riviste letterarie
Alcyone 2000 Quaderni di poesia e di studi letterari: volume 19
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Volume 19 di “Alcyone 2000 - Quaderni di poesia e di studi letterari”
Guido Miano Editore, Milano 2025
“Benedetto Croce, alla fine de La poesia di Dante, la giustamente celebre monografia del 1921, dopo aver a lungo discorso del rapporto fra tradizione filosofico-culturale, problematiche teologiche e dottrinali, e valori artistico-letterarî nella Commedia, concludeva sottolineando il significato universale del poema dantesco poiché in esso prontamente si riconosce «quella voce che ha il medesimo timbro fondamentale in tutti i grandi poeti ed artisti, sempre nuova, sempre antica, accolta da noi con sempre rinnovata trepidazione e gioia: la Poesia senza aggettivo. A coloro che parlano con quel divino o piuttosto profondamente umano accento, si dava un tempo il nome di Genî; e Dante fu un Genio» (….).
FLORIANO ROMBOLI
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“Italo Calvino (Santiago de Las Vegas, Cuba, 1923 - Siena, Italia, 1985) è stato uno dei pochi scrittori italiani del Novecento che ha saputo conciliare, nella sua vita così come nelle sue opere, esigenze della ragione e sentimenti di umanità, istanze ideologiche e politiche con impulsi onirici e libertà di creatività fantastica. Non dovrebbe esser stato per lui impresa ardua poiché tutte le sue dimensioni mentali, esistenziali, culturali paiono risultare innate, congenite alla sua natura. Tale è l’impressione che si è formata in me nell’attenta lettura di alcune sue opere, come Il sentiero dei nidi di ragno (1947); la famosa trilogia degli antenati: Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), Il cavaliere inesistente (1959); Le cosmicomiche (1965); Le città invisibili (1972) ed anche Il castello dei destini incrociati (1973). Libri che consiglio vivamente ai lettori, non solo per il valore intrinseco letterario e tematico - sono di Italo Calvino, al quale il Premio Nobel andava assegnato - ma anche per quel che viene chiamato il piacere della lettura a tutto tondo, cioè un viaggio serio e divertente allo stesso tempo nel mondo concreto, storico e nel mondo dei nostri sogni, capace di farci evadere dalla tirannia del dato di fatto, dall’iperrealismo che spesso ci tarpa le ali. Per dimostrare l’ipotesi iniziale – se ce ne fosse bisogno – di questo articolo, frughiamo ora nella vita e negli scritti dell’intellettuale cubano-sanremese, in modo paradigmatico, senza pretese di completezza. (…)”
ENZO CONCARDI
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“Era l’anno 960 d.C. nel mese di marzo quando si istruisce un processo in pubblica piazza secondo l’uso longobardo… Eh sì!!!! In quell’epoca erano i Longobardi i Signori di Capua e delle terre limitrofe. Capua assurge a Contea e Principato della Longobardia Minor, dopo il distacco da quelli di Salerno e Benevento. La giustizia e le varie contese venivano, amministrate e discusse nell’area antistante il Palazzo dei principi Longobardi, nel perimetro delimitato proprio dalle tre chiese a corte: San Michele, San Giovanni e San Salvatore; ed ecco che proprio davanti alla chiesa di San Salvatore, la rediviva Pricipessa Adelgrima, ne apre le porte agli studiosi, alle scolaresche ed a tutti i convenuti alla manifestazione. Il processo in questione riguardava una vertenza tra il Nobile Rodelgrimo, che rivendicava, come sue, le terre avute in eredità dal padre, ed i monaci benedettini che, a loro volta, ne rivendicano il possesso perché le lavoravano da oltre 30 anni. Lo storico Nicola Cilento ricostruisce la vicenda trasmessaci dalla “carta capuana” (…)”.
ANGELA RAGOZZINO
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Già ho “incontrato” gli scritti di Don Gianni Carparelli: sì, perché quando un autore pubblica uno scritto – di qualunque genere sia – offre ad ogni lettore l’occasione di incontrarlo personalmente; altrimenti, a cosa servirebbe scrivere, se non per affermare sé stessi? E non mi pare che questa sia la ragione per cui scrive Don Gianni, che lo fa per aiutare chi crede a credere meglio, cioè con una maggiore maturità – per quanto la semplicità di cuore sia di per sé più che sufficiente per riconoscere la presenza di Cristo nella propria vita ‘normale’.
Questa volta il sacerdote viterbese ci pone di fronte ad una bella questione: siamo Illuminati di Dio per diventare semi di vita? La forma di questo sottotitolo del libro, intitolato Come un girasole (Ed. APS Amici del Beato Domenico della Madre di Dio, Viterbo 2024) non è interrogativa, ma suscita in chi legge l’interrogativo. Vediamo, dunque, di cosa si tratta.
Nell’Introduzione, spiegando il perché di uno scritto sulla Divina Eucarestia e la sua adorazione (concetti – anzi, realtà che ad ogni fedele minimamente istruito nel catechismo dovrebbero essere comprensibili), Don Gianni pone una domanda ‘secca’: «Ma è tutto qui?» – che credo significhi domandarsi sinceramente se si è capito ‘col cuore’ e non solo con l’intelletto cosa vela e insieme svela il segno dell’ostia consacrata. Insomma, un interrogativo non dissimile dal dubbio che ebbe a Bolsena il sacerdote Pietro da Praga nel 12632, ricevendo in risposta il miracolo del sanguinamento dell’ostia consacrata. Ma i segni ‘straordinari’ servono a rafforzare la fede vacillante (come i circa 142 miracoli eucaristici riconosciuti, ricordati en passant a p.16) (…).
MARCO ZELIOLI
ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, n°19; Guido Miano Editore, Milano 2025, pp. 106, isbn 979-12-81351-70-7, mianoposta@gmail.com.
Niederngasse in uscita con il numero 2 cartaceo
La storica rivista d’artista Niederngasse, fondata online nel 1998 in Svizzera, e diretta da Paola Silvia Dolci, pubblica a fine ottobre 2025 il suo secondo numero cartaceo. Un’edizione limitata e numerata che conferma la vocazione politico-letteraria di questa indipendente realtà culturale.
Il Numero 2, in edizione limitata, numerata, da collezione sarà accessibile a tutti anche in digitale attraverso un originale “Grande Giuoco di Niederngasse”: una plancia da tavolo in cui ogni casella corrisponde a un articolo del numero stampato, e un QR code permette di scaricare gratuitamente il PDF integrale della rivista. Con questa soluzione creativa, Niederngasse intende preservare l’esperienza fisica e collezionabile della rivista senza rinunciare alla libera circolazione dei contenuti culturali.
Niederngasse è una rivista italiana indipendente di poesia e cultura, ed è online dall’agosto del 1998, fondata in Svizzera da Pasquale Capocasa e divulgata in tedesco, poi in inglese con sede in Canada, e poi in italiano, a Milano, diretta da Arlene Ang, con tirature semestrali e le copie venivano pubblicate in gennaio e in luglio.
