racconto
Premiazione trofeo Rill
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A spasso con il morto.
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Mannaggia alla prostata
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Sequenze da sogno e fantastici scenari
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Sto volando appeso a un palloncino arancione. Il cielo, d'un meraviglioso azzurro turchino, mi appare particolarmente invitante ed è divertente osservare da quassù la gente che sta laggiù. Volo, volo sempre più in alto, le nuvole mutano costantemente di forma e si spostano al mio passaggio. Improvvisamente vengo inghiottito da un enorme nuvolone grigio, il rimbombo che sento aumenta di ritmo e potenza, facendomi scuotere.
Bum! Il palloncino esplode rilasciando una miriade di coriandoli verdi, bianchi e rossi. Sto cadendo, per di più a una velocità pazzesca, tra breve mi sfracellerò al suolo.
Contro ogni previsione, atterro su un morbido prato. Mi alzo di scatto e nel guardarmi intorno rimango a bocca aperta dallo stupore. Mi ritrovo in un mondo in cui si respira una magica atmosfera dove vivono fiabesche creature, tra fatine argentate, gnomi dai buffi cappelli e draghetti che svolazzano felicemente.
Senza pensarci due volte cavalco un unicorno viola chiaro, fino ai piedi di una scogliera. Scendo dal bellissimo cavallo in quanto desideroso di salire su un'alta quercia. Mi arrampico agilmente e dalla cima dell'albero osservo quattro giganti che giocano spensierati tra gli scogli. Il panorama è singolarmente suggestivo, i colori corrono e si mescolano insieme, sembrano acquarelli lasciati cadere da un bambino.
Da quest’altezza, proprio sotto di me, impossibile descrivere il mare cristallino da abbagliare gli occhi. Mi lancio, un tuffo che mi procura un'emozione irreale. Sott'acqua scovo una moltitudine di noci di cocco grandi come palloni da calcio, ne prendo una e riemergo. Rimetto piede sulla terraferma e m'incammino lungo la spiaggia dalla sabbia dorata in direzione di un gazebo avente due panche e un tavolo. Ai lati di un palo portante in legno della graziosissima struttura, noto una mini canna di bambù appuntita. La raccolgo, e la sfrutto mo’ di punteruolo per effettuare un forellino al frutto che tengo in mano ed infine ne traggo una cannuccia improvvisata dalla quale posso succhiare. Mmm, l'acqua di cocco della noce è STRAbuona, tra l'altro curiosamente frizzante.
Puff! Suona la sveglia sul mio Android, sveglia impostata sulle dolci note de Andantino di Wolfgang Amadeus Mozart che chiudono in bellezza il fantastico sogno appena fatto.
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Billy Roche, "I racconti di rainwater pond"

I racconti di rainwaterpond
Billy Roche
Traduzione di Beatrice Masi
Battaglia edizioni, 2019
pp 303
17,00
Peccato per alcuni errori di editing, perché è stata davvero un’ottima idea, quella di Battaglia Edizioni, di tradurre dall’inglese - per la collana “franchi traduttori” – I racconti di Rainwater pond di Billy Roche.
Una serie di novelle ambientate in Irlanda - ma dallo stile narrativo vagamente americano - legate da fili invisibili che le collegano a formare un romanzo corale, l’affresco di una cittadina, Wexford, fra trattorie di paese, stazioni, alberghi, pompe di benzina, negozi di merceria, bar.
Le storie si svolgono tutte attorno allo stagno di Rainwater, sorta di laguna a ridosso del mare, invaso di acqua piovana semi-salata in una cava dismessa, oscuro e apparentemente senza fondo, simbolo di tutto ciò che non si vede ma esiste, nascosto e abissale come certi tormenti senza rimedio.
Attorno a questa pozza si dispiegano le vite degli abitanti di Wexford, operai, artigiani, musicisti, giocatori di hurling, gente che lavora di giorno e si fa una birra al pub la sera. Gente banale che, però, coltiva, nascosti nel cuore, amori lunghi una vita, eterni, tempestosi e romantici, passioni travolgenti e immortali. I personaggi di queste amare e struggenti storie sono quasi sempre donne, viste attraverso la lente deformante di chi di loro è innamorato da sempre, ma anche uomini stanchi, demotivati, che cercano il riscatto di una vita e lo trovano, a volte, in un piccolo insignificante gesto controcorrente, come nel racconto Il giorno libero, che mi ha ricordato La carriola di Pirandello.
Sembra che gli abitanti di Wexford passino la vita ad amarsi l’un l’altro non ricambiati. Queste donne, belle e apparentemente destinate a qualcosa di grande, non capiscono la felicità a cui rinunciano non contraccambiando l’amore ossessivo di uomini sensibili e generosi, barattandolo piuttosto con l’indifferenza di mariti grossolani, coriacei, disillusi, fedifraghi. E così sfioriscono senza perdere, agli occhi di chi le ha amate tutta la vita, la bellezza, il fascino misterioso e insondabile. Personaggi infelici, che hanno lasciato da parte i sogni, che sono diventati mogli, madri e poi nonne, con un nocciolo di dolore e nostalgia a straziar loro il cuore mentre in silenzio qualcuno da lontano le covava con gli occhi, le spiava, provando il desiderio di consolarle o di vendicarsi di loro.
Racconti struggenti e poetici, belli come antiche ballate, costruiti attorno ad amori incompiuti, dove c’è sempre qualcuno che arriva da fuori a portarti via chi hai amato tutta la vita inutilmente.
Una boccata di buona letteratura, una tantum.