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L'estetismo di oscar Wilde, parte seconda

26 Febbraio 2013 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #saggi

L'estetismo di oscar Wilde, parte seconda

..... segue

For it always ran riot -

Like a tangled sunbeam of gold:

These things are old.

I remember so well the room,

And the lilac bloom

That beat at the dripping pane

In the warm June rain;

And the colour of your gown,

It was amber-brown,

And two yellow satin bows

From your shoulders rose.

And the handkerchief of French lace

Which you held to your face -

Had a small tear left a stain?

Or was it the rain?

On your hand as it waved adieu

There were veins of blue;

In your voice as it said good-bye

Was a petulant cry,

'You have only wasted your life.'

(Ah, that was the knife!)

When I rushed through the garden gate

It was all too late.

Could we live it over again,

Were it worth the pain,

Could the passionate past that is fled

Call back its dead!

Well, if my heart must break,

Dear love, for your sake,

It will break in music, I know,

Poets' hearts break so.

But strange that I was not told

That the brain can hold

In a tiny ivory cell

God's heaven and hell.

Ed eccoci a The Ballad of Reading Gaol, del 1898, che nasce da un dolore profondo e sentito. Il tema è l’impressione suscitata in carcere dall’arrivo di un condannato a morte, un soldato che ha ucciso la sua donna nel sonno, perché ubriaco. Le immagini e l’atmosfera ricordano il romanticismo di Coleridge. Qui Wilde si distacca dall’egoismo decadente - che considera la vita come un’esperienza di raffinamento personale - in favore di un sentimento di solidarietà.

Yet each man kills the thing he loves

By each let this be heard,

Some do it with a bitter look,

Some with a flattering word.

The coward does it with a kiss.

The brave man with a sword!

Some kill their love when they are young,

And some when they are old;

Some strangle with the hands of Lust,

Some with the hands of gold:

The kindest use a knife, because

The dead so soon grow cold.

Some love too little, some too long,

Some sell, and others buy;

Some do the deed with many tears,

And some with a sigh:

For each man kills the thing he loves

Yet each man does not die.

L’autore oscilla fra il superamento della morale comune e i sensi di colpa collegati anche alla paura della morte.

Wilde ha scritto anche molte fiabe, nate con i suoi figli, negli anni tranquilli del matrimonio, prima del processo e della prigione. Anche qui è dibattuto l’eterno conflitto fra estetica ed etica. The Happy Prince narra l’amore innaturale ma purissimo fra una rondine e una statua.The Nightingale and the Rose è anch’essa basata sul connubio amore-morte, tanto caro ai decadenti - così come agli scapigliati italiani, fra cui il quasi dimenticato Igino Ugo Tarchetti. L’amore, ci dice Wilde, non può esistere senza sacrificio. Ne Il gigante egoista è presente un senso di morbosità che si ricollega ad un interesse eccessivo per i bambini riscontrabile nel periodo vittoriano.

Secondo Wilde, in letteratura c’è bisogno di potenza fantastica, nei suoi saggi egli si oppone al realismo e critica Émile Zola.

The only real people are the people who never existed.

La vita imita l’arte e non il contrario, è informe, l’ordine le è conferito solo dall’attività artistica dell’uomo. L’arte non esprime altro che se stessa. La critica è più creativa della creazione, la critica più alta è quella che rivela nell’opera d’arte ciò che l’artista non vi ha messo.

The first duty in life is to be as artificial as possible.

La differenza fra romanticismo e decadentismo è che nel secondo si sono persi gli ideali. Gautier, Pater, Baudelaire, Mallarmè, Morris, Ruskin, Rimbaud, Huysman, con la loro sensibilità avvelenata, fin de siècle nervosa e corrotta, costituiscono la seconda fiammata romantico-decadente, che si oppone alla tristezza di una vita meschina e monotona, basata sul pessimismo di Schopenhauer. L’uomo è mosso da una volontà immanente e cattiva, e vive una brutta realtà che va sostituita con una bella bugia. La natura è il corredo genetico che ci è imposto, l’artificio la nostra libera scelta.

