interviste
Nove domande e mezza cineparlando con Giuseppe Scilipoti
LE NOVE DOMANDE PIU’ PAZZE DEL MONDO… MA NON TROPPO: Majlinda Petraj
Amici lettori della signoradeifiltri, oggi ho il piacere di presentarvi una scrittrice che fa della dolcezza la sua poesia. La sua forza è nelle parole che mette nero su bianco in ogni componimento, e la positività è nello sguardo con il quale vuole contagiare i suoi lettori. Fa parte della grande famiglia di @libereria, una realtà editoriale in continua ed entusiasmante crescita. Signore e signori, oggi con noi Majlinda Petraj, ed ecco le domande alle quali si è sottoposta con un grande sorriso, coinvolgendo tutti noi in un'atmosfera di piacevole serenità.
Ti senti dottor Jekyll e mister Hide?
Concordo che, per quanto buoni potremo ritenerci, esiste un po' di mister Hyde in ognuno di noi. Personalmente vorrei si potesse vedere il mio lato buono. Faccio tutto il possibile, pur non soffocando del tutto anche l'altro.
Sei una scrittrice onesta oppure un po’ drin drin?
Non capisco cosa sia una scrittrice drin - drin, nemmeno mi ritengo intellettuale. La parola "onestà" invece mi piace perché, quando scrivo, mi denudo delle mie paure, angosce, perplessità e sono pronta al confronto e a essere letta.
Perché scrivi?
Scrivo per comunicare con il mondo. Perché lo sento come un bisogno vitale, come mangiare, dormire etc.. È un modo d'essere, io sono Poetessa.
Con il tuo libro cosa vuoi dire?
Il mio libro, PIANETA CUORE, già dal titolo vuole comunicare la possibilità di rifugiarsi altrove, in uno spazio nuovo che può contenere tutto ciò che Sei.
Sei a colazione con Oriana Fallaci, cosa le chiedi?
“Oriana, quando te la smetti di fumare?" Scherzo, le darei un bacio per il suo libro Lettera a un bambino mai nato.
Entri nella stanza di un editore e, dietro la sua schiena, vedi un cartello incorniciato con scritto "Se vuoi essere pagato come dici te, devi scrivere come dico io".
Allora, richiudo la porta perché non potrei scrivere a condizioni, regole o restrizioni. Scrivo come dico Io.
Progetti per il futuro?
Nella mia testa ci sono ancora molti libri. Per il momento sto assemblando il mio secondo libro, una raccolta di poesie e brevi inserti di prosa poetica. Nonché alcuni miei disegni.
Che ne pensi dei tuoi colleghi scrittori?
Oltre il fatto che li considero fratelli e sorelle a tutti gli effetti, penso che siano straordinari poeti/scrittori, persone e amici.
Libereria per te cos'è?
CASA!
1/2 ) Sei mai tentata di copiare?
No, assolutamente. E non tanto per dire. Ma ogni cosa che sono vorrei fosse autentica. Mi amo abbastanza per NON farlo.
E con la parola amore, lo stesso amore che Majlinda Petraj riversa nel suo lavoro di scrittrice, amici lettori vi salutiamo e vi aspettiamo al prossimo appuntamento, sarà ancora una sorpresa, un nuovo artista da incontrare, voi intanto non cambiate canale, casomai girate pagina, la pagina del vostro libro preferito.
Majlinda Petraj bio
“Mi chiamo Majlinda Petraj", sono di origini albanesi ma vivo in Italia da moltissimi anni. Scrivo da quando ho imparato a scrivere, all'età di 7 anni. Nel mio paese d'origine ho avuto la soddisfazione di essere spesso premiata a livello nazionale. Ho interrotto per un periodo il mio interagire con il mondo poetico ma non lo scrivere. Quello è una costante della mia vita. Ora, faccio parte di Libereria e ne sono fiera. Ho trovato il mio posto. Vorrei dare il meglio. ”
Stefano Simone e Il passaggio segreto per Amazon Prime
Abbiamo incontrato il regista Stefano Simone, che seguiamo con interesse fin dai primi corti e dal primo mediometraggio horror Cappuccetto rosso, registrando significativi passi in avanti nella sua produzione. Il suo ultimo film, Il passaggio segreto, sta riscontrando giudizi molto positivi. Ho già parlato del film in alcune recensioni, credo che sia il lavoro più compiuto e maturo di Simone. Un antefatto rapido introduce al mistero, quindi l’incontro al bar tra due amiche d’infanzia, la decisione di ripercorrere un vecchio incubo, di entrare in quel passaggio segreto dove chiunque ci fosse andato da solo non sarebbe più ritornato … Un film senza tempi morti, ben recitato dalle due protagoniste, fotografato con uno stile personale e dotato di un’inquietante colonna sonora.
Stefano, ci sono novità distributive sul tuo ultimo film?
