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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

Emanuela Amici, "Quello che resta"

31 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni

 

 

 

 

 

Quello che resta

Emanuela Amici

 

Ianieri Edizioni

pp 190

14,00

 

Quello che resta, di Emanuela Amici, ha una trama poco originale ed è scritto in modo elegante ma convenzionale. Però ha il pregio di farsi leggere velocemente e di puntare il dito su quelli che sono i complessi rapporti familiari, spesso mascherati da una patina di normalità. Più che l'intreccio di “non detto”, agnizioni e colpi di scena domestici, balza all’occhio il rapporto fra le due sorelle.

Irene è una scrittrice di successo che, da sempre, ha un legame difficile con la sorella minore. Sara è luminosa, bella in modo diverso dal resto della famiglia, tutto le riesce facile. Irene segretamente si rode d’invidia e sensi di colpa anche se s’impone di amarla per dovere fraterno.

Ma non c’è solo quello che dobbiamo fare, c’è anche quello che siamo, sottilmente ma inesorabilmente. C’è il rimosso, il torbido. Ci sono la trasgressione e l’erotismo che scardinano la quotidianità, c’è una madre, in mezzo a loro, che per anni ha indicato un cammino di dedizione e sacrificio e poi, di colpo, indica l’opposto, una madre che, quando morirà, smetterà di fare da filtro fra le due.

La morte lacera e scompagina, ci costringe a fare i conti con la perdita, con ciò che era e non sarà mai più, con ciò che dovremo essere d’ora in poi. Nel romanzo le due donne devono venire a patti con la perdita di entrambi i genitori, ritrovandosi orfane, madri, mogli e artiste. Dal groviglio di livori inespressi che le avviluppava, cercheranno la via per ricostruire un nuovo modo di sentirsi sorelle.  

Anche senza arrivare agli estremi di questa storia, grattando sotto la superficie di ogni famiglia si scoprono cattivi pensieri, sentimenti ambivalenti, si scopre che ciò che appare è spesso falso.

Fratelli e sorelle, genitori e figli non sempre si amano in modo immediato, facile, viscerale e senza riserve. Spesso ci sono preferenze, rivalità, inquietudini, rancori.

Mariti e mogli non sempre condividono interessi, complicità e passione. Spesso, insieme, hanno la “sensazione di appassire”, di vivere una vita di straniamento e reificazione, lontana dal nocciolo primigenio del proprio essere.

Ma, forse, non tutto è perduto, perché non tutto è bianco o nero, e l’amore – filiale, fraterno, coniugale – ha comunque “tante declinazioni”, tanti modi per rinascere.

Di là dalla trama e dal significato psicologico, ci sono due filoni particolari in questo libro, entrambi legati, secondo me, alle fantasie dell’autrice. Uno è il rapporto fra Irene e l’amante Herbert, porno soft e leggermente masochistico, l’altro è la relazione di Irene con la scrittura. Siamo in presenza di un “romanzo nel romanzo” ma anche di una protagonista che incarna i sogni di chiunque scriva, ovvero fama e successo. Sembrerà strano, ma questo è, a mio avviso, il vero cuore di codesta narrazione, prodotta da una studiosa d'arte col pallino della scrittura, immersa in un’atmosfera rarefatta, signorile, piacevolmente raffinata e molto intellettuale.

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9 DOMANDE E MEZZA A PATRIZIA POLI

27 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #poli patrizia, #eventi

 

 

 

 

Amici lettori del blog che sembra che non ci legga nessuno e invece siete in tantissimi, oggi parleremo di un libro, un libro speciale che sarà in vendita presso lo stand della Marchetti Editore in occasione del "Pisa book festival 2019".

Ora io e lei, dopo aver fatto un paio d'ore di training correndo a piedi scalzi sul lungomare di Livorno, stiamo andando a fare colazione in un bar del porto e vi racconteremo tutto di questa opera e del suo prossimo appuntamento.

- Patrizia, che ordiniamo?

- Io cappuccino e due bombe alla crema.

- Io del rum al latte e mezzo chilo di pizza con la mortadella.

- Ma, Walter, non ti farà male?

- Hai ragione, per favore, nel rum ci metta anche dello zucchero... Molto bene Patrizia Poli, sei pronta per le 9 domande e mezza?

- È la mezza che mi preoccupa.

- Ma no, tranquilla, con due bombe alla crema ti sentirai una bomba pure tu.

- Ah!

- Ok, domanda numero 1... Puoi parlarci del Pisa book festival di quest'anno e della presenza del tuo editore?

Il tema di quest’anno è L’Europa, espongono 160 editori indipendenti, fra cui il mio. Elena Marchetti non poteva mancare, essendo pisana doc. La sua è una casa editrice piccola e coraggiosa, che punta sulla qualità più che sulla quantità. Ha uno spirito internazionale (traduce anche scrittori inglesi della fine dell’ottocento primi del novecento) ma è fortemente radicata sul territorio con alcune collane di impronta locale.

-  Domanda numero 2... Di che parla il tuo romanzo? Titolo please?

Il romanzo  s’intitola Una casa di vento. Racconta d’imperfezione umana, di senso di colpa, di rapporti complicati fra genitori e figli, fra coniugi e tra fratelli; lo fa calandosi nella mente dei personaggi senza filtri e senza sconti, fino ai segreti più inconfessabili, fino alla parte malata di ciascuno di noi.

- Domanda numero 3... Sei emozionata?

L’emozione c’è sempre ed è legata al profondo amore per l’atto dello scrivere.  

-Domanda numero 4... Sei ottimista?

No, non lo sono mai, per natura.

