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pittura

Arte al bar: Salvador Dalì

13 Aprile 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #arte al bar, #pittura, #le interviste pazze di walter fest

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

 
Amici lettori della signoradeifiltri, bentornati nel nostro habitat artistico, oggi incontreremo un grande artista ma, sfortunatamente, abbiamo un problema: tutti i miei mezzi di locomozione mi hanno lasciato a terra, non so come andarlo a prendere, ho bisogno di aiuto e l’unico che può correre in nostro soccorso è Matteo “scintilla”, lo scrittore di Foligno. Ora gli telefono.
 
- Matteo, solo tu mi puoi aiutare!
 
- Ciao Wà, che è successo?
 
- La 500 ha il motorino d’avviamento ingrippato, la Vespa, dopo che l’ho fatta guidare a Picasso, ha la forcella storta, la Guzzi è verniciata tutta rosa con il serbatoio verde e, se la vede “lui”, si incazza e ci molla, lo devo andare a prendere fra 10 minuti e non so come fare, ti prego fatti venire in mente un idea!
 
- Ci sarebbe il 600 a pulmino delle suore del convento delle pacifiste.
 
- Ah! E allora?
 
- E allora glielo sgraffigniamo, ma poi glielo riportiamo.
 
- In fondo siamo in missione per conto di Dio!
 
- Questa battuta la conosco, dai, non perdiamo tempo, andiamo al convento, vestiti tutto di nero per non dare nell’occhio!
 
- Come un prete?
 
- Ma che stai a dì, come Diabolik! Ma i fumetti non li leggevi? Se glielo sgraffigniamo non dobbiamo farci accorgere, mi raccomando tingiti pure la faccia di nero!
 
- E come faccio?
 
- Con i pennarelli Giotto, ma devo dirti tutto? Ma che razza di artista sei?
 
- Arrivo subito!
 
Walter Fest e Matteo “scintilla”, lo scrittore di Foligno, travestiti da Diabolik, con il viso tinto di nero Giotto, stanno per sgraffignare il pulmino delle suore, per poi di corsa andare a prendere l’artista odierno.
 
- Con un salto scavalchiamo il muro delle suore pacifiste, con una spatola da pittore apriamo lo sportello, Matteo lo scrittore, lui che se ne intende, attacca i fili del blocchetto d’accensione, io metto in moto, c’è il pieno di carburante stiamo per partire a razzo e …
 
- Ma siete proprio due imbranati!
 
 E’ la suora badessa e ha una grossa clava in mano.
 
- Prendete le chiavi e non fate rumore, certo che siete proprio due mentecatti, qui la più giovane ha 105 anni. E' una vita che non guidiamo, invece che grattarlo ce lo potevate chiedere.
 
- Sorella, andiamo di corsa, dobbiamo prendere un artista!
 
- Enbè?! Lo andate a prendere con un 600 a pulmino scalcinato? E poi chi sarebbe quest’artista?
 
- E’ quello che ha disegnato il marchio delle chupa-chups.
 
- Le lecca - lecca a pallina?
 
- Sì.
 
 - Forza, non fatelo aspettare. E quando ce lo riportate lo voglio riverniciato.
 
- Come Pollock?
 
- Domenica venite tutti e due a confessarvi, lazzaroni!
 
- Wà, parti che la suora tiene ancora in mano la clava!
 
E grazie alla raccomandazione ecclesiastica, partiamo a razzo e in un battibaleno siamo da lui, lui chi? Ma è facile, è Salvador Dalì e ci sta aspettando al bar.
 
- Maestro, benvenuto, grazie per aver accettato il nostro invito.
 
- Benvenuto una cippalippa, è un'ora che vi aspetto.
 
- Maestro, ci dispiace, le possiamo offrire un buon caffè?
 
- Sì, ma prima gradirei dei salatini, con olive, patatine e un Martini dry.
 
Per fortuna Gianni, da dietro il bancone, ha visto la scena e in un lampo ci porta tutto.
 
- Allora, di che cosa vogliamo parlare?
 
- Maestro, ci racconterebbe brevi cenni della sua vita?
 
- Ma scusate, che cosa ve ne importa?
 
- Magari ai nostri lettori interessa la sua storia.
 
- Volete che vi dica una cosa con molta franchezza?
 
- Certo.
 
- Molto bene, allora dovete sapere che coloro che si avvicinano ad un'opera d’arte non devono sapere nulla della vita di un artista. A codeste persone deve solo interessare il piacere, il gusto di vedere l’opera realizzata. Possono studiarla, ammirarla, possono essere portati a riflettere, possono sognare, ma sapere vita morte e miracoli di un artista a che servirebbe?
 
- Può aiutarci a sciogliere il dilemma?
 
- Se il pubblico fosse interessato e ammaliato dalle nostre storie d’amore, passando per i nostri disastri umani, e quindi attratto dalle nostre fortune o sfortune esistenziali, andrebbe in confusione. Ma non siete stanchi di questa vostra folle curiosità che chiamate gossip?
 
- Senza dubbio gli episodi storici hanno sempre condizionato gli artisti, senza papi e mecenati il vostro rinascimento non sarebbe nato, passami le patatine.
 
- Desidera anche qualche cubetto di parmigiano?
 
- Dopo, dopo… Ecco, vedete, l’arte va ammirata, goduta, vissuta, contemplata. L’arte è parte dell’universo, di conseguenza a voi che importa di chi ero figlio, della mia love story, delle mie performance, dei miei viaggi, dei miei baffi?
 
- Maestro, ma se l’arte è parte dell’universo, l’artista chi è?
 
- Mettiamo che l’universo sia il mezzo scalcinato con il quale siete arrivati, mettiamo che nel serbatoio non abbiate carburante e quindi sia un mezzo statico.
 
- E allora?
 
- E allora interviene la genialità dell’artista, che è il carburante dell’universo, è l’energia che accende il colore, sviluppa la potenza vitale che illumina la gente e la rende viva, un'esplosione inarrestabile di moto perpetuo, l’umanità che si fonde con la natura. L’arte mette in ordine e in disordine tutto il contesto, creando equilibrio e squilibrio per la vostra gioia, nella continua ricerca della poesia e della felicità.
 
- Maestro, a proposito di poesia, vorrei presentarle Matteo Gentili.
 
- E chi è?
 
- Uno scrittore, un poeta che ha la musica nelle rime.
 
- Ragazzo, dovresti tagliarti la barba, ti invecchia e ti fa assomigliare, con tutto il rispetto per la categoria, ad un barbiere. Ma andiamo avanti, che altro vorreste chiedermi?
 
- Maestro, può parlarci del suo stile?
 
- Io non ho stile, la mia pittura è magia, se dobbiamo parlare di stile quello deve riferirsi solo alla mia persona, io sono un oggetto fatto di stile, e il problema per gli altri è che sono inimitabile. Forza, ci provi qualcuno ad imitarmi! E volete sapere perché sono plasmato del mio stile?
 
- Certo che siamo curiosi.
 
- Volevo essere libero,  la libertà è una grande cosa. Voglio mettermi un paio di pantaloni gialli? Me li metto. Voglio indossare un paio di scarpe finte?Lo faccio. Anche se sono un pittore voglio girare un film? Io posso. E poi amo essere fotografato, perché la fotografia è una bella invenzione. Ma, soprattutto, volevo divertirmi, ridere, essere allegro, un umore che mi permetteva di dipingere e rappresentare quello che sfugge a voi umani e, senza bruchi nella testa, liberare la mia sconfinata fantasia. Lo ammetto, ero un bel giocherellone, un gran lavoratore dell’arte, ma pur sempre un giocherellone. E poi l’artista non deve essere troppo serio, non vi bastano i politici, gli accademici, gli anchorman su tutti i pulpiti del globo?
 
 
 
- Lei è stato un surrealista.
 
- Sì e anche l’unico, nonostante il movimento fosse formato da un gruppo di pittori validi, io ero "il" surrealista. Capite la differenza?
 
- Immaginiamo di sì. Maestro, che pensa degli altri artisti di quel periodo che hanno condiviso con lei quel percorso?
 
- Geniali, capaci, talentuosi, ardimentosi, in grado di rompere con l’arte del passato, ma frenati dal danaro, dall’esigenza impellente di soddisfare critici e mercanti per vendere le proprie opere, quel confine che, se non valicato, ti preclude di tuffarti nell’indefinito. Non ché io non amassi il denaro e il successo, ma non volevo fermare la mia mente su questioni terrene.
 
- E lei, staccandosi dalla massa, ha creato il suo mito.
 
- E’ stato facile perché io sono nato mito, sin da bambino avevo le mie idee molto ben chiare e poi, come tanti altri, ero predestinato. Le vedi queste mani?
 
- Sì.
 
- Sono come quelle di un prestigiatore. Disegnavo e dipingevo magia. Ma mi stavate chiedendo del momento in cui mi ero staccato dal resto dei pittori del gruppo surrealista, con i quali c’erano punti divergenti. Io non sono un lupo solitario, ho sempre lavorato con molti altri artisti, fotografi, registi, letterati, pubblicitari, unica condizione per collaborare era quella di divertirsi e di essere visionari.
 
- Maestro, lei ha attinto e ricevuto ispirazione anche da altri artisti?
 
- Come rimanere indifferenti alla bellezza dell’arte prodotta da altri artisti del passato? Io ritengo che tutto l’universo reale e inconscio sia un enorme oceano di energia, alla quale tutti dobbiamo attingere. Non ho mai copiato o imitato alcuno, ho solo attinto quell’energia necessaria per crearne di nuova. Ragazzo, che hai? Mi sembri nervoso.
 
- Matteo, digli della poesia.
 
- Maestro vorrebbe sentire una mia poesia?
 
- Certo, è per questo che sei nervoso?
 
- Sa, sono un tipo un po’ emotivo.
 
- Ragazzo, io leggo nei tuoi occhi che devi avere dentro una grande energia, forza, fammi sentire la tua arte.
 
Nella vasta distesa di diamanti impazziti cercai i ricordi senza trovarli.
Eppure luccicanti come stelle brillavano in cielo questi pensieri
Ma un uomo non può
un uomo non sa
 un uomo ama ciò che vede
Così questi pensieri trasformati in ricordi
assaporano i gesti di un cuore in subbuglio
 
- Ma bravo, bravo Matteo. E così anche tu scavi con l’astrazione nei meandri del tuo inconscio per parlare d’amore. Io di amore me ne intendo. Sapete che ho amato una donna fino alla fine per più di cinquant’anni? Come si intitola questa poesia?
 
- Lei che titolo le darebbe?
 
- Sintesi di un amore sintetico.
 
- Ma lei è un genio!
 
- Lo so!
 
- Matteo, digli del libro!
 
- Ragazzo di Foligno, hai anche scritto un libro?
 
- Sì, qualcuno. Ma quello a cui tengo molto è pubblicato con @libereria: I racconti di uno sconosciuto.
 
- Avrai successo, ma tagliati la barba e, dato che mi sei simpatico, ti concedo di farti due baffi come i miei. E quando vai alle presentazioni della tua opera mantieni questo stesso carisma. Sii ansiosamente emotivo ma reale e spontaneo, questa cosa la gente la apprezzerà. Ma adesso che si fa?
 
- Veramente dovremmo riportare il 600 a pulmino alle suore.
 
- Ho capito, datemi un passaggio alla fermata del bus. Ehi, ragazzo del bar, mi raccomando non accettare soldi da questi due, segna la consumazione sul conto di Giacomo Balla. Forza, andiamo che mia moglie mi aspetta.
 
Amici lettori, prima di riconsegnare l’autoveicolo alle suore pacifiste, io, Matteo Gentili e Salvador Dalì vi ringraziamo, vi salutiamo e vi aspettiamo alla prossima intervista con l’artista a sorpresa. E sarà ancora un piacere.
 