The Portrait of Dorian Gray è un romanzo dell’orrore quasi gotico, forse assorbito dalla frequentazione di Le Fanù e Maturin. Il ritratto rappresenta la vecchiaia e la turpitudine dell’anima. La storia narra di Dorian Gray, giovane innocente, bellissimo e sensibile, che conosce il corruttore Henry Wotton, cinico, debosciato, stanco della vita e dei piaceri. La corruzione operata da Wotton su Gray, dal punto di vista wildiano è un’iniziazione alla vita dei sensi, alla conoscenza del mondo attraverso il piacere. Lo stato d’animo dei protagonisti è reso attraverso le sensazioni: odori spossanti, suoni, atmosfere languide, soffocanti ma non sgradevoli, come ne Il Piacere di D’Annunzio. Nella prefazione Wilde afferma:

All art is at once surface and symbol. Those who go beneath the surface do so at their peril.

Tutto il Dorian Gray è un simbolo pericoloso per chi lo intuisce, un messaggio decadente di edonismo raffinato. Fino a che punto, si chiede l’autore, può arrivare un esteta prima di diventare un mostro come il ritratto? La biblioteca di Henry Wotton è un paradiso stile liberty, Dorian scopre Wagner e ne è travolto. Henry Wotton è colpito dal candore di Dorian, così pronto a essere plasmato, iniziato al “new edonism”, alla gioia di vivere, alla riscoperta del corpo, al rinascimento ellenista. Wotton è stanco dei piaceri fisici e vuole godere attraverso i sensi freschi di Dorian e tramite il plagio dell’anima altrui.

L’armonia del corpo e dell’anima – quale immenso valore è in essa! Noi nella nostra stoltezza abbiamo separato le due cose e inventato un realismo che è volgare e un idealismo che è vacuo.

Henry si scaglia contro la società perbenista, vittoriana, industrializzata, capisce che è l’ambiente a inibire Dorian, reprimendolo. L’opera di corruzione è anche rivelazione. Laddove il realismo è privo di anima e il romanticismo troppo ideale, l’edonismo parte dall’esaltazione dei sensi e giunge al superamento del dualismo spirito materia che aliena l’uomo. Il “new edonism” somiglia al neoplatonismo rinascimentale con in più il pessimismo di Schopenhauer. Attraverso l’affinamento dei sensi porta all’ideale. Non esiste bene o male ma solo bello o brutto. Si può curare l’anima con i sensi - ed i sensi con l’anima - il piacere conduce a una conoscenza che nessuna religione e nessuna dottrina filosofica sanno offrire.

Tutto il romanzo è un groviglio di contraddizioni che rappresentano la mente combattuta di Wilde, palestra di conflitti eterni fra immoralità e senso di colpa conseguente. Quando un esteta, un egoista, compie un gesto buono, lo fa per provare una nuova sensazione - e questo rientra nell’edonismo - oppure perché recita la commedia della bontà a completamento della creazione artistica della sua vita.

La trama del romanzo è faustiana. Il Faust di Marlowe siglava il suo patto col diavolo per la sete di sapere, quello di Goethe per amore, quello di Wilde lo fa per il piacere. Ma la consumazione dell’atto amoroso (eros) porta alla colpa e quindi all’espiazione attraverso la morte (thanatos). La vita di Dorian Gray non è felice, c’è sempre un freno che sciupa la degustazione dei piaceri terreni, egli è freddo e gelido. Non diventa un vero esteta perché non ha mai contemporaneamente un corpo e un’anima. Il nuovo edonismo fallisce.

La superficie del romanzo è costituita dalla trama, dall’eleganza dello stile, dall’omosessualità che aleggia non dichiarata. Il simbolo è l’invito a rompere con le convenzioni puritane della società, per godersi il frutto della vita di là dal bene e del male. Questa dottrina edonistica, però, non regge, porta all’abbrutimento, all’infelicità, al mostro che, nel finale, muore alla stregua di tutti i mostri del romanzo gotico. Il linguaggio è stracarico, raffinato, soffocante, suggestivo.

Concludiamo con Il ritratto di Mr W.H., un racconto del 1989. Mr W.H. è colui al quale Shakespeare dedicò le sue opere, probabilmente il ragazzo di cui era innamorato. Wilde lo ricollega alla sua storia d’amore con Lord Alfred Douglas. In comune con Il ritratto di Dorian Gray abbiamo il triangolo di uomini che si muovono in un’atmosfera di amicizia morbosa tendente all’omosessualità, e la figura centrale del bel giovinetto fatale, capace di scatenare un uragano nella vita sentimentale dell’artista.

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