Il passaggio segreto è uscito per la prima volta il 16 marzo: in linea col decreto del Consiglio dei Ministri #iorestoacasa, è stato rilasciato gratuitamente in streaming per un mese sulla piattaforma X-Movie; dopo di che, a fine aprile, sono iniziati i primi passaggi televisivi. Aspettando l'uscita su Amazon Prime Video negli USA e in UK, la X-Movie ha deciso di renderlo disponibile per il noleggio al costo di due euro sulla propria piattaforma, in modo da renderlo facilmente reperibile anche sul suolo italiano. Questo è il link diretto: https://www.x-movie.it/movie/passaggio/
Stai preparando qualcosa di nuovo?
Attualmente sto preparando un altro mediometraggio mistery dal titolo L'uomo brutto e che comporrà il secondo capitolo di un'ipotetica trilogia sul mistero iniziata appunto con Il passaggio segreto. Ancora una volta le protagoniste saranno Natalie La Torre e Rosa Fariello che dovranno affrontare un'entità che si aggira nelle zone rurali del paese. Altro non voglio aggiungere. Dovrei girarlo nella prima metà di settembre, coronavirus permettendo...
Attendiamo con curiosità il nuovo lavoro mistery di Stefano Simone e nel frattempo invitiamo i lettori a scoprire la sua produzione indipendente.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
LE NOVE DOMANDE E MEZZA PIU’ PAZZE DEL MONDO…MA NON TROPPO: Laurent Verchen de Vreuschmen
- ) A scuola eri un secchione? Sì? No? Perché?
- ) Il tuo libro è consigliato per chi e perché.
- )Al bar stai inzuppando il cornetto nel cappuccino, di fianco a te si siede Eduardo de Filippo, che gli chiedi?
LE NOVE DOMANDE E MEZZA PIU’ PAZZE DEL MONDO… MA NON TROPPO: PATRIZIA POLI
Amici del blog che fra le nuvole contemporanee lancia raggi di sole culturale, non poteva sfuggire al nostro appuntamento la super blogger toscana, Patrizia Poli, la nostra amica che, dietro un viso dai tratti gentili e timidi, cela una donna capace di esprimere, attraverso la forza delle sue parole, un’energia che ti contagia e ti avvicina alla lettura.
Ora ho la possibilità di farvela conoscere un po’ più a fondo, queste sono le domande che stiamo per rivolgerle.
1) signoradeifiltri.blog sta scalando le vette delle preferenze, qual è la ricetta del successo di pubblico?
Credo che sia la costanza. Il blog è aperto dal 2012. Otto anni in cui non mi sono mai arresa e, con perseveranza, ho pubblicato quotidianamente contributi interessanti. E l’ho fatto solo per il piacere di farlo, senza pensare se qualcuno leggesse oppure no, senza inseguire il successo a tutti i costi o stare per forza sul pezzo. E la gente ha capito e seguito perché gli argomenti sono tanti e vari, spesso di nicchia e insoliti. Poi mi sono avvalsa, negli anni, di collaboratori entusiasti e competenti come te, una bella squadra che ha fatto la differenza.
2) Con un fulmine Re Artù ti ha colpito e ora puoi viaggiare nel tempo. In che epoca preferiresti andare e perché?
Amo il Medioevo ma penso che non fosse comunque una bella epoca per vivere. Pestilenze, guerre, caccia alle streghe, tribunale dell’Inquisizione e ogni gesto della vita quotidiana permeato di fede e riportato alla religione. Pare che facesse anche più freddo di adesso. Amo il Medioevo ma solo nei libri e nei film. Forse sarei stata più adatta a vivere nell’Ottocento, anche se pure lì la speranza di vita era bassa e si moriva di tisi a trent’anni. Mi vedo a Haworth, nello Yorkshire, aggirarmi per la brughiera chiamando Heathcliff. Una cosa molto romantica e tempestosa.
Per tornare ad Artù, ho appena finito di scrivere un inedito basato sulla materia di Bretagna. È stato il libro che mi è venuto più facile, forse perché sono quaranta anni che ho in mente questa storia e questi personaggi. È il più romantico dei miei libri e anche quello più dolce. Artù è un grande, è la regalità fatta persona, è l’axis mundi.
3) Scegli un artista del trapassato per la tua copertina.
Dante Gabriel Rossetti
4)Il tuo mantra per descrivere il tuo stile.
Riscrivere e riscrivere all’infinito.
5) Il tuo colore preferito.
Rosa.
6) Consiglia uno dei tuoi libri e perché?
L’uomo del sorriso. Quello al quale sono più legata, il libro della vita, scritto con amore e dolore.
7) Hai di fronte l’A.D. della tua casa editrice, una a caso, Marchetti… Come la convinceresti ad accettare che, in occasione della presentazione di un tuo libro, ti metta una parrucca tipo Jessica Rabbit? E per quale tuo libro ti presenteresti cosi?
Farei presto a convincerla perché è una ragazza allegra, pazzerella e intelligente. Ma non mi vedo nei panni di Jessica, piuttosto di Rabbit, il marito coniglio. Forse lo farei per presentare Bianca come la neve, la storia di una vampira.
8) La Toscana è una fucina di grandi letterati perché?
Perché ha la lingua più bella del mondo, è la culla dell’italiano. No, anzi, è l’italiano.