La sola differenza tra me e un pazzo è che io non sono un pazzo” Salvador Dalì.
 

Readers of signoradeifiltri, welcome back to our artistic habitat, today we will meet a great artist but, unfortunately, we have a problem: all my means of locomotion have left me, I don't know how to go and get it, I need help and the only one who can run to our rescue is Matteo "spark", the writer from Foligno. Now I phone him.

 

- Matteo, only you can help me!

 

- Hi Wà, what happened?

 

- The 500 is brokent, the Vespa, after I had it driven by Picasso, has a crooked fork, the Guzzi is painted all pink with a green tank and, if he sees it, he gets pissed and gives it up, I have to go get him in 10 minutes and I don't know how to do it, please come up with an idea!

 

- There is the 600 minibus of the nuns of the convent of the pacifists.

 

- Ah! So?

 

- Then we steal it, but then we bring it back.

 

- Basically, we are on a mission on behalf of God!

 

- I know this joke, come on, let's not waste time, let's go to the convent, dressed all in black so as not to catch the eye!

 

- Like priests?

 

- What are you saying, like Diabolik! But didn't you read the comics? I recommend you also dye your face black!

 

- And how do I do this?

 

- With Giotto markers, but do I have to tell you everything? What kind of artist are you?

 

- I'll be right back!

 

Walter Fest and Matteo "Spark", the writer from Foligno, disguised as Diabolik, with Giotto's face tinged with black, are about to scrape the nuns' minibus, and then go running to pick up today's artist.

 

- With a jump we climb over the wall of the pacifist nuns, with a painter's spatula we open the door, Matteo the writer  attacks the wires of the ignition lock, I start, there is full of fuel, we are going to start and ...

 

- But you're just too clumsy!

 

 She is the abbess nun and has a large club in her hand.

 

- Take the keys and make no noise, of course you are really two idiots, the youngest here is 105 years old. It's a life we ​​don't drive, instead of scratching it you could have asked.

 

- Sister, let's run, we have to take an artist!

 

- Well ?! Are you going to take him with a 600 minibus? And then who would this artist be?

 

- That's what designed the chupa-chups brand.

 

- The lollipops?

 

- Yup.

 

 - Come on, don't keep him waiting. And when you bring it back I want it repainted.

 

- Like Pollock?

 

- On Sunday both of you come to confession, lazzaroni!

 

- Well, let’s go, the nun is still holding the club!

 

And thanks to the ecclesiastical recommendation, we start and in a flash we are with him, who is he? But it's easy, it's Salvador Dalì and he's waiting for us at the bar.

 

- Master, welcome, thank you for accepting our invitation.

 

- I have been waiting for you for an hour.

 

- Master, sorry, can we offer you a good coffee?

 

- Yes, but first I would like some pretzels, with olives, chips and a dry Martini.

 

Fortunately, Gianni, from behind the counter, saw the scene and in a flash brings us everything.

 

- So what do we want to talk about?

 

- Master, would you tell us brief notes about your life?

 

- Excuse me, what do you care?

 

- Maybe our readers are interested in your history.

 

- Do you want me to tell you something very frankly?

 

- Sure.

 

- Very well, then you must know that those who approach a work of art must not know anything about the life of an artist. These people only have to care about the pleasure, the taste of seeing the work done. They can study it, admire it, they can be led to reflect, they can dream, but to know the life, death and miracles of an artist, what would it do?

 

- Can you help us solve the dilemma?

 

- If the public were interested and enchanted by our love stories, passing through our human disasters, and therefore attracted by our fortunes or existential misfortunes, they would go into confusion. But aren't you tired of this crazy curiosity you call gossip?

 

- Without doubt the historical episodes have always influenced the artists, without popes and patrons your renaissance would not have been born, pass me the chips.

 

- Would you also like some cubes of Parmesan?

 

- After, after ... Here, you see, art must be admired, enjoyed, lived, contemplated. Art is part of the universe, consequently ,who cares who I was the son of, my love story, my performances, my travels, my mustache?

 

- Master, but if art is part of the universe, who is the artist?

 

- Let's say that the universe is the crumbling medium with which you arrived, let's say that you have no fuel in the tank and therefore it is a static vehicle.

 

- So?

 

- And then the genius of the artist intervenes, which is the fuel of the universe, it is the energy that lights up the colour, develops the vital power that illuminates people and makes them alive, an unstoppable explosion of perpetual motion, the humanity that merges with nature. Art puts the whole context in order and in disorder, creating balance and imbalance for your joy, in the continuous search for poetry and happiness.

 

- Maestro, speaking of poetry, I would like to introduce you to Matteo Gentili.

 

- And who is he?

 

- A writer, a poet who has music in rhymes.

 

- Boy, you should cut your beard, it ages you and makes you look, with all respect for the category, as a barber. But let's go on, what else would you like to ask me?

 

- Master, can you tell us about your style?

 

- I have no style, my painting is magic, if we have to talk about style that must refer only to my person, I am an object made of style, and the problem for others is that I am inimitable. Come on, try to imitate me! And do you want to know why I am shaped by my style?

 

- Of course we are curious.

 

- I wanted to be free, freedom is a great thing. Do I want to wear yellow trousers? I wear them. Do I want to wear a pair of fake shoes? Even if I am a painter, do I want to make a film? I can. And then I love to be photographed, because photography is a beautiful invention. But above all, I wanted to have fun, laugh, be cheerful, a mood that allowed me to paint and represent what escapes you humans and, without caterpillars in the head, to free my boundless fantasy. I admit it, I was a great worker of art, but still playful. And then the artist must not be too serious. Aren't politicians, academics, anchormans on all the pulpits of the globe enough?

 

- You were a surrealist.

 

- Yes and even the only one, although the movement was formed by a group of valid painters, I was “the” surrealist. Do you understand the difference?

 

- Let's imagine so. Master, what do you think of the other artists of that period who shared that path with you?

 

- Brilliant, capable, talented, daring, able to break with the art of the past, but held back by money, by the urgent need to satisfy critics and merchants to sell their works, a border that, if not crossed, precludes you to dive into the indefinite. Not that I didn't love money and success, but I didn't want to fix my mind on earthly matters.

 

- And you, detaching yourself from the crowd, created your myth.

 

- It was easy because I was born a myth, since I was a child I had my ideas and then, like many others, I was predestined. Do you see these hands?

 

- Yup.

 

- They are like those of a magician. I drew and painted magic. But you were asking me about the moment when I detached myself from the rest of the painters of the surrealist group, with whom there were divergent points. I am not a lone wolf, I have always worked with many other artists, photographers, directors, writers, advertisers, the only condition for collaborating was to have fun and be visionary.

 

- Master, did you also draw and receive inspiration from other artists?

 

- How to remain indifferent to the beauty of art produced by other artists of the past? I believe that the whole real and unconscious universe is a huge ocean of energy, which we must all draw on. I have never copied or imitated anyone, I have only drawn on that energy necessary to create new ones. Boy, what's wrong? You look nervous.

 

- Matteo, tell him about the poem.

 

- Master, would you like to hear a poem of mine?

 

- Sure, is that why you're nervous?

 

- You know, I'm kind of emotional.

 

- Boy, I read in your eyes that you must have a great energy inside, strength, let me feel your art.

 

“In the vast expanse of crazy diamonds I searched for memories without finding them.

Yet these thoughts shone like stars in the sky

But a man cannot

a man does not know

a man loves what he sees

So these thoughts turned into memories

savor the gestures of a heart in turmoil "

 

- Well done, good Matteo. And so you too dig with abstraction in the maze of your unconscious to talk about love. I know about love. Do you know that I have loved a woman for over fifty years? How is this poem titled?

 

- What title would you give her?

 

- Synthesis of a synthetic love.

 

- But you're a genius!

 

- I know!

 

- Matteo, tell him about the book!

 

- Boy from Foligno, did you also write a book?

 

- Yes, someone. It is published with @libereria: The stories of a stranger.

 

- You will be successful, but cut your beard and, since you are nice, I will allow you to make yourself a mustache like mine. And when you go to the presentations of your work, you keep this same charisma. Be anxiously emotional but real and spontaneous, this thing people will appreciate. But what do we do now?

 

- Actually we should bring the 600 back to the nuns.

 

- I understand, give me a ride to the bus stop. Hey, boy from the bar, I recommend you not to accept money from these two,  marks the drink on Giacomo Balla's account. Come on, come on, my wife is waiting for me.

 

Friends, before returning the vehicle to the pacifist nuns, Walter Fest ,Matteo Gentili and Salvador Dalì thank you, greet you and look forward to seeing you at the next interview with the artist. And it will still be a pleasure.

 

"The only difference between me and a madman is that I am not a madman" Salvador Dalì.

 

 

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INTERVISTA CON L’ARTISTA JOHN ATKINSON GRIMSHAW (Leeds 1836 – 1893)

11 Aprile 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #pittura, #le interviste pazze di walter fest

INTERVISTA CON L’ARTISTA  JOHN ATKINSON GRIMSHAW  (Leeds 1836 – 1893)
 
Amici lettori della signoradeifiltri, il blog che naviga come una barca a vela nel mare della cultura, eccomi tornato a voi in compagnia di un nuovo ospite, sicuramente lo conoscete in pochi e, appunto per questo, sarà per me un grande piacere presentarvelo, ma prima dovete aspettare che lo vada a prendere con la mia Vespa. Oggi c’è un bel sole, siamo in primavera e l’emergenza sanitaria per la nostra fantasia non esiste. Eccolo là, lo vedo, ho portato per lui un casco da vichingo. Chissà se gli piacerà, ho portato pure la copia di una sua opera e ne parleremo insieme.
 
- Ciao.
 
- Ciao Walter, come al solito sei in ritardo, Pollock me lo aveva detto che mi avresti fatto aspettare.
 
- Non  è stata colpa mia, la Vespa aveva la candela sporca, il carburatore ingolfato e la marmitta intasata.
 
- Perché non sei venuto con la Fiat 500?
 
- Tutti gli artisti che ho scarrozzato mi hanno esaurito le scorte di cioccolatini e di caffè.
 
- Ah, e allora adesso che facciamo?
 
- Pensavo di andare a  prendere il caffè e poi portarti a vedere il Colosseo che ne dici?
 
- Ok, ma non correre.
 
- Metti il casco e partiamo.
 
- Ma questo casco ha le corna!
 
- Sì, da vichingo. Perché, non ti piace?
 
- Per fortuna non c’è nessuno che mi vedà.
 
- Io dico che ti sta bene, forza partiamo.
 
Ogni volta che esco in Vespa con gli artisti, il casco che presto loro non riceve mai cenni di approvazione. Eppure sono artisti, dovrebbero essere stravaganti, comincio a credere che siano solo persone normali con scarso senso dell’umorismo, nessuno è perfetto.
 
Vrooommmm… Pochi minuti di strada e siamo arrivati a destinazione.
 
- Walter, sai perché mi piace l’Italia?
 
- Posso immaginarlo… Perché si mangia bene?
 
- Walter, perché sei così banale, tutti mi avevano parlato così bene di te!
 
- Scherzavo! Dai, voglio sentirlo dire da te.
 
- La luce, avete una luce fantastica, a voi non serve l’illuminazione, anche al buio la luce plasma, con un'armonia pazzesca, tutte le vostre cose e ti dà una grande carica emozionale. Io sono un tipo un po’ freddo e qui mi trovo bene.
 
- Ho deciso di intervistarti perché mi ha consigliato una mia amica Scozzese. E' una tua fan, le piace la tua venatura romantica. Invece a me delle tue opere piace altro.
 
- Cosa?
 
- La profondità di campo, l’ampiezza dell’immagine e il segno, un segno così pulito.
 
