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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

paula martins

L'università

20 Luglio 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

 

L'università che avrei dovuto frequentare era molto diversa da quella in cui, alla fine, mi sono iscritta. Ho sempre amato imparare lingue. È, da sempre, la mia passione. Avrei dovuto, quindi, iscrivermi a Lettere, dove sarei stata a mio agio.

Ho sempre pensato che una vita da studente nel posto corretto sarebbe stata così diversa, così facile! Perché l'area delle lettere era naturale per me, era la mia inclinazione. Al liceo ero una buona studentessa in  Portoghese, Inglese, Francese... cioè, lettere. Ma sono stata testarda, e, diciamolo, poco intelligente.

Al momento di scegliere sono stata colpita da una terrificante certezza: il cammino davanti a me sarebbe stato quello di una professoressa! Ed io non volevo, non potevo essere, una professoressa.

Oggi penso, oggi so, che avrei potuto iscrivermi. Non avrei dovuto, per forza, essere insegnante. Ci sono sempre altre ipotesi, altre professioni.

Ma all´epoca, non ho visto più niente: professoressa!

A questo proposito, ci sono due difficoltà. La prima difficoltà: non ho pazienza. Non sarei stata in grado di sopportare gli studenti, avendo sempre un aspetto simpatico, persino un sorriso. Avrei finito per essere una insegnante brusca e scortese che agli studenti non sarebbe piaciuta, e questa è la cosa più orribile che ci sia: cioè, non essere in grado di piacere alla gente.

La seconda difficoltà: non sono capace di parlare in pubblico. Mi terrorizza l'idea di essere davanti a un grande gruppo, tutti quanti che sentono le mie parole.

Questa mia caratteristica, è veramente sorprendente. E inaspettata. Perché io adoro parlare. Con qualunque persona sia: amici, conoscenti, (quelle persone che di solito salutiamo), anche sconosciuti: ho spesso voglia di parlare con estranei, ad esempio al bar. E perché ho voglia, lo faccio. Una delle mie migliore amiche, l'ho conosciuta così, al bar.

Ma parlare di davanti a molta gente, tutti quanti attenti a me, non sono capace.

Alla fine mi sono iscritta a Medicina Veterinaria, professione per la quale non avevo la minima inclinazione. Non avevo un amore travolgente per gli animali e non mi piaceva stare in clinica. Però pensavo che a Veterinaria, a differenza di quello che succedeva con il corso di Lettere, c'erano molte porte per le quali avrei potuto entrare.

Ho passato gli anni da studentessa in un angoscia senza nome, perché quelle materie non erano per me. Come le odiavo tutte! Niente era facile. Studiavo e studiavo e studiavo, niente mi era naturale. In tutto il corso mi sono piaciute solamente una o due discipline, niente più di questo. Ma studiavo così tanto che alla fine imparavo. E mi confortava l'idea che, una volta uscita dall'università, avrei smesso di studiare tutto ciò che veramente detestavo e avrei iniziato a dedicarmi solo a ciò che mi piaceva.

Alla fine ho concluso l´università. Un professore mi ha invitata ad essere assistente alla sua cattedra. Di nuovo insegnante! Adesso con il problema dell'età dei miei futuri studenti: la disciplina, erano dell'ultimo anno. Quindi gli studenti avrebbero avuto la mia età. E questo era molto più imbarazzante. Non avrei avuto nessuna distanza, nessuna superiorità sarebbe valsa. Questi studenti erano della mia stessa specie. Se ci fosse stato il caso di fare una figura debole, sarebbero stati assolutamente spietati.

Naturalmente mi sono rifiutata. Non volevo una vita intorno a cliniche o anche ad animali. Da tempo avevo deciso un'altra direzione: nel primo anno avevo avuto la disciplina che mi era piaciuta, una disciplina che si svolgeva in un laboratorio. Quindi mi ero decisa al cento per cento: non avrei avuto nella mia vita più niente a che fare con gli animali, tanto meno con la clinica. Volevo vivere lontana di tutto questo, e l'unica cosa che mi era piaciuta fin ad allora era lo studio dei microorganismi.

Sarei andata in laboratorio!

Ma la vita aveva altri progetti per me.

 

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L'università 1

19 Giugno 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

 

L'università che avrei dovuto frequentare era molto diversa da quella in cui, alla fine, mi sono iscritta. Ho sempre amato imparare lingue. È, da sempre, la mia passione. Avrei dovuto, quindi, iscrivermi a Lettere, dove sarei stata a mio agio.

Ho sempre pensato che una vita da studente nel posto corretto sarebbe stata così diversa, così facile! Perché l'area delle lettere era naturale per me, era la mia inclinazione. Al liceo ero una buona studentessa in  Portoghese, Inglese, Francese... cioè, lettere. Ma sono stata testarda, e, diciamolo, poco intelligente.

Al momento di scegliere sono stata colpita da una terrificante certezza: il cammino davanti a me sarebbe stato quello di una professoressa! E io non volevo, non potevo essere, una professoressa.