- Domanda numero 5... La colonna sonora del tuo romanzo.

Forse la musica del violino che uno dei protagonisti suona.

- Domanda numero 6... È un testo impegnativo ed emotivamente intenso, che difficoltà hai superato?

A differenza degli altri miei romanzi, L’uomo del sorriso (Marchetti 2015) e Signora dei filtri (Marchetti 2017), dove mi sono dovuta documentare tantissimo e studiare, qui la difficoltà è stata tutta emotiva. C’è dentro un pezzo di storia della mia famiglia, rimaneggiata al punto che mia madre si è arrabbiata. Ci sono dentro stralci di vita di persone che ho conosciuto. Ci sono molte emozioni che conosco e anche parecchio di me.

- Domanda numero 6... La chiave di volta della tua storia?

Senz’altro la morte del piccolo Loris che fa da catalizzatore di tutti gli eventi.

- Domanda numero 7... Il menù di una probabile e fantasiosa cena dove inviterai i tuoi lettori ad acquistare il tuo libro.

Trattandosi di un romanzo ambientato nella mia città, fra strida dei gabbiani, spruzzi di salmastro e vento di libeccio, senza dubbio un’ottima cena di pesce accompagnata da un buon vino bianco frizzante.

- Domanda numero 8... Che programmi hai per il futuro?

Moltissimi: ho già terminato di scrivere un romanzo storico liberamente ispirato alla vita di Santa Margherita d’Ungheria e poi un altro dove ho lavorato a 4 mani con l’amica scrittrice Federica Cabras. Inoltre ho in animo di scrivere una storia collegata alla leggenda del Santo Graal.

- Domanda numero 9... Questo periodo storico è da egocentrici e svalvolati, la tua ricetta liberatoria qual è?

A volte bisogna avere il coraggio dell’egoismo senza smettere di rispettare il prossimo.

Mezza domanda... A che ora è?

 

A che ora è che cosa, Walter? Posso solo dirti che quest’anno il Pisa book ha un giorno in più, inizia giovedì 7 novembre e termina domenica 10. Io sarò presente allo stand per il firma copie nei pomeriggi di sabato e domenica.

- Patrizia, ti ringrazio per aver risposto alle mie domande, vorresti dire qualcos'altro ai nostri affezionati lettori?

- Leggete tanto, leggete bene. Insegnate ai bambini il piacere della lettura.

- Patrizia Poli che facciamo adesso?

- Boh? Facciamo un altro po' di training?

- Mmm... Dopo questa colazione, non ti andrebbe di fare un giro in vespa?

- Quella con il motore Kawasaki?

- No, l'ho scambiato con quello di una Tesla.

- Siamo già nel futuro?

- Questa cosa mi piace.

Molto bene, amici lettori, piace anche a noi se vi siamo piaciuti, ora io e Patrizia Poli saltiamo in vespa, forse gliela presterò fra un paio di settimane per andare al Pisa Book festival, ma, prima di andare a fare un giro, vi salutiamo e vi aspettiamo. Appena uscirà il suo romanzo – che prestissimo sarà disponibile su Amazon, Ibs, e su tutte le principali librerie on line, oltre che sul sito dell’editore, copertina ancora top secret - accorrete numerosi, non accalcatevi e prendete il numeretto della fantasia all'ingresso, vrooommm.

 

 

 

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Gino Pitaro, "La vita attesa"

24 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni

 

 

 

 

La vita attesa

Gino Pitaro

 

Golem Edizioni, 2018

pp 203

16,50

 

Per descrivere La vita attesa di Gino Pitaro bisogna per forza adoperare l’abusata e logora locuzione: romanzo di formazione. Gianni e Federico hanno studiato insieme e sono stati inseparabili fino alla maturità, dopo la quale si allontanano, percorrendo strade diverse. Gianni è l’incarnazione letteraria dell’autore, con i suoi studi che lo rinchiudono, nonostante alcuni lavori precari – il romanzo è ambientato principalmente a Tropea con un’ottima rappresentazione della Calabria compresa la ‘ndrangheta – in un’intellettuale torre eburnea, mentre Federico, con la sua carriera in polizia, ne è l’alter ego immerso nel mondo e nella Storia con la S maiuscola. Le due esistenze procedono parallele ma a un certo punto convergono in un modo che non possiamo rivelare senza fare spoiler.

Operazione nostalgia anni 90, decennio che ha segnato il passaggio dall’era analogica a quella digitale e dalla prima alla seconda repubblica. In sottofondo ci sono le stragi di mafia, tangentopoli, la prima ondata migratoria ma anche tutte le canzoni che fanno da colonna sonora a un periodo che ci ha traghettato dalle promesse e speranze precedenti (datate 60, 70, 80) alle delusioni attuali. Ci sono ricordi, luoghi, amori che si aprono e si chiudono come cerchi. Il tutto in una lingua molto letteraria, poetica, connotata e non asciutta. L’uso del dialetto è più spiccato nella prima parte, dove pesano le origini dei due protagonisti, ma si fa più rarefatto man mano che la loro esistenza si sprovincializza.

Tutti noi, in un certo senso, attendiamo la vita, quella sognata e desiderata che, per alcuni, resta un miraggio. Federico, il poliziotto, c’è dentro fino al collo mentre Gianni indugia ai margini e, l’unica volta che lo farà, - che si tufferà a pieno in qualcosa - sarà uno sbaglio.