- E il colore? Il colore non ti dice nulla?
 
- Beh, sì, anche il colore è affascinante, però le tue opere sembrano un monocolore, difficilmente vedo dei rossi, dei blu o dei rosa.
 
- Walter, ora ti spiego, l’uso del colore era il mio biglietto da visita, o, per meglio dire, la mia poesia. La gente che poteva permettersi di acquistare le mie opere voleva prima di tutto opere che rappresentassero i luoghi dell’epoca in una forma elegante, privi di immagini sporche, violente o drammaticamente reali. Ed era quello che facevo, in sintesi realizzavo una fotografia colorandola di poesia e di un tocco di romanticismo.
 
- Avevi una tecnica molto raffinata.
 
- Diciamo che avevo una mano molto ferma, e poi considera che di carattere sono molto calmo, metodico, senza slanci emotivi e impulsivi. A poco più che vent’anni ero un impiegato, un classico damerino vestito a puntino, ordinato e puntuale come un orologio svizzero.
 
- E come sei diventato artista?
 
- Molti di noi hanno una doppia personalità, io esteriormente ero un freddo tutto d’un pezzo, ma nel cuore  e nel mio intimo vedevo e sentivo atmosfere diverse, liriche musicali con colori di sottofondo caldi e confortanti. Non avevo slanci impetuosi classici dell’artista "genio e sregolatezza", ma ero un artista disciplinato e fantasioso, e pure capace.
 
- E’ vero, le tue opere sono un mix di fantasia e razionalità fotografica, possibile che non hai mai avuto la tentazione di cambiare?
 
- E a che sarebbe servito? Quello ero io, me stesso, un tutt’uno con l’opera che andavo a realizzare e che, dopo anni di lavoro impegnativo, mi ha regalato fama, successo e gratificazione economica. La mia esaltazione non era nella sperimentazione ma nella soddisfazione di far entrare l’osservatore, con tutte le scarpe, nella mia opera e di fargli vivere le emozioni che lui voleva vivere. E, modestia a parte, anche senza scuola e maestri me la sono cavata bene. Ero casa e studio e i miei figli sono diventati artisti apprezzati e tu sai che i figli difficilmente seguono le orme dei propri genitori.
 
- Sì, capisco, ma torniamo alle tue opere, come ti dicevo, a me piacciono molto i tuoi formati ampi, li definirei dei cinemascope pittorici, sei anche famoso per il chiarore delle tue lune e dei riflessi sull’acqua.
 
- Il segreto era mano ferma, lavorare in assoluto silenzio. Prima di poggiare il pennello chiudevo gli occhi per immaginare la scena, curando con attenzione il minimo dettaglio, utilizzando strumenti e prodotti di alta qualità che dalle mie parti non mancavano e, inoltre, tanto amore. Senza amore non si va lontano e il mio amore era fatto esclusivamente di poesia, una lieve brezza che mi scaldava il cuore e mi donava la serenità necessaria per lavorare al meglio.
 
- Cosa faresti se tornassi indietro?
 
- Prima di tutto smetterei di fumare e di fiutare tabacco, poi rifarei tutto quello che ho fatto. Sono sincero, non sarei stato neanche bramoso di conoscere gli Impressionisti. Troppo trasgressivi per i miei gusti, forse al massimo sarei potuto andare a fare un giro in Giappone.
 
- Giappone? Non male come idea. Senti John, si è fatto tardi, non abbiamo preso un caffè e neanche visto il Colosseo.
 
-Walter che ne dici di andarci a fare una pizza napoletana con vino rosso e passeggiata serale al chiaror delle stelle con la tua Vespa?
 
-Pizza napoletana e vino rosso? John, ma non eri un freddo?
 
- Sì, ma la vostra pizza e il vino rosso sono molto buono!
 
Signore e signori del nostro amatissimo blog, io e John Atkinson Grimshow vi salutiamo, andiamo a farci una pizza sotto la luna che splende e vi aspettiamo alla prossima intervista a sorpresa.
 
 

Readers of signoradeifiltri, the blog that sails like a sailboat in the sea of ​​culture, here I am, back to you in the company of a new guest, surely only a few of you you know him, and it will be a great pleasure for me to introduce you to him, but first you have to wait me to pick him up with my Vespa. Today there is a beautiful sun, we are in spring and the health emergency does not exist in our imagination. There he is, I see him, I brought a Viking helmet for him. Who knows if he will like it, I also brought a copy of one of his works and we will talk about it together.

 

- Hello.

 

- Hi Walter, as usual you're late, Pollock had told me that you would keep me waiting.

 

- It wasn't my fault, the Vespa had a dirty spark plug, a flooded carburettor and a clogged muffler.

 

- Why didn't you come with the Fiat 500?

 

- All the artists I interviewed have run out of stocks of chocolates and coffee.

 

- Ah, so what do we do now?

 

- I thought of going to get coffee and then take you to see the Colosseum what do you say?

 

- Okay, but don't run.

 

- Put your helmet on and let's go.

 

- But this helmet has horns!

 

- Yes, like a Viking. Why, don't you like it?

 

- Fortunately, there is no one who will see me.

 

- I say you're fine, come on, let's go.

 

Every time I go out on a Vespa with the artists, the helmet never gets a nod of approval. Yet they are artists, they should be extravagant, I begin to believe that they are just normal people with a low sense of humor, nobody is perfect.

 

Vrooommmm ... A few minutes by road and we arrived at our destination.

 

- Walter, do you know why I like Italy?

 

- I can imagine it ... Because you eat well?

 

- Walter, why are you so banal, everyone had spoken so well about you!

 

- I was kidding! Come on, I want to hear it from you.

 

- The light, you have a fantastic light, you don't need lighting, even in the dark, light creates a crazy harmony, and gives you a great emotional charge. I'm a bit of a cold guy and I'm comfortable here.

 

- I decided to interview you because a Scottish friend of mine recommended me. She is your fan, she likes your romantic spark. Instead, I like your works more.

 

- What?

 

- The depth, the breadth of the image and the sign, such a clean sign.

 

- What about the colour? Does the colour tell you nothing?

 

- Well, yes, the colour is also fascinating, but your works seem a single colour, I hardly see reds, blues or pinks.

 

- Walter, now I will explain, the use of colour was my business card, or, better said, my poetry. The people who could afford to buy my works wanted first of all works that represented the places of the time in an elegant form, free of dirty, violent or dramatically real images. And that was what I did, in short, I made a photograph colouring it with poetry and a touch of romance.

 

- You had a very refined technique.

 

- Let's say I had a very steady hand, and then consider that I am very calm, methodical, without emotional impulses. In just over twenty years I was an employee, a classic dandy, dressed neatly, and punctual like a Swiss watch.

 

- And how did you become an artist?

 

- Many of us have a dual personality, I was externally cold, but in my heart and in my soul I saw and felt different atmospheres, musical lyrics with warm and comforting background colours. I had no impetuous classic impulses like "genius and unruliness", but I was a disciplined and imaginative artist, and yet capable.

 

- It is true, your works are a mix of fantasy and photographic rationality, is it possible that you have never been tempted to change?

 

- And what would it do? That was me, myself, one with the work I was going to do and that, after years, gave me fame, success and economic gratification. My exaltation was not in experimentation but in the satisfaction of letting the observer enter into my work and to make him live the emotions he wanted to experience. And, modesty aside, even without school and teachers, I did well. And my children became appreciated artists and you know that children hardly follow in the footsteps of their parents.

 

- Yes, I understand, but let's go back to your works, as I said, I really like your large formats, I would define them as pictorial cinemascope, you are also famous for the brightness of your moons and reflections on the water.

 

- The secret was a steady hand, working in absolute silence. Before placing the brush, I closed my eyes to imagine the scene, paying attention to the smallest detail, using high quality tools and products that were not lacking in my part and, in addition, a lot of love. Without love we don't go far and my love was made exclusively of poetry, a gentle breeze that warmed my heart and gave me the serenity necessary to work at my best.

 

- What would you do if you went back?

 

- First of all I would stop smoking and sniffing tobacco, then I would do everything I did again. I'm honest, I wouldn't even have been eager to know the Impressionists. Too transgressive for my taste, maybe at best I could have gone for a ride in Japan.

 

- Japan? Not a bad idea. Look John, it's getting late, we didn't have a coffee and we didn't even see the Colosseum.

 

-Walter, how about going for a Neapolitan pizza with red wine and an evening stroll in the light of the stars with your Vespa?

 

-Neapolitan pizza and red wine? John, weren't you a cold guy?

 

- Yes, but your pizza and red wine are very good!

 

Ladies and gentlemen of our beloved blog, John Atkinson Grimshow and I greet you. We go for a pizza under the shining moon and look forward to seeing you at the next surprise interview.

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Arte al bar: Pablo Picasso

9 Aprile 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte al bar, #arte, #pittura, #le interviste pazze di walter fest

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

 

 

 
Gentilissimi amici lettori della signoradeifiltri, oggi avremo un'edizione primaverile, sono le 8,30, sto aspettando un artista che devo intervistare, andremo al solito bar per fare colazione e poi con la mia Vespa lo porterò a fare un giro per Roma. La mia Vespa verde pistacchio è pronta, il mio amico Mario ha avvisato il barista che arriveremo con un ospite illustre, prima gli offrirò un caffè caldo e poi già so che l'intervista non sarà noiosa, statica e formale. Vedo l’artista che arriva è lui Pablo Picasso.
 
- Ciao Pablo.
 
- Ciao Walter.

- Dai, mettiti il casco che andiamo a prendere il caffè.
 
- Sì, ma guido io.
 
Ho paura, ha lo sguardo arcigno, è meglio assecondarlo e non dirgli di no.
 
- Va bene, ma vai piano, puoi metterti questo casco?
 
- Ehi, Walter, ma questo è un elmo da centurione!
 
- Pablo, non andare per il sottile, siamo a Roma.
 
- Eh già, se eravamo a Venezia che facevi, mi mettevi in testa una gondola?
 
- Ma ti dona, sembri Giulio Cesare.
 
- Non se ne parla nemmeno!
 
Dopo una accesa disputa Pablo Picasso accetta di mettere in testa l’elmo da centurione, in cambio di andare a fare il bagno a fontana di Trevi come Marcello Mastroianni,  partiamo… broooommmm!
Per fortuna tutto fila liscio, ma la prossima volta prendo la 500, Pablo Picasso guida come un torero, ci sediamo al tavolo.

- Pablo, se tu non avessi fatto l'artista, che cosa avresti fatto nella tua vita?
 
- Bueno, bella domanda, sarei stato indeciso fra il poliziotto e il barman, due occupazioni per stare a contatto con la gente. Logicamente ho lasciato fare al destino, non possiamo ostacolare il fato, ognuno di noi ha un compito, il mio era quello di fare l’artista.
 
Passano due belle ragazze e Pablo le guarda.
 
- Pablo, le cose belle sono migliori di quelle brutte.
 
- Claro, è questione di sensibilità. Quella formidabile capacità che abbiamo di essere attratti da tutto quello che emana armonia e poesia. La vita è affascinante, spettacolare, e l'umanità ha la fortuna di vivere circondata e immersa nella meraviglia della natura. L’arte ha il dovere e l’obbligo di manifestare tutto quello che ci circonda attraverso la fantasia e la tecnica, ognuno deve fare il proprio per rendere poetica questa nostra esistenza.
 
 - Pablo tocchiamo un tasto dolente, non tutti hanno questa sensibilità e, comunque, qualcosa di meno bello è sempre presente.
 
- Diablo! E noi artisti dobbiamo separare le cattive immagini, costruite egoisticamente dalle mani dell'uomo, da quello che è il linguaggio universale, indirizzato verso un buon saper vivere che renda l’umanità felice. E' pur vero che dobbiamo anche mettere in evidenza la brutalità e la misera debolezza umana, come se fossimo un libro aperto a tutti, noi artisti messaggeri e apostoli del creato.
 