Oggi penso, oggi so, che avrei potuto iscrivermi. Non avrei dovuto, per forza, essere insegnante. Ci sono sempre altre ipotesi, altre professioni.

Ma all'epoca, non ho visto più niente: professoressa!

 

 

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Perdita di contatto

11 Giugno 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

 

Ho perso contatto con tutte le amiche in Mozambico. Ci siamo sparpagliate per vari paesi, varie città, vari continenti. Persino quelle che sono venute a Lisbona, essendo state collocate in altri licei, non le ho più viste. È vero che le amicizie che si fanno quando siamo molto giovani sono molto forti; anni e anni più tardi, se rincontri quella persona, l'amicizia può ricominciare, intonsa.

Però, continuare a essere amici tutti i giorni, è un'altra storia. Per questo è necessaria la permanenza continua nella tua vita. Per me è stato così. E a quest'età è stato tanto facile fare amicizie, stabilire nuovi ponti, nuovi rapporti. Non ho mai sprecato tempo guardando indietro (ero tanto nuova). C'erano sempre, sempre, delle altre amicizie!

Ovviamente ho sofferto quando, all'improvviso, una mia grande amica si è allontanata. Inspiegabilmente. Non ho mai capito perché. E all'epoca, eravamo quasi sorelle.

Ma quel sentimento per l'amicizia perduta, quando siamo molto giovani, è come la pioggia in Mozambico: batte fortissima, e prestissimo se ne va.

Un po' più tardi nella vita ci si rende conto di come l'amicizia vera sia preziosa, di quanto debba essere travagliata.

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La spiaggia portoghese

27 Maggio 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

 

Tutto il resto della famiglia (zii, cugini,etc) abitava in Portogallo. I miei, mia sorella e Bina, sono venuti un mese più tardi. Perciò, sono stata la prima ad arrivarci dall'Africa. La famiglia portoghese è stata molto accogliente. Tutti volevano invitarmi a casa loro per le ferie - era il mese di Agosto. Ha vinto uno degli zii, quello che all'epoca passava le vacanze su una spiaggia nel nord del paese.

Ci sono arrivata alla fine del pomeriggio. Così, quel giorno, niente spiaggia. Ci andammo il giorno seguente. Essendo venuta ad Agosto, l'inverno mozambicano (se non c'è tanto freddo, perlomeno è l´epoca della pioggia), erano mesi che non andavo in spiaggia. Quindi, lo volevo davvero. Quando ci arrivo, la prima cosa che vedo è un uomo pieno di goccioline che scorrono sulla pelle, con un enorme sorriso. - L´acqua è fantastica! – diceva, a tutti quanti volessero ascoltarlo.

Non ci penso due volte. Corro verso l'acqua, mi tuffo immediatamente.

La sensazione non so come descriverla. La differenza tra 30º dell'acqua in Mozambico e i 17º del nord del Portogallo, la senti quando neppure puoi respirare!

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Lisbona 2

6 Maggio 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

Non avevo più amici.

Ma ero tanto giovane, tredici anni!

Ora dico che questo non era preoccupante. A quest'età è molto facile integrarsi, farsi amicizie, disfarsene, farsene delle altre. La vita è veloce, agevole, quasi senza sforzo. Però, a quell'epoca non sentivo questo. È solo l'impressione di oggi.

Forse sarà sbagliata? Ricordo una vita tumultuosa, piena di cadute e rialzi immediati, nella quale ho sentito così intensamente tutte le cose che il cuore sembrava esplodere a tutte le ore. Ho pensato che da adulta, la vita sarebbe stata più liscia, meno agitata, non interessante proprio. È vero che la vita diventa meno agitata, si sentono meno intensamente le cose, i cuori non vanno in estasi a tutte le ore. Ma proprio per la minore agitazione, c'è dello spazio per vedere tutta la tua vita. Non solo il piccolo pezzo che ti agita in quel momento. Sentendo meno, direi che senti di più.

 

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Ritorno a Lisbona

19 Aprile 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto, #luoghi da conoscere

 

 

 

 

Un giorno l'incantesimo del Mozambico è stato spezzato, siamo ritornati a Lisbona. Non ci sono parole per descrivere la sensazione di perdita che mi colpì. Da un giorno all'altro tutta una vita, tutta un'allegria, tutta una bellezza colorita, sparita!

Già conoscevo Lisbona, avendo qui passato periodi di ferie. Felicissimi periodi, perché qui c'era tutta la famiglia, nonni, zii, zie, cugini. Finite le ferie, c'era la sicurezza del ritorno.

Adesso, ci dovevo restare. Ho sentito di colpo che la mia vita era finita! La mia vita non poteva essere più allegra perché qui i palazzi erano alti, enormi, e io ero abituata alle case con un giardino intorno, e alla libertà nel respirare che ci si provava. Per di più, le strade  erano strette. Bastava questo alla sensazione di asfissia. Alla perdita di libertà nel respirare. Alla mancanza di libertà.