9) La canzone preferita che canti sotto la doccia.
Non canto, parlo da sola.
1/2)Devi litigare con qualcuno, userai i versi di Dante Alighieri della Divina commedia, quali?
"Al cul fece trombetta".
Molto bene amici della signoradeifiltri, ringraziamo Patrizia Poli per essersi aperta per voi, perché una scrittrice come lei potete considerarla una vostra amica, una delle migliori.
Ci rivediamo al prossimo scrittore, qui sempre su questo blog, e sarà comunque un piacere.
LE NOVE DOMANDE E MEZZA PIU’ PAZZE DEL MONDO… MA NON TROPPO: SANDRA IAI
su un tappeto
di foglie secche
nel sottobosco
dei tuoi timori
Nascondili bene
fa che siano ben protetti
dai raggi che si infiltrano
tra le chiome degli alberi
Sanguineranno
urlando tutto il tuo passato
e le ingiustizie del presente
confidando nel futuro
Fa che questo autunno
significhi più
di una semplice stagione
dalle un senso
una voce
Poi apri le ali
e vola
come il pettirosso
quando cerca il suo nido
1) Sandra, perché scrivi?
Scrivo perché vivo e vivo perché scrivo.
Ho bisogno di trasmettere ciò che le mie indisciplinate pupille suggeriscono al mio cervello e di farlo in un modo che inneschi un effetto boomerang, così da poter ricevere nuove energie da esternare.
Spero, in questo modo, di dare un senso più profondo alla mia vita e, perché no, anche a quella di chi si imbatte nelle mie poesie.
2) Sei a cena con Dante Alighieri, che gli chiedi?
"Ma quanti anni hai? "
3) Sei ministro della cultura, che fai? -
Ovviamente impongo corsi Libereria in tutte le scuole
4) Devi posare nuda per un calendario, il fotografo vip ti dice i metterti sulle parti intime dei libri, che titoli scegli?
Seta
Viaggio al centro della Terra
50 sbavature di Gigio
Messaggio per un'aquila che si crede un pollo
5) Marmellata o cioccolata?
Nutella
6) Sei l'allenatrice di calcio della nazionale scrittori, chi sono gli 11 che metti in campo?
Gli scrittori non sanno giocare a calcio, però se proprio devo:
Alessandro Mazzà
Valentino Picchi
Gianluca Sonnessa
Marco Zanni
Roberto Inzitari
Laurent Vercken
Luigi Costantino
Giovanni Barco
Andrea Cacopardo
Matteo Gentili
William Blake in porta
7) La storia che non hai mai scritto ma che vorresti scrivere
"Storia vera della salvezza del mondo nella poesia"
7) Che definizione daresti alle tue opere?
Racconti poetici di un viaggio interiore
9) E di Libereria che ci dici?
Che dovrebbero eleggermi ministro della cultura e che è l'invenzione più importante del secolo, nata dall'uomo più importante della mia vita e cresciuta sempre di più grazie ai pirati che la curano e la rendono ogni giorno più forte.
1/2) A che ora è la fine del mondo?
Del mondo che abbiamo conosciuto finora intendi?
Che ore sono adesso? 10...9...8...7...6...
INTERVISTA IN GIRO PER L'ITALIA CON UN ARTISTA E UNA LETTERATA
Amici lettori della signoradeifiltri, siamo in autunno e tutto va bene. Beh, in effetti è la condizione che tutti desidereremmo, e così, per allietarvi la giornata, per voi che ci seguite con passione e trasporto, giustappunto a proposito di trasporto, oggi ho deciso di intervistare due personaggi invece che uno. La prima è Lorena Giardino, il secondo è un famoso artista ma, per non guastarvi la sorpresa, per ora non vi dirò chi è, lo scoprirete fra un po'.
Sono a bordo della mia Fiat 500 direzione Torino, per questa occasione ho cambiato il motore, ho installato un Aermacchi ATR 42, naturalmente ho rinforzato impianto di frenatura e semiassi e fra 10 minuti sarò sotto casa di Lorena.
- Ciao Lorena, forza, sali a bordo.
- Ciao Walter, grazie per avermi invitata.
- Lorena, perdonami se non te l'ho detto prima, oggi avremo con noi anche un altro ospite che devo intervistare: è una vecchia fiamma di Patrizia.
- E chi è?
- Lo vedrai dopo, mi raccomando, non ti emozionare, è molto famoso.
- Accipicchia che sorpresa!
- Lo andiamo a prendere alla stazione di Bologna e poi vi porterò a vedere un bel posto.
- Ancora una sorpresa?
- Beh, sì.
- Non dovrei fidarmi di te, girano delle chiacchiere artistiche sul tuo conto poco rassicuranti, ma farò un eccezione.
- E fai bene, i 150.000 lettori del nostro blog non si sono mai lamentati. Senti Lorena, vogliamo parlare del tuo nuovo libro? Mi dispiace che posso offrirti ben poco, il frigo è stato saccheggiato da William Turner, è rimasto solo un doppio panino con la porchetta a testa.
