Pasquale Ciboddo, "Labirinti della memoria"
30 Novembre 2024 , Scritto da Michele Miano Con tag #michele miano, #recensioni, #poesia
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Labirinti della memoria
Pasquale Ciboddo
Guido Miano Editore, Milano 2024.
L’ispirazione della poesia di Pasquale Ciboddo, noto poeta gallurese, comprende da sempre una miscellanea di aneddoti, poesie, curiosità storiche della sua Sardegna, o forse per meglio dire di un mondo contadino ormai perduto. I suoi versi si ispirano più frequentemente alla memoria, a malinconiche suggestioni del passato, nonché a rievocazioni e al rimpianto di una civiltà patriarcale e agricola. Se da una parte non manca tra le tematiche affrontate la denuncia sociale contro l’avidità e l’egoismo umano, si leggano ad esempio i versi:
«Un pezzo di futuro
è già distrutto.
Perché con le guerre
crolla tutto
il bene umano.
Il male disumano
crea disordine
odia il quieto vivere
e scombussola
la pace tra i popoli».
(Il male disumano)
da un’altra prevale nei suoi testi la ricerca nostalgica e struggente di un’epoca irrimediabilmente perduta di certe idealità e valori che sembrano siano stati dissacrati dalla nostra civiltà tecnologica. Il mondo contadino, con le sue dure leggi, l’innocenza perduta, il mito del falso progresso, la disumanizzazione e l’alienazione della società contemporanea sono i connotati che caratterizzano i suoi componimenti. Per cui i quadretti deliziosi degli stazzi della sua Sardegna diventano per il poeta un’oasi di serenità. Di estraniamento dai mali del vivere moderno. A titolo esemplificativo:
«Una civiltà scomparsa
ritorna con la memoria
e riassapora il gusto
di un tempo, il profumo
e nel soffio di vento
sembra levarsi in tutta
l’aria vitale».
(Gli stazzi)
Si è scritto molto sulla poesia di Pasquale Ciboddo. Ma è il tema della memoria con la cristallizzazione delle vicende della vita quotidiana che offre il meglio della sua produzione. Pasquale Ciboddo si indigna e apostrofa gli uomini che hanno perduto il senso della pietà, della solidarietà. Si sofferma a contemplare le guerre, le sue vittime con occhio disincantato, ne denunzia le ipocrisie, combatte l’ingiustizia, perché ambisce all’ideale di uguaglianza per tutti.
Ma non dimentica la propria soggettività, ne coglie il mistero, la trascendenza attraverso il dialogo delle piccole cose di tutti i giorni e vari aspetti della vita con semplicità. Malgrado tutto, i versi di Pasquale Ciboddo sono animati da una visione ottimistica del mondo per un futuro migliore, monito per le nuove generazioni e la missione educativa della sua professione (è stato insegnante per una vita) continua il suo percorso con la scrittura.
Tale esperienza umana e professionale non può che arricchire la vibrazione interiore per la poesia, nella dinamica di un linguaggio autonomo, dispensatrice di valori fondamentali della vita e che indaga acutamente la condizione umana.
Una versificazione la sua, che sa cogliere le fratture e le idolatrie della civiltà tecnologica, della nullificazione che scardina l’identità dell’uomo. E al di sopra di ogni amara constatazione Pasquale Ciboddo avverte la bellezza esistenziale che a molti sfugge, ma non a lui che portando in sé la poesia del colore ritrova nel canto del cuore e nella parola il sostegno della sua abilità creativa.
Michele Miano
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L’AUTORE
Pasquale Ciboddo è nato a Tempio Pausania (SS), in Gallura (Sardegna), nel 1936; già docente delle scuole elementari, è uno dei poeti sardi più noti in Italia (è conosciuto anche a Cuba), e ha al suo attivo numerose pubblicazioni poetiche e di narrativa con prefazioni e introduzioni di prestigiosi critici. Ha conseguito molti premi e riconoscimenti.
________________
Pasquale Ciboddo, Labirinti della memoria, prefazione di Michele Miano, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 80, isbn 979-12-81351-45-5, mianoposta@gmail.com.
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