- Quando hai realizzato Guernica eri molto infuriato?
 
- No, di più, guardami bene in faccia, tocca qui, stringi senza paura di farmi male.
 
Mi prende la mano con decisione e mi fa toccare il bicipite sinistro. Pablo Picasso ha una muscolatura eccezionale.
 
- Ero una furia, realizzai quel dipinto mosso da una forza interiore bestiale, ogni tocco di pennello un fendente contro l'assurdità della disumanità. Era come girare un film contro la guerra, un drammatico film in bianco e nero senza altri colori, era inutile mostrare sangue e colori fiammanti, hai mai visto un film in bianco e nero?
 
-Sì
 
- Nel contrasto fra quei due toni c’era il massimo dell’espressività, se avessi utilizzato i colori sarebbe stata un'opera come tutte le altre e, invece, dovevo impressionare la gente, gli stessi che comandano il mondo senza pensare alle sofferenze del popolo innocente. Purtroppo alcuni, troppo legati a interessi di pochi, non hanno capito la lezione e gli eserciti giocano ancora alla guerra. Cabrones!... Barman mi porti una gazzosa... cabrones tutti!
 
- Ma proprio tutti?
 
- Sì, tutti cabrones!
 
Pablo sorseggia la gazzosa e lascia sfogare la sua ira, provo a fargli vuotare il sacco su questioni personali e romantiche.
 
- Hai avuto un sacco di storie amorose?
 
La risposta è un chiaro gesto affermativo, socchiude gli occhi come un cerbiatto innamorato.
 
- Piacevo mucho alle donne, le fulminavo con lo sguardo!
 
- E con la musica come la mettiamo?
 
- Lavoravo troppo, non avevo tempo per la musica, però mi piaceva, oh sì, se mi piaceva. Fossi stato di quest'epoca avrei amato i Beatles, un po’ rock, un po’ romantici, anche se non lo davano a vedere. Erano muy loco come me, e poi, con tutti quei capelli erano anche simpatici, però ti confesso che anch’io senza i loro caschetti da baronetti avevo un certo fascino.
 
- Hai girato il mondo.
 
- Oh sì, ma potevo fare di più, è stata una lunga strada. Sai, a volte mi sono sentito padrone del mondo ma, alla fine, ti rendi conto che sei stato solo di passaggio e questa cosa mi metteva un po’ di tristezza. Per fortuna ho sempre lavorato molto e cancellavo i pensieri negativi con la mia creatività, ma non ho rimpianti. La mia arte è stato un fantastico linguaggio personale e universale, ho fatto quello che desideravo da bambino, mi sono divertito e, anche se lotti per assaporare i piaceri della vita, poi godi della poesia e ti senti in pace con te stesso, peccato che rimani solo una pedina nella scacchiera, ma con il cuore gonfio di passione. Certo che  vale la pena di vivere! El corazòn, quando è forte e sincero, ti fa vedere senza limiti la luce dell'esistenza!
 
- Pablo, a quale opera sei più affezionato?
 
- Walter, ma che domanda è? E’ come chiedere se vuoi più bene a mamma o a papà, io ho amato tutte le mie opere. E' stata una continua ricerca e scambio di amore con loro, in ognuna di esse ho lasciato una parte di me, non posso dire di aver amato una più di un'altra e sai perché?
 
- Già, perché?
 
- Perché le mie opere erano me e io ero loro, quindi è come dire che vivevamo in simbiosi e io ero un po’ egoista, eh! Volevo molto bene a me stesso!
 
- Ti sarebbe piaciuto essere un futurista?
 
- No amigo, un movimento di colori confusionari, geniali ma confusionari, e poi questi futuristi troppo sognatori, spericolati, ossessionati dai miti. La velocità? La modernità? Il super ego dell'uomo dominatore della terra, dei mari, del cielo? No amigo, mi tengo stretta la poesia, non vedi intorno quanta poesia ci inebria della sua vista e del suo profumo?
 
- Periodo rosa?
 
- Eh già, io ho visto quello che gli altri non potevano vedere e sono stato contento di averlo dipinto, ragazzo chiedimi di Dalì.
 
- Pablo, che ne pensi di Dalì?
 
- Ahahahah... Sono contento che gli ho fregato un sacco di donne, lo battevo sempre sul tempo, ma lo stimavo e lui stimava me. Gran furbacchione, con un opera di piccolo formato ha oltrepassato la barriera del tempo ed è diventato celebre e immortale.
 
 
- Eh già, un piccolo quadro enigmatico e visionario, solo un grande artista come lui poteva realizzarlo... Ragazzo, ora dobbiamo andare, hai portato i soldi per pagare il conto qui al bar?
 
Apro il portafoglio, ho cinque euro, qualche santino e fra le ragnatele un biglietto del bus scaduto. Non ve lo avevamo detto ma, mentre parlavamo, abbiamo consumato sei caffè, cinque ciambelle zuccherate, una scatola di sigari toscani, una sambuca, una gazzosa e un whisky.
 
- Ahahah… Ragazzo, credo che adesso siamo nei guai, forza, andiamo via.
 
- Senza pagare?
 
- E' claro, metti in moto la Vespa, io salto al volo e via, andiamo a vedere la cappella Sistina e, dopo, a fontana di Trevi per fare il bagno.
 
Vroooommm!!
 
Amici lettori del blog baciato dai raggi di sole della cultura, ebbene sì, io e Pablo Picasso siamo fuggiti in Vespa e non abbiamo pagato il conto al bar. Non è stata colpa nostra ma bensì della nostra immaginazione, la prossima volta il conto lo faremo pagare a lei… Dimenticavo... Il bagno nella fontana di Trevi lo possiamo fare solo io e Picasso, voi, se volete, seguiteci con la fantasia.
 
 
 

Dear reader of signoradeifiltri, today we will have a spring edition, it is 8.30 am, I am waiting for an artist that I have to interview, we will go to the usual bar to have breakfast and then with my Vespa I will take him for a ride around Rome. My pistachio green Vespa is ready, my friend Mario has informed the bar tender that we will arrive with an illustrious guest, first I will offer him a hot coffee. I know that the interview will not be boring, static and formal. I see the artist who arrives:  Pablo Picasso.

 

- Hi Pablo.

 

- Hi Walter.

 

- Come on, put on the helmet, we're going to have coffee.

 

- Yes, but I'll drive.

 

I'm afraid, he has a grim look, it's better to go along with him and not say no to him.

 

- Okay, but go slowly, can you put this helmet on?

 

- Hey, Walter, but this is a centurion helmet!

 

- Pablo, we are in Rome.

 

- Yeah, if we were in Venice, would you put a gondola on my head?

 

- But you look like Julius Caesar.

 

- We don't even talk about it!

 

After a heated dispute, Pablo Picasso agrees to put the centurion helmet on his head, in exchange for going to the Trevi fountain like Marcello Mastroianni, let's go ... broooommmm!

Fortunately everything goes smoothly, but next time I’ll take the 500, Pablo Picasso drives like a bullfighter, we sit down at the table.

 

- Pablo, if you hadn't been an artist, what would you have done in your life?

 

- Bueno, good question, I would have been undecided between the policeman and the barman, two occupations to be in contact with people. Logically, I left it to fate, we cannot hinder fate, each of us has a task, mine was to be an artist.

 

Two beautiful girls go by and Pablo looks at them.

 

- Pablo, good things are better than bad things.

 

- Claro, it's a question of sensitivity. That formidable ability we have to be attracted by everything that emanates harmony and poetry. Life is fascinating, spectacular, and humanity has the good fortune to live surrounded and immersed in the wonder of nature. Art has the duty and obligation to manifest everything that surrounds us through fantasy and technique, everyone must do their own to make our existence poetic.

 

- Pablo, not everyone has this sensitivity and, in any case, something less beautiful is always present.

 

- Diablo! And we artists must separate the bad images, selfishly built from the hands of man, from what is the universal language, directed towards a good way of life that makes humanity happy. It is true that we must also highlight brutality and miserable human weakness, as if we were a book open to all, we artists, messengers and apostles of creation.

 

- When you made Guernica were you very angry?

 

- No, more than angry, look me in the face, touch here, squeeze without fear of hurting me.

 

He takes my hand firmly and makes me touch his left biceps. Pablo Picasso has exceptional musculature.

 

- I was a fury, I made that painting moved by a beastly inner strength, each touch of brush a blow against the absurdity of inhumanity. It was like shooting an anti-war film, a dramatic black and white film with no other colours, it was useless to show blood and flaming colours, have you ever seen a black and white film?

 

-Yup

 

- In the contrast between those two tones there was the maximum of expressiveness, if I had used the colours it would have been a work like all the others and, instead, I had to impress the people, the same ones who rule the world without thinking about the sufferings of the innocent people. Unfortunately, some, too tied to the interests of a few, have not understood the lesson and armies are still playing war.

Cabrones! ... Barman bring me a gazzosa ... cabrones all!

 

- But everyone?

 

- Yes, all cabrones!

 

Pablo sips the gazzosa and lets out his anger, I try to make him talk of personal and romantic matters.

 

- Have you had a lot of love affairs?

 

The answer is a clear affirmative gesture, narrowing his eyes like a fawn in love.

 

- I liked women a lot, I looked at them!

 

- And music?

 

- I worked too hard, I didn't have time for music, but I liked it, oh yes, if I liked it. If I had been from this era, I would have liked the Beatles, a little rock, a little romantic, even if they didn't show it. They were muy loco like me, and besides, with all that hair, they were also nice, but I confess that even without their baronet helmets I had a certain charm.

 

- You traveled the world.

 

- Oh yes, but I could do more, it was a long way. You know, sometimes I felt master of the world but, in the end, you realize that you were just passing through and this thing made me a little sad. Luckily I have always worked a lot and canceled negative thoughts with my creativity, but I have no regrets. My art was a fantastic personal language and universal language, I did what I wanted as a child, I had fun and, even if you struggle to savor the pleasures of life, then you enjoy poetry and you feel at peace with yourself. Too bad that you remain only a pawn on the board, but with a heart swollen with passion. Of course it's worth living! When he is strong and sincere, El corazòn makes you see the light of existence without limits!

 

- Pablo, which work are you most fond of?

 

- Walter, what question is it? It's like asking if you love mom or dad more, I loved all my works. It was a continuous search and exchange of love with them, in each of them I left a part of me, I can't say that I loved one more than another and do you know why?

 

- Yeah, why?

 

- Because my works were me and I was them, so it's like saying that we lived in symbiosis and I was a little selfish, huh! I loved myself very much!

 

- Would you have liked to be a futurist?

 

- No amigo, a movement of confusing colours, brilliant but confusing, and then these futurists were too dreamy, reckless, obsessed with myths. The speed? Modernity? The super ego of the man who rules the earth, the seas, the sky? No amigo, I hold poetry tightly, don't you see how much poetry inebriates us with its sight and its perfume?

 

- Pink period?

 

- Yeah, I saw what the others couldn't see and I was happy to have painted it. Ask me about Dali.

 

- Pablo, what do you think of Dali?

 

- Ahahahah ... I'm glad that I stole him a lot of women, I always beat him on time, but I valued him and he esteemed me. Great scoundrel, with a small format work he has crossed the barrier of time and has become famous and immortal.

 

- The persistence of memory.

 

- Yeah, a small enigmatic and visionary picture, only a great artist like him could make it ... Now we have to go, did you bring the money to pay the bill here at the bar?

 

I open my wallet, I have five euros, a few saints and an expired bus ticket between the cobwebs. We hadn't told you but while we were talking, we had six coffees, five sugary donuts, a box of Tuscan cigars, a sambuca, a soda and a whiskey.