L’azione si snocciola lentamente ma inesorabilmente. Le rette parallele convergono, mescolandosi ai ricordi, a un substrato di pathos, a una nostalgia straziante del come eravamo e chi eravamo. Ciò che siamo stati da bambini, ci dice l’autore, è “la verità più grande”, la nostra essenza, ciò che dovremmo ricordare per spiegare chi siamo adesso. E bisogna restare fedeli a questa verità, nonostante tutto, nonostante l’infanzia non sempre sia “un luogo ideale”.

Un romanzo bello e poetico fin dal titolo, sull’amicizia ma soprattutto sull’innocenza perduta: ”affossarti, negarti una possibilità, anche se questo va contro i miei principi – dice Federico a Gianni – significherebbe anche annegare una parte di me stesso”.

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Due alternativi al Book pride di Genova

20 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #poli patrizia, #eventi, #concorsi

 

 

 

 

Amici lettori del blog che è sempre acceso anche quando la luce è spenta, eccoci ancora con voi per, scusate il gioco di parole, illuminarvi la giornata. Sono la vostra signora dei filtri e sto aspettando, qui a Genova, fuori del Palazzo Ducale, quel bischero di Walter Fest. Mi ha detto "vado a prendere le sigarette e ritorno" e io, più bischera di lui, gli ho creduto, che gli possa cascare il pennello sui piedi, neanche fuma quel pazzo!
Walter finalmente arriva con una carrozza a cavalli.

 

- Ma scusa, Walter, la 500 dov'è?
 

- Patrizia, ho dovuto trovare un mezzo di fortuna, la 500 aveva problemi di assetto, sai com'è, con le nuove normative tutto funziona con la moneta elettronica e, dato che la mia è bella che scarica, ho dovuto optare per questa carrozza cavallina.
 

- Ma tu sai guidare un cavallo?
 

- Io no, ma lui sì.
 

- Lui chi?
 

- Mario.
 

- Il benzinaio?
 

- No, il robot, aspetta che te lo presento... Mario, saluta Patrizia Poli...
 

- Bonjour madame.
 

- Scusami Patrizia, non ho aggiornato il database e parla solo in francese, ti piace?
 

- Ciao Mario. Ah, sul tuo torace c'è scritto Mario- Hal 19000... oioi, non sai un parente di quello là?

 

- Tranquilla, madame, la serie 9000 era difettosa, è stata riparata.

 

- Uhm... Ma, almeno, su questa carrozza abbiamo tutti i confort della 500?
 

- Naturalmente sì, abbiamo anche un tapis roulant e una Jacuzzi.
 

- Walter, non ti avessi mai conosciuto!
 

- Dai, accontentati, Pablo Picasso l'ho portato in Vespa.
 

- L'avrei preferito.
 

Patrizia Poli e Walter Fest salgono a bordo della carrozza e, guidati da Mario il robot, prendono la Via Aurelia per ritornare alla base. Sono stati a Genova in occasione della terza edizione del "Book Pride Genova", fiera dell'editoria indipendente.

All'interno della fiera il Premio Calvino ha presentato un paio di autori new entry e promosso l'incontro, NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME. DISTOPICO, GIALLO E FANTASY NELLA NARRATIVA CONTEMPORANEA, un confronto sulle nuove tendenze che vedono gli autori dedicarsi maggiormente a generi che si allontanano dal realismo. 

Dopo l'incontro si sono intrattenuti con tutti gli interessati alla XXXIII edizione del premio Calvino, che vedrà scadere le iscrizioni il prossimo 28 Ottobre.
 

- Patrizia, come ti è sembrata questa fiera?
 

- Bella e interessante, non è stata hollywoodiana ma appassionatamente italiana verace, mi è piaciuto questo fermento culturale privo di pessimismo. L'ambito letterario, in questo mondo così fashion, appare di nicchia, e invece è una vera fucina di idee e proposte, sopratutto fra i giovanissimi.
 

- Case editrici indipendenti, autori emergenti, secondo te che futuro avranno?
 

- Davide ha sempre vinto contro Golia e poi, finché c'è fantasia, c'è speranza.
 

- Lo ammetto, io dipingo, e conosco poco il Premio Calvino, tu hai avuto l'onore di avere il tuo romanzo L'uomo del sorriso segnalato alla XXVI edizione, potresti dirci quali sono le finalità di questo premio prestigioso?
 

- Walter, la mia esperienza con il premio risale ormai a qualche anno fa, ma devo dire che mi sono trovata bene. Si tratta di un premio a pagamento, è vero, e la tassa di lettura non è leggera ma poi tutto si svolge con la massima serietà. La finalità è quella di scoprire talenti letterari, mettere in luce chi fino a quel momento è rimasto al buio, dar voce a chi non ne ha mai avuta. E' un'ottima piattaforma di lancio. La maggior parte dei finalisti trova una casa editrice. Personalmente, dopo la segnalazione, "per la struggente rivisitazione laica della vicenda di Gesù nella prospettiva di Maria Maddalena", ho avuto qualche contatto, e anche l'onore di essere recensita su L'indice dei libri del mese, poi ho trovato la mia strada con Marchetti, un piccolo e coraggioso  editore di Pisa.

- Patrizia, grazie a queste iniziative si guadagna l'immortalità, mi dispiace per Mario.
 

- Il benzinaio?
 

- No, il robot, questi nostri nuovi amici elettronici non potranno mai godere dell'arte e della cultura in tutte le sue espressività.
 

- Walter, puoi passarmi un panino con la porchetta?
 

- Certo, da bere il solito?
 

- No, vorrei del rum con il latte come William Turner.
 

- Sei pazza? Con la porchetta?
 

- Eh! La colpa è tua e delle tue pessime abitudini. Per esempio, ora dove stiamo andando?
 

