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margherita musella

Margherita Musella, "Ho sognato di correre"

29 Aprile 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #margherita musella, #recensioni

 

 

 

 

 

Ho sognato di correre

Margherita Musella

Ars Artium Editrice, 2018

pp 203

15,00

 

Le protagoniste di Ho sognato di correre, di Margherita Musella (con prefazione di Federica Cabras), sono due: Serena e Marigiò. No, sono cinque. No, invece, la protagonista è una sola: Margherita stessa, con i suoi affanni e le sue gioie.

Un libro scritto nell’arco di sette anni, che racchiude esperienze di vita vissuta, racconti, testimonianze e ricordi.

L’autrice si spalma su più personaggi che riflettono varie fasi della sua vita. Spicca il rapporto con l’anziana maestra, che altri non è se non la compianta Stefania Petiti, la quale ci ha lasciato testimonianza del suo amore per la scuola e per i bambini. Un filo la unisce alla contemporanea Marigiò, supplente precaria, sempre in bilico fra l’entusiasmo del contatto con i piccoli e la paura di non farcela, il senso d’inadeguatezza. I bambini sono una sfida esaltante e faticosa, sono la luce e il buio, il futuro e l'amore. Marigiò vuole trarre da ognuno tutto il bene possibile, anche se a volte le riesce difficile rapportarsi con la realtà complessa di quelli più sfortunati.

Poi ci sono Serena, affermata professionista, e la materna e affettuosa Stella, già presente in altri romanzi della Musella. A parte Stefania, figura, come abbiamo detto, reale, le altre donne sono tutte sfaccettature della medesima persona, l’autrice stessa, e trovano un onnipresente antagonista nel marito, personalità ingombrante, che provoca tenerezza e dolore insieme. Questi uomini hanno nature complesse e fragili, e sottopongono le loro compagne a tensione costante, in un vortice di amore malato e possessivo. Vittime e carnefici si mescolano, le sfumature diventano evanescenti, a metà fra complicità e dipendenza.  

Ancora di salvezza, come sempre, la fiducia nella bontà dell'Universo, nella benevolenza divina, e, soprattutto, nell’amicizia e solidarietà femminili. Ma chi ha letto tutti i romanzi della Musella, si accorge che, con il passare degli anni, ella fatica sempre più a mantenere quell’atteggiamento positivo e spensierato dei primi tempi, quello che risolveva tutto con una risata e con tanta fede nel prossimo. Il prossimo non è sempre buono e dolce come lo si vorrebbe, le persone feriscono, tradiscono, fanno improvvisi e incomprensibili voltafaccia, dicono le cose come stanno, non hanno speranze. Oppure si ammalano e muoiono. Allora le protagoniste della Musella fanno i conti con sempre più momenti di sconforto e tristezza, sentono avvicinarsi la vecchiaia, sfiorano la morte che le annichilisceÈ il tempo che scorre inesorabile per tutti, quello che ruba l’incoscienza e il sorriso. Ma la volontà di andare avanti è comunque tenace, lo spirito è indomito.

Molto bello il capitolo Io, il vento, vero e proprio racconto a se stante, dove, sulla la forza e il coraggio di vivere e mettersi in gioco, soffia la brezza della poesia.

 

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Margherita Musella, "Scuola di cucina... io e le altre"

9 Maggio 2016 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #margherita musella, #recensioni, #ricette

Margherita Musella, "Scuola di cucina... io e le altre"

Scuola di cucina… io e le altre!

Margherita Musella

KimeriK, 2012

pp 202

16,00

Ho letto tutti i libri di Margherita Musella e devo dire che quest’ultimo romanzo vede un incupimento del suo pensiero che rimane, sì, positivo ad oltranza, pieno di fiducia e di prospettiva, ma più come credo autoimposto che come reale fondamento. Qui irrompono paura e incertezza del futuro, qui si fanno i conti con la malattia. Fra gli scrittori che conosco e che frequento ho notato, col progredire dell’età, il morso della nostalgia - come nel caso di Lupi, Costanzo, Pedicini, Coremans - e una sottile, inconfessata, paura del futuro, come in questo caso.