Le edizioni tedesca, inglese e italiana di Niederngasse hanno poi cessato tutte le pubblicazioni cartacee tra il 2005 e il 2006. In quello stesso periodo, le edizioni tedesca e inglese sono state chiuse definitivamente, sia nella versione cartacea sia in quella online. Paola Silvia Dolci è subentrata alla direzione dell’edizione italiana nel 2006, e dal 2011 ne cura stabilmente e quotidianamente ogni aspetto. Da allora, l’edizione italiana è rimasta l’unica attiva, ampliando il proprio raggio d’azione come rivista indipendente di poesia e cultura, con un forte orientamento alla ricerca e alla sperimentazione.
Niederngasse è una parola tedesca e può essere tradotta come “vicolo basso”, “strada bassa”, quindi un luogo urbano spesso nascosto, un rifugio per chi cerca il diverso. Le riviste letterarie sono la cavalleria leggera della letteratura. Affiancano la vita editoriale, anticipano le correnti e il sentire comune. Questi numeri stampati nascono dal desiderio di esplorare futuri alternativi. Immaginare mondi che potrebbero svilupparsi in modi imprevisti: piccoli cambiamenti che si trasformano in rivoluzioni sociali, tecnologiche o ambientali. Il contenuto della rivista si concentra su scenari plausibili ma radicalmente differenti da quello attuale. Perché farlo? Perché pensare all’avvenire in modo inconsueto ci aiuta a riflettere su dove stiamo andando e se dovremmo cambiare rotta. Non è solo fantasia: è un modo per stimolare il pensiero critico e la creatività. È fondamentale concepire prospettive diverse dal nostro presente, capaci di offrire visioni alternative che incoraggino il dibattito e il divenire umano: è una sollecitazione a vedere la scrittura non solo come rappresentazione dell’oggi, ma come strumento per costruire e reinventare il domani. Non si tratta solo di scrivere storie, ma di delineare contesti che potrebbero influenzare la nostra visione del futuro. Niederngasse è politico. “Quando gli intellettuali non possono fare nient’altro, fondano una rivista”. Sezioni della rivista: Narrativa e poesia speculativa, Storie del futuro, Mondi possibili, Articoli, saggi e scenari futuribili, Futuri plausibili, Speculazioni scientifiche, Interviste e conversazioni, Dialoghi sul futuro, Visionari (anche immaginari), Recensioni e analisi, Nuove uscite (anche immaginarie), Classici alternativi (anche immaginari), Arti visive e design futuribile, Visioni alternative. All’interno del primo numero troverete contributi di autori come Vincenzo Ostuni, Nino De Vita, Antonio Syxty, Alfonso Lentini, Luciano Neri, Pier Franco Brandimarte, Alessandro Seri, Gloria Postuma, Riccardo Innocenti, Michaela D'Astuto, Giuseppe Rizza, Antonio Francesco Perozzi, Francesca Marica, Giuseppe Calandriello, Valentina Murrocu, Francesco Scapecchi, Vittorio Alfieri, Elisa Audino, Alberto D'Amico. Nel secondo numero le autrici e gli autori: Guido Oldani, Vincenzo Mascolo, Gordiano Lupi, Marco Giovenale, Antonino Bove, Alfonso Lentini, Francesco Deotto, Salvatore Sblando, Francesco Aprile, Lorenzo Mari, Alessandra Greco, Giuseppe Calandriello, Lidia Popolano, Luca Zanini, Giuseppe Rizza, Francesca Perinelli, Niccolò Bosacchi, Luigi Di Cicco, Sandra Branca, Vittorio Alfieri, Guido Michelone. Il progetto grafico è stato commissionato a Francesco Calcagnini, scenografo e costumista, che ha collaborato con importanti registi come Dario Fo, Ronconi, Davide Livermore, ecc. lavorando a produzioni teatrali o operistiche di rilievo. Le sue opere spazi dalla scenografia, alla pittura, all’istallazione.
La rivista è in via di registrazione come pubblicazione d’artista a tiratura limitata, con deposito presso tre istituzioni internazionali: la Bibliothèque Kandinsky del Centre Pompidou, la Fondazione Bonotto, la Tate Library di Londra.
La scelta di trasformare Niederngasse da rivista online a pubblicazione cartacea e di fondare la casa editrice Niederngasse Edizioni, risponde a una precisa visione. Non si tratta di nostalgia del libro, ma di un gesto editoriale consapevole che intende restituire profondità, presenza e durata a una forma di espressione oggi marginalizzata. Il passaggio al cartaceo riafferma la materialità del testo in un’epoca di ipercondivisione digitale, dove la parola corre e si dissolve. Stampare significa: fermare, dare peso, affermare l’esistenza di un pensiero che merita spazio, non solo visibilità. Sottrarsi alla logica dell’algoritmo. La versione online era accessibile, ma inevitabilmente sottoposta ai meccanismi di visibilità del web (like, SEO, reach). Il cartaceo rifiuta la rincorsa all’engagement per affermare una forma di ricezione lenta, autonoma, non interrotta. Dare alla rivista una dimensione da oggetto d’arte. Niederngasse non è solo contenuto, ma anche impianto visivo, grafico, esperienziale. Il cartaceo consente di trattare ogni numero come un oggetto unico, da collezione, valorizzando l’impaginazione, la carta, le pause bianche, le scelte tipografiche. Costruire un archivio culturale autonomo. Ogni numero cartaceo diventa una traccia permanente, che può essere archiviata, donata, custodita, studiata. L’online non garantisce continuità storica. Il cartaceo, sì. E oggi più che mai, costruire un archivio è un atto di resistenza. Coinvolgere una comunità reale. La distribuzione cartacea ha permesso di creare eventi, presentazioni, circuiti fisici di lettura. Niederngasse non è più solo un link, ma un incontro, una voce, un gesto condiviso.
Il lancio del primo numero è stato presentato il 5 aprile a Roma, presso lo Studio Campo Boario, con letture, interventi degli autori e una partecipazione del pubblico curiosa e attenta. Successivamente abbiamo partecipato: al Festival di Saggistica del 38° parallelo, in Sicilia. Poi, ne abbiamo parlato alla Casa della Poesia di Torino, in occasione del Torino Poesia Festival e a Isola Polvese, a Poesiaeuropa, poi a Roma a Inverso Infestival, alla radio a Story Time a Milano, di nuovo a Roma a Esiste la ricerca e un’anticipazione del secondo numero alla Casa della Poesia di Torino. La rivista è pensata per chi crede che la cultura debba ancora avere una funzione critica e generativa. La cadenza prevista è semestrale, con uscite in primavera e in autunno.
