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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

l'angolo della poesia

Fabio Recchia "Il libro della vita"

25 Settembre 2023 , Scritto da Raffaele Piazza Con tag #raffaele piazza, #recensioni, #L'angolo della poesia, #arte, #pittura

 

 

 

 

Fabio Recchia

IL LIBRO DELLA VITA

poesie e dipinti

 

 

Il volume di Fabio Recchia Il libro della vita (Guido Miano Editore, 2021) che si ipostatizza sul duplice versante parallelo della poesia e della pittura presenta una premessa iniziale di Michele Miano intitolata Parallelismo delle Arti e una prefazione di Nazario Pardini esauriente e ricca di acribia.

Il libro non è scandito e l’alternanza di alcune poesie ispirate ad icone policrome produce un senso di magia affascinante che crea un ammaliante ipertesto e dà al lettore un senso di rêverie.

Le poesie in massima parte brevi nel loro insieme possono essere considerate un poemetto perché la parte letteraria non è scandita in sezioni e hanno spesso un carattere vagamente epigrammatico.

Il titolo della raccolta è forte e intenso e sottende un forte amore per la vita stessa, amore innanzitutto per l’amata che è il tu al quale l’io poetante si rivolge e poi per la natura.

C’è la presenza di una forte componente neolirica nel tessuto dei versi imbevuti di bellezza e solarità,

Il poiein è rarefatto e raffinato e ben cesellato e le composizioni nel loro librarsi sulla pagina nell’incipit planano dolcemente nelle chiuse e i tessuti linguistici sono raffinati e ben cesellati,

Programmatica la prima poesia che è una poesia sulla poesia, poesia intitolata Le parole: «Le parole / rischiarano il mattino / come raggi di sole. / Perforano le nubi buie / s’infrangono silenziose / sul foglio del cuore / colorando le pagine del libro della vita».

Nel suddetto componimento è detta magistralmente la forza delle parole stesse che salvifiche perforano le nubi e colorano le pagine del diario di bordo della vita e non si deve dimenticare quanto scritto nella Bibbia non solo nell’antico testamento e cioè che non ci sarà parola detta che sarà senza effetto e questo vale anche per le parole scritte come in questo caso.

In Il gabbiano leggiamo: «Il gabbiano / dispiega le ali / come vele sul mare, / si libra sul respiro del vento, / immobile e attento, / poi sale / per cadere come fulmine sul mare, / più veloce dei pensieri / che volano in me».

Per quanto riguarda le immagini pittoriche bisogna innanzitutto sottolineare che sono o tecniche miste o appartenenti al genere della spray art e che traggono ispirazione dalle poesie e viceversa.

Si possono considerare queste icone come vagamente figurative e sono connotate da un acceso cromatismo che entra negli occhi di chi le contempla provocando un piacevole effetto.

Affascinante la tecnica mista del dipinto Barche al tramonto (del 2020) che raffigura delle vele stilizzate e affascina in questo quadro la linea mare-cielo ed è singolare che il cielo stesso sia di colore arancio compatto e non azzurro cosa che crea un effetto surreale di grande bellezza.

Il dipinto Galattica (del 2020) rappresenta tre sfere di cui una simile ad un’arancia, una colore azzurro con delle sfumature e una verde e marrone, pianeti campiti su uno sfondo scuro e con una striscia verde, arancio e bianco,

Un’opera in toto affascinante che meriterebbe uno studio approfondito di dimensioni saggistiche.

Raffaele Piazza

           

 

Fabio Recchia, Il libro della vita, pref. di Nazario Pardini, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 80, isbn 978-88-31497-65-7, mianoposta@gmail.com.

