Marco Zelioli, "Speranze di pace"
/image%2F0394939%2F20250601%2Fob_62ce42_zelioli-marco-2025-speranze-di-pace-f.jpg)
Speranze di pace
Marco Zelioli
Guido Miano Editore, Milano 2025.
Speranze di pace, di Marco Zelioli, coniuga desideri, aspirazioni, progetti, che gran parte dell’umanità - o almeno coloro che vengono chiamati “uomini di buona volontà” - vorrebbero veder realizzati nella convivenza fra i popoli della Terra, al di là di ogni differenza esistente fra i gruppi umani che abitano il Pianeta, sia essa di carattere economico, sociale, politico, ideologico, religioso o altro. Le meditazioni dell’autore, se da un lato sono state sollecitate dagli eventi bellici degli ultimi tre anni, come egli stesso dichiara nella Nota di apertura, non costituiscono solo un richiamo all’attualità storica mondiale, ma intendono portare avanti un discorso più generale ed universale sul valore della pace come bene e dono prezioso che non va disperso e come volontà divina: «Non uccidere» (Quinto comandamento, Esodo, 20, 13) che dunque sancisce la natura sacra della vita, appartenente soltanto a Dio, e che nessun uomo può arrogarsi il diritto di sopprimere.
Forse per questo egli ha suddiviso il libro in tre parti: Guerra e pace, dove esprime il suo punto di vista - quello di un credente che è sequela degli insegnamenti evangelici e della Chiesa; Settimana santa e Via Crucis, dove i suoi commenti agli ultimi eventi della vita del Cristo assurgono anche a preghiera per la pace, un atteggiamento che contiene perdono, misericordia, pentimento, elementi necessari per essere costruttori di pace. Un messaggio allora che possiede basi teologiche e cristologiche, ma aperto a tutti coloro che ritengono la guerra disumana, perniciosa, inutile, imposta dai potenti per i loro interessi. A proposito si potrebbero citare alcuni versi di Bertolt Brecht, notoriamente pensatore marxista, ma non ortodosso, del Novecento: «La guerra che verrà non è la prima./ Prima ci sono state altre guerre./ Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti./ Fra i vinti la povera gente faceva la fame./ Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente» (dalla poesia La guerra che verrà o anche Breviario tedesco).
Vi sono nei testi alcuni passaggi-chiave per un cammino di pace - talvolta singole parole, talaltra versi interi, o anche più versi - che ricorrono con maggior frequenza, poiché indicano la strada da percorrere per acquisire disposizioni d’animo, cultura, mentalità, valori … necessari (conditio sine qua non) per realizzare veramente ciò che ancora oggi sembra essere sogno o utopia, da quando ci furono la caduta iniziale nel giardino dell’Eden (il peccato originale), il primo omicidio perpetrato da Caino su Abele, dando così inizio alla progressiva decadenza e divisione dell’umanità, poi dilagate con le conseguenze derivate dalla costruzione della Torre di Babele (Genesi 11,1-9), ovvero l’atto di ybris (orgoglio, superbia) da parte degli uomini verso Dio, principale responsabile della confusione linguistica fra i popoli del mondo: non si compresero più e iniziò la storia delle guerre perpetue, come in effetti è stata finora la storia umana.
I passaggi-chiave indicati da Zelioli non sono soltanto concetti intellettuali, sì nobili ma che lasciano le cose come stanno, ma devono farsi vita, incarnarsi in ogni persona e nelle strutture familiari, sociali e politiche: una generalizzata conversione alla pace è l’unica via possibile, così come nella storia sacra si è verificata l’Incarnazione del Cristo per la salvezza dell’uomo.