Questa forma cartacea nasce anche da un senso di impotenza di dire ciò che è evidente, in un tempo di erosione democratica e disinvestimento civile. Il dibattito sui diritti umani, le riforme che aumentano il controllo in nome della sicurezza, la crisi climatica, i tagli alla ricerca, la strumentalizzazione dell’informazione e della scuola. E poi le grandi ferite aperte — Gaza, Ucraina — che ci interrogano ogni giorno. La cultura non è decorazione ma struttura, e ogni parola pubblicata ha il potenziale di incidere sulla realtà. Diciamo che Niederngasse è la cavalleria leggera della letteratura italiana, e per noi significa prendere posizione e non voltarsi dall’altra parte. Questo numero stampato nasce anche dal desiderio di una letteratura e una cultura attivamente coinvolte nella trasformazione sociale del paese. Niederngasse è una rivista politica, la letteratura può incidere realmente sul presente quando rinuncia a essere solo intrattenimento o consolazione. Può ancora spostare qualcosa, accendere coscienze, se riesce a parlare alla parte più vigile di noi. (Non sempre lo fa, e non sempre ci riesce.). Niederngasse è nata come rivista indipendente fuori dai circuiti accademici e commerciali, ed è rimasta tale.
Paola Silvia Dolci, autrice, giornalista pubblicista, è direttrice responsabile ed editrice della rivista Niederngasse. Ha concepito e definito l’impianto editoriale del questo progetto. Le date delle presentazioni pubbliche del Numero 2 (previste a fine ottobre e oltre) sono in via di definizione. Invitiamo lettori e stampa a seguire i canali ufficiali di Niederngasse per gli aggiornamenti su luoghi e calendari degli eventi. Per informazioni, interviste o richieste di collaborazione è possibile contattare la redazione: redazione@niederngasse.it e paolasilviadolci@gmail.com
ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, volume 18
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ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, volume 18
Guido Miano Editore, Milano 2024
La Casa Editrice milanese “Guido Miano” continua le sue pubblicazioni dei volumi “Alcyone 2000” (ottobre 2024), i cui testi forniscono interessanti contributi come “Quaderni di poesia e studi letterari”: siamo giunti al numero 18 di tali percorsi, negli scenari culturali degli Anni Duemila. Il volume è suddiviso in cinque parti: Contributi letterari; Testimonianze; Pittura e scultura; Sillogi poetiche; Itinerari di letteratura comparata: saggi critici. Mi piace citare alcuni autori che sono trattati in tali contesti, per rendere edotto il lettore della qualità dei poeti e dei letterati che appaiono sulle pagine della rivista e della conseguente seria e professionale ricerca critica da essa portata avanti. Andando in ordine di pubblicazione troviamo: Carducci, Pascoli, Turoldo, Platone, Bronte, Baudelaire, Poliziano, Tennyson, Leopardi, Montale, De Luca, Rebora, Ungaretti … nonché alcune sillogi di poeti contemporanei alla ricerca della propria affermazione. Inoltre trovano spazio anche arti figurative come pittura e scultura, con belle immagini a colori e in bianco e nero, nella volontà editoriale di sviluppare il discorso del “parallelismo delle arti”.
Per testimoniare al lettore i contenuti significativi, prendiamo in esame alcuni contributi paradigmatici, attraverso una trattazione critica sinottica. Iniziamo dal saggio di Giorgio Battaglia dal titolo: “Messaggio sociale in Carducci e Pascoli”. Il maestro-vate garibaldino dell'Italia riunificata di fine Ottocento (Carducci) e il discepolo cantore dell'Italia contadina e della giustizia sociale (Pascoli) sono accomunati, secondo l'autore, dallo stesso anelito di rinnovamento e riscatto etico-politico-sociale dell'Italia, sebbene portatori di poetiche differenti, l'uno realista, l'altro con sensibilità decadentista. Per Carducci il Risorgimento è stata l'epopea eroica dell'unificazione, alla quale succede però l'imborghesimento della vita civile e sociale. Per Pascoli l'emancipazione del lavoro era l'obiettivo primario, ricordando anche il suo socialismo umanitario giovanile. Per entrambi, così come per il De Amicis, risolto il problema politico, restava insoluto il grave problema sociale delle masse diseredate dalla rivoluzione industriale.
Volgiamo ora lo sguardo sul saggio di letteratura comparata di Gabriella Veschi: “Il viaggio nell'anima di Imperia Tognacci, sui sentieri poetici di Giacomo Leopardi e di Giuseppe Ungaretti”. Analizzando il poemetto “Là dove pioveva la manna” (2015), della poetessa nata a San Mauro Pascoli, definisce un 'viaggio nell'anima' tale sua opera, scoprendo analogie con il padre dell'Ermetismo, Giuseppe Ungaretti: entrambi ricercano l'ordine e l'armonia nel caos del mondo contemporaneo, e il lessico dei paesaggi desertici della Tognacci ricorre anche in Ungaretti (Vita di un uomo). Così in Leopardi le similitudini vengono riscontrate con le “Operette morali”, sia per l'impianto strutturale, sia per la tematica dell'influsso del progresso sulla vita umana, sia per la comune visione della natura malevola e indifferente verso i destini umani, come nelle sofferenze dell'islandese e del pastore errante per le steppe asiatiche.
Le sculture della genovese Maria Teresa Vittone, scomparsa proprio quest'anno, possono essere citate come esempio degli artisti pubblicati da Miano: in “Alcyone 2000” è presentata dai critici Salvo Nugnes e Paolo Levi, oltre a una nota editoriale: insieme sottolineano che “... la morbidezza, l'estetica curata e raffinata, ma allo stesso tempo semplice, rendono le sue opere un tributo alla bellezza femminile”. E possiamo ammirare: Incantesimo, Apparenza, Pentimento bronzi del 2000, 2012, 2016.
Per concludere i nostri inviti alla lettura, visitiamo due sillogi poetiche commentate da Marcella Mellea e Raffaele Piazza. La prima, “Coriandoli di vita” è di Cinzia Magarelli, poetessa milanese dalle liriche intense e delicate, esprimenti luci e colori, scaturenti dal proprio mondo interiore e spirituale. Tempo, spazio ed emozioni umane si concretizzano nella vita concepita come un viaggio, nel quale il ventaglio dei sentimenti arricchisce le occasioni per vivere, solo incrinato da un amore ferito. L'altra, “Vivo di te” è di Francesco Terrone, poeta salernitano che canta l'amore come salvezza del mondo, quell'amore sentimentale che tiene uniti per sempre in un cammino infinito verso la felicità e quell'amore universale che oggi non aleggia sul Pianeta Terra, e per tale sua assenza l'umanità va alla deriva.
Enzo Concardi
Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari, vol.18; Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 116, isbn 979-12-81351-47-9, mianoposta@gmail.com.
ALCYONE 2000 QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI
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È uscito il volume 18 di: ALCYONE 2000
QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI
Guido Miano Editore, Milano 2024.
In questo volume articoli su Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Padre David Maria Turoldo, Maria Angela Eugenia Storti, Don Angelo Carparelli, ecc…. Opere d’arte di Maria Teresa Vittone, Fabio Recchia, Geremia Renzi, Anna Actis Caporale, Cecilia Natale.