 

Fabio Recchia "Il libro della vita"
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Adriana Pedicini commenta la "prosa poetica" di Alessandra Squaglia

18 Agosto 2013 , Scritto da Adriana Pedicini Con tag #adriana pedicini, #poesia, #L'angolo della poesia

“Ammiro le donne che diventano eroine romantiche, che lottano per le proprie idee e per i propri sentimenti, che sfidano tutto, le convenzioni, gli obblighi, i doveri..che combattono per amore, che non si arrendono, che sono capaci di fare miracoli, che superano dolori e si asciugano le lacrime mentre corrono, lavorano, vivono … le giornate piene di problemi, di impegni, di cose da risolvere ma nello stesso tempo sorridono, ridono, danno coraggio, amano, sognano … affrontano gli ostacoli, difendono sé stesse e quello in cui credono …. non si arrendono mai e sanno di potercela fare …. a volte non sanno neanche come …. ma hanno mille e infinite risorse, forza, coraggio e passione …. sanno capire, sanno perdonare, sanno che ogni rinuncia si trasforma in vittoria, sanno donare in modo incondizionato … non si aspettano nulla in cambio ma aggiungono ricchezza nel loro cuore solo per la gioia di dare … sanno che amare vuol dire crescere..e loro sono dei giganti … e lo diventano ogni giorno di più …

Ho imparato a riconoscere l’eroina che vive in me … non l’avevo mai considerata a dire il vero..poi arriva il giorno in cui ti svegli e ti accorgi che le cose che hai intorno, tutto quello che hai intorno, tutto ciò per cui sei vissuta e vivi se non ci fossi tu non esisterebbe …. sei un demiurgo..un creatore … hai poteri universali … e sei unica …. hai la capacità di creare ogni cosa che è intorno a te, e hai la forza per cambiare perché ogni giorno non è mai uguale all’altro e anche tu giorno dopo giorno ti trasformi … come una farfalla … e trasformi …. ti rinnovi sempre...non ti fermi …. sei come il vento … sai cosa trascinare via con te e cosa lasciare negli angoli … perché non serve più …

A volte diventare consapevoli fa paura … tante cose vissute fino ad un determinato momento non si accettano più … l’eroina romantica non vuole la rassegnazione, non teme la chiarezza e ama il cambiamento … cambiare vuol dire vivere …. smettere delle vesti che non ci stanno più bene …. respirare aria nuova, fresca e frizzante … le idee … quante idee e quanti sogni si realizzano! Più di quanti siamo abituati a pensare … sono le idee e i pensieri, i sogni, quelli che nascono dal nostro profondo che hanno fatto la storia, che hanno cambiato gli eventi, che cambiano la vita … sono i nostri pensieri che creano il nostro presente, il nostro futuro, la nostra storia ….

Le donne romantiche non hanno paura di pensare … di dire … sono coraggiose..non hanno paura di amare..quando amano, e lo sanno fare davvero, diventano ancora più forti … abbracciano la vita … C'è chi pensa che essere forti significhi non provare mai dolore. In realtà, le persone più forti sono quelle che non hanno paura di provarlo, di passarci attraverso, di comprenderlo e accettarlo.

E andare oltre il dolore, facendo un altro passo.

Una donna romantica è tutto questo … anzi di più..ha le ali … per raggiungere mondi infiniti e nuovi universi.”

Alessandra

Alessandra apre il suo animo in questa lunga prosa poetica.

Prosa, perché della poesia non ha il taglio più o meno breve, la sintesi o altri aspetti tecnici. Poetica perché le parole sono avvolte da un lirismo apparentemente impercettibile ma diffuso, che traccia con il tratto delicato dell’Amore la forma e la sostanza della femminilità. Non è un ritratto stereotipato di donna quello tracciato da Alessandra.

Nella prima parte certo si legge della donna eroina "da romanzo", capace di sopportare qualunque angheria, qualunque difficoltà, qualunque sacrificio, in nome dell’amore che infonde in chi ama forza e coraggio.

Poi lo sguardo cade su di sè e allora quel che è detto prima diventa vita vissuta, esperienza personale e verifica individuale dell’enorme potenza dell’amore e della capacità creativa della mente e dell’animo, quando il pensiero diventa promotore del destino nelle scelte, nelle iniziative, nella volontà di agire.