- Ci troviamo sulla via Aurelia, direzione Livorno, ma, ora che ci penso, ho un dubbio, forse ho programmato male Mario, aspetta che glielo domando... Mario dove ci stai portando?
 

Mario ora parla in italiano con uno spiccato accento Francese.
 

- A vedere le ville del Palladio.
 

- Ma sono in Veneto.
 

- Patrizia, tranquilla, i cavalli che tirano questa carrozza sono alati e arriveremo fra 10 minuti.
 

- Comincio a sospettare che tu sia un parente del barone di Munchausen!
 

- Veramente non gli somiglio per niente, e poi sono "romano de Roma", tuttalpiù erede del Belli e di Trilussa, ma, in fondo, un uomo qualunque, fortunato a essere nato nel paese artisticamente (e non solo) più ricco del mondo.
 

Amici lettori della signoradeifiltri, Patrizia Poli e Walter Fest, su splendidi cavalli alati, stanno sorvolando per voi le favolose ville del Palladio. Seguiteci con la fantasia, prossima avventura fermata a sorpresa.

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Ciribiribì Kodak

18 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #come eravamo, #televisione

 

I giovani d’oggi non possono capire l’emozione che provavamo noi quando, al ritorno dalle ferie, magari quindici giorni dopo se avevi avuto da fare, finalmente ritiravi la busta che conteneva le fotografie delle vacanze. E balzavi magicamente indietro, ai luoghi e agli istanti che ti eri lasciato alle spalle.

Tiravi fuori ventiquattro stampe se eri in ristrettezze, o trentasei quando volevi abbondare e la meta del viaggio meritava. Certo non sprecavi gli scatti per farti selfie idioti o per immortalare la brioche del bar o il piatto di spaghetti del ristorante. Ogni fotogramma era una scoperta e fissava per sempre un momento irripetibile.

Negli anni settanta, ricordo, venne di moda la Polaroid, che stampava immediatamente ciò che avevi fotografato su pellicole auto sviluppanti. Ci sentivamo moderni a possederla.

Mio padre era uno che amava stare al passo con i tempi e con le novità. A un certo punto in casa comparve un piccolo visore, il View- Master. Ci mettevi dentro degli strani dischetti doppi e le foto apparivano tridimensionali.

E la pellicola su cui stampare era sempre Kodak.

Fino agli anni novanta è girato uno spot con un simpatico alieno dotato di telecinesi che faceva foto ricordo e le voleva impresse rigorosamente su carta Kodak, parlando una lingua tutta sua.

Ciribirbì Kodak, diceva.

Era interpretato da Davide Marotta, attore napoletano affetto da nanismo, famoso per aver lavorato con Fellini e Dario Argento.

Erano anni in cui la fantascienza ancora tirava e gli spot erano girati con lo stesso piglio di film leggendari come Atto di forza (di Paul Verhoeven), senza tanti effetti speciali ma ugualmente evocativi. Bastava una valigetta, lo schermo di un computer, qualche modellino di astronave e sognavi a più non posso.

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METTI UNA SERA ALL'ARCILIUTO FRA PAROLE, COLORI E VINI

15 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #pittura, #musica, #eventi, #poesia

 

 

 

 

Amici lettori del blog più swing del web, eccomi di nuovo con voi per presentarvi un evento romano rivolto a tutti gli appassionati di arte, un appuntamento artistico accompagnato da "parole, colori e vini". E' questo il titolo dell'evento che si svolgerà in Roma, giovedì 17 Ottobre 2019, presso l'Arciliuto di P.zza Di Montecchio, 5.
Nel centro di Roma, all'interno di un prestigioso e storico palazzo, l'arte pittorica di Alessia Fedeli, il live music di Paolo Rainaldi, la poesia dialettale di Diego Mascoma si fonderanno con l'aroma di vini selezionati dalla cantina Gaffino, a cura del sommelier Daniele Graziano, leader di Dgexperience, grazie ad un sospiro di Malvasia, un Tubbo da sogno Merlot, un buon bastardo di Cabernet Sauvignon, tutti insieme accenderanno una bella serata da ottobrata romana.
Sono a bordo della mia 500 stracarica delle opere di Alessia Fedeli e ci stiamo recando all'Arciliuto per l'installazione delle opere. Non potete vedere l'artista perché è completamente ricoperta dalle sue opere, siamo in ritardo per l'inaugurazione, accendo il motore taroccato da Harley electra glide 1200, metto nel lettore cd Eric Clapton e partiamo a razzo.

 

- Alessia, com'è la sensazione di essere immersa nel colore?
 

- E' quello che ho sempre sognato!.. Ma attento alle buche, non vorrei bucare i miei dripping!
 

- Hai il dripping nel cuore, come ti sei avvicinata a questa tecnica?
 

- Dire grazie a Pollock è scontato, diciamo che dipingere sgocciolando il colore a quel modo mi fa sentire me stessa.
 

- Tutta colorata e frizzante?
 

- Sì, in fondo questa rappresentazione simbolica è come tutto quello che ci circonda, la vita è in bianco e nero, è bella solo in foto e al cinema, senza colore che vita sarebbe?
 

- La tua materia è densa e di spessore, vedendo le tue opere viene voglia di toccarle.
 

- Vabbè, toccarle magari no, ma con la fantasia i visitatori possono pure farlo, perché no? Proprio come noi adesso.
 

- Non male come idea, tutti i giorni vestirsi di colori, io mi prendo un Van Gogh e tu?
 

- Io Matisse.
 

- Alessia, ottima scelta, volevo chiederti, ma a questa mostra che andiamo a montare che succederà?
 