«Carducci nell’ultimo ottocento simboleggia il passato redivivo nell’atto di espandere nel cuore di tutti il seme della grandezza; e della giustizia, del lavoro e della pace. Egli è il “Santo Maestro” che educava i giovani ad anteporre nella vita, spogliando i vecchi abiti di una società guasta, l’essere al parere, il dovere al piacere, conservare, alimentare, dissotterrare la grande tradizione nazionale, “il poeta-vate della terza Italia”, la cui poesia sarà come “un assillo che la pungerà a procedere sempre, un fuoco inestinguibile che la costringerà a sempre più purificarsi: l’anima che la rapirà sempre più verso l’ideale che solo è vero”. La fede, l’ansia, la trepidazione, l’ebbrezza del martirio dei protagonisti del Risorgimento, nulla perdettero del primitivo slancio nell’animo del poeta maremmano, il quale le trasfuse, ‘bagnate’ dei problemi sociali nuovi, nei suoi discepoli. E Pascoli fece suo il messaggio del venerato maestro, il quale, nel discorso pronunciato in occasione dello Scoprimento del busto di G. Leopardi così si esprime: “Signori, io non sono di quelli che stoltamente o scelleratamente sognano che la miseria e il dolore abbiano da finire, ma sono di quelli che fermamente credono e vogliono che la miseria debba essere alleviata e il dolore sollevato”…».
Giorgio Battaglia
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«Ho due motivi per scrivere di padre David Maria Turoldo su “Alcyone 2000”, che nel volume 16 (2022) ospitò la ristampa di un suo scritto, Mia madre, pubblicato per la prima volta sul n°1-2 (gennaio-aprile 1957) di “Davide, rivista sociale di lettere e arti”, fondata nel 1951 da Alessandro Miano, fratello maggiore di Guido. Padre Turoldo era in rapporti amichevoli con i fratelli Miano; oltre a partecipare a vari eventi culturali, ha tenuto varie lezioni straordinarie al “Corso Biennale di Orientamento Professionale di Giornalismo” di Milano, presso il “Centro Sperimentale italiano di giornalismo”, di Guido Miano. E siccome si suol dire “gli amici degli amici sono amici”, ho aderito volentieri all’invito di scrivere su di lui. Non ho conosciuto personalmente padre Turoldo, ma l’ho incrociato due volte. La prima da ragazzino, dopo la morte di papa Giovanni XXIII, quando mio papà, che lo conosceva personalmente e lo apprezzava molto, portò la famiglia a Sotto il Monte (BG) per partecipare a una Messa celebrata da padre Turoldo. Una seconda volta lo incrociai da studente universitario nei primi anni ‘70 ad un’iniziativa del “Tribunale Russel” contro la repressione in Brasile. Devo dire che non mi entusiasmò. Ma quando mio papà morì, nel 2006, trovai nel suo computer un file intitolato “Pregare” coi nomi dei vivi e dei defunti a lui cari – e per i defunti c’era scritto (c’è scritto, lo conservo ancora): “per P. Davide Turoldo, Requiem”. Ciò me lo ha reso più vicino di quanto abbia potuto fare la sua multiforme attività pubblica, ricchissima…»
Marco Zelioli
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«Il salotto culturale di “Palazzo del Poeta” a Palermo, riapre le porte, con un nuovo cartellone ed un itinerario dedicato al mondo femminile. Dodici donne si raccontano attraverso la letteratura, il cinema l’arte, insieme al punto di vista di due autori, il cui sguardo completerà la rassegna letteraria “Un tè con l’autore”, ideata dalla giornalista Rosa Di Stefano. Ad inaugurare il quarto cartellone della stagione, venerdì 29 settembre, è stata la scrittrice Maria Angela Eugenia Storti con il saggio Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione introdotto dall’accurata prefazione di Lea Di Salvo. Un sentiero di riflessione sulla letteratura del Novecento, attraverso il confronto di alcuni degli autori ritenuti dall’autrice più significativi nell’ambito della cultura tedesca, anglosassone ed italiana. Percorsi di memoria per ragionare sul romanzo, la poesia ed il teatro e riflettere anche sul contemporaneo…».
Marisa Di Simone
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«Figlia d’arte, in quanto anche il padre e il fratello pittori, Anna Actis Caporale ha avuto una vita avventurosa. Innumerevoli viaggi in paesi orientali, attratta da civiltà misteriose e cariche di simbologie e misteri, ha maturato un linguaggio unico e personalissimo che non dissolve la struttura e lo spessore della realtà naturale, ma ne coglie tutti gli elementi essenziali attraverso pennellate leggere e rapide che trasfigurano i paesaggi assorti e incantati. Temi ricorrenti dei suoi dipinti: il viaggio, i deserti, la mongolfiera che racchiude tutto l’anelito umano a quel senso di libertà cui tutti tendiamo. La sua è una pittura che nasce da una sofferta meditazione interiore, da una ricerca introspettiva, ma soprattutto dall’attimo, da quell’ “attimo che è il centro di ogni cosa” (dall’intervista rilasciata ad Andrea Domenico Taricco in Periodico d’arte) ….».
Michele Miano
Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari, n°18; Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 1116, isbn 979-12-81351-47-9, mianoposta@gmail.com.
Poesia 25
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Poesia 25 - Maggio / Giugno 2024
Feltrinelli - Euro 14 - Pagine 130
La rivista libro di Nicola Crocetti edita da Feltrinelli realizza il consueto mix tra poesia conosciuta e nuove proposte, autori italiani e stranieri, in lingua originale e con traduzioni a fianco. Si parte con Giorgio Caproni e un’interessante intervista al figlio Attilio Mauro che rievoca il suo ruolo educativo di genitore e di maestro elementare. Daniele Piccini cura la sezione antologica e compone un ritratto del poeta con alcune liriche ormai diventate classiche (A mio padre, Preghiera, A Rina, A mio figlio), tutte di impronta familiare. Anima mia, fa’ in fretta / ti presto la bicicletta / ma corri e con la gente / (ti prego sii prudente) / non ti fermare a parlare / smettendo di pedalare. Bellissima. Tutte le poesie di Caproni (irrinunciabili e da rileggere in eterno) le trovate da Garzanti in un bel volume edito nel 2016. Silvio Ramat ci fa conoscere una poetessa non indispensabile (amica di Gozzano) come Amalia Guglielminetti. Rosaria Lo Russo traduce le Favole da incubo di Anne Sexton, vero e proprio fenomeno pop anni Settanta riproposto a distanza di cinquant’anni; tra le pagine della rivista leggiamo un delizioso quanto insolito Cappuccetto Rosso, che ricorda opere analoghe di Gianni Rodari e Aldo Zelli. Ad abundantiam, pure chi scrive si è cimentato con un Cappuccetto Rosso horror sceneggiando un film indipendente uscito circa vent’anni fa. Ispirazioni comuni, pare. Graziano Krätli narra la vita e le opere di Weldon Kees che ha fatto poesia anche con la sua morte misteriosa, scomparso dopo un incidente stradale (suicidio?), il corpo svanito in un dirupo, cosa che ha alimentato una ridda di leggende metropolitane. Tomasz Rózycky è un poeta polacco che scrive sonetti - tre quartine e un distico - molto musicali, leggibili e intensi, ben tradotti da Andrea Ceccherelli. Gabriele Tinti traduce John Gould Fletcher (1886 - 1950), morto suicida, anche se la sua poesia nella versione italiana perde il ritmo e la cadenza del verso che per l’autore sono più importanti della rima. Poesia autobiografica, a tratti dolente, versi che s’interrogano sul ruolo del poeta: La primavera della mia vita è ormai alle spalle / e la quieta pace dell’estate non tornerà più …, a giudizio di chi scrive le traduzioni sono molto ben fatte. Giulia Martini si occupa di voci nuove, in questo numero nel suo opificio (ci spiega pure il significato della parola e l’etimologia latina) propone Silvia Atzori (1998), Giulio Zambon (1998) e Fael Marescotti (2000). Ammetto la mia scarsa capacità di apprezzare sperimentalismi e modernismi estremi, ognuno ha i suoi limiti, ragion per cui non mi pronuncio e rimando alla colta introduzione. Monica Ruocco parla del poeta palestinese Mahmud Darwish, scomparso quattro anni fa e del recente volume Non scusarti per quel che hai fatto, a cura di Sana Darghmouni e Pina Piccolo (Crocetti Editore). Bellissima e dolente A casa di mia madre con il poeta che si sente ospite di un se stesso che vede ritratto in foto, molti anni dopo la sua partenza. Alessandro Cenni ci regala 7 poesie da Felo de se e Giulia Martini chiude il volume con il suo Tresor, poesia ispirata ad atti notarili e contratti. Poesia è una rivista libro ricca di contenuti, che da anni riesce a sopravvivere nel complesso panorama letterario italiano, prima come mensile da edicola, adesso come volume da libreria. Unica nel suo genere, anche per questo da promuovere e da difendere. Leggetela, non ve ne pentirete!