La conclusione è la summa delle lezione umana. Nulla esiste senza il dolore, ma tutto può crescere e migliorare attraverso di esso, purché il dolore venga accettato, attraversato, infine custodito non come esca alla rabbia e alla ribellione, ma come abito comune dell’umanità, espressione anch’esso di vita, di quel segmento di vita che può aprire mondi spirituali nuovi, più di quanti non ne dischiuda l’affannosa ricerca della felicità.

Adriana Pedicini

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L'angolo della poesia: Antonietta Viscusi

14 Maggio 2013 , Scritto da Adriana Pedicini Con tag #adriana pedicini, #poesia, #L'angolo della poesia

IL PASSO

E' che è sempre più senza tempo la percezione che ho di te.

Non te lo saprei spiegare.

Non te lo potrei dire.

Non te lo lascerei domandare.

Perchè passa.............

E all'odore di ciò che era,

ciò che sono non si abitua, non si capacita.

Come cammini ora?

A volte me lo domando.

Ho chiaro ancora il rumore del passo,

ma non il suo tempo, non il suo ritmo.

Perciò ti perdo.

E ti ritrovo indietro,

o ancora avanti,

ma senza sosta, così che il fiato si spezza,

ed io devo fermarmi, per forza, a riposare.

Io, tu, questo angolo di mondo.........

e ciò che di diverso riusciamo a vedere.

(Antonietta Viscusi)

Solitamente sono i sogni a diventare realtà, o almeno questo è l’augurio, talvolta invece accade il contrario: la realtà si trasforma e subisce una palingenesi accogliendo le sfumature incerte del sogno, i colori di certe albe che diventano d’improvviso plumbee. Si cerca, si tenta di ritrovare qualcosa di antico, ma non rimane che il senso impalpabile, il ricordo vivo eppure sfumato, come un antico sapore proustiano che all’improvviso ritorna alla mente e se ne gusta in bocca l’aroma, ma vanamente, perché quel che non è più non è concretezza. (Adriana Pedicini)

COME ELLA

Come ella io,

come lui tu,

nulla più.

Frescura tu,

fosti,

fuoco io.

Rimbomba di lontano

quell’assenza che non so meditare.

Fracassa le ossa,

quella distanza che non ho più mezzi per colmare.

Vorrei aquiloni,

vorrei rossi fuoco di tramonti,

vorrei rugiada al posto delle lacrime.

Ma tutto in solitudine.

Perché qualunque cosa di questo che ti ho raccontato,

non si deve e non si deve spiegare.

Vietato è ricolmare l’anima mia.

Adesso, solo, è consentito

Il delirio dell’incompiuto..

(Antonietta Viscusi)

Ancora una volta il franare delle illusioni, lo spegnersi dei sogni e la presa di coscienza della livida realtà. Eppure è possibile vagheggiare bellezza e sentimenti positivi, ma forse per una estrema difesa, porse come riparo da nuove delusioni, forse perché l’animo ferito ha diritto al grido esacerbato come fiera colpita al fianco, tutto avvenga in solitudine. Nessuno, neppure lui, deve poter affondare la mano nella ferita. (Adriana Pedicini)

MARE IMMOTO

E' come mare immoto
la nostalgia che ho di te,
rigorosa, tenace, ferma.
E' come ombra che si allunga
sul dispiegarsi dei giorni miei.
Dicono,
che è male questo immoto permanere di te.
Ma io resisto,
resisto e coltivo la tua assenza.
Nulla mi insegna di più.
Nel silenzio finalmente comprendo.
Nel non detto finalmente mi riposo.
Non tornare ti prego.
Non pensare mai di potermi reincontrare.
O questo incanto finirebbe.
Ho bisogno della tua assenza
come non ho mai avuto bisogno di te.

(Antonietta Viscusi)

Il dolore e la sofferenza conseguenti a una delusione sono aspri da sopportare. L’anima stilla sangue: solo nel silenzio totale può accadere che tutto si trasformi e si idealizzi, anche la sofferenza. Un muto parlare, dove il colloquio e più che altro con se stessi, piuttosto che con l’interlocutore assente, di cui, forse volutamente, si trattengono nell’anima i segni positivi. Allora perfino l’assenza diventa una compagnia nostalgica più complice di una presenza che dia solo turbamento. (Adriana Pedicini)

COME QUANDO MI EMOZIONO

E' come quando mi emoziono,

che l'anima, soltanto l'anima riluce.

