonisti sognano di vivere insieme sull’isola dei tulipani. Il racconto è composto di molti personaggi contemporanei, uomini e donne che non hanno bisogno di imparare niente, basta scaricare un app sul cellulare. Tutto scorre a Bucinella, ma si recuperano storie, a bordo di una motocicletta del Terzo Reich che salva le narrazioni proprio dove i nazisti le bruciavano. In compagnia dell’anziano delle pizze, che con gentilezza suona campanelli e consegna Margherite, Maialone e Quattro Formaggi, andiamo alla scoperta della memoria del mondo, di una diga che sta cominciando a cedere, ma basterà un dito di un bambino a salvare il villaggio, fermando la pressione dell’oblio sulle nostre vite. Federico Guerri, già presentato al Premio Strega con 24:00 Una commedia romantica sulla fine del mondo, autore del successo editoriale Questa sono io e del progetto Bucinella - 25.000 abitanti circa, continua a stupire chi ama la letteratura, almeno quanto sorprende come sia possibile che un autore così geniale pubblichi con Il Foglio Letterario e con Spartaco, mentre scrittori inutili vengono accolti a braccia aperte da una grande editoria che ha smarrito  da tempo la strada maestra della letteratura.

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Giazira d’Italia: un editore in bici. Il viaggio firmato Giazira scritture

9 Giugno 2022 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #case editrici, #eventi

 

 

 

 

I libri ti fanno viaggiare con la fantasia. In alcuni casi, invece, succede che i libri ti mettono in viaggio per davvero. Succede quando una storia la si vuole raccontare in prima persona, seguendo percorsi, incontrando gente, visitando librerie.

È con questo spirito che nasce il Giazira d’Italia, progetto ideato da Cristiano Marti, editore e appassionato ciclista, che dal 14 al 27 giugno attraverserà lo Stivale da Bari a Garbagnate Milanese in sella alla sua bici per raccontare la storia della Giazira scritture, i libri e i suoi autori e autrici.

«L’idea è nata un anno fa – spiega Marti – Unire il lavoro alle proprie passioni penso sia il modo migliore per immaginare progetti e nuove strade», strade che, nel caso del Giazira d’Italia metteranno in rete 14 città, 6 regioni e 11 librerie indipendenti, in un viaggio dai significati molteplici. Nell’esperienza che mi preparo a vivere – prosegue l’editore – c’è il fascino del viaggio lento e sostenibile, la bellezza degli incontri, l’entusiasmo dei librai che hanno aderito al progetto, la curiosità dei lettori, la partecipazione degli autori. C’è la voglia di incontrarsi».

Chi saranno i protagonisti del Giazira d’Italia? Innanzitutto i libri e le librerie, due delle quali (la libreria Prinz Zaum di Bari e Piccoli Labirinti di Parma) presenteranno il catalogo della casa editrice.

Qui di seguito in dettaglio le tappe:

14 giugno: Bari alla libreria Prinz Zaum.

15 giugno: Bisceglie alla libreria Vecchie Segherie, che si prepara ad accogliere anche l’autore Pasquale Vitagliano e il suo romanzo Tutti i calendari mentono.

16 giugno: Foggia alla libreria Velazquez, dove sarà protagonista Eva Trotta con Diari di Terra.

17 giugno: Termoli alla libreria Il vecchio e il mare, dove sarà presentato il romanzo Il ladro di Istanti di Angelisa Loschiavo.

18 giugno: Pescara alla libreria Pensieri belli, dove i protagonisti saranno i bambini, che potranno conoscere Teo e la luna e Il signor Linea Retta.

20 giugno: Ancona alla libreria Fogola Fagola, che ospiterà un evento dedicato ai ragazzi con i due titoli Marè e Pan, Cremorin e il segreto della prof.

21 giugno: Fano alla libreria Scacciaminaccia, seconda data dedicata ai lettori più piccoli con Quando mi innamoro e Teo e la luna.

23 giugno: Bologna alla libreria Ulisse, che ospiterà due autrici Eva trotta, Diari di Terra e Silvia Golfera, Io sono Khalid.

24 giugno: Parma alla libreria Piccoli labirinti.

25 giugno: Cremona alla libreria del Convegno, dove protagonista sarà la musica, con Annamaria Giannelli che presenta Rito Selvaggi, il Legionario Orfico di D’Annunzio, ovvero il Musico Sapientissimo di Noja.