Gordiano Lupi
www.gordianolupi.it
Poesia 24
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Poesia 24
Rivista Internazionale di Cultura Poetica
Marzo/Aprile 2024
Ogni numero di Poesia è una scoperta, una finestra sul mondo della lirica internazionale che apre nuovi orizzonti e al tempo stesso fa viaggiare nel tempo per portare a conoscere opere ignote e far riemergere poeti del passato. Nel numero 24 (Euro 14 per 130 pagine) rileggiamo Vittorio Sereni (1913 - 1983) nel quarantennale della scomparsa con un grande libro Mondadori e con un pezzo di Daniele Piccini che rivede Leopardi e Petrarca in un pugno di versi del poeta di Luino. Si tratta di poesia intrisa di musica atonale, dice il commentatore, che va verso la prosa. Subito dopo scopriamo un crepuscolare minore come Carlo Chiaves (1882 - 1919), presentato da Silvio Ramat, un autore che attinge a piene mani dalla lettura di Pascoli e D’Annunzio, fa poesia autobiografica e muore giovane per colpa di un attacco cardiaco. I problemi di salute fanno in modo che Chiaves non partecipi al primo conflitto mondiale ma sono anche la causa di una prematura comparsa. Il poeta è uno strano essere che vive fantasticando, tra sogno e ironia, come dice il titolo della sua unica opera, anche se con Chiaves siamo dalle parti della cultura storica più che del valore letterario. Daniele Ventre e la sua Odissea commentata - presentato da Maria Clelia Cardona - ci porta nel mondo classico, un volume di 1.310 pagine edito da Ponte alle Grazie, davvero uno sforzo culturale immenso per una traduzione critica dei famosi versi che approfondisce la questione omerica e tutto quel che ruota attorno. Gabriele Morelli, invece, traduce un grande poeta spagnolo contemporaneo come Martin López Vega (che non conoscevo, quindi ringrazio) e la sua opera base El uso del radar en mar abierto, una riflessione sul senso del destino e dell’esistenza. Tra viaggi, incontri e senso della vita, scopriamo che l’amore è l’ancora di salvezza, niente di nuovo sotto il sole, ma molto spesso non è quel che si dice a fare la differenza ma - come in questo caso - il modo in cui si dice. López Vega traduce Pasolini e Sgalambro in spagnolo, per questo benemerito, merita di essere letto anche solo per il verso “ma è chi resta che davvero costruisce la verità”, perché la soluzione di fuggire è solo la più facile, non la più giusta. Poesia presenta in questo numero anche un Opificio delle voci nuove, a cura di Giulia Martini, che introduce al mondo lirico di tre poeti classe 2001 (sarebbero giovani anche come calciatori, figurarsi come poeti!) che già hanno lasciato il segno come redattori e autori di opere in versi tradotte in molte lingue. Sto parlando di Rebecca Garbin, Mattia Tarantino e Imperatrice Bruno, che meritano un’attenta lettura. David Riondino abbassa il livello del numero 24, purtroppo, ché ricordo l’autore ottimo regista di Biciclette ai tropici e buon umorista con la chitarra in mano, mentre sul valore poetico delle sue terzine ospedaliere esprimo le più ampie riserve. Adam Ansky (1838 - 1897) ci riporta in alto come poeta di un’era impoetica, un post romantico polacco presentato da Valeria Rossella, con i suoi sonetti filosofici tratti dal ciclo Sugli abissi che parlano di solidarietà e auspicano un ponte tra generazioni. Torniamo al mondo classico con le Georgiche di Virgilio e la splendida (quanto libera) traduzione di Giancarlo Pontiggia dei versi 125 - 146 del quarto libro, dedicati a Il vecchio di Corico. Siamo in presenza di una sorta di lectio magistralis di grande spessore e complessa interpretazione (pure per me che provengo da studi classici) che contrasta non poco con la pubblicazione dei versi di Riondino nelle pagine precedenti. Bravissima Anna Maria Carpi (Milano, 1938) che con un florilegio di liriche ci fa riflettere sul senso della vita, al solito conta come si scrivono certi argomenti universali; la poetessa lo fa molto bene, con semplicità lirica e concetti alla portata di tutte le teste (per me un valore aggiunto). Stefano Carrai commenta la poesia moderna e contemporanea in poche paginette, prima di lasciare il lettore alla scoperta di Claudio Damiani con la sua ricerca spirituale di un motore universale che fa ruotare il mondo. Poesia sociale che condanna guerra e violenza, quella di Damiani, senza dimenticare ingiustizie di ogni tipo, disuguaglianze e fame nel mondo. Chiudono una buona rivista, che come sempre consigliamo, un estratto di quarant’anni di lettere inedite (1935 - 1975) di Eugenio Montale a Carlo Bo, presentate da Stefano Verdino, edite da Raffaelli Editore (Rimini 2023).