E tremo,

di dilatata ebbrezza,

di smodata voracità.

E' come quando mi emoziono,

che gli occhi, soltanto gli occhi parlano.

E mordo,

di labbra che schiudono,

di mani che serrano.

E' come quando mi emoziono,

che la pelle, e non soltanto la pelle,

racconta di me!

(Antonietta Viscusi)

Inno del cuore, alla vita che dispiega in emozione, attraverso le emozioni, che , non più trattenute, volano libere a raccontare l’animo, la passione, la gioia e il tormento di un cuore. (Adriana Pedicini)

BRUMA

Come fai a dimenticarti di me,

come fai a non arrossire più al solo pensiero delle mani mie,

e della bocca mia, e della lingua mia.

Come fai a non respirare ovunque, amore mio,

quell'odore di bruma che da sola sprigiono

quando penso a te.

Come osi liberarti dell'abbraccio mio,

dello sguardo incantato degli occhi miei,

che bruciano, che infiammano, che su di te rivendicano diritto arcano d'anima e sangue.

Come fai, or ora, dopo avermi posseduta,

a pensare di voler andare, di voler respirare senza di me.

Nulla più ti è concesso, lo sai bene, amor mio.

Quando carne si fonde a carne, quando odore riconosce odore,

quando sguardo ritrova sguardo,

quando senso e seme e bruma un tutt'uno sono,

nulla più ci è concesso : nè paura nè dolore.

Incantati solo possiamo stare in questo idillio.

(Antonietta Viscusi)

Tutto può l’amore: anche fermare il mondo, anche sopravvivere al disfacimento, anche rendere eterno un attimo. Tremenda illusione? Eppure è un’illusione che basta a se stessa, in quell’unicum che allontana gli orizzonti e fonde in un’alchimia irrepetibile due esseri viventi fino a farne un corpo solo e un’anima sola. Di più non è dato avere, anzi non sarebbe dato, perché l’idillio è destinato talvolta a infrangersi: Ancora una volta la realtà che diventa sogno, sogno che rischia di infrangersi sotto il peso delle domande che con ritmo incalzante scivolano tra i versi di questa delicata eppure sofferta poesia che nell’ultimo verso ripone la sola possibilità di vivere l’amore: “Incantati solo possiamo stare in questo idillio” (Adriana Pedicini)

SILENTE

E’ come acqua che scorre,

questa tristezza di te!

E’ lenta nel cuore,

silente come notte d’inverno,

amata al pari tuo.

Se solo essa mi resta,

voglio che mi stia daccanto,

ombra cara dei sogni miei e tuoi.

(Antonietta Viscusi)

Dolore e nostalgia, nostalgia della persona amata, ritorno alla sua immagine, e rievocazione nell’assenza con toni pacati, amorevoli, ombra di un sogno!

(Adriana Pedicini)

NOTIZIE BIOGRAFICHE di Antonietta Viscusi

NATA A TORRECUSO(BN) IL 26 APRILE 1968

RESIDENTE A FRASSO TELESINO (BN)

STUDI LICEALI CLASSICI

LAUREA IN ECONOMIA DEI TRASPORTI CON MASTER IN “CONTROLLO DI GESTIONE”

ABILITATA ALLA PROFESSIONE DI DOTTORE COMMERCIALISTA

CONSULENTE IN “CONTROLLO DI GESTIONE E FINANZA AGEVOLATA” CON STUDIO A NAPOLI E COPROPRIETARIA DI UNA PICCOLA SOCIETA’ DI STAMPAGGIO TERMOPLASTICO IN BASILICATA

NONOSTANTE GLI STUDI UNIVERSITARI E LA PROFESSIONE VADANO IN TUTT’ALTRA DIREZIONE CONTINUO AD ADORARE I CLASSICI LATINI E GRECI, LA LETTERATURA, LA POESIA, L’ARTE.