Seguiamo allora il nostro autore nel suo procedere e scopriamo quanto egli ami la pace con le sue accorate invocazioni a favore del dialogo e del cessate il fuoco, il “mai più la guerra” di Paolo VI: «Chiese d’Oriente, Chiese d’Occidente,/ brandite come arma la preghiera/ perché non passi come nulla fosse/ lo scempio che si compie con la guerra…» (Pace contro guerra 2). Ci furono anche in passato parole-chiave contro la guerra, come quella famosa di Benedetto XV (1° agosto 1917) che in un’esortazione apostolica indirizzata “ai capi dei popoli belligeranti” definì la Grande Guerra una “inutile strage”, locuzione utilizzata per la prima volta nella storia per dare un volto reale ad un conflitto: appello purtroppo inascoltato.
In Cento giorni troviamo i versi: «Eppur fratelli tutti noi nasciamo...» ma spesso «...ci scordiamo com’è bello/ e dolce che i fratelli stiano insieme». Fratelli tutti è una Enciclica (3 ottobre 2020) di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia comunitaria, il cui titolo risale alle parole che il Santo di Assisi usava scrivendo ai fratelli e alle sorelle per proporre loro una forma di vita evangelica. E i due versi successivi (nel testo di Zelioli in corsivo) sono mutuati dal Salmo 133 di Davide, sovente cantato nelle liturgie cristiane.
Altro passaggio-chiave lo scopriamo fin già dal titolo della poesia Il perdono, via per la pace: «C’è troppa gente che pensa, convinta:/ “Quelli che donano il perdóno pèrdono”./ Invece è un modo semplice per vincere/ ogni conflitto fino alla radice…». Solo così si può spezzare la catena perversa di odi e vendette, «se vuoi la pace», «prepara la pace!».
Se il lettore visiterà almeno tutta la prima parte del libro, s’imbatterà in altre espressioni foriere di pace, in primis la speranza, la virtù teologale che supera le paure per realizzare i sogni, che si fonde con la preghiera, che rende possibile quel che sembra impossibile. La pace è una beatitudine evangelica e l’uomo di pace in situazioni di guerra si preoccupa delle vittime innocenti: questo ci ricorda Zelioli, non si può restare inerti ad osservare lo scempio delle ingiustizie, l’uccisione dei bambini, il grido delle madri di ogni terra e di ogni tempo; la cura del prossimo diventa ora ancora più urgente per chi vuole essere umano e cristiano. Tutti coloro che sono seminatori di morte sono chiamati in causa dall’autore, nelle guerre alla ribalta e nelle guerre dimenticate, che siano all’est o all’ovest, a destra o a sinistra: «Ascolta, Israele! Ascolta il tuo cuore!/ Non ascoltare la ruvida legge/ dell’occhio per occhio, dente per dente/ che infiniti lutti adduce alla Terra!// Cerca la pace con ogni straniero,/ ché tale tu fosti a lungo in passato/ e solo in pace trovasti giustizia.// Ritorna ad essere esempio di vita,/ non portatore d’orribile morte.// Per te invocasti pace: ora donala!» (Convivenza pacifica).
Infine assume un sapore profetico e di testimonianza in tali contesti, rivisitare le altre due parti del libro: Settimana santa e Via Crucis, ovvero le radici della missione del Cristo, un messaggio di salvezza e di pace per l’umanità.
Enzo Concardi
______________________
L’AUTORE
Marco Zelioli (Monza, 1951) ha insegnato materie letterarie e diretto scuole statali in provincia e in città di Milano dal 1984 al 2015. Dal 1978 si è occupato di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, seguendo le orme del padre, Aldo (1915-2008, ispettore centrale del Ministero della Pubblica Istruzione). Ha pubblicato le raccolte di poesie: Come spuma di onde (2017), Coriandoli di vita e di pensieri (2019), Briciole di vita (2020), Le mie lune e altre poesie (2021), Frammenti di luce (2021), Momenti (2023), Speranze di pace (2025). Ha inoltre pubblicato i libri: Le parole dell’handicap (2001), Introduzione alla ricerca e all’uso dei dati scolastici (2002), Se l’handicap è nella scuola (2004).
Marco Zelioli, Speranze di pace, prefazione di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2025, pp. 72, isbn 979-12-81351-62-2, mianoposta@gmail.com.