27 giugno: Garbagnate Milanese alla libreria Ghirigoro, tappa finale che vedrà protagonista la patafisica, con l’autore Massimo Giuntoli che presenterà la raccolta di racconti Cronache Molkayane.

Librerie e libri protagonisti, dunque. Senza dimenticare lo stesso editore che, città dopo città, affiancherà autrici e autori per rispondere alle domande dei lettori, raccontare la nascita di ogni libro e la storia della sua casa editrice. Una storia dalla quale nascerà un documentario, grazie alla reporter freelance Pamela Barba.

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Marco Antonio Sergi, "Disgregazioni"

8 Giugno 2022 , Scritto da Rita Bompadre Con tag #rita bompadre, #recensioni, #poesia, #vignette e illustrazioni, #arte

 

 

 

 

Disgregazioni di Marco Antonio Sergi (Quaderni d'arte - Eretica Edizioni, 2021 pp. 104 € 16.00), con i disegni di Simone Capriotti, è un'opera originale che dimostra come il sodalizio artistico e poetico sia in grado di rafforzare tra le pagine i contenuti della dimensione estetica, il significato della forma d'arte. L'unione dei due codici espressivi illustra la corrispondenza esistenziale nel senso di vuoto e di smarrimento, il segno rapido e disorientante dell'assenza, indica il percorso intimista dell'inquietudine. Il poeta indaga oltre l'estremità instabile dell'anima, scruta il mistero interiore nell'inconfessato e profondo dolore, ricerca l'enigma velato degli occhi, nell'inquadratura tormentata dei volti, dipinti accanto ai versi. Comunica con immediata intensità il sentimento degli incubi persistenti, frammentati nella cavità emotiva. I versi mantengono una definita, nitida consacrazione alla autobiografia del vissuto, nell'indistinto crocevia della superficie intima e spaventata, arricchita dalle sensazioni insistenti dei ricordi, dalle sfumature della malinconia. Estendono una realtà aumentata dalla percezione sensoriale dell'oscurità rarefatta dei sentimenti, delle piccole morti quotidiane e delle conseguenze incoraggianti di ogni rinascita. Marco Antonio Sergi disgrega la propria identità attraverso l'esperienza sensibile dell'amore, accompagna la consapevolezza delle proprie variazioni poetiche nella rappresentazione delle illusioni, delle indecifrabili sconfitte. Affronta la propria irrequietezza, conosce il disordine vertiginoso dei pensieri, identifica il disturbo dell'intelletto con l'incoerenza e il disadattamento degli atteggiamenti dell'uomo. Scioglie il riferimento essenziale dell'ostilità con la comprensione della realtà transitoria degli avvenimenti, descrive la sensazione di distacco e di estraneità, riconosce la conflittualità e il deterioramento dell'equilibrio umano. La poesia di Marco Antonio Sergi consuma l'integrità dell'io, scompone l'ipnotica riflessione in reliquia imperturbabile del tempo, risolleva l'intesa complice tra parola e visione. La personificazione dei volti di Simone Capriotti, inseriti tra le poesie, è simbolo incarnato di solitudine, d'isolamento. È emblema di un anonimato oscuro e minaccioso, segnato da smaniosa sofferenza, indizio di una sospensione vitale, riflesso di alterazione. L'autenticità della poesia rivela la marcata discontinuità della maturità, trasformata dal limite sommerso  e inafferrabile dello svolgimento cognitivo degli eventi, la libertà crudele e coraggiosa degli errori. Disgregazioni anestetizza le emozioni, distingue il malessere dallo stupore, risveglia il contatto impressionante del passato, mantiene la sostanza dell'assenza nel presente. La fluida connessione spirituale e carnale dei versi disgiunge l'essenza della dispersione, il peso del cedimento, ma dimostra come la saggia osservazione di ogni fine sia un modo per riacquistare l'inizio e ritrovare se stessi.

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

SCACCO AL RE

 

Tengo il coltello piantato lì sotto

lo so non si addice

ma è così bello guardare il volto di lui

con occhi rapaci, e sua è la pace

ovattata, di chi sta per pagare lo scotto

in un gioco a un solo finale.

 

CALANTE

 

Rimane a lungo nell'aria

la nota sfiatata di sax

rugginosa e pressante

fino alla fine del fiato

il petto contratto.

Risuona il sospiro

quel vecchio cancello

ancora violato.

 

SFUGGENTE

 

Come un'idea

perfetta

senza confini

senza definizione

senza paragone

 

Sei

 

Come ogni idea

nata da me

illusione.