Poesia 23 - Gennaio/Febbraio
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Poesia 23 - Gennaio /Febbraio
Crocetti / Feltrinelli
Pag. 130 - Euro 14
Poesia di Crocetti è diventata una rivista libro ormai da cinque anni, mantenendo la sua caratura internazionale e la volontà di presentare voci meno note della lirica mondiale accanto a poeti più conosciuti, pubblicati in traduzioni originali e fedeli. In questo numero si comincia con la scandalosa poesia di Forugh Farrokhzad (1934 - 1967) che sconvolge l’Iran con immagini intense di erotismo al femminile. Sono poesie degli anni Cinquanta che solo adesso escono per Bompiani grazie a Domenico Ingenito. Poetessa tormentata, una vita costellata da molti tentativi di suicidio, internata in manicomio, osteggiata dalla cultura ufficiale, muore a soli 33 anni in un incidente d’auto. Passiamo a Elena Švarc (Leningrado, 1948 - Pietroburgo, 2010), che si faceva chiamare Schwarz, tradotta da Alessandro Niero e presentata da Marco Sabatini, per rileggere il mito di Pietroburgo e Leningrado. Donna impulsiva e ribelle, interessata a teatro, musica e cinema grazie alla cultura della madre, resta una voce originale e fuori dal coro con la sua poesia provocatoria che trova spazio in patria solo dopo Gorbaciov (1989). Interessante una sua monografia su Gabriele D’Annunzio ma tutto il suo corpus poetico merita una riscoperta per complessità e profondità di temi. Uscito adesso per Bompiani Mattino della seconda neve. La terza poetessa che scopriamo è la russa Marina Cvetaeva (Mosca, 1892 - Elabugo, 1941), pure nel suo caso morte per suicidio. Un itinerario letterario orgogliosamente autonomo, lontano da mode e scuole, caratterizzato da poesia - fiaba tendente al folclore, poemi lirici, tragedie su temi attuali e lirica pura. Paolo Galvagni, che la introduce e traduce, afferma che buona parte della critica contrappone Cvetaeva ad Achmatova per il suo stile inquieto. Silvio Ramat ci fa riscoprire Ceccardo Roccatagliata Ceccardi (1871 - 1919), un poeta non molto noto vissuto tra le Alpi Apuane e La Spezia, una gloria delle sue terre (dove spesso è stato ristampato da piccoli editori) che vanno dalla Lunigiana all’Appennino Modenese. “Poeta per intero, anche se non si rese mai conto dei suoi mezzi”, scrive Montale. I suoi temi sono la storia e la natura, soprattutto il racconto della tanto amata Luni, il metro preferito è il sonetto. Blu Temperini, invece, è una giovane poetessa, presentata da Davide Brullo in modo poetico e originale come un’autrice da leggere e scoprire, molto più antica di quanto non dica l’anagrafe e non in perfetta sintonia con il suo tempo. Geoffrey Chaucer è una lieta riscoperta che avrebbe fatto la gioia di Pasolini con i suoi Racconti di Canterbury presentati e tradotti da Massimiliano Morini. Nelle pagine successive apprezziamo - per contrasto - la poesia moderna e simbolista di Valeria Rossella (1953). Molto interessante Delmore Schwartz (tradotto da Angelo Guida) con il suo America! America! che ricorda Walt Whitman, grande poeta di cui ricalca lo stile. Un poeta del fiume Hudson, che si sente americano perché discende da immigrati, in una terra composta da immigrati, un ebreo di origine rumena. Il pezzo forte della rivista è la presentazione di un gioiello come Bei cipresseti, cipressetti miei - Poesie per bambini vecchi e nuovi, a cura di Nicola Crocetti e Vivian Lamarque, un libro prezioso nel quale il lettore potrà ritrovare le poesie amate nell’infanzia e nella giovinezza. La scelta di testi segue la prefazione poetica di Vivian Lamarque che va da parvemi riveder nonna Lucia a l’albero ove tendevi la pargoletta mano, fino a T’amo pio bove e la nebbia agli irti colli, passando per Fiocca la neve lenta lenta lenta. Bellissime le poesie pubblicate, da Il padre di Sbarbaro alle filastrocche di Scialoja, passando per Orfano di Pascoli, Goal di Saba (da sempre la mia preferita), fino a La noia di Cappello e Per lei di Caproni. Un libro da leggere e conservare. La rivista termina con Rudyard Kipling poeta, tradotto e presentato da Davide Brullo, che ammonisce il lettore in procinto di compiere un’esperienza nuova: “Per leggere Kipling bisogna entrare nel fango, camminare a piedi nudi, abbandonare il salotto”. La poesia di Kipling va cercata, individuata e apprezzata, perché si trova sempre nascosta nel racconto e nella fiaba.
Gordiano Lupi
www.gordianolupi.it
ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, vol.17
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ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, vol.17
Guido Miano Editore
Milano 2023
Alcyone 2000 appare in copertina come una rivista letteraria: infatti il titolo fa riferimento ad una raccolta di liriche di Gabriele D’Annunzio, e viene identificata dalla stessa Casa Editrice Guido Miano di Milano come un insieme di Quaderni di poesia e di studi letterari che si occupano di Percorsi letterari del Duemila. In realtà i contenuti sono molto più vasti, poiché spaziano anche nelle dimensioni del cosiddetto “parallelismo delle arti”, pubblicando figure ed opere di pittori e scultori, come vedremo nell’analizzare il volume 17 edito nell’ottobre 2023. Nella prima parte – Contributi letterari – ci soffermiamo sul saggio di Giuseppe Zagarrio dal titolo Paesaggio di Quasimodo. La riflessione esegetica del critico è tutta centrata sul rapporto tra il poeta e il paesaggio della notte, notte che egli ama e respinge allo stesso tempo: l’esterno si fa interno e quindi si crea un’identificazione tra l’apparire dei contorni paesistici e l’anima del poeta. Quasimodo è la sua notte stessa, ma ha paura del silenzio e delle ombre che però lo attraggono. Con opportune citazioni Zagarrio ci convince che il suo interrogarsi su chi siamo lo colloca tra i più umani dei poeti “allucinati”.
Segue la parte dedicata alle Testimonianze. Qui mi sembra significativo e importante il lungo lavoro di Marco Zelioli che ci narra dell’Incontro con Ignazio Silone: storia vera in sei tempi. Si tratta di un ricordo studentesco, quando si costituì a Seregno nel 1970 il “gruppo di studio su Silone”, con l’intento di approfondire il pensiero e l’opera dello scrittore abruzzese e d’incontrarlo realmente, interessati com’erano - gli studenti - di conoscerlo anche come persona. L’impresa incredibilmente riuscì e la narrazione si sviluppa attorno a questa memoria, con particolari ed emozioni intense. Zelioli è riuscito anche a recuperare gli originali del carteggio che allora intrattennero con l’autore di Fontamara e che il lettore può vedere pubblicati. Nella sezione Pittura e scultura la rivista presenta diversi artisti, tra cui il celebre scultore e orafo Arnaldo Pomodoro: fotografie regalate alla Casa Editrice Miano nel 1975 di alcune sue opere e un commento di Domenico Porzio che, dalle pagine de Il milanese, ricorda la fama mondiale dell’artista che “ha dato alla scultura italiana un indiscutibile primato”, soprattutto con le sue “sfere di bronzo”, spettacolari strutture attrattive dell’attenzione del visitatore nelle sue mostre. Potremmo anche menzionare la pittrice e poetessa Roberta Fava, alla quale Michele Miano dedica un breve articolo: egli si sofferma in particolare sui ritratti femminili pubblicati, nei quali coglie “un calore sensuale che rimane morbido e voluttuoso, magico e rarefatto”. L’artista, nata in riva al Po, conferisce ai suoi quadri una mescolanza intrigante di luci e colori, con un’alternanza equilibrata fra oggettività e soggettività, realtà ed emozioni.