Non potevo più andare in bici per strade sterrate, non abitavo nemmeno in una strada sterrata. Non avevo le mie amiche, i miei amici, alla distanza di una passeggiata. Infatti, non avevo più amici! Un mondo sconosciuto aleggiava davanti a me.

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La scuola

6 Aprile 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

 

Nella mia scuola in Mozambico eravamo solo donne. C'erano pochissime scuole miste nella mia città, eppure vivevo nella capitale – Maputo oggi, Lourenço Marques allora -. Erano tempi rigidi, quanto ai comportamenti adatti alle ragazzine. Ma non era così tanto difficile conoscere ragazzi, evidentemente. Molte delle mie amiche avevano fratelli, perfino i miei genitori avevano ospiti ogni tanto, i cui figli maschi erano della mia stessa età. E, soprattutto, conoscevo ragazzi nel mio liceo.

Però, il liceo non era pensato perché i due sessi si conoscessero. Era invece costituito da due parti rigidamente separate, una maschile e l'altra femminile. Tanto rigidamente che è bastato un nulla per fa saltare in aria la separazione!

Nel mio primo anno in quel liceo eravamo molto più donne che uomini. Così, la scuola è dovuta adattarsi: l'intero primo anno (il mio) è stato trasferito a un complesso di stanze cedute dalla zona maschile del liceo. E come noi dovevamo per forza circolare, dovevamo anche per forza mescolarci.

Tanti saluti alla rigidità.

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Il fidanzamento 2

27 Marzo 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

     

                                                 

 

 

 

Non so proprio come lui ha avuto il coraggio di riavvicinarmi il giorno seguente. E se io non avessi voluto essere la sua fidanzatina? Cosa avrebbe fatto in questa ipotesi?

Ma il problema è stato brillantemente risolto, nell'invincibilità dei dieci anni. Non mi ha detto più niente a riguardo, ma mi ha tenuta fermamente per mano. Per un lungo mese, questo è bastato. Tutti e due sapevamo che eravamo fidanzati. Ancor oggi ricordo quella sensazione di un calore un po' arrossito, quell'appartenere che allo stesso tempo possedeva, quell'essere già grande.

Sfortunatamente, anche mia Madre lo sapeva (devi averci visto mano nella mano). L´ho sentita che bisbigliava e rideva con le amiche. Questo mi ha terribilmente offesa, mi sono sentita ridicolizzata.

Lo so oggi che non è proprio così. Mia Madre era furba, sapeva che tutti questi movimenti innocenti fanno parte del crescere, e mi lasciava fare.

 

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Il fidanzamento

9 Marzo 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

       

                                           

 

 

 

Il mio primo scontro con l'amore è stato all'età di dieci anni. Il mio primo fidanzamento.

Nei party di cui ho già parlato ho conosciuto un ragazzino. Tanto piccolo quanto me, e probabilmente tanto inesperto. Mi fa ridere oggi quando ci penso. Ballavamo vicinissimi quegli slow interminabili, scostando un po' i volti, mentre guardavamo non si sa che in lontananza, cercando di mascherare il nostro disagio.

Un giorno che ero fortunatamente da sola, vedo Zé  (diminutivo per José, il suo vero nome) avvicinarsi rigidamente, dritto, ancor più a disagio di quando ballavamo insieme. Il mio cuore perde un  colpo. Succedeva ogni volta quando lui era vicino e, in questi momenti, non vedevo più niente.

Rigido, Zé non dice niente, nemmeno mi saluta. Allunga una mano quasi aggressiva dove intravedo un foglio. Lo prendo, ma non stacco i miei occhi dai suoi. Ancora senza dire una parola se ne va, sempre rigido, ancora dritto, ancora tanto a disagio.

Intontita, guardo il foglio dov'è scritto, sbagliando un po':

Vuoi essere la mia fidanSata?

 

 

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I party

18 Febbraio 2021 , Scritto da Paula Martins Con tag #paula martins, #racconto

 

 

 

 

Nonostante la rigidità di quei tempi (1972/3/4) facevamo del nostro meglio per goderci la vita, avvicinarci, flirtare.

Una cosa che ci piaceva tantissimo, erano le feste, cioè, i party, questo il nome “ufficiale”, un po' a causa dell'influenza dell'Africa del Sud, a fianco del Mozambico.

Erano poche le persone che abitavano in appartamenti. Tutti i miei amici, e io tra l'altro, abitavamo in villette. E in tutte le villette c'era un garage.

Il giorno del party l'auto era tristemente parcheggiata sulla strada. Nel garage restavamo solo noi, i giovani, pronti al divertimento. Si installava la magnifica tecnologia di quei tempi, l'anziano giradischi, e tutti noi ballavamo, ridevamo, flirtavamo.

Ricordo bene quel calore pomeridiano, quell'allegria, quella sensazione. Ah, la sensazione! Gli ormoni scorrevano tra le coppie aggrappate in una lenta, lentissima danza, lo slow.

È stato veramente un periodo meraviglioso.

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