- Tranquillo, ho portato uno scatolone di Gianduiotti e un triplo thermos di Bicèrin.
- Un po' di dolcezza ci sta bene, Lorena, raccontaci della tua opera.
- Il titolo del libro è I discorsi dell'io fragile, sarà pubblicato da Libereria, ed è una raccolta di racconti e poesie introspettive sul tema dell'umana fragilità in tutte le sue sfaccettature. In sintesi, una panoramica a 360° sulla condizione umana, condita di una sana autocritica.
- Lorena, una consapevole conferma dei nostri limiti e del fatto che siamo, tutti, nessuno escluso, nonostante le apparenze, deboli e fragili?
- Ebbene sì, a volte, sotto la maschera di invincibilità, ci riveliamo piccole foglie che cadono a terra.
- Lorena, ma se poi prendiamo tutte le foglie cadute a terra e, tutte insieme, le facciamo diventare una bella massa colorata, che potrebbe succedere ?
- Certo Walter, succede che tutti noi abbiamo un'energia che scaturisce dal colore dell'amore, che comunque è insito nei nostri cuori, insomma, l'unione fa sempre la forza.
- Pertanto, Lorena, possiamo dire che il tuo libro è un condensato di ottimismo?
- Naturalmente sì, basta guardarsi intorno, ad ogni negatività risponde una positività.
- Positiva come la copertina, bella l'immagine del ragazzo che sembra guardare al futuro, protetto da una staccionata posta su un prato verde, idealmente, secondo quanto simboleggiano i migliori valori del nostro "io", protetto da una barriera contro l'egoismo e la brutalità umana. Complimenti per la scelta grafica.
- Grazie Walter, per me questo libro è una ripartenza e ho avuto il piacere di non trovarmi da sola, che poi è anche la filosofia della mia opera, cercare sempre di non porsi nella condizione di rimanere in solitudine.
- E proprio per questo sei entrata in un bel team.
- Sì, di Liberiamo mi ha colpito l'entusiasmo, il voler lavorare in squadra e, come autrice, sentirmi parte di un progetto costruttivo a favore del lettore.
- Brava e complimenti, credo che questa storia potrà piacere anche a Caravaggio.
- Caravaggio? Proprio lui?
- Sì, eccolo là, ci sta aspettando.
- Ma quella è una donna!
- Eh già, ho dovuto farlo travestire da donna perché, sai come è, ti ricordi le 100.000 lire?
- Bei tempi.
- Infatti, ora immagina Caravaggio in treno assediato dai fan.
- Della pittura?
- No, delle vecchie lire. Eccolo che viene verso di noi, ora te lo presento.
- Signor Michelangelo, benvenuto, tutto bene il viaggio?
- Prima di tutto chiamami solo Caravaggio e poi, mannaggia a te e alla tua idea di vestirmi da donna!
- E' stata una precauzione necessaria.
- Walter, ma che te possino acciàccà (Caravaggio ha vissuto molto tempo a Roma) mica stamo a tèmtèsciòn àilànd!
- Vabbè dai, salta a bordo, al primo autogrill ti faccio vestire da cardinale. Ti presento Lorena Giardino, autrice del libro I discorsi dell'io fragile.
- Il piacere è tutto mio bella signora.
Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio (29/9/1571 Milano - 18/7/1610 Porto Ercole)
In seguito alla tragica epidemia di peste, giovanissimo, insieme alla famiglia, si allontana da Milano per tornare al paese di origine dei genitori. Per anni sarà un bravo apprendista presso vari artisti. Alla morte di entrambi i genitori, a circa vent'anni, lascia la Lombardia e inizia la sua avventura in giro per l'Italia. Sarà a Roma che il suo straordinario talento si affermerà, determinante l'incontro con il cardinale Francesco Maria del Monte che, sostenendolo, lo renderà una star del momento e, grazie ai buoni auspici dell'alto prelato, il giovane avrà la possibilità di frequentare il jet set Romano, con relativi amici altolocati, appassionati della sua arte.
Questi lo protessero nei momenti difficili, causati da comportamenti poco legali. Più volte arrestato e messo in carcere, l'artista sarà costretto a fuggire da Roma dopo l'omicidio di un uomo, in una delle sue solite risse. Condannato a morte per decapitazione, inizierà la sua peregrinazione, aiutato a fuggire. Dopo la latitanza in giro per il Lazio, raccomandato da personaggi importanti, scapperà a Napoli, dove realizzerà opere importantissime, ma la terra sotto i suoi piedi sarà sempre ardente, e così si imbarcherà per Malta con la speranza di diventare cavaliere e ricevere l'immunità.
Quando finalmente sembrava essere arrivato alla meta, per un nuovo alterco venne rinchiuso in carcere, da dove riuscì a evadere e a fuggire in Sicilia. A Siracusa sarà ospitato da Mario Minniti, un buon amico conosciuto a Roma. La permanenza in Sicilia gli farà riprendere fiato e gli darà il coraggio di ritornare a Napoli.