PER DILETTO TRADUCO ANCORA DAL LATINO E DAL GRECO.

ALTRE PASSIONI IL CINEMA, VIAGGIARE, L’ENIGMISTICA, I CANI E IN MODO PARTICOLARE IL MIO CHE ADORO E CHE SI CHIAMA LEDA.

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L'angolo della poesia: Morgana Nardone

30 Aprile 2013 , Scritto da Adriana Pedicini Con tag #adriana pedicini, #poesia, #L'angolo della poesia

VEGA CHIAMA ALTAIR
(I pomeriggi dopo il temporale)


Profumo di cola e limone
venti violenti, corse leggere.
Fontane secche
davanti a portoni verdi e screpolati.
Giri di sguardi e parole
avevo bisogno di noi e di parole azzurre,
di noi e di te come vorrei.
Le fughe etiliche…
Se avessi ascoltato la mia stella…
Le scale, anche se mobili, non portano al cielo.

 

In questa lirica, sottile si percepisce il contrasto tra il desiderio/bisogno di certezza, di luce a dare sollievo a un‘anima in pena. Ci vorrebbe così poco ad essere stelle luminose dello stesso firmamento affettivo, come Vega e Altair in una notte d’estate, ma invece tutto appare arido e arso. Allora il desiderio si estenua, il bisogno illanguidisce nei fumi dell’artificiale conforto. Non è la stessa cosa perché si possa toccare il cielo della felicità.

 

MAUDIT


E’ come rimorchiare quando esci in tuta.
Che occhi spersi e
grandi
era nera non aveva la falce e mi sfiorò le labbra.
Ognuno avrebbe fatto le facce di prima alla ricerca della felicità
e cantato la canzone dei puffi per rimanere lucidi e non solo…
E tu che ancora mi cerco,
te lo avevo detto che mi sarebbe bastato un sospiro,
un colpo.
Un colpo di fortuna
girando su me stessa e continuando
a cercare e non credere ,
cercare e non credere
cercare cercare cercare.
Non cercare e non voler più credere…
Non basta un bacio!
Continuare ad abbassare la testa
come un cavallo che ha imparato a contare.
Il nefasto sogno del nefasto nostro incontro
quando con le tue
riprovevoli mani riprovevoli
accarezzasti incauto i miei capelli…
Maledetta me e le scale del centro!


In questa lirica è il racconto di un sogno deluso, di attese vane a seguito di un incontro che si presagiva quello di senso, che senso non ha. Recisa la speranza condivisa nei progetti, non rimane che percorrere strade senza senso e senza sensi direzionali. L’unica possibilità di riscatto è maledire del passato quel momento cruciale.

 

NON TU, NON ORA


Vorrei tanto insegnare a mio figlio a fare l’albero di Natale.
Vorrei essere un viaggiatore distratto.
E i miei occhi hanno visto troppo .
Zampe di gallina,
petrolio.
Argani disfatti
dall’umiliante benessere…
Calpestare ginestre,
pensare a te
come ai tempi della peste
come ai tempi
tutto è tuo
tutto è fermo
e se ti sfugge
qualcuno ti dirà che hai imparato a vivere.
E poi ci vorrebbe più tempo
e poi ci vorrebbe più vita
e tu non vieni a cercarmi
e il fegato piange
e del mare non hai più paura
e ti guardi
e ti aspetti
però poi decidi
e tutto quello che ti resta
non è tutto.
Un giorno nel tramonto
ci sarai anche tu
è il tumore dei pensieri
il perché in decomposizione
la rivoltante voglia di chiusura
e la tua bicicletta rossa!
Hai sbagliato a guardare il cielo quel giorno…

Ancora il bisogno lacerante di normalità, di appagante normalità in un contesto esistenziale caratterizzato da troppe ansie, contraddizioni, fughe in avanti e chiusure tremende. Eppure si avverte il piacere della semplicità di vita, della bellezza sentita fisicamente nel contatto naturalistico (Calpestare ginestre) e un desiderio spasmodico di vita (E poi ci vorrebbe più tempo
e poi ci vorrebbe più vita). Ma qualcosa o qualcuno ancora una volta non consente questa possibilità.
Nella chiusa ancora la contraddizione tra “voglia di chiusura” e il rosso della bicicletta, simbolo do passione, di vita!