La rivista ospita diverse sillogi poetiche con le introduzioni della critica letteraria. Tra queste abbiamo scelto quella di Francesco Terrone - centrata soprattutto sul tema dell’amore - con la prefazione di Marcella Mellea. Il poeta canta l’amore duraturo, quel sentimento che non muore e non è consunto nemmeno dallo scorrere del tempo, che colma il vuoto dei momenti di solitudine, che fa sognare e dona senso alla vita, che è delicata carezza sul volto, che è unione di anime nella reciprocità dei gesti… e tutto questo contrasta in modo stridente con un mondo assurdo “di maschere e burattini” (da Dell’Amore e del Tempo). Ed anche la silloge di Gabriella Veschi Il mare della sera – prefazione di Floriano Romboli – ha attirato la nostra attenzione per l’amore verso la natura che emerge dai testi. Sostantivi e verbi sapientemente accoppiati creano immagini suggestive: il vento soffia e urla; la pioggia scroscia nel suo turbinio; il sole inonda il mare della sera; l’alba è rosata di luce; cieli azzurri salutano il giorno; fiori di lavanda evocano mondi immaginari; oceani iridati di rosa sono oasi per lo spirito … anche se la conclusione è contrastante: “…Tutto mi manca, / rinchiusa nella / mia stanza dorata / senza uscita”.
Vi segnalo infine l’interessante rubrica Itinerari di letteratura comparata, nella quale alcuni nostri autori vengono accostati per talune affinità formali e contenutistiche ad autori stranieri ed italiani noti, come Alda Merini, Walt Whitman, Salvatore Quasimodo, Antonia Pozzi, Emily Dickinson, Luis Cernuda, Giacomo Leopardi, Eugenio Montale … maestri di poesia a cui attingere lezioni di stile e di immagini.
Enzo Concardi
Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari, n°17; Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 108, isbn 979-12-81351-16-5, mianoposta@gmail.com.
ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, vol.17
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ALCYONE 2000 – QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI, vol.17
Guido Miano Editore, Milano 2023
La composita, corposa ed eclettica pubblicazione, che prendiamo in considerazione in questa sede, Alcyone 2000 - vol.17, costituisce un volume che per la sua essenza, vista la commistione di saggi di critica letteraria, recensioni, sillogi poetiche, con articoli su pittori e scultori, corredati da belle riproduzioni a colori delle opere, si può considerare un ipertesto, per l’infinito gioco di rimandi tra le varie parti, per la qual cosa il fortunato lettore immergendosi nella lettura affonda nelle pagine incantato da tanta bellezza e intelligenza.
I volumi “Alcyone 2000”, pubblicati da Guido Miano Editore, pur essendo impaginati come una rivista sono dei veri e propri repertori di critica letteraria e poesia e si occupano anche di arte: si distinguono per la qualità dei saggi pubblicati, la cura e la professionalità. Per esempio i nomi dei critici letterari e dei poeti nonché dei pittori e degli scultori che hanno firmato le parti letterarie e figurative sono tutti importanti nel panorama letterario, artistico e culturale non solo italiano. Un simile repertorio, nel mare magnum di una società postmoderna, globalizzata, liquida e consumistica come la nostra, che vede la caduta dei valori e il prevalere della mentalità dell’avere su quella dell’essere, come già stigmatizzato da Erich Fromm negli anni ottanta del secolo scorso, nella sua fruizione può divenire un’ancora di salvezza per ogni suo lettore, antidoto contro l’alienazione tipica nella vita attuale, attraverso una salutare immersione a trecentosessanta gradi nell’arte e nella cultura.
Ben vengano questi quaderni quasi come espressione del pensiero divergente anche perché cartacei, non destinati solo a un limitato numero di cultori, ma a chiunque abbia voglia di fare propri felicemente gli alti contenuti eterogenei del repertorio, che evoca per il lettore atmosfere simili a quelle degli oceani della tranquillità lunari, o la vicinanza con i grandi laghi portatori di pace allo spirito per usare delle metafore.
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Non avendo la possibilità, nello spazio di una recensione, di analizzare tutti gli articoli presenti nel volume, ci si limita ad esaminare - a livello esemplificativo - per la saggistica l’articolo Paesaggio di Quasimodo di Giuseppe Zagarrio; per l’arte l’articolo sullo scultore e poeta Don Marco Morelli e per la poesia la silloge di Cinzia Magarelli, per me una scoperta, una nuova poetessa di Milano alla sua prima pubblicazione.
In Paesaggio di Quasimodo il saggista scrive sul tema affascinante del senso della notte per il Premio Nobel siciliano, la sua percezione anche di paura della notte, una notte che partendo dal dato fenomenico delle atmosfere del buio del firmamento, redento dalle stelle e dalla luna, viene interiorizzata dal poeta e ovviamente diviene occasione per i componimenti poetici di Quasimodo stesso che il critico cita: «…Dammi vita nascosta / e se non sai me pure occulta, / notte aereo mare…» (Vita nascosta). «…mobile d’astri e di quiete / ci getta notte nel veloce inganno: / pietre che l’acqua spolpa ad ogni foce…» (Mobile d’astri e di quiete). Scrive Giuseppe Zagarrio che Quasimodo è poeta che ama a questo modo la notte per quella sensazione che da essa viene: di pienezza nell’annullamento e di delirio nell’angoscia. Per il poeta il timore di sperdersi nella notte, fa venire in mente L’infinito leopardiano e in particolare il verso «e il naufragar mi è dolce in questo mare», ma se il recanatese trova dolce la sua fusione con il cosmo, Quasimodo la vive anche con dolore e inquietudine: «…Ti cammino sul cuore / ed è un trovarsi d’astri / in arcipelaghi insonni, / notte, fraterni a me / fossile emerso da uno stanco flutto…» (Dammi il mio giorno). La notte è per Quasimodo ambivalente portatrice di un sogno ad occhi aperti pauroso e soave nello stesso tempo, residenza per l’anima in un misticismo naturalistico vissuto e sentito con tutti gli strumenti umani.
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Per la sezione arte ci soffermiamo sull’articolo di Enzo Concardi riguardante Don Marco Morelli scultore, poeta e filosofo, del quale sono inserite varie riproduzioni di opere in terracotta e in bronzo. Nato nel 1942, il Nostro come scultore autodidatta ha avuto la prima commissione pubblica nel 1973 e ad essa sono seguite decine di commissioni per varie chiese. Dalle forme armoniche e plastiche in altorilievo le sue sculture hanno qualcosa di neoclassico; tra queste spicca una Crocefissione in bronzo, originale perché in essa Cristo, accolto dal Padre, è circondato da vari Santi e Sante che condividono il suo atrocissimo dolore per consolarlo. Come afferma lo stesso Don Morelli nella sua arte ritroviamo una commistione di Fede e filosofia che sottendono una consapevole coscienza artistica che non a caso raggiunge esiti mirabili.