A Roma, intanto, papa Paolo V stava valutando l'annullamento della pena capitale. Caravaggio decise allora di tornarvi per chiudere definitivamente il conto con la giustizia. Imbarcato su una sorta di traghetto diretto a Porto Ercole, sarebbe dovuto scendere a Palo Laziale e, nel feudo della famiglia Orsini, attendere il condono, ma è qui che si compie un giallo: a bordo del traghetto, per una disattenzione, rimasero le opere importantissime dell'artista che avrebbero dovuto essere il lasciapassare per la sua libertà. Allora gli Orsini misero a disposizione di Caravaggio un'imbarcazione per ritornare indietro e recuperare il bagaglio, ma lo stress di una vita vissuta aveva compromesso lo stato di salute dell'artista, che non resse alla fatica di questa ultima vicenda ad alta intensità fisica e emotiva, e morì a un passo dalla felicità, in un alone di mistero, a Porto Ercole, il 18 Luglio del 1610.
Durante tutta la sua vita avventurosa sempre vissuta al limite, Caravaggio realizzerà grandissime opere, uniche e inimitabili, fra le quali "David con la testa di Golia" "Fanciullo con canestro di frutta" "Riposo durante la fuga in Egitto" "Giuditta che taglia la testa a Oloferne" " Conversione di san Paolo" " Crocifissione di san Pietro" "Amor vincit omnia" "Flagellazione di Cristo" "Cena in Emmaus" "La Deposizione".
- Signora Lorena, ma sa che il titolo del suo libro quasi mi calzerebbe a pennello?
- Per me sarebbe un grande onore.
- Vede signora, io, nonostante tutte le leggende sul mio conto, non ero un vero genio sregolato. Certo non ero neanche un angioletto, ma provate voi a perdere il padre con la peste e stare senza famiglia. Sapeste quanti morti ammazzati ho visto a Milano a causa di quell'epidemia ed io ero solo un bambino. Crescendo, il mio caratteraccio fu una reazione a quello che avevo passato. Ero piccolo e fragile ma non lo sapevo, ho vissuto con tutta la mia animosità, obbligato a scongiurare la paura che mi portavo dentro, per fortuna mi ha salvato la pittura. E poi, in fondo, da giovane per molti anni sono stato diligentemente un bravo apprendista senza battere ciglio.
- E poi che è successo?
- Crescendo non sono riuscito a domare il mio "io" fragile, venivo amato e odiato perché la mia pittura era troppo moderna, non c'era una via di mezzo, da un lato avevo grandi estimatori, da un altro feroci invidiosi del mio talento. E purtroppo tante volte finiva in rissa, ero solo un povero senza famiglia che non sopportava le ingiustizie. A proposito di ingiustizie, non è giusto che patisca la fame, Turner mi ha detto che su questo macinino avrei trovato qualcosa da mettere sotto i denti.
- Panino con la porchetta?
- Walter sei un grande!
- Signor Caravaggio, gradirebbe un bicchierino di Bicèrin?
- Signora Lorena, sarebbe meglio mezzo litro ma in presenza di una poetessa come lei non posso rifiutare.
- Caravaggio, ci puoi parlare della tua tecnica?
- Vedi, caro Walter, dopo aver lavorato per tanti anni al soldo di altri maestri, finalmente mi sono liberato, facendo uscire dal mio io la mia vera anima artistica: non più tele di formato ridotto ma grandi superfici dove l'osservatore poteva entrare con tutte le scarpe nella scena che avevo rappresentato, ogni dramma o immagine di gioia dipinta doveva essere vissuta dallo sguardo di chiunque con un'emozione che poteva essere di terrore, paura o gaia felicità e, dopo anni di gavetta da pittore in subalterno, avevo affinato una tecnica che mi aveva fatto vedere la potenza della luce dinanzi all'oscurità, l'esaltazione del lampo di luce divina sul buio più nero, volete sapere tecnicamente dov'è l'arcano?
- Sì.
- Cromaticamente un oggetto illuminato posto davanti ad un fondo di tonalità più scura fa sì che i colori dello stesso ne vengano messi maggiormente in risalto esplodendo di vitalità. Nelle mie opere i protagonisti dovevano parlare un linguaggio di luce che, modestamente, in tutto il mondo io solo sapevo accendere.
- Anche Turner non scherzava.
- Sì, ma lui mica era nato in Italia. A proposito, dove stiamo andando?
- A vedere le grotte di Frasassi.
- Spettacolari! Bravo Walter, sarà l'apoteosi della luce sulla tenebre sotterranee, la bellezza della natura incontaminata dall'operato dell'uomo!
- Signor Caravaggio si era dimenticato dei Gianduiotti.
- Lorena, la dolcezza è un arte. Forza Walter, dai tutto gas a questo trabiccolo e portaci nei meandri del sottosuolo a rimirare il miracolo e la bellezza della natura italiana.
Amici lettori, scenderemo all'interno delle grotte di Frasassi anche per voi. Se vi mettete un golfino, vi accompagneremo nel mondo della fantasia. Ci rivedremo al prossimo artista, sarà sempre un grande piacere.