- Per rimanere in tema, una baraonda di colore i miei, poi una simpatica caciarata di poesie e storie in dialetto romanesco di Diego Mascoma, una figata di musica di Paolo Rainaldi, fra degustazioni sfiziose di stuzzichini e vini di qualità proposti da Daniele Graziano, insomma, il moderno che si fonderà con l'antico e la tradizione.
 

- Sono preoccupato.
 

- Walter, perché?
 

- Sono tutte cose che ai robot non piaceranno.
 

- E i robot che c'entrano? Mica sono invitati.
 

- Saranno il futuro.
 

- Ma noi rimaniamo umani.
 

- Hai ragione, ai robot un sospiro di Malavasia farà girare i circuiti stampati, a noi farà parlare d'amore per la vita, così come tutti i dialetti d'Italia e le bellezze artistiche del nostro paese.
 

- Walter, ma quando arriviamo?
 

- Alessia, apri gli occhi, siamo già dentro l'Arciliuto, l'atmosfera è piacevole, tutto è pronto, le tue opere, la poesia dialettale, la musica, il buon vino, tutto profuma di arte ci dispiace per i robot ma loro non lo possono capire, noi sì.
 

Amici lettori della signoradeifiltri, l'arte in ogni sua espressività è un qualcosa che fa bene al nostro animo, tutti noi vi salutiamo e vi aspettiamo al prossimo incontro, vi porterò in Liguria e saremo in compagnia di un famoso artista olandese, per ora i robot possono attendere.

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#ioleggoperché

14 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #eventi

 

 

 

 

Anche quest’anno l’Istituto Comprensivo “Cesare Chiominto” e la biblioteca comunale di Cori (LT) “Elio Filippo Accrocca”, con il patrocinio del Comune di Cori, aderiscono al progetto #ioleggoperché, la più grande campagna italiana di promozione della lettura attraverso la raccolta di libri a sostegno delle biblioteche scolastiche, ideata dall’Associazione Italiana Editori.

Dal 19 al 27 Ottobre, presso le librerie Voland e Anacleto di Cisterna di Latina sarà possibile acquistare libri per bambini e ragazzi, anche su consiglio dei messaggeri, che andranno ad arricchire il patrimonio librario dei plessi del territorio comunale. Al termine di questa IV edizione, anche gli editori contribuiranno con un numero di libri pari alla donazione nazionale complessiva.

Per l’occasione, Anacleto e Voland propongono, all’interno delle proprie librerie interessanti attività gratuite rivolte a bambini e ragazzi.

Sabato 26 ottobre, dalle ore 17.00, presso la Libreria Anacleto si terrà “Questa (non) è scienza”. I partecipanti potranno divertirsi mettendo alla prova la loro creatività e scoprendo la scienza che sta dietro a sorprendenti illusioni ottiche. Osserveranno da vicino fiori e insetti, scopriranno come funziona la vista e sperimenteranno con le ossa del corpo. Età consigliata: dai 7 anni. Prenotazione obbligatoria.

LIBRERIA ANACLETO

Viale Giovane Europa 25 - Cisterna di Latina / 06.968.18.52 – e-mail: info@anacletolibreria.it / Facebook: Libreria Anacleto (https://www.facebook.com/anacletolibreria/).

Venerdì 25 ottobre, dalle ore 17.00, presso la Libreria Voland si svolgerà “Merenda letteraria con il Kamishibai”, alla scoperta della magia delle storie raccontate con il Kamishibai, la valigia delle storie giapponese. Tra una storia e l’altra una merenda letteraria delizierà la fantasia dei presenti. Età consigliata: dai 3 anni.

LIBRERIA VOLAND

Corso della Repubblica 148 – Cisterna di Latina / 06.969.43.60 – Facebook: Voland Libreria (https://www.facebook.com/voland.libreria/).

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INTERVISTA IN GIRO PER L'ITALIA CON UN ARTISTA E UNA LETTERATA

11 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #pittura, #interviste, #le interviste pazze di walter fest

INTERVISTA IN GIRO PER L'ITALIA CON UN ARTISTA E UNA LETTERATA

 

 

 

 

Amici lettori della signoradeifiltri, siamo in autunno e tutto va bene. Beh, in effetti è la condizione che tutti desidereremmo, e così, per allietarvi la giornata, per voi che ci seguite con passione e trasporto, giustappunto a proposito di trasporto, oggi ho deciso di intervistare due personaggi invece che uno. La prima è Lorena Giardino, il secondo è un famoso artista ma, per non guastarvi la sorpresa, per ora non vi dirò chi è, lo scoprirete fra un po'.
Sono a bordo della mia Fiat 500 direzione Torino, per questa occasione ho cambiato il motore, ho installato un Aermacchi ATR 42, naturalmente ho rinforzato impianto di frenatura e semiassi e fra 10 minuti sarò sotto casa di Lorena.

 

- Ciao Lorena, forza, sali a bordo.
 

- Ciao Walter, grazie per avermi invitata.
 

- Lorena, perdonami se non te l'ho detto prima, oggi avremo con noi anche un altro ospite che devo intervistare: è una vecchia fiamma di Patrizia.
 

- E chi è?
 

- Lo vedrai dopo, mi raccomando, non ti emozionare, è molto famoso.
 

- Accipicchia che sorpresa!
 

- Lo andiamo a prendere alla stazione di Bologna e poi vi porterò a vedere un bel posto.
 

- Ancora una sorpresa?
 

- Beh, sì.


- Non dovrei fidarmi di te, girano delle chiacchiere artistiche sul tuo conto poco rassicuranti, ma farò un eccezione.
 

