Servio Tullio e l'inizio del capitalismo
23 Giugno 2016 , Scritto da Franca Poli Con tag #franca poli, #storia, #personaggi da conoscere
Alla morte di Tarquinio Prisco, la moglie Tanaquilla, che non era stata soltanto la sua compagna ma aveva con lui condiviso i problemi di stato, dedicandosi all'amministrazione e alla politica estera, fece credere che il marito fosse soltanto ferito gravemente e, in attesa si riprendesse, lo avrebbe sostituito il figlio Servio. Era una donna colta ed emancipata e, quando riuscì a passare la corona al figlio, questi fu il primo re di Roma non eletto dal popolo. Racconta Tito Livio che “... alla morte di Tarquinio Prisco, grazie agli sforzi della regina (Tanaquil) Servio fu posto sul trono al posto del re, come se fosse una misura non definitiva, ma conservò a lungo il regno conquistato con l'inganno, con tanta abilità che sembrava lo avesse ottenuto in modo legittimo.”
Non è del tutto chiaro se Servio Tullio fosse realmente il figlio, o semplicemente un successore da lei designato, ma fu sicuramente un re illuminato che condusse e portò a termine le più importanti imprese. Prima fra tutte, la nuova cerchia di mura intorno alla città che servì a dar lavoro alla classe meno abbiente, necessitando per la costruzione la manodopera di muratori, piccoli artigiani che videro in lui un benefattore.
Roma era enormemente cresciuta anche come popolazione, il diritto al voto era detenuto solo dalla popolazione iscritta ai Comizi Curiati, come abbiamo detto, inizialmente composti dagli incaricati delle trenta curie che rappresentavano tutta la popolazione romana di trenta-quarantamila persone. Ora il numero dei residenti aveva sicuramente raggiunto almeno i centomila, così, come primo provvedimento, Servio Tullio diede diritto di voto ai libertini, cioè ai figli dei liberti o schiavi liberati, creandosi un forte zoccolo duro di proseliti, pronto ad appoggiarlo in ogni decisione. Come secondo provvedimento, abolì le vecchie curie che rappresentavano le più antiche famiglie di Roma, istituì cinque classi definite non in base alla provenienza, bensì al loro patrimonio. Gli appartenenti alla prima classe dovevano dimostrare di detenere un patrimonio di almeno centomila assi, l'ultima di dodicimilacinquecento.
Il sistema precedente era formato da un esatto numero uguale di centurie con uguale diritto di voto, ora le classi si differenziavano per numero di appartenenti e la più numerosa era proprio la prima classe che da sola deteneva la maggioranza, cosicché, anche se le altre si coalizzavano, non riuscivano a batterla. Diventò quello che oggi definiremmo un regime capitalista e il Senato poteva ben poco: Servio Tullio, pur non essendo stato eletto, aveva l'appoggio incondizionato delle classi abbienti a cui aveva dato nuovo potere e, allo stesso tempo, del popolino cui aveva dato lavoro, salari sicuri e cittadinanza.
Così amato e ammirato poté togliersi anche diversi sfizi personali, fu il primo re a indossare una corona aurea e, seduto sul suo trono d'avorio, reggeva uno scettro sormontato da un'aquila. Onde evitare di fare la fine del suo predecessore, si circondò di una guardia personale armata. Purtroppo però tutto questo non bastò e venne ucciso dal genero Lucio Tarquinio che poteva liberamente circolare nella reggia.
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