 

- Ahahah ... I think we're in trouble now, come on, let's go.

 

- Without paying?

 

- It is claro, start the Vespa, I jump on and off we go to see the Sistine chapel and, later, the Trevi fountain, for swimming.

 

Vroooommm !!

 

Readers of the blog kissed by the rays of the sun of culture, yes, Pablo Picasso and I fled with the Vespa and did not pay the bill at the bar. It was not our fault... I forgot ... The bath in the Trevi fountain can only be done by Picasso and I, if you want, follow us with your imagination.

 
 
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L'arte astratta secondo me

5 Aprile 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #pittura, #arte

L'arte astratta secondo me
 

Molta gente, parlando di arte astratta, pensa che sia bella e piacevole ma di non facile comprensione. Molti pensano che chiunque possa essere in grado di realizzare opere di quel genere. Si dicono molte cose ma in realtà l'arte astratta nasce dalla fantasia di ognuno di noi. Ognuno di noi vede tutto quello che abbiamo intorno con una logica ma poi, con la fantasia, può inventare ciò che di fatto non esiste. Ed è proprio la fantasia un motivo di gioia per tutti noi.

Provate a pensare agli scarabocchi dei bambini, sono vere opere d'arte, perché naturali. I bambini sono liberi da condizionamenti, quindi, quando disegnano, sono autentici e spontanei e il loro linguaggio espressivo diventa arte.

Oppure pensiamo agli uomini della preistoria, pensiamo ai disegni rupestri nelle grotte di Altamira in Spagna. Gli esseri umani hanno da sempre utilizzato il linguaggio grafico per comunicare, non è importante che il disegno sia fedele alla realtà, oppure simile, oppure totalmente diverso, tanto da lasciare all'osservatore la possibilità d'interpretare un'opera considerata astratta. La bellezza dell'arte è nella sua manifestazione e nel vedere questo linguaggio come una parte essenziale della nostra vita.

Che vita sarebbe senza la bellezza dell'arte? Arte astratta, o figurativa, in una parola sola: "arte". Secondo me, l'arte astratta è sempre esistita ma è con il movimento francese degli Impressionisti che qualcosa è cambiato nella storia. Da quel momento l'arte potè anche essere considerata da un punto di vista diverso. Come è successo per tutti i nuovi movimenti, la rottura con gli schemi del passato ha generato una scintilla creativa. 

La scomposizione della luce, con effetto su tutte le forme, grazie agli Impressionisti, ha fatto nascere delle opere d'arte nuove. L'osservatore non vedeva più solo quello che esisteva realmente ma, attraverso la fantasia, poteva  toccare con mano le impressioni che abbiamo davanti gli occhi in ogni nostro momento. Impressioni che, essendo  velocissime, ci sfuggono. Gli impressionisti, con una tecnica astratta, erano riusciti a fermarle sulla tela. Quindi ci trovavamo di fronte a un nuovo rinascimento che non si sarebbe più fermato.

L'arte astratta è veloce, spontanea, dinamica, anche se può sembrare irrazionale, le sue forme sono comunque equilibrate. Con un solo colpo d'occhio può emozionarci, farci sorridere, farci sognare, farci riflettere. L'arte astratta non ha limiti. E' vero, è molto difficile per un artista inventare qualcosa di nuovo, perché tutto è stato già inventato, ma è proprio questo il bello, trovare strade alternative, sperimentare. E, grazie alla fantasia, nulla è impossibile.

 
L'arte è un armonia parallela alla natura” Paul Cezanne.
 
Lavoro dall'interno verso l'esterno, proprio come la natura” Jackson Pollock
 
 
 
Many people, speaking of abstract art, think that it is beautiful and pleasant, but not easy to understand.  Many things are said but, in reality, abstract art is born from the imagination of each of us. Each of us sees what is around us with a logic but then, with the imagination, can invent what does not actually exist. And fantasy is a reason for joy for all of us.

Try to think of children's doodles, they are true works of art, because they are natural. Children are free from conditioning, therefore, when they draw, they are authentic and spontaneous, and their expressive language becomes art.

Or think of the men of prehistory, think of the rock drawings in the caves of Altamira in Spain. Human beings have always used graphic language to communicate, it is not important that the drawing is faithful to reality, or similar, or totally different, so as to leave the observer the possibility of interpreting a work considered abstract. The beauty of art is in its manifestation and in seeing this language as an essential part of our life.

What would life be like without the beauty of art? Abstract, or figurative, art, in one word: "art". In my opinion, abstract art has always existed, but it is with the French Impressionists movement that something has changed in history. From that moment on, art could also be considered from a different point of view. As has happened with all the new movements, the break with the patterns of the past has generated a creative spark.

The breakdown of light, with an effect on all forms, thanks to the Impressionists, has given birth to new works of art. The observer no longer saw only what really existed but, through fantasy, he could touch the impressions we have before our eyes in every moment. Impressions that, being very fast, escape us. The impressionists, with an abstract technique, had managed to stop them on the canvas. So we were faced with a new renaissance that would never stop.

Abstract art is fast, spontaneous, dynamic. Even if it may seem irrational, its forms are however balanced. With a single glance, it can excite us, make us smile, make us dream, make us reflect. Abstract art has no limits. It is true that it is very difficult for an artist to invent something new, because everything has been  already invented, but this is the beauty of finding alternative ways, experimenting. And thanks to the imagination nothing is impossible.


"Art is a harmony parallel to nature" Paul Cezanne.

"I work from the inside out, just like nature" Jackson Pollock

 

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Intervista con l'artista Jackson Pollock

3 Aprile 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #pittura, #le interviste pazze di walter fest

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest


 

 

Giro la chiave del quadro e metto in moto la fiat 500 che, borbottando, si avvia. Amici lettori della signoradeifiltri, sto andando all'appuntamento con Jackson Pollock. Oggi l'intervista con l'artista la facciamo a bordo della mia Fiat 500 del 1962. Nonostante l'età è dotata di diversi comfort, sedili ben imbottiti di finta pelle di pescespada, sistema di ventilazione interna con quindici profumazioni fra le quali, whisky, formaggio di ippopotamo, amaro del nonno e mela acerba. A bordo la macchinetta del caffè espresso, nel portaoggetti cioccolatini di tutti i gusti. Ecco, vedo Jackson Pollock puntuale che legge il giornale.

- Hi, Jack!

- Ehi, finalmente sei arrivato, mi hai fatto leggere pure gli annunci di matrimonio!
 

- Jack, per favore, chiudi piano lo sportello, l'ultima volta Guttuso mi ha staccato la maniglia, dove andiamo? Giriamo a zonzo?
 

- Okay, ma accendi il riscaldamento che ho freddo!
 

- Jackson, ti faccio la prima domanda e non sei tenuto a rispondermi... hai smesso di bere?
 

- Ahaahah!.. Oh sì, da quando conosco te bevo solo caffè espresso e birra e gazzosa!
 

- Molto bene, prossima domanda, è vero che hai barattato una tua opera con una motocicletta?
 

- Ah sì, era una Matchless e poi sfidavo gli indiani a cavallo nel deserto, vincevano sempre e così l'ho lasciata a loro in cambio di una pipa e di un po' di roba strana da fumare.
 

- Hai smesso di fumare?
 

- Ti odio! Ahaah... Ho anche smesso di fumare da quando ti ho incontrato!
 

- Bene, ti va di parlare del dripping?
 

- Certo, ma prima offrimi un caffè.
 

La macchinetta esce dalla cassettiera della mia 500 ed è già pronta, cinque minuti e sarà in tazza.
 

- Sono state dette un sacco di cose sulla tua tecnica, tracce di esistenzialismo, filosofia Buddista, Zen, introspezione, sciamanesimo.
 

- Tutte leggende metropolitane, dipingevo senza cavalletto perché volevo essere libero. Girare intorno alla tela era come girare il mondo, la libertà di vedere e fare sempre cose diverse, mi sentivo in equilibrio con lo spazio e poi c'era anche molta musicalità nella mia opera. Girare intorno alla tela era un po' come danzare, ero io con tutto me stesso, abbracciato alla materia senza nessun impedimento, nessun ostacolo, nessun confine e poi mi divertivo di più. Tutto qua, facile no?
 

- Hai fatto impazzire i critici.
 

- Oh sì, erano troppo legati a vecchi schemi e con me non capivano letteralmente nulla perché li ho ubriacati con il colore, li ho travolti con una azione pittorica dirompente.


- Ti hanno accusato di essere caotico e casuale.
 

- Oh sì, ma erano talmente condizionati dai loro fantasmi interiori che non volevano staccarsi dal loro presente, in sintesi avevano paura di ritornare come bambini e vedere l'arte come qualcosa di estremamente naturale.
 

- Ti consideri fortunato?
 

- Perché no? Mi sono trovato al punto giusto nel momento giusto ma penso di essermelo meritato.
 

- Se tornassi indietro, che cosa non faresti?
 

- Non so, diciamo che vivevo alla giornata, però posso dirti quello che invece avrei voluto fare.
 

- Già, cosa?
 

- Diluire i colori da sgocciolare sulla tela con la Cocacola. Hai altre domande?
 

- L'ultima: ti sarebbe piaciuto portare i capelli lunghi?
 

- Oh sì, lunghi sulle spalle e biondo come Marilyn. Avrei avuto qualche problema ad aggiustarli con le mani sporche di colore ma vuoi mettere Jackson Pollock con i lunghi capelli?
 

- Ti andrebbe di guidare la 500?
 

- Mmh è meglio di no, guida tu che io schiaccio un pisolino.
 

E mentre lasciamo riposare Jackson Pollock, cari lettori del blog che ama la cultura, Walter Fest vi saluta e vi aspetta alla prossima intervista con l'artista.

 

 

 

I turn the key  and the Fiat 500 starts muttering. My dear readers of signoradeifiltri, I'm going to the appointment with Jackson Pollock today. We will interview the artist on board of my Fiat 500 from 1962. Despite the age, it is equipped with various comforts, well-padded seats in swordfish leather, internal ventilation system with fifteen fragrances including, whiskey, hippopotamus cheese, grandfather's bitter and sour apple. On board we have the espresso machine, and chocolates of all tastes.  Jackson Pollock is on time and he is reading the newspaper.

 

- Hi, Jack!

- Hey, you finally arrived, you made me read the announcements of marriage!

- Jack, please close the door slowly,  last time Guttuso pulled the handle off. Where are we going? Do we wander around?

- Okay, but turn on the heating that I'm cold!

- Jackson, I ask you the first question and you don't have to answer me ... Did you stop drinking?

- Ahaahah ! ... Oh yes, since I met you I have only drank espresso and beer and gazzosa!

- Very good, next question, is it true that you traded one of your works for a motorcycle?

- Ah, yes it was a Matchless and then I challenged the Indians on horseback in the desert, they always won and so I left it to them in exchange for a pipe and some strange stuff to smoke.

- Did you quit smoking?

- I hate you! Ahahah, I've also quit smoking since I met you!

- Well, do you want to talk about dripping?

- Of course, but first offer me a coffee.

The machine comes out of the drawer of my 500 and it is ready, five minutes and coffee will be in the cup.

- A lot of things have been said about your technique, traces of existentialism, Buddhist philosophy, Zen, introspection, shamanism.

- All urban legends, I painted without an easel because I wanted to be free. Going around the canvas was like traveling the world, the freedom to see and do different things. I felt in balance with the space and then there was also a lot of musicality in my opera. Going around the canvas was a bit like dancing, it was me with my whole being embraced to the material without any hindrance, no obstacles, no borders. And I had more fun,  easy, wasn't it?

- You drove the critics crazy.
 

- Oh yes, they were too tied to old patterns and with me they literally didn't understand anything, because I drunk them with color, I swept them with a disruptive pictorial action.