- E fai bene, i 150.000 lettori del nostro blog non si sono mai lamentati. Senti Lorena, vogliamo parlare del tuo nuovo libro? Mi dispiace che posso offrirti ben poco, il frigo è stato saccheggiato da William Turner, è rimasto solo un doppio panino con la porchetta a testa.
 

- Tranquillo, ho portato uno scatolone di Gianduiotti e un triplo thermos di Bicèrin.
 

- Un po' di dolcezza ci sta bene, Lorena, raccontaci della tua opera.
 

- Il titolo del libro è I discorsi dell'io fragile, sarà pubblicato da Libereria, ed è una raccolta di racconti e poesie introspettive sul tema dell'umana fragilità in tutte le sue sfaccettature. In sintesi, una panoramica a 360° sulla condizione umana, condita di una sana autocritica.
 

- Lorena, una consapevole conferma dei nostri limiti e del fatto che siamo, tutti, nessuno escluso, nonostante le apparenze, deboli e fragili?
 

-  Ebbene sì, a volte, sotto la maschera di invincibilità, ci riveliamo piccole foglie che cadono a terra.
 

- Lorena, ma se poi prendiamo tutte le foglie cadute a terra e, tutte insieme, le facciamo diventare una bella massa colorata, che potrebbe succedere ?
 

- Certo Walter, succede che tutti noi abbiamo un'energia che scaturisce dal colore dell'amore, che comunque è insito nei nostri cuori, insomma, l'unione fa sempre la forza.
 

- Pertanto, Lorena, possiamo dire che il tuo libro è un condensato di ottimismo?
 

- Naturalmente sì, basta guardarsi intorno, ad ogni negatività risponde una positività.
 

- Positiva come la copertina, bella l'immagine del ragazzo che sembra guardare al futuro, protetto da una staccionata posta su un prato verde, idealmente, secondo quanto simboleggiano i migliori valori del nostro "io", protetto da una barriera contro l'egoismo e la brutalità umana. Complimenti per la scelta grafica.
 

- Grazie Walter, per me questo libro è una ripartenza e ho avuto il piacere di non trovarmi da sola, che poi è anche la filosofia della mia opera, cercare sempre di non porsi nella condizione di rimanere in solitudine.
 

- E proprio per questo sei entrata in un bel team.
 

- Sì, di Liberiamo mi ha colpito l'entusiasmo, il voler lavorare in squadra e, come autrice, sentirmi parte di un progetto costruttivo a favore del lettore.
 

- Brava e complimenti, credo che questa storia potrà piacere anche a Caravaggio.
 

- Caravaggio? Proprio lui?
 

- Sì, eccolo là, ci sta aspettando.
 

- Ma quella è una donna!
 

- Eh già, ho dovuto farlo travestire da donna perché, sai come è, ti ricordi le 100.000 lire?
 

- Bei tempi.
 

- Infatti, ora immagina Caravaggio in treno assediato dai fan.
 

- Della pittura?
 

- No, delle vecchie lire. Eccolo che viene verso di noi, ora te lo presento.
 

- Signor Michelangelo, benvenuto, tutto bene il viaggio?
 

- Prima di tutto chiamami solo Caravaggio e poi, mannaggia a te e alla tua idea di vestirmi da donna!
 

- E' stata una precauzione necessaria.
 

- Walter, ma che te possino acciàccà (Caravaggio ha vissuto molto tempo a Roma) mica stamo a tèmtèsciòn àilànd!
 

- Vabbè dai, salta a bordo, al primo autogrill ti faccio vestire da cardinale. Ti presento Lorena Giardino, autrice del libro I discorsi dell'io fragile.
 

- Il piacere è tutto mio bella signora.
 

Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio (29/9/1571 Milano - 18/7/1610 Porto Ercole)
In seguito alla tragica epidemia di peste, giovanissimo, insieme alla famiglia, si allontana da Milano per tornare al paese di origine dei genitori. Per anni sarà un bravo apprendista presso vari artisti. Alla morte di entrambi i genitori, a circa vent'anni, lascia la Lombardia e inizia la sua avventura in giro per l'Italia. Sarà a Roma che il suo straordinario talento si affermerà,  determinante l'incontro con il cardinale Francesco Maria del Monte che, sostenendolo, lo renderà una star del momento e, grazie ai buoni auspici dell'alto prelato, il giovane avrà la possibilità di frequentare il jet set Romano, con relativi amici altolocati, appassionati della sua arte. 

Questi lo protessero nei momenti difficili, causati da comportamenti poco legali. Più volte arrestato e messo in carcere, l'artista sarà costretto a fuggire da Roma dopo l'omicidio di un uomo, in una delle sue solite risse. Condannato a morte per decapitazione, inizierà la sua peregrinazione, aiutato a fuggire. Dopo la latitanza in giro per il Lazio, raccomandato da personaggi importanti, scapperà a Napoli, dove realizzerà opere importantissime, ma la terra sotto i suoi piedi sarà sempre ardente, e così si imbarcherà per Malta con la speranza di diventare cavaliere e ricevere l'immunità.

Quando finalmente sembrava essere arrivato alla meta, per un nuovo alterco venne rinchiuso in carcere, da dove riuscì a evadere e a fuggire in Sicilia. A Siracusa sarà ospitato da Mario Minniti, un buon amico conosciuto a Roma. La permanenza in Sicilia gli farà riprendere fiato e gli darà il coraggio di ritornare a Napoli.