Intervista con l'artista WILLIAM TURNER
Gentilissimi amici lettori della signoradeifiltri, oggi vi andrebbe di spassarvela girando in lungo e in largo per il più bel paese del mondo? In nostra compagnia, con la fantasia vi scarrozzerò a bordo di una vecchia Fiat 500 per vivere un'avventura artistico/comica, e vi anticipo che non saremo soli, per ogni viaggio avremo un ospite, un artista importante che intervisterò per voi, allacciatevi le cinture, oggi sarà con noi William Turner.
Ho fatto rifornimento, dato una pulitina ai pannelli solari, sarà un viaggio lungo ma, grazie al nuovo motore, un fantastico Kawasaky 900 raffreddato ad aria, arriveremo in buon orario, la macchinetta del caffè è sempre pronta, il cassettino straripa di cioccolatini e il frigo bar è ben fornito.
- Ciao William, benvenuto a bordo.
- Ciao Walter, grazie per avermi invitato, ho saputo che hai già scarrozzato altri miei colleghi, dove andiamo di bello?
- William, hai qualche preferenza?
- Mi piacerebbe vedere la torre di Pisa.
- Che ci sia qualcosa di inconscio?
- Walter, non lo so, forse.
- William, io credo di conoscere il motivo della tua richiesta, ma te lo dirò dopo, ora partiamo... Ti piacciono i cioccolatini?
- Perché no?
- Serviti, sono nel cassettino.
A bordo della nostra 500, amici lettori di tutto quello che c'è non manca nulla, William Turner, con la proverbiale flemma inglese, guarda il panorama che ci scorre di fianco, gustando di buon gusto cioccolato e sorseggiando caffè. Non me lo ha detto, forse avrebbe preferito il tè, ma a bordo di questa 500, ci dispiace per lui, ma si beve solo il nostro oro nero che profuma.
William Turner nasce da una famiglia umile a Londra (1775 - 1851) e, come accade per gran parte degli artisti, scopre sin da piccolo la sua attitudine al disegno e alla pittura, una dote che servirà ad alleviargli i dispiaceri derivanti dalla propria condizione famigliare. Il disegno e l'acquarello, due tecniche facili ed economiche, saranno il suo linguaggio personale e gli indicheranno la strada futura. A 14 anni entra alla Royal Academy of Arts di Londra e da subito mette in mostra un talento straordinario. La permanenza in accademia gli dà la sicurezza nei propri mezzi e inizia a vedere il proprio orizzonte con maggiore coraggio. Esce dalle mura, immergendosi nelle verdi campagne londinesi per andare a disegnare dal vero.
Per disegnare dal vero serve occhio, mano ferma, tratto preciso e netto, pazienza e concentrazione, basta un raggio di sole, una nuvola che si sposta o il fischiettio degli uccelli per deviare lo sguardo dal cavalletto, ma il talento di Turner è inossidabile e la sua tenacia forte come una roccia, ogni anno che passa si allontanerà, chilometro dopo chilometro, per aumentare l'esercizio e l'esperienza: Bristol, Galles, Scozia e poi il gran salto, poco più che ventenne, in Francia e Svizzera.
Il percorso formativo presso la Royal Academy, nonostante qualche critica ricevuta per il suo stile pittorico, naturalmente e normalmente fuori dagli schemi, è stato importante al punto da considerarsi una tappa fondamentale della sua carriera.
L'accademia era la sua casa e lo sarebbe stata fino alla fine, con le sue opere eccezionali avrà successo, fama, prestigio e numerosi estimatori. Un'altra pedina nello scacchiere della grandezza di Turner sarà, nel 1818, l'incarico di illustrare "The Picturesque Tour of Italy " e pertanto si documenterà viaggiando in Italia da Torino verso Liguria, Lombardia, Veneto, Roma, Napoli. Un'esperienza che gli accese la luce, in modo fisico e metafisico. La luce e il sole italiano gli illuminarono la vista, l'arte e gli artisti italiani gli coltivarono la fantasia, purtroppo l'eccitazione creativa, che lo portò a sperimentare, gli procurò qualche critica. Invidia? Impossibilità a capire una pittura innovativa? Soliti e immancabili bastian contrari? Quando si è al top, anche questo può succedere, ma Turner, consapevole delle proprie convinzioni, continuò a viaggiare, Belgio, Francia, Olanda, ancora Italia, ormai aveva la luce nel cuore e nessuno lo poteva fermare, la luce è il contrario del buio e, fra la fusione di questi elementi, c'è un dinamismo di sfumature di colore che rendono le sue opere emozionanti, lampi di luce che squarciano le tenebre, la natura che mette in risalto incredibili colori, tutto si muove intorno a noi in un tourbillion di toni che fanno della pittura di Turner vera poesia.