 

 

CUORE NERO

 

Mi sono punto

d'inferno

di un veleno

che non comprendo

mentre mi scioglie

le budella come

morto a scroccasole.

 

Mi sono reso infermo

di nuovo

questo male

odio e amore

lo stringo

mano di vecchio amico

da riscoprire.

 

IL MOSTRO

 

Sotto il letto

non c'è bestia

che tenga testa

 

Sotto il sottotetto

non c'è sgorbio

davvero brutto

 

Sotto il sottobosco

non trovo occhi

maligni di folletto

 

Il terrore tutto

sta nascosto nel finale

di uno scritto

che ora è fuori

che ora è tale e quale

al reale.

 

RAFFICHE

 

Come sotto una raffica

di mitra

veloce, che sferza la carne

 

come in balia di tempeste

di sabbia,

che bucano la tenda di notte,

 

Io sono. Solo sotto questa pioggia

ritrovo

la forza di muovere i passi.

 

 

SPECCHIO SPECCHIO

 

Immersi

e come l'universo

immensi

a fuggir da sé stessi

 

 

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La festa vuota

7 Giugno 2022 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

 

 

 

Alla vigilia del matrimonio, colei che doveva vestirsi di bianco, dopo una lunga notte insonne, fece una scelta. 

Il giorno successivo, nella sala ricevimenti Torre Rubino, le raffinatissime tovaglie sembravano dei fantasmi stesi. Sopra di esse, file di tovaglioli avvolti come coni senza gelato, i quali si affiancavano ai costosi piatti con relative posate e ai bicchieri finemente lavorati. Gli èpergne con i fiori rappresentavano un'inutile natura morta. A far tediosa compagnia ai centrotavola decorativi, le candele di cristallo destinate a rimanere spente, candele che nell'eventualità fossero state accese, avrebbero arso apparendo come luci fatate.

Lungo la parete, gli strumenti del DJ aspettavano invano di suonare dei dischi per far ballare gli sposi e gli invitati. Invece, sulla pista da ballo roteavano pigramente svariate particelle di polvere.

Avrebbero dovuto esserci tanta gente, musica, discorsi, pianti di gioia, brindisi e risate, non una festa vuota dal penoso silenzio.

La funerea atmosfera di quel locale si addiceva all'interno di una bella casa di campagna, l'oramai ex nido d'amore. In una delle stanze un uomo si trascinava sul pavimento. Alla sua sinistra, una bottiglia rovesciata di brandy dava origine a una pozzanghera, un distillato di alcol e lacrime.

 

 

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La pizza surgelata

6 Giugno 2022 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

 

 

 

Entro nel supermercato sotto casa con l'intento di comprare una pizza surgelata.

Argh! Troppo tardi!

Mi accorgo che nel reparto surgelati è rimasta soltanto una pizza con pomodoro, salame e peperoni chiamata Mexican Red Baron.

Manfred von Richthofen era un asso dell'aviazione tedesca, dunque mi chiedo: perché, nella confezione, il pilota in questione è disegnato con dei baffoni fuori ordinanza e con il sombrero al posto del famoso berretto da aviatore?

Mannaggia, mi devo accontentare del "Mex Crucco", tant'e vero che lo lancio giù in picchiata nel carrello della spesa.

Mein Gott, la scatola si è ammaccata, mi sa che Il Barone ha fatto kaputt.

Mantenendo inalterato il mio humour, giungo alla seguente conclusione: Manfred von Richthofen aveva un triplano rosso, giusto? Il sottoscritto, invece, una pizza tutta rossa! Manfred von Richthofen poteva volare, no? Io al massimo posso sorvolare... perché ho fame!

 

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Trudy

5 Giugno 2022 , Scritto da Giuseppe Scilipoti Con tag #giuseppe scilipoti, #racconto

 

 

 

 

Finita la cena, mentre ne stavo sdraiato sul letto, giocando e chiacchierando con Trudy, il mio orsacchiotto, sentimmo suonare insistentemente il campanello di casa.

Mia madre andò ad aprire la porta d'ingresso e si trovò davanti un uomo altissimo con la mimetica dell'esercito.

«Sono il colonnello Tordi» esordì l'ufficiale con un'espressione di circostanza. «Posso entrare un attimo?»

Ci venne comunicato che papà era rimasto ucciso in un conflitto a fuoco avvenuto a Kabul, in Afghanistan. L'urlo straziante che esplose in soggiorno fu terribile. 

Proprio quella sera, Trudy, smise di parlarmi.

 

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