A Roma, intanto, papa Paolo V stava valutando l'annullamento della pena capitale. Caravaggio decise allora di tornarvi per chiudere definitivamente il conto con la giustizia. Imbarcato su una sorta di traghetto diretto a Porto Ercole, sarebbe dovuto scendere a Palo Laziale e, nel feudo della famiglia Orsini, attendere il condono, ma è qui che si compie un giallo: a bordo del traghetto, per una disattenzione, rimasero le opere importantissime dell'artista che avrebbero dovuto essere il lasciapassare per la sua libertà. Allora gli Orsini misero a disposizione di Caravaggio un'imbarcazione per ritornare indietro e recuperare il bagaglio, ma lo stress di una vita vissuta aveva compromesso lo stato di salute dell'artista, che non resse alla fatica di questa ultima vicenda ad alta intensità fisica e emotiva, e morì a un passo dalla felicità, in un alone di mistero, a Porto Ercole, il 18 Luglio del 1610.

Durante tutta la sua vita avventurosa sempre vissuta al limite, Caravaggio realizzerà grandissime opere, uniche e inimitabili, fra le quali "David con la testa di Golia" "Fanciullo con canestro di frutta" "Riposo durante la fuga in Egitto" "Giuditta che taglia la testa a Oloferne" " Conversione di san Paolo" " Crocifissione di san Pietro" "Amor vincit omnia" "Flagellazione di Cristo" "Cena in Emmaus" "La Deposizione".
 

- Signora Lorena, ma sa che il titolo del suo libro quasi mi calzerebbe a pennello?
 

- Per me sarebbe un grande onore.
 

- Vede signora, io, nonostante tutte le leggende sul mio conto, non ero un vero genio sregolato. Certo non ero neanche un angioletto, ma provate voi a perdere il padre con la peste e stare senza famiglia. Sapeste quanti morti ammazzati ho visto a Milano a causa di quell'epidemia ed io ero solo un bambino. Crescendo, il mio caratteraccio fu una reazione a quello che avevo passato. Ero piccolo e fragile ma non lo sapevo, ho vissuto con tutta la mia animosità, obbligato a scongiurare la paura che mi portavo dentro, per fortuna mi ha salvato la pittura. E poi, in fondo, da giovane per molti anni sono stato diligentemente un bravo apprendista senza battere ciglio.
 

- E poi che è successo?
 

- Crescendo non sono riuscito a domare il mio "io" fragile, venivo amato e odiato perché la mia pittura era troppo moderna, non c'era una via di mezzo, da un lato avevo grandi estimatori, da un altro feroci invidiosi del mio talento. E purtroppo tante volte finiva in rissa, ero solo un povero senza famiglia che non sopportava le ingiustizie. A proposito di ingiustizie, non è giusto che patisca la fame, Turner mi ha detto che su questo macinino avrei trovato qualcosa da mettere sotto i denti.
 

- Panino con la porchetta?
 

- Walter sei un grande!
 

- Signor Caravaggio, gradirebbe un bicchierino di Bicèrin?
 

- Signora Lorena, sarebbe meglio mezzo litro ma in presenza di una poetessa come lei non posso rifiutare.
 

- Caravaggio, ci puoi parlare della tua tecnica?
 

- Vedi, caro Walter, dopo aver lavorato per tanti anni al soldo di altri maestri, finalmente mi sono liberato, facendo uscire dal mio io la mia vera anima artistica: non più tele di formato ridotto ma grandi superfici dove l'osservatore poteva entrare con tutte le scarpe nella scena che avevo rappresentato, ogni dramma o immagine di gioia dipinta doveva essere vissuta dallo sguardo di chiunque con un'emozione che poteva essere di terrore, paura o gaia felicità e, dopo anni di gavetta da pittore in subalterno, avevo affinato una tecnica che mi aveva fatto vedere la potenza della luce dinanzi all'oscurità, l'esaltazione del lampo di luce divina sul buio più nero, volete sapere tecnicamente dov'è l'arcano?
 

- Sì.
 

- Cromaticamente un oggetto illuminato posto davanti ad un fondo di tonalità più scura fa sì che i colori dello stesso ne vengano messi maggiormente in risalto esplodendo di vitalità. Nelle mie opere i protagonisti dovevano parlare un linguaggio di luce che, modestamente, in tutto il mondo io solo sapevo accendere.
 

- Anche Turner non scherzava.
 

- Sì, ma lui mica era nato in Italia. A proposito, dove stiamo andando?
 

- A vedere le grotte di Frasassi.
 

- Spettacolari! Bravo Walter, sarà l'apoteosi della luce sulla tenebre sotterranee, la bellezza della natura incontaminata dall'operato dell'uomo!
 

- Signor Caravaggio si era dimenticato dei Gianduiotti.
 

- Lorena, la dolcezza è un arte. Forza Walter, dai tutto gas a questo trabiccolo e portaci nei meandri del sottosuolo a rimirare il miracolo e la bellezza della natura italiana.
 

Amici lettori, scenderemo all'interno delle grotte di Frasassi anche per voi. Se vi mettete un golfino, vi accompagneremo nel mondo della fantasia. Ci rivedremo al prossimo artista, sarà sempre un grande piacere.

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  Porti e ponti: Biblioteca.