 

- They accused you of being chaotic and random.

 

- Oh yes, but they were so conditioned by their inner ghosts that they didn't want to detach themselves from their present. In short, they were afraid to become children and see art as something extremely natural.

 

- Do you consider yourself lucky?

 

- Why not? I found myself in the right place at the right time but I think I deserved it.

 

- If you went back what would you not do?

 

- I don't know, let's say I was living day by day, but I can tell you what I wanted to do, instead.

 

- Yeah, what?

 

- Dilute the colors  with Cocacola. Other questions?

 

- The last one: would you have liked to have long hair?

 

- Oh yes, long on the shoulders and blond like Marilyn. I would have had some problems adjusting them with dirty hands but imagine Jackson Pollock with long hair!

 

- Would you like to drive the 500?

 

- Mmh... It's better you guide and I take a nap.

 

And while we let Jackson Pollock rest, dear readers of the blog that loves culture, Walter Fest greets you and awaits you at the next interview with an artist.

 

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Arte al bar: "Il cenacolo" di Leonardo da Vinci

16 Marzo 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #pittura, #arte al bar

Arte al bar: "Il cenacolo" di Leonardo da Vinci
 
Amici lettori del blog che fa dell’ottimismo culturale il proprio mantra, eccomi ritornato a voi per una nuova serie di incontri artistici. Sono le 9.30 del mattino e intorno a noi tutto va male. Considerato che quest’anno è bisestile, la jella rientrerebbe nella norma e nella casistica, ma, guarda caso, noi siamo ottimisti e ci piace andare alla ricerca della positività, così eccomi qua al solito bar, che in questo periodo dovrebbe essere chiuso causa coronavirus, ma noi con la fantasia ci possiamo permettere di rimanere aperti e fare in modo che io accetti la provocazione di Gianni il barista. Mi ha apostrofato dicendomi che di questi tempi alla gente dell’arte non gliene frega un fico secco, troppo presa dalla pesante problematica del nuovo anno appena iniziato.
E allora mi ha detto: “Scommettiamo? Scommettiamo che, se tu ti azzardassi ancora a parlar di arte, tutti ti girerebbero le spalle?" Gianni non ricorda le mie convinzioni, ed io sono sempre più sicuro che l’arte è per tutti e, ora più che mai, non nuocia gravemente alla salute, e così ho accettato. In palio per ora non c’è nulla, io e lui siamo fatti così. Il banchista non lo sa che perderà, ma mica perché lo dico io, bensì perché lo dice la storia, e così, appunto, entrando nella storia dell’arte, inizia oggi la nostra avventura parlando di Leonardo Da Vinci e del suo Cenacolo.
Prima di iniziare, lasciateci alzare in piedi e tributare il nostro doveroso, caloroso e affettuoso applauso a tutti coloro che in questo momento stanno lavorando h24 a difenderci da questo terribile e inaspettato virus, non li elenco ma voi tutti sapete chi.
 
- Gianni, non vedo Giovanna la milanese.
 
- Ha conosciuto un guru e sono partiti insieme in vacanza.
 
- Non ci posso credere.
 
- Tranquillo, al guru piace il Chianti, la Malvasia e il Barolo, sono andati alla ricerca della cantina perduta.
 
- Ah però, hai capito il guru! Ma per caso è indiano?
 
- No, ciociaro.
 
- Speriamo tornino presto.
 
- Mah! Chi può dirlo?
 
- Gianni, vado all'attacco di Bice e Alice.
 
- In bocca al lupo, oggi sono molto arrabbiate.
 
- Bice e Alice, buongiorno, come stanno i nostri gattoni stradali?
 
- Benone, Walter, hanno un appetito da morti di fame e in giro non c’è nessuno!
 
- Allora qui ci sta bene parlare dell’ultima cena.
 
- Ultima e perché?
 
- Ma non intendevo in quel senso, o meglio, forse sì.
 
- Ah, ma che non lo sai che senza i gatti i topi ballano? E poi noi abbiamo fatto al supermercato una bella scorta, questa cena chi la preparerebbe?
 
- Leonardo da Vinci a Milano.
 
- E allora 'sta cena si è freddata da un pezzo… ma va là, certo che la conosciamo, stavamo scherzando, però, Walter, hai ragione, forse i più giovani non la conoscono.
 
 
Leonardo da Vinci (Anchiano, 15 Aprile 1452 – Amboise, 2 Maggio 1519)
 
Un artista italiano ma patrimonio della cultura mondiale, non basterebbe la parola “artista” per definire la figura di Leonardo, ma io voglio dire la mia molto sinteticamente, prima di tutto voglio dire che, se penso a Leonardo (ma non solo lui), sono convinto che Dio esiste e poi, se non esistesse, Leonardo potrebbe essere la testimonianza delle capacità più positive e geniali che ci siano nel genere umano. E' vero che di Leonardo ce n'è stato uno solo, ma la sua arte e il suo talento sono stati di ispirazione per gli artisti del passato, del presente e del futuro. Ora stop, leggete questa illuminazione del 1542 che è meglio.

 

«Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo avere satisfatto, et però sono tante rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira [...] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d'acque, et altri ghiribizzi, né mai co l'animo suo si quietava, ma sempre con l'ingegno fabricava cose nuove.» (Anonimo Gaddiano, 1542)

Allora, carissime Bice e Alice, a Leonardo, nel 1494, venne offerto di lavorare al convento di Santa Maria delle grazie, c’era da decorare il refettorio per i pasti dei frati domenicani e al nostro artista venne lasciata la parte di fondo per realizzare l’ultima cena. Per Leonardo salire sull'impalcatura e lavorare su una parete di circa 5 x 9 mt, con una luce modesta, era l’ultimo dei problemi. Io lo vedo, Leonardo, con lo sguardo pensieroso, lo vedo studiare l’impresa, lo vedo ragionare sulla tecnica ed essere dubbioso sul lavorare con un intonaco fresco. Non a tutti piace sentire l’umidità che ti gela il pennello e le budella, e poi bisogna sbrigarsi, avere sempre la tinta a portata rapida di mano, sperando di sbagliare il meno possibile perché si rischia l’impasto della materia colorata come una pappa, lui no, lui studia il colore, studia la forma, riflette con calma, si intercala nella storia che ha davanti, si sente parte di essa e, come la mano d’opera di un vecchio artigiano è lenta e saggia, la parete umida potrebbe freddargli il cuore e la mente, e poi quest’ultima cena è divina e lui vuole renderla tale, quindi sceglie di sperimentare e di lavorare come su tavola, ma provando una materia che lui pensa potrà resistere su quelle mura che, confinando con la cucina, faranno traspirare vapore e calore. Scelta fatale perché con i secoli, anzi quasi da subito, si rivelerà sbagliata, ma questo capolavoro immortale, grazie a squadre di miracolosi restauratori, definitivamente tornerà a splendere e, dall'aldilà, Leonardo di gioia riderà.

- Walter, comunque questa cena non sembra drammatica.

- Bice, hai ragione.

- E non sembra neanche l’ultima.

- Brava Alice, ora vi spiego il mio punto di vista. La parete è di fondo, quindi Leonardo sceglie di realizzare una prospettiva che allunghi fino ad un orizzonte lontano, per dare ampiezza e profondità all'opera, di fatto le pareti dipinte ai lati del tavolo dell’ultima cena sembrano essere il prolungamento della mensa, come a sfondare il muro oltre la cucina nel retro, e tutto parte dal centro dell’opera, con la testa di Gesù Cristo ma alle sue spalle c’è un particolare importante, per me determinante.

- Quale?

- Gianni, metti un sottofondo musicale.

- Vi va bene Caravanserai dei Santana?

- Ottimo. Allora, secondo me in tutta questa opera quello che accende la luce e illumina la fede sono le tre finestre di fondo.

- E perché?

- Alice, attraverso quelle tre finestre, la luce che nasce all'orizzonte è la luce divina che apre le porte della speranza, o meglio, dichiara la certezza che c’è qualcuno superiore a Gesù Cristo e, lasciando che si compia il destino del proprio figlio, illumina l’umanità con il suo amore, per dimostrarci che non ci lascerà soli. Questa luce che entra dalle tre finestre colpisce la parete di destra e, scendendo sulla tavola  ricoperta di una candida tovaglia bianca, compiendo quasi una curva, idealmente ci abbraccia, perché, se da un punto di vista tecnico il chiarore di queste tonalità - riferendomi all'alternare da parte dell’artista di toni chiari e scuri - è uno stratagemma della tecnica pittorica per permettere la profondità dell’opera, dal punto di vista ideologico le tre finestre e la tovaglia bianca sono la luce divina che viene diffusa su tutta l’umanità. Avete notato il pane disposto troppo ordinatamente, i bicchieri tutti riempiti rigorosamente a metà, piatti e vettovaglie disposte con aritmetica disposizione?

- Eh già, non avevano fame?

- Potrebbe anche essere che Gesù Cristo abbia iniziato a parlare prima di cenare.

- Carissime Bice e Alice, secondo me per Leonardo la cena era solo un dettaglio, gli accessori non avevano importanza, non c’è ricchezza negli abiti e neanche nell'ambientazione dell’interno, egli non doveva esibire la propria bravura attraverso la cura dei particolari. Leonardo da Vinci non doveva dimostrare nulla a nessuno ma, guidato da chissà quale forza interiore, descrivere semplicemente la verità che colpisse il più possibile nel profondo dei cuori tutti coloro che avrebbero ammirato il suo capolavoro, un capolavoro espresso in una maniera nitida, senza fronzoli.

- Come Giotto nella sua opera Approvazione della regola?

- Bravissima Alice, Giotto era a suo modo modernissimo e, girando per l’Italia, ha ispirato molti pittori, ma adesso torniamo alla nostra ultima cena.

- Eh no, perché ultima cena?

- Bice, tranquilla, non in quel senso, dai, non mi interrompere.

- Vabbè, se lo dici tu.

- Allora, voglio dirvi che in questa opera tutto sembra essere super ordinato, tutto fermo, e la concentrazione è maggiormente rivolta alla figura del Gesù Cristo al centro. In realtà la scena è molto dinamica, un movimento frenetico che, da ambo i lati, si diffonde come un vortice di passione e di emozioni verso il protagonista del momento. Gli apostoli, come nei fotogrammi di un film, recitano la propria parte, perfino un coltello nella mano di un irascibile è pronto e proteso all'azione, la gestualità emotiva è evidente, mentre il Cristo salvatore è serenamente rassegnato a una storia che ha da venire a breve. Quest’ultima cena è solo l’inizio di una nuova vita per chi deve credere e avere fiducia nell'unico amore universale e, come una ciliegina sulla torta, mentre si compie il destino alle spalle di tutti, entra dalle tre finestre la luce, raggi di luce dolce e piena di calore vitale.

- Questa luce sembra illuminare di più il volto e il mantello di una figura posta alla destra del Gesù.

- Brava Alice, occhio di lince!

- E ci credo, a forza di stare con i gatti!

- Allora, volete sapere chi è quel personaggio?

- Sentiamo un po’, chi è?

- Siete curiosi, eh? Allora, io immediatamente in esso ho visto un volto di donna: la corporatura è minuta, gli occhi chiusi rivolti in basso. Tra l’altro è l’unica figura che sembra estraniarsi dall'azione, mantenendosi con il viso proteso in senso opposto a Gesù, quasi ad allontanarsi dal dolore della situazione in corso. Il Cristo guarda alla sua sinistra? La donna guarda alla sua destra rassegnata, intorno a lei tutte le mani, le braccia i volti degli apostoli sono muscoli d’acciaio? Lei no, solo un immagine di tristezza e rassegnazione, che sia la Maria Maddalena? Eppure questa donna secondo me…

- Secondo te, cosa?