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La poetessa Cinzia Magarelli è presente con la silloge La carezza della vita composta da poesie brevi e concentrate neo liriche tout-court. Scrive nella sua nota Concardi: «…e vita è la dimensione, il luogo esistenziale, l’esperienza emotiva più visitata nel dipanarsi della sua ricerca di una serenità vissuta e forse conquistata…». Un ottimismo intelligente pervade queste liriche nel senso di ammirazione per il Creato e la pratica della poesia stessa fa in modo che la creatura diventi persona. È forte il tema dell’amicizia in Amica componimento pervaso da gioia: «Aperta era la porta / selvatica amica / dal cuore gitano / rifugio, / minuti rubati / alla vita che era / luce negli occhi / cuore intelligente. / La vita è bella». Nella lirica Per mio marito leggiamo: «Oggi ti vedo / luce nuova / vera promessa / le mani ti ho dato / arrese nelle tue, / coraggioso compagno / ti seguo». Il poiein di questa opera prima della Magarelli brilla per bellezza, originalità, icasticità, leggerezza e luminosità.
Raffaele Piazza
Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari, n°17; Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 108, isbn 979-12-81351-16-5, mianoposta@gmail.com.
ALCYONE 2000 QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI
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È uscito il n.17 di: ALCYONE 2000 QUADERNI DI POESIA E DI STUDI LETTERARI
Pubblicato il n.17 di “Alcyone 2000. Quaderni di poesia e di studi letterari”; Guido Miano Editore, Milano 2023. In questo volume articoli su Salvatore Quasimodo, Ignazio Silone, Alessandro Miano, Corrado ‘Iano’ Campisi, Annunziata Bevilacqua, ecc…. Opere d’arte di Giovanni Conservo, Arnaldo Pomodoro, Luciano Blotto, Don Marco Morelli, Roberta Fava.
«La notte, se guardiamo le stelle, sentiamo un brivido lungo di angoscia e ci sorprende l’inquietitudine di cose ignote o dimenticate da tempo. Allora il timore di sperdersi nello spazio diventa il suo opposto: desiderio di sperdersi; e ad un punto si incontrano vita e morte di noi e di quello che è in noi e fuori di noi anche. Chi ama questa sensazione immediata di opposti ama la notte ove lo strazio è anche dolcezza e l’incanto è affanno; e sospira in sillabe remote la poesia della vita e della morte che ognuno ha in noi nascosta e profonda. Canta allora il poeta in questo modo: «… Dammi vita nascosta / e se non sai me pure occulta, / notte aereo mare...» (Vita nascosta). «Saccheggiatrice d’inerzie e dolori / notte; difesa ai silenzi, / l’età rigermina / delle oblique tristezze...» (Inizio di pubertà). «…ciò che parve nostro ieri, / e ora è sepolto nella notte...» (Sillabe a Erato). «…mobile d’astri e di quiete / ci getta notte nel veloce inganno: / pietre che l’acqua spolpa ad ogni foce...» (Mobile d’astri e di quiete).
Quasimodo è poeta che ama a questo modo la notte: per quella sensazione, che da essa viene, di pienezza nell’annullamento e di delirio nell’angoscia. Ed è perciò che la notte si fa momento della sua vita spirituale e lirica, momento della sua poesia, forma del suo contenuto e stile dell’anima. In questo senso il paesaggio vero e proprio, cioè l’esterno del poeta si fa paesaggio interiore e anche viceversa…»
Giuseppe Zagarrio
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«…Il nostro colloquio con Silone durò quasi tre ore: molto, molto più del previsto. Arrivò l’ora del the, che egli ci offrì; ci portarono anche dei biscottini. E alla fine di tutto quel tempo ci congedò dicendoci, più o meno: “Grazie perché avete voluto passare il pomeriggio della domenica con un vecchietto invece che andare a divertirvi o a ballare”.
Noi eravamo al settimo cielo per aver avuto un incontro indimenticabile – anche se avevamo dimenticato di portare un registratore, che ci avrebbe aiutato a scrivere per bene e in modo genuino il resoconto di quel pomeriggio così speciale. A dire il vero, non ci eravamo dimenticati di portare il registratore: non ci avevamo nemmeno lontanamente pensato! Veramente sprovveduti…
Nei giorni seguenti Marina ed io cercammo di raccogliere gli appunti della conversazione per formulare una specie di traccia come ‘base di lavoro’ per il gruppo di studio. Ne venne fuori un documentino piccolo piccolo, che spedimmo allo scrittore. Non era un gran che. Silone ce lo rimandò, corretto di suo pugno! Così era almeno degno di essere usato. Io stesso ribattei a macchina il documento da lui emendato, con altre nostre piccole aggiunte ispirateci dagli appunti di quel colloquio. Scrissi con la portatile di mio papà, cimelio di famiglia: una Olivetti MP1, la ‘nonna’ della Lettera 32. Glielo rispedimmo; Silone non rispose, segno, tutti credemmo, di approvazione…»
Marco Zelioli
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«…Il Canzoniere dell’Anima di Alessandro Miano è l’opera, postuma del 2011, che raccoglie parte delle sue poesie – vi sono ancora tanti manoscritti inediti – da cui si evince l’esattezza di quella definizione conferitagli dalla critica di “Poeta dell’Assoluto”. Nonostante sia stata suddivisa in sette sezioni (Chi ha voce, Frate Francesco e altre poesie, Come una vela, Terra del sud, Minime trame, Per musica, Appendice - altre poesie), i testi costituiscono un unico corpo lirico, dove la cronologia non è evidenziata perché non ha alcun significato, in quanto il poeta è rimasto nel tempo sempre fedele a se stesso, in quella tensione ideale e spirituale che ha avuto la sua genesi nella giovinezza, mantenendosi tale fino al termine dei giorni terreni. Nella sua ispirazione è l’interiorità al centro di ogni creazione, ricca e vulcanica, patrimonio geloso custodito con discrezione, sensibilità, quasi con nascondimento, tanto era in lui alto il senso del rispetto dell’altro…».
Enzo Concardi
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«Dopo quella di Moore a Firenze, la mostra di Arnaldo Pomodoro, alla milanese Rotonda della Besana, è la più importante rassegna di scultura contemporanea presentata in Italia. Sono queste le mostre che vorremmo vedere: escono da ogni compromesso di “routine” offrendo alla città una eco internazionale perché è certo che saranno molti e qualificati i visitatori che verranno da tutta l’Europa, e credo da oltre Atlantico, ad ascoltare il rigoroso “discorso” di Arnaldo Pomodoro e a vagliare i risultati plastici ed estetici conseguiti dall’artista, ormai famoso in più di un continente, il quale ha dato alla scultura italiana un indiscutibile primato…».
Domenico Porzio
Alcyone 2000 – Quaderni di Poesia e di Studi Letterari, n°17; Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 108, isbn 979-12-81351-16-5, mianoposta@gmail.com.
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