La sua ricerca lo aveva portato a viaggiare e, se da un lato era stata benzina per il corpo, da un altro lui si era sfiancato fisicamente. Ormai in là con gli anni, capì che era giunta l'ora di staccare la spina e, per uno come lui che aveva vissuto una vita vera, il declino lo demoralizzò, nel 1846 si trasferì a Chelsea, latte e rum nel bicchiere gli smorzavano i ricordi, cercò di cancellarsi, rivelando ai suoi vicini di casa di chiamarsi Puggy Booth e, dopo essersi ammalato, morì settantaseienne il 19 dicembre 1851. Gli furono tributati solenni funerali e onori alla memoria, l'arte aveva perso un grande artista ma le sue opere contribuirono a dare una nuova lettura alla pittura.
- William, ti va di parlare?
- Certo, di che parliamo?
- Sono molti anni che volevo chiedertelo.
- Che cosa?
- Ma quella volta che ti sei fatto legare all'albero di una nave per vedere dall'alto gli effetti della tempesta in mare, non ti chiedo il perché lo hai fatto, ma il coraggio per farlo dove lo hai trovato?
- Walter, hai presente quando qualcuno crede fermamente nelle proprie convinzioni?
- Penso di sì.
- Appunto, ero così deciso, mi sentivo talmente in armonia con gli effetti della natura che sapevo di avere la complicità di qualsiasi evento atmosferico senza rischiare nulla, ero in pratica un cronista della natura più ribelle, superiore a qualsiasi forza umana, pertanto un testimone necessario per far sapere a tutta l'umanità che di fronte alla natura siamo impotenti e, di conseguenza, non avevo paura.
- E vabbè, però stare lassù era un po' da matti.
- Ero in missione per conto di Dio.
- Questa battuta la conosco, per caso hai visto i blues brothers?
- No, ma prima di salire su quella nave ho bevuto una doppia caraffa di latte e rum.
- Capisco... Senti, vorresti spiegare ai nostri lettori perché tutti gli artisti vanno controcorrente, tu eri perfino un accademico.
- Walter, i lettori di questo blog sono più scaltri di te, lo sanno pure i bambini che tutte le cose vecchie prima o poi vengono superate, e poi io non potevo farci nulla, il mio modo di dipingere era quello, un po' romantico, un po' fuori dagli schemi, in ogni caso, quando poi la ruota della vecchiaia si è fermata dalle mie parti, ho capito l'antifona e mi sono messo da parte, largo ai giovani.
- Fra vecchi e giovani non potrebbe esserci una via di mezzo?
- Certo che c'è e, quando verrà scoperta, tutta l'umanità sarà migliore.
- William! Hai finito tutti i cioccolatini!
- Per dirla tutta, anche la tazzina del caffè è vuota.
- Dobbiamo fermarci all'autogrill a fare rifornimento.
- Bene, me lo sono meritato un panino con il salame?
- Per la tua temerarietà su quella nave senz'altro, vuoi dell'altro?
- Come ti ho detto prima, vorrei fare un giro intorno alla torre di Pisa.
- Va bene, si può fare, sempre meglio che rischiare le botte come con Picasso...William, perché la torre pendente?
- Perché in tutto il mondo ce l'avete solo voi, perché è anche un fenomeno naturale unito all'estro dell'uomo che l'ha creata, perché è una grande opera d'arte, perché sempre da lassù c'è una luce universale, e poi perché, dopo questa scarrozzata con questo tuo macinino, salendo le scale a chiocciola mi sgranchirò le gambe, ti basta?
- Modestia a parte, in Italia abbiamo anche un sacco di altra bella roba.
- Walter, sono quasi invidioso se penso che porterai in giro nelle tue visite artistiche altri miei colleghi, mi fai un favore?
- Se posso.
- Se per caso sarà tuo ospite Piet Mondrian, invece del caffè, offrigli del Pernod e poi, per farlo arrabbiare, digli che ero più moderno di lui... Forza, adesso andiamo a Pisa, my ass is broken!
Amici lettori della signoradeifiltri, noi andiamo a Pisa, voi, se volete, come sempre seguiteci con la fantasia, in ogni caso ci rivedremo al prossimo tour artistico, avremo un ospite a sorpresa. Goodby.
UN ARTISTA PER NATURA: "KI"
Amici lettori, per voi che già conoscete le mie scommesse artistiche, oggi voglio parlarvi di questa mia nuova, vi presenterò un artista speciale, un giovane emergente, al quale la natura, se da un lato con lui è
stata "bizzarra", per un altro verso ha regalato una dote innata. Di Ki vi parlerò? Il nome di questo artista è Camillo Iannacone, in arte "Ki".
Il linguaggio espressivo di Ki, si manifesta con naturalezza attraverso il disegno, le sue opere sono spontanee e piene di colori.
Esente da condizionamenti, il nostro giovane artista è libero di spaziare con la fantasia, quello che vede e sente intorno a sé lo rappresenta con una grafia dinamicamente espressiva, i tratti sono astratti ma rapidi e decisi, inoltre Ki sa ben equilibrare i colori, badate, è una caratteristica che appare facile, ma in realtà anche molti artisti consolidati, a volte non riescono ad abbinare le tonalità. Si arriva all'optimum cromatico grazie al lavoro, al mestiere, ma sopratutto per doti naturali delle quali Kì è ben dotato. La brillantezza nell'insieme è impregnata di fantasia, giochi di colore per un dialogo spontaneo. Come vi dicevo, con lui la natura, o il destino, poteva essere più giusto, ma ora io voglio solo vederlo e farvelo conoscere come un artista che ha davanti a sé, per la sua felicità e per quella dell'osservatore, tanti anni di lavoro creativo.