10 Ottobre 2019 , Scritto da Luca Lapi Con tag #luca lapi, #le riflessioni di luca

  

 

 
  
   "Porti e ponti. La Biblioteca come luogo di scambio tra culture".
     "Porti": in senso esteso, sono mete, sono rifugi.
     Sono mete di viaggiatori.
     Sono rifugi per chi cerca luoghi migliori di quelli natii.
     E' in questo senso che ogni Biblioteca può essere: "luogo di scambio tra culture".
  Ogni Biblioteca può essere meta per chiunque non intenda fermarsi a metà di un proprio percorso culturale.
     "Pòrti": è voce del verbo: "portare" ed ogni Biblioteca può "portare" chiunque la frequenti ad un livello culturale superiore a quello iniziale.
     "Porti": è voce del verbo: "porre" ed ogni Biblioteca può "porre" chiunque la frequenti a "porsi" più domande per cercare e trovare più risposte riguardo al proprio futuro professionale, ma anche e soprattutto, sociale, associativo.
     "Ponti": da attraversare e non per guardare, in lontananza, l'altra sponda; non per impedirne l'attraversamento.
     "Ponti": per essere pronti a scambiarsi le diverse culture.
     "Ponti": non per pontificare, parlando a qualcuno con tono di autorità.
     La Biblioteca come luogo di scambio tra culture: non di scambio di figurine col rischio di figuracce.
     Non luogo comune (benché appartenente al Comune).
     Non fuori luogo.
     Non luogo a procedere, se non verso uno scambio tra culture.
 
          Luca Lapi
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Alla poetessa e antropologa brasiliana Márcia Theóphilo il Premio alla Carriera al Premio “L'arte in versi” di Jesi

9 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #eventi, #poesia

 

 

 

 

Un importante riconoscimento alla poetessa di origini brasiliane Márcia Theóphilo, da tanti anni nella capitale. Poetessa, scrittrice e saggista che ha dedicato tutta la sua produzione ai diritti del popolo dell'Amazzonia, riceverà a novembre prossimo il Premio “Alla Carriera” per la sua intensa attività in una cerimonia pubblica a Jesi (Ancona).

Il conferimento avverrà in seno alla premiazione della ottava edizione del prestigioso Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” di Jesi, iniziativa concorsuale ideata e presieduta dal poeta e critico letterario Lorenzo Spurio e organizzata dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi, con la poetessa Michela Zanarella quale Presidente di giuria. La Giuria ha inteso premiare la poetessa Theóphilo a ragione della sua ingente produzione letteraria, in numerose lingue, e per il suo strenuo impegno per la salvaguardia dell'ecosistema (che le ha valso in passato anche il noto Premio “Città di Vercelli” per la Poesia civile) con particolare attenzione all'universo della biodiversità che contraddistingue l'Amazzonia.

Il riconoscimento, congiuntamente alla lettura della Motivazione del conferimento, avverrà durante la serata di premiazione che si terrà, con il Patrocinio morale della Regione Marche, dell’Assemblea Legislativa della Regione Marche, della Provincia di Ancona e dei Comuni di Jesi, Ancona e Senigallia, il 16 novembre 2019 nella Sala Maggiore del Palazzo dei Convegni di Jesi sul Corso Giacomo Matteotti.

Márcia Theóphilo dal 1986 rappresenta l’Unione Brasiliana di Scrittori in Italia (U.B.E.). Ha eseguito gli studi in Brasile e a Roma dove si è laureata in Antropologia. Nel 1972 ha lasciato il Brasile per sottrarsi alla dittatura militare. Ritornerà nel suo paese d’origine a dittatura terminata, vivendo a intervalli tra Rio de Janeiro e Roma. Ha dedicato il suo studio, i suoi interessi e il suo lavoro a dipingere la situazione naturalistica, ambientale e socio-antropologica dell’Amazzonia alla quale ha dedicato numerosi volumi, sia in italiano che in portoghese, tra poesia, racconti brevi e saggi di approfondimento. A Roma, grazie all’amicizia col poeta brasiliano Murilo Mendes (1901-1975), ha conosciuto Rafael Alberti (1902-1999) con il quale stringerà un forte rapporto, testimoniato anche da una serie di lettere, scritti critici e note di accompagnamento vergate da Alberti (che con lei condivise l’esperienza dell’esilio) alle sue opere stampate. Numerose le conferenze, gli incontri e i programmi di interscambio tra Brasile e Italia dove nel corso degli anni è risultata importante la figura dell’autrice, come co-organizzatrice o partecipante. Ha pubblicato numerosi libri tra i quali Os convites (1969), Bahia terra marina (1980), Catuete curupira (1983), O Rio, O Passaro (1987), Io canto l’Amazzonia (1992), Amazon Sings (2003), Amazzonia respiro del mondo (2005), Amazzonia madre d’acqua (2007), Ama + Zonia, Ogni Parola un essere… (2018). Testimonial dell’iniziativa “Per una Cultura della Biodiversità”, promossa dalla Commissione Nazionale Italiana UNESCO nell’ambito della campagna di educazione allo sviluppo sostenibile (DESS). Sulla sua produzione hanno scritto: Rafael Alberti, Mario Luzi, Grazia Francescato, Ruggero Jacobbi, Armando Gnisci, Saverio Tutino, Dante Maffia, Dacia Maraini. 

La Commissione di Giuria, che ha inteso riconoscere questo importante premio alla poetessa Di Iorio, era così costituita: Michela Zanarella (Presidente), Emanuele Marcuccio, Vincenzo Monfregola, Giuseppe Guidolin, Rita Stanzione, Valtero Curzi, Stefano Baldinu, Antonio Maddamma, Morena Oro, Antonio Sacco, Fabia Binci, Stefano Caranti, Cinzia Baldazzi e Francesco Martillotto.

Nel corso della serata verrà conferito anche il Premio Speciale “Alla Cultura” alla poetessa teatina Rosanna Di Iorio e verranno ricordati “alla memoria” tre poeti: Maria Ermegilda Fuxa di Alia (Palermo), Salvatore Toma di Maglie (Lecce) e Silvio Bellezza di Lanzo Torinese (Torino).

 

 

Info:

www.associazioneeuterpe.com

ass.culturale.euterpe@gmail.com

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