In tutte le poesie si evidenzia uno stile personalissimo, a tratti ermetico, che si dipana in discorsi a volte apparentemente diretti e altre volte in improvvise involuzioni che rimandano allusivamente a metafore da interpretare.

Adriana Pedicini

 

Rosaria Morgana Nardone dice: 

 

Sono nata a Benevento il 15 giugno 1985. Ho frequentato il Liceo classico e attualmente (spero ancora per poco) studio Lettere all'Università di Salerno. Ho vissuto sette anni a Perugia dove, oltre a studiare ogni tanto, ho avuto delle esperienze nel campo del volontariato (quello vero e indipendente), ho conosciuto tanta gente dalla quale ho appreso molto,sono scesa in strada, ho vissuto con loro e ho ascoltato le loro storie e le ho fatte mie. Questa esperienza è stata una delle mie fonti di ispirazione. Quando ho deciso di tornare per motivi economici dai miei genitori ho scoperto di essere incinta. Da questo momento ho cominciato a sentirmi sempre più vicina alla mia infanzia a riscoprirla, il pensiero su come avrei cresciuto mio figlio mi ha riportata alla mente ricordi bellissimi... Di vita facile, semplice, di un mondo incantato che ancora adesso mi aiuta a sopravvivere. Così devo anche ai miei genitori, a mio figlio, alla mia famiglia, migliaia di colpi di penna. Il mio piccolo paese però (che adoro anche perché credo che la sensibilità e la ricerca delle piccole cose nasce maggiormente a chi è cresciuto in un posto come questo, nel borgo lento, nella natura, nell'alzare spesso gli occhi al cielo, nell'osservare le formiche) è cominciato a starmi stretto, così ho deciso di trasferirmi a Tunisi per un anno e poi a Parigi per nove mesi. Adoro viaggiare e ogni viaggio mi riempie di qualcosa. Se avessi potuto scegliere il Paese dove vivere avrei scelto la Grecia... Ogni anno da quando sono nata sento il bisogno di passare almeno una settimana lì...Tutte queste esperienze, la mia vita, le mie emozioni, le sensazioni che provo in modo spontaneo, dirompente, non posso fare a meno di non scriverle...  Da quando ho imparato a scrivere lo faccio... Sono le mie foto, il mio resoconto, i miei diari. 

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L'angolo della poesia di Adriana Pedicini

2 Aprile 2013 , Scritto da Adriana Pedicini Con tag #adriana pedicini, #L'angolo della poesia

Cari amici di signoradeifiltri.overblog, è con vero piacere che, d’accordo con la Redazione,abbiamo pensato di dare il via a una nuova rubrica, un angolo per così dire simile ad una nicchia, quella della poesia. La poesia non va certo isolata, né nascosta, tuttavia rimane una produzione artistica di difficile creazione e ancor più difficile comunicazione. Sorvolando sulle cause che magari approfondiremo in seguito, è necessario accogliere comunque con interesse e disponibilità tutti coloro che si cimentano in questa delicata ed enigmatica espressione, non fosse altro perché amare la poesia significa amare il bello, affondare lo sguardo nel mistero della vita e delle sue espressioni, cercare insieme il senso delle cose.

Pertanto, siete tutti liberi di inviare le vostre poesie in redazione all'indirizzo:

adripedi@virgilio.it

Saranno lette dalla sottoscritta, analizzate e commentate, senza presunzione, senza violenza, ma con il massimo rispetto e con altrettanta sincerità, sicuri che, non la volontà di stroncare qualunque tentativo di far poesia, ma il desiderio del confronto e lo scambio di esperienza in merito possa essere un contributo reciproco sulla strada della Poesia.

Adriana Pedicini

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