- Eppure, secondo me la luce irradiata dal suo volto significa qualcosa.

- Scendiamo a volo di gabbiano sulla tua teoria, sentiamola.

- Significa un messaggio di fede, significa la luce che illumina l’importanza della donna, la vita nasce dalla donna, nasce dall'amore, ogni nuova vita che nasce è il miracolo di questa nostra esistenza, la rivincita della vita sulla morte e la donna è la parte essenziale. In questa ultima cena la presenza di una donna illuminata da una luce divina non poteva mancare, simboleggia la chiusura del cerchio, la nostra ragione di esistere e di godere di questo paradiso in terra. E' l’ultima cena ma all'indomani conquisteremo l’eternità. Allora, che ne dite?

- E con il virus come la mettiamo?

- Oggi c’è un bel sole e il cielo è pulito, con la fantasia possiamo abbracciarci e stringerci le mani, sorriderci l’un l’altro e ben sperare che questa storia a breve finisca.

- E il sereno in tutto il mondo tornerà… Stasera a mangiare la pizza si va?

- Buona idea, anche se per ora solo con la fantasia, che è meglio rimanere in casa. Amici lettori della signoradeifiltri, anche la fantasia può diventare realtà e questo ce lo ha insegnato nei secoli la storia. Ora non ci resta che aspettare con pazienza il nuovo giorno che verrà. Per me le tre finestre alle spalle del cenacolo di Leonardo esprimono fiducia, e per voi? Ora, nel ringraziarvi e nel salutarvi, vi do appuntamento al prossimo incontro artistico che avverrà nella bottega dell’arte. Avremo nostro ospite un giovane artista, arrivederci a presto e, insieme a voi, sarà sempre un piacere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
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L'oroscopo di marzo

1 Marzo 2020 , Scritto da Loredana Galiano Con tag #loredana galiano, #astrologia, #walter fest, #pittura

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

La grande novità di questo mese è l’entrata di Saturno nel segno dell’Aquario!

Ebbene sì, domenica 22 marzo il severo pianeta entra nell’undicesimo segno a dispensar consigli e saggezza in primis ai segni d’Aria: Gemelli, Bilancia e Aquario.

Ora i nativi dei segni potranno veder rendere concreti i loro sogni, e volare basso per acquisire nozioni importanti per raggiungere i loro successi con costanza e devozione.  A fare delle scelte importanti, a selezionare tutto ciò che è importante e a buttar via l’inutile e il vecchio.

Cambiano le priorità, si assumono nuove responsabilità, insomma si diventa più grandi e più saggi.

Ritrovano leggerezza finalmente i segni: Cancro, Ariete e Bilancia.  Ora possono respirare con dolcezza e senza pesi sul cuore un’aria pura, priva di tossine e di tutto ciò che ha reso i segni cardinali cupi e forse anche tristi.

Sicuramente essi hanno acquisito consapevolezza e un senso di responsabilità, una maturità e una saggezza seppur con qualche difficoltà.

Ora tutto cambia e si ritorna a sorridere con più spontaneità.

Si respira aria frizzantina, il 21 marzo il Sole entra in Ariete e si festeggia l’equinozio di primavera, dove le ore di luce sono uguali a quelle del buio.

Un periodo ricco di novità, di suspense, di cambiamenti, dove ogni cosa è messa in discussione, dove non si scommette un soldo bucato, ma sicuramente si cerca di far al meglio tutto quello che occorre fare.

Giove è in Capricorno e ci ricorda il gusto per la lentezza, il premio dopo le fatiche, l’edonismo misurato, la felicità controllata, l’odio per lo spreco, mentre tutto si ricicla.

 

ARIETE: 21/3 – 20/4: a passo veloce verso le vette.

Nel vostro cielo brilla un astro propizio che vi promette un lungo periodo gratificante, dove i vostri sogni possono essere realizzati in ogni settore della vostra vita.  Arriva la primavera, la stagione che preferite più di tutti, e vi porta belle sorprese, gioie d’amore e nuove idee.  Non sprecate tutte le forze, conservate un po' di riserva per i momenti difficili e non abbandonate chiodi e piccozza.

 

TORO: 21/4 – 20/5: su nuovi sentieri tra alti e bassi

L’imprevedibile Urano vi aiuta a dire addio ai vecchi schemi e abitudini. I nuovi percorsi sono già tracciati da cartografi esperti come Saturno, Giove e Plutone. I tre colossi dello zodiaco sanno infondervi fiducia e costanza, ambizione e successi, ingredienti indispensabili per proseguire sul sentiero.

 

GEMELLI: 21/ 5 – 21/6: con la testa già fra le nuvole

Mercurio e Saturno vi prendono per ballare una danza liberatoria invitandovi a trascorrere delle serate in compagnia di vecchi e nuovi amici con un senso di leggerezza e spensieratezza. Sentite il bisogno di allontanarvi in lungo e in lardo nel mondo e dentro voi stessi. Il peggio sembra essere passato.

 

CANCRO: 22/6 – 22/7:  quello zaino pesante in spalla

Che zaini pesanti avete sulle spalle: Plutone già di per sé è un macigno, poi si aggiunge Giove insieme a Marte. E meno male che Saturno fa capolino nel segno dell’Aquario, ma ciò non alleggerisce le vostre responsabilità. Quanto è dura la salita e non solo. Vero, le esperienze fanno crescere, ma un po' di tenerezza vi aiuta a sentirvi più sereni. Contate sulla fantasia di Nettuno che vi aiuta a sognare ad occhi aperti e volare sulle ali dell’immaginazione.

 

LEONE: 23/7 – 23/8: oltre gli ostacoli, dritti alla meta.

E’ uno strano cielo il vostro, dove tutto cambia rapidamente ma lentamente. Sembra un gioco di parole ma non basta la vostra volontà, la vostra autostima e la vostra fiducia, serve un fortissimo stimolo a imporvi sulla scena. Non abbattetevi mai, avete la voglia di ruggire per farvi sentire oltre l’Universo.

 

VERGINE:  24/8 – 22/9: lungo i sentieri pieni di sorprese

I lati più pragmatici del vostro carattere sono rafforzati dal trio Marte, Giove e Plutone, permettendovi di riconoscere al volo le occasioni e cavalcarle, girando al largo da persone inaffidabili e situazioni confuse. Parliamo di Urano, è il vostro asso nella manica che vi permette di prendere in mano il timone della vostra vita e fare quello che volete.

 

BILANCIA:  23/9 – 22/10: tante tappe e tutte diverse

Ora cominciate a porvi degli obiettivi, passo dopo passo, cominciate a percorrere delle strade tutte diverse, ma sostanzialmente tutte importanti. Saturno torna positivo e vi rimette a posto i pezzi dei puzzle sparsi in terra della vostra vita. Ordine e disciplina non vi spaventano, rigore e diplomazia sono il vostro focus per tutta la vita.

 

SCORPIONE:  23/10 – 22/11: con uno zaino pieno di risorse

Avete centrato il focus della vostra vita: diventare ricchi e ambiziosi. Beh, ce la state mettendo davvero tutta. Plutone, Giove, Marte, con la complicità di Nettuno, hanno fatto la differenza. Hanno garantito per voi ottime opportunità di una buona vita, ghiotte occasioni per un’ottima riuscita in tutto quello che fate.

 

SAGITTARIO: 23/11 – 21/12:  in tanti è meglio

Avete bisogno di allegria e di ottimismo, di benessere e di fiducia in voi stessi. Le cercate negli altri, nel vostro rapporto col vicinato, durante un corso di fitness. Il vostro passo è da veri sportivi, spesso è difficile mantenerlo in salita, l’essenziale è non fermarsi, proseguite lentamente ma continuate per non perdere il sentiero.

 

CAPRICORNO:  22/12 – 20/1: siete pronti per piantare la vostra bandierina?

Con quel portentoso stellium nel vostro cielo avete molte risorse: pazienza, costanza, logica, determinazione, ambizione, coraggio, saggezza e fortuna. Inoltre avete Nettuno e Urano a vostro favore: fantasia e pragmatismo, genialità e intuizione. Siete pronti per piantare la vostra bandierina?

 

AQUARIO:  21/1 – 19/2: serve molta prudenza.

Saturno fa visita e vi consiglia lungimiranza e prudenza, costanza e riflessione. Prima di posare il vostro piede in territori sconosciuti occorre valutare tutte le circostanze. Non serve avere fretta, ma nemmeno abbandonarsi al proprio destino. Forse vi sentite sovraccarichi di mille impegni e nello stesso tempo vuoti, si tratta di una vostra sensazione, dettata da un flusso di pensieri contrastanti.

 

PESCI: 20/2 – 20/3: con intuito e prudenza guizzate in acque tranquille.

Grandi opportunità si profilano al vostro orizzonte, fatte di nuove esperienze e di positivi rinnovamenti. Vi emoziona da tutto quello che vi circonda, da un fiore che sboccia al bacio di un bambino, dalle note di una canzone al recitare una poesia. Nuove amicizie e nuovi contatti riempiono la vostra agenda.

 

 

 

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Concorso per la realizzazione del Palio in onore di Sant’Oliva EDIZIONE 2020

3 Febbraio 2020 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #concorsi, #eventi, #pittura

 

 

 

 

 

L’Ente Carosello, allo scopo di incentivare e incoraggiare la ricerca artistica e la conoscenza delle tradizioni e della cultura di Cori (LT), in occasione dell’edizione 2020 del Carosello Storico dei Rioni di Cori, bandisce un concorso per la realizzazione del Palio in onore di Sant’Oliva, mentre quello della Madonna del Soccorso verrà affidato direttamente.

Ai vincitori verrà commissionata la realizzazione definitiva del Palio che dovrà essere consegnato inderogabilmente entro il 30 aprile 2020 per permettere all’opera di sfilare nella processione votiva della festa in onore della SS. Madonna del Soccorso.

I concorrenti interessati dovranno presentare dei “cartoni” finiti, che rappresenteranno, nelle linee definitive, le proposte progettuali. Il “cartone” dovrà avere le dimensioni di cm 27 x 67 circa, tenendo presente comunque che i palii avranno la dimensione finale cm 80 x 200. Su ogni “cartone” verrà rappresentata una sola proposta che dovrà comprendere degli elementi non secondari che renda chiara la dedica del Palio a Sant’Oliva.

L’Ente ha stanziato come contributo di rimborso spese, la somma di € 1.000,00 (mille/00) per ciascun Palio. I lavori relativi al Palio di Sant’Oliva dovranno pervenire presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Cori, entro le ore 12,00 di giovedì 20 febbraio 2020, con indicato: “Concorso Palio di Sant’Oliva 2020”.

Gli elaborati dovranno pervenire a cura, spese e rischio dei concorrenti, chiusi in plico sigillato e contrassegnato dal motto scelto. Ciascuna proposta, distinta dal motto, non dovrà riportare alcuna firma, né indicazioni relative alle generalità dell’autore. Il motto dovrà essere ripetuto su ciascuna proposta. In busta a parte, debitamente sigillata, con riportato all’esterno lo stesso motto e l’oggetto del concorso, sarà contenuta una scheda con il motto del progetto, nome, cognome, indirizzo del concorrente nonché uno scritto che illustri le tecniche pittoriche utilizzate.

La Commissione sarà composta di esperti ed il giudizio espresso dalla stessa sarà insindacabile. I lavori saranno patrimonio dell’Ente e potranno essere utilizzati o modificati in qualsiasi momento senza che l’autore possa accampare nessun diritto. Per informazioni: Maria Teresa Luciani 333 778 9442 

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L'oroscopo di febbraio

1 Febbraio 2020 , Scritto da Loredana Galiano Con tag #loredana galiano, #astrologia, #walter fest, #pittura

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

 

 

Sono note da eseguire con la mano destra e con la sinistra. Se sostituiamo le note con i numeri, il gioco è fatto”. Da questa famosa citazione di Mozart possiamo davvero trarre grandi note da scrivere sul pentagramma. I pianeti suonano grandi sinfonie durante il loro giro nel cerchio zodiacale, indossiamo il casco, allacciamo le cinture di sicurezza e accendiamo la nostra playlist del cuore, in fondo la vita è bella perché è varia!