L'abito non fa il monaco e l'interiorità di Ki è grande, da lui non viene espressa attraverso il verbo. Come per magia, mediante semplici strumenti, produce un linguaggio, il suo personale linguaggio, e sicuramente, continuando a lavorare, imparerà altre tecniche e relativi nuovi supporti. Ha già sperimentato in passato l'utilizzo di tessuti e della fotocamera, la sua fantasia è enorme e inesauribile, Ki è molto giovane e per me diventerà un bravo artista, lo aspettiamo alla sua prima mostra, siete tutti invitati, si astenga chi vede solo in bianco e nero, la vita di Ki è tutta a colori.
Quattro chiacchiere con Giobbe Iannacone. Giobbe Iannacone, papà di Camillo, in arte Ki, è un bravo architetto e appassionato di jazz, gli ho proposto alcune domande per presentarci in una maniera più personale suo figlio.
Giò, puoi raccontarci la prima volta che hai capito e compreso che tuo figlio era dotato, scusa il gioco di parole, di doti artistiche?
- Da sempre, Camillo, in quanto autistico, ed avendo difficoltà nella comunicazione verbale, ha sopperito a questo deficit con la comunicazione grafica... lui parla per immagini.
Camillo che studi ha praticato?
- Ha ultimato quest'anno il liceo artistico.
Come è stata la tua esperienza di fare arte, fianco a fianco con tuo figlio?
- Io non sono un artista, Camillo lo è, probabilmente è lui che ha insegnato qualcosa a me, io da genitore ho avuto solo il piacere di vederlo lavorare serenamente e di saperlo felice con le sue forme e i suoi colori.
Puoi descriverci le sue emozioni quando disegna?
- Si rilassa.
Lo hai visto migliorato da quando ha iniziato a disegnare?
- Quando disegna o dipinge è sereno, può passare una intera giornata davanti ai fogli di carta e ai suoi pennini senza mai perdere la concentrazione.
Perché il nome d'arte "Ki"?
- Sono le iniziali di Camillo Iannacone, la "C" è diventata "K" per pronunciare l'acronimo in maniera grave, come dire "Chi?...""Chi è?"..."Cosa fa?" Come a lasciare intendere un sapore enigmatico all'acronimo.
Quale artista del passato lo ha maggiormente interessato?
- Non ha un interesse particolare per un artista specifico e non si ispira a questo o a quell'altro, Camillo è originale.
La mostra che avete visitato insieme e che lo ha maggiormente colpito?
- Siamo stati a Città di Castello a visitare il museo di Alberto Burri, presso gli ex seccatoi del tabacco. Frequentiamo spesso spazi espositivi come il Maxi, Gnam, musei Vaticani, musei Capitolini, Palazzo Massimo. Inoltre, anche presso altri siti culturali, nella città di Roma, ci rechiamo sovente a visitare varie mostre temporanee. Camillo ama farsi fotografare con, alle spalle, un'opera famosa.
Camillo ha cercato da solo l'arte oppure è l'arte che ha cercato lui?
- La nonna materna è una pittrice ritrattista e neo impressionista, fa parte del gruppo storico dei 100 artisti di via Margutta, Camillo è stato da sempre immerso e circondato da pareti ricoperte di pitture e opere artistiche. In un certo senso è stata un'attrazione e un amore reciproco.
Per la realizzazione delle sue opere che tecnica predilige?
- Pennini a colori su cartoncino ma in futuro sicuramente proverà anche altre tecniche artistiche.
Puoi dirci le sue qualità umane e artistiche?
-E' un bravo ragazzo che ama disegnare e dipingere.
Giobbe, ci avvertirai quando Ki parteciperà con le sue opere a qualche mostra? Ci piacerebbe essere il suo portafortuna.
- Vi ringrazio, sarà un grande piacere informarvi.
Molto bene, amici lettori della signoradeifiltri, tutti noi auguriamo a Ki di continuare a divertirsi e a percorrere la strada dell'arte con successo. Vi aspettiamo al nostro prossimo appuntamento, di sicuro sarà ancora a colori.
Radio Blog: intervista a Michelangelo Iossa
Beatlesiani di tutta Italia, sabato 19 gennaio a Roma alle ore 18:30, in Via Pietro della Valle 13 C, il Circolo letterario Bel-Ami vi invita alla serata “LOVE. Beatles e la Rivoluzione delle parole” con Michelangelo Iossa, oggi ai microfoni di Radio Blog.
Una piacevole conversazione dove ci parla del suo percorso professionale e del suo ultimo libro Love - Le canzoni d'Amore dei Beatles - Graus Edizioni.
All You Need Is Love. : Non c'è niente che non si possa fare... basta che ci sia l'amore.