 

ARIETE: 21/3 – 20/4: fermatevi un momento!

Dove tutto sembra sempre più scuro, invece ora qualcosa di gioviale e baldanzoso fa capolino nella vostra vita mentre vi state affermando con grande forza e decisione per raggiungere i vostri risultati. Una verdura dall’orto: bietola.

 

TORO: 21/4 – 20/5: periodo creativo in corso

Lo stellium di pianeti nel segno del Capricorno vi fa partire alla grande senza preoccuparvi di fare il pieno alla vostra auto. Ora potete raggiungere mete tanto desiderate e realizzare i vostri progetti. Avete tutto dalla vostra parte, non avete scuse per fermarvi e pensare perché non c’è tempo. Una verdura dall’orto: fagiolini.

 

GEMELLI: 21/5 – 21/6: mare mosso

Recuperate ottimismo e benessere, ironia e umorismo. Ora vedete la vita con le lenti rosa e finalmente tornate a sorridere un po' di più. Sprizzate bellezza e simpatia da tutti i pori, mentre la vostra mente è distratta. Ma voi vi piacete così! Una verdura dall’orto: pomodori.

 

CANCRO: 22/6 – 22/7: uno su mille ce la fai

Una nota canzone di Gianni Morandi “Uno su mille” recita così: “la vita è come la marea, ti porta in secca o in alto mare, come la luna va. Se sei a terra non strisciare mai, se ti diranno sei finito, non ci credere… uno su mille ce la fa, ma come è dura la salita, in gioco c’è la vita, vita, vita e tu dovrai cambiare idea”. Questa famosa canzone cade a fagiolo, visto le dure opposizioni di Giove, Marte, Saturno e Plutone. Una verdura dall’orto: asparagi.

 

LEONE: 23/7 – 23/8: lasciatevi guidare dal vostro ruggito

Vi sentite sopraffatti da mille impegni e mille incombenze quotidiane. Credete di non farcela, ma sapete benissimo che, organizzando al meglio le vostre giornate, non deludete nessuno, soprattutto voi stessi e ciò vi rende fieri e orgogliosi di voi. E pure belli. Una verdura dall’orto: cicoria.

 

VERGINE: 24-8 – 22/9: siete il direttore d’orchestra della vostra vita

Un quartetto di pianeti suona per voi una musica soave che vi piace ascoltare tanto da creare una playlist personale. Giove suona il basso, Saturno sta alle chitarre, Plutone suona la tromba e Marte sta alle batterie. E’ un bel complesso musicale che gira tutti i palcoscenici musicali meritando una medaglia d’oro. Una verdura dall’orto: fave.

 

BILANCIA: 23/9 – 22/10:  un biglietto per Venere

E’ un periodo in cui avete l’impressione che tutto vi vada contro, beh i pianeti girano contro voi stessi rendendovi irritabili, molto seriosi, poco ottimisti e molto silenziosi. Non avete molta voglia di far parte di questo mondo e chiedete il trasferimento per altri universi. Una verdura dall’orto: insalata.

 

SCORPIONE: 23/10 – 22/11:  selezioni e priorità

Riscoprite il piacere di una chiacchierata con un vostro amico d’infanzia, a un certo punto avvertite una certa gratificazione morale nei confronti di questo compagno con cui avete condiviso le prime esperienze di vita e i propri sogni. Avvertite nell’aria novità molto importanti. Una verdura dall’orto: piselli.

 

SAGITTARIO: 23/11 – 21/12: grinta e energia

Il vostro entusiasmo è sempre contagioso e indirizzate le vostre energie nelle vostre passioni e soprattutto nel crearle. Disegnate fumetti come quelli di Walt Disney, componete musica come Beethoven, prendete lo zaino e fate l’autostop incurante dei pericoli. In fondo la vita è bella così com’è. Una verdura dall’orto: ravanelli.

 

CAPRICORNO: 22/12 – 20/1:  cercasi leggerezza

Marte, Giove, Plutone e Saturno hanno invaso la vostra vita di grandi energie, concretezza e benessere. Siete travolti dal vento positivo di Urano che approfitta delle vostre decisioni positive per rinnovare la vostra vita e per dar maggiore sprint alla vostra autonomia. Una verdura dall’orto: rucola.

 

AQUARIO: 21/1 – 19/2:  e le stelle vi stanno a guardare

Il portentoso stellium di pianeti nel segno del Capricorno v’invita a una chiara tendenza all’introspezione. V’immergete in un mondo a voi sconosciuto che vi fa riflettere sulla vostra vita. Intuite che qualcosa intorno sta cambiando e finalmente ne avevate bisogno. Una verdura dall’orto: broccoli.

 

PESCI:  20/2 – 20/3: non siate impazienti

Lo stellium di pianeti di transito nella vostra undicesima casa solare è un inno ai vostri progetti. Fate salire chiunque a bordo e invitate tutti a un party brindando alle vostre nuove idee. Avvertite grandi energie di realizzazione e importanti cambiamenti positivi. Una verdura dall’orto: carciofi.

 

 

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Intervista all'artista: GUSTAV KLIMT

13 Gennaio 2020 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #pittura, #le interviste pazze di walter fest

 

 

 
 
 
Amici lettori della signoradeifiltri, il blog che ha aperto questo 2020 con nuove pagine di cultura quotidiana, per il piacere di strapparvi sorrisi e consensi, sono di nuovo con voi per parlarvi d’arte, oggi avremo nostro ospite un grande artista che ho intervistato a bordo della mia fuoriserie preferita, ecco la cronaca registrata in diretta dell’incontro.
Sono a bordo della mia 500 e ho appuntamento con l’artista Gustav Klimt, la macchina del caffè è pronta (per chi non lo ricordasse questa 500 è dotata di una vera moka pronta all'uso) mi dispiace per voi, le attuali automobiline futuriste ne sono sprovviste, avete in compenso una moltitudine di pulsantini, sensori, marchingegni elettronici, vocine parlanti. Queste nuove invenzioni possono anche guidarsi da sole senza toccare il volante, che possiamo farci, questi sono tempi moderni. Ma ecco, lo vedo arrivare, è lui, l’artista viennese, non è piccolo di statura, speriamo entri nell'abitacolo senza problemi, per l’occasione e per rendere onore al nostro ospite ho cambiato colore alla carrozzeria, che ora è per metà verde e per l’altra metà color oro.
 
- Buongiorno signor Klimt, è un piacere incontrarla.
 
- Walter, saltiamo i convenevoli e diamoci del “tu”.
 
- Ah, molto bene, la ringrazio.
 
- Walter, ti dispiace se apriamo il tettino? Sai, mi sento un po’ stretto.
 
- Certamente.
 
Clack… Con un semplice gesto della mano apriamo il tettino e una folata di vento spettina l’artista che, ridendo, ammira sopra la sua testa il cielo blu.
Gustav Klimt, per volere del destino, è nato in una casa dove l’arte era il linguaggio primario, una famiglia di artisti legati fra loro oltre che dall’affetto famigliare anche dall’amore per l’arte, che era il loro scopo di vita, il loro motivo per alzarsi la mattina dal letto pensando a nuove forme decorative, con la colonna sonora fatta di note musicali. Tutto questo e nulla più importava a questa famiglia, finché il fato non arriva a rompere i colori sulla tavolozza della vita, perché Klimt, in un momento costruttivo della sua esistenza, perderà, nel giro di pochi mesi, il padre e un fratello, e, per lui che amava con fervida passione la vita, questi due lutti lo segneranno nel profondo.
 
- Maestro…
 
-E’ meglio che mi chiami Gustav.
 
 'Azzo! Mi mette quasi timore, mica è Pollock!
 
- Gustav, ce lo prendiamo un caffè?
 
- Adesso mi piaci! Vedi, “la vita è bella” è un affermazione quasi banale, ovvia, io ho avuto la fortuna di nascere artista, chi meglio di un artista può rappresentare questa cazzo di esistenza?
 
Amici lettori… ha detto proprio così…
 
- Chi può dare una immagine concreta della vita? Chi può farlo? Forse quel tizio che guida l’autobus? Quel vigile urbano? Quello studente in bicicletta che consegna pranzi a domicilio? Vedi, intorno a te, quante immagini umane ma anche quanta automazione c’è? Siamo circondati e stiamo per essere sopraffatti dalla tecnologia!
 
- In effetti è il prezzo da pagare al progresso.
 
- Eh già, begli stronzi che siete! E allora il lavoro dell’artista non è servito a nulla? Ogni artista che si è succeduto ha lottato contro l’appiattimento, la barbarie umanoide, le consuetudini classicheggianti. Ogni nuovo movimento artistico ha rivoluzionato il vecchio stato delle cose. Un nuovo progresso, se così volete chiamarlo, inteso a far prevalere l’essere umano fatto di cuore, testa e cervello, un'umanità diretta a saper vivere oltre l’egoismo.
 
- Egoismo?
 
- Sì, gli esseri umani sono stati, in tutte le epoche, assolutamente e inconcepibilmente egoisti, e l’arte, quindi l'amore per la vita, è sempre stata un baluardo contro il lato peggiore dell’umanità e, per fortuna, essendo l’arte parte intrinseca dell’esistenza, pertanto, non morirà mai.
 
- Gustav, allora che possiamo fare?
 
- Una cosa molto facile, amare la vita, un concetto semplice. Vedi ragazzo, è un po’ come questa tua automobile, questa 500 è piccola ma bella ed è un piacere fare questa passeggiata.
 
- Gustav, prenda il caffè.
 
- Ah! Già! E’ tutta colpa tua che mi fai incazzare! Però! Bono sto caffè!
 
 Dice proprio così….
 
- Mi piace l’Italia, un paese così ricco, un paese che dovrebbe essere una forza trainante per tutto il resto del mondo.
 
- Grazie Gustav.
 
- Vuoi scommettere che stai per chiedermi di parlare di una mia opera?
 
- Possiamo?
 
- Parliamo del bacio?
 
- Mi hai letto nel pensiero?
 
- Mortacci vostra, grazie al mio bacio, chi sa quanta gente ha fatto XXXXX!
 
 Dice ancora ed espressamente così.
 
- Nella mia opera, hai notato che ci sono al centro, su una linea verticale, due masse rosse che staccano cromaticamente dagli altri colori?
 
- Sì.
 
- Sono di forma circolare, tutto ruota su di esse, sono il segno positivo e negativo, l’off e l’on, i poli estremi dai quali si accende il dinamismo universale, sono della stessa tonalità della bocca della donna, dalla quale nasce la vita, un bacio, l’amore, l’amore per la stessa vita che ci regala emozioni ogni giorno, tutto deve ruotare intorno all’amore. Puoi girare, capovolgere, travalicare, stressarti di azioni, eppure, se vuoi sentirti vivo e felice di esistere, devi amare.
 
- Possiamo essere ottimisti?
 
- Dovete esserlo, ma state lontani, se potete, dalla disumanità… Posso avere altro caffè?
 
Riaccompagno Gustav Klimt nell’aerospazio della fantasia. Se vi è sembrato un po’ burbero posso tranquillizzarvi, nella realtà è stato un artista che per il suo temperamento ha fortemente amato la vita e gli siamo grati per averci lasciato una grande testimonianza.
 
Amici lettori, ci rivediamo presto per una nuova intervista, e amate anche voi la vita come se fosse un'opera d’arte.
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