Giada, la protagonista principale, insoddisfatta del suo ruolo di madre, moglie e lavoratrice, con al suo fianco un uomo che la ama ma non riesce a darle ciò di cui ha bisogno, cioè movimento e novità, decide di aprire un corso di cucina, coinvolgendo altre quattro donne: Consuelo, Anna, Claudia e Paola. Appena realizzato il suo desiderio, scopre di essere ammalata di cancro. La malattia si mescola con il corso di cucina e con la vita delle altre quattro signore, ed è raccontata con accenti realistici, sia dal punto di vista fisico che psicologico. C’è un’alternanza fra scoramento e voglia di non arrendersi, fra tentativi di rinascita, quasi più per gli altri che per sé, e sofferenza fisica brutale e banale nella sua elementarità. Il dolore corporeo della chemioterapia porta alla superficie il rimosso, Giada finisce per esprimersi anche in modo volgare, tirando fuori ciò che ha represso, allentando i freni inibitori.

Le altre donne non sono caratterizzate poiché l’autrice spalma se stessa su tutte le protagoniste ma si differenziano per i loro problemi esistenziali. Consuelo è stata lasciata improvvisamente dal marito che amava e non riesce a venire a patti con questo abbandono per lei immotivato. Claudia non accetta che il proprio amore coniugale abbia cessato di provocarle emozioni, allora, per dimenticare, s’immerge a capofitto nel lavoro e nella famiglia, senza concedersi un minuto di respiro. Anna, presa dalla cura dei figli, vede allontanarsi inesorabilmente il consorte e, come terapia, pensa bene di scrivere un libro, fino a quando qualcuno non la disillude. Paola è alle prese con un amore più giovane di lei che vuole solo sfruttarla economicamente.

Alla fine tutte troveranno un equilibrio. A morire, però, a essere inconsciamente punita, non sarà Giada bensì Paola, l’unica che si sottrarrà sia al giogo maschile sia al cerchio protettivo delle amiche. Questa libertà autentica, e non solo vagheggiata, sarà pagata con la morte. Giada, invece, nonostante la malattia, non morirà, non subito almeno, non in questo libro, poiché lei sottostarà alle due regole fondamentali: restare vicino al proprio uomo nel bene e nel male e non allontanarsi dalla solidarietà femminile, da quell’anello magico capace di infondere fiducia, di supportare, di sostenere. Questo circuito di amicizie ci ricorda tanto il cerchio delle menti telepatiche nelle torri di Darkover.

E se un giorno dovessi – pensò Giada – camminare da sola per la mia strada, le donne/ amiche/ sorelle saranno lì a incoraggiarmi, a pregare per me, con le braccia aperte procedendo al mio fianco.

Scuola di cucina… io e le altre non è un romanzo ma un diario trasfigurato. Accadimenti e pensieri della vita quotidiana dell’autrice vengono rielaborati in chiave fantastica e distesi su vari personaggi. Il testo si snoda fra racconto, ricette di cucina, sogni e persino barzellette (queste ultime, a mio avviso, poco pertinenti).

Mescolate alle vicende delle eroine ci sono le ricette del corso di cucina tenuto da Giada. Sono tutte molto gustose ma semplici, come semplici sono il lessico e le vicende raccontate.

“… se impariamo a considerare questo nostro incontrarci non come un qualcosa di scontato e di modico valore, ma un qualcosa che ci è donato per scoprire come vivere meglio la nostra vita, - e questo può derivare anche solo imparando a fare un semplice budino al cioccolato con semplicissimi biscottini secchi. Beh noi potremmo considerarci molto fortunate e consegnatarie di un dono non indifferente” (pag 95)

Possiamo non essere d’accordo con il Musella pensiero, costellato di doni, angeli e amicizie solo femminili, ma non possiamo negare l’importanza di un messaggio che spinge a vivere centrati sul presente, sapendo apprezzare il valore delle piccole cose.

Io penso che la pace non possa essere trovata né nel futuro, né nel passato ma solo in questo istante. Facciamo così: immaginiamo che il solo tempo che esiste sia questo momento. Perciò concentriamoci su un problema alla volta.” (pag 90)

Questa è la base della meditazione ed è anche l’unico modo per non soccombere all’angoscia, insieme all’essere “grati”, cioè, in parole povere, rendersi conto del bene che si ha, perché già l’assenza di dolore, già il fatto di respirare, vivere, camminare, relazionarci, oppure assaporare la propria solitudine, sono privilegi di cui spesso non ci rendiamo conto.

E ora vorrei rivolgermi direttamente alla casa editrice Kimerick: di là dal contenuto o dalla struttura di un testo, che sono comunque arbitrari, quando si pubblica un libro c’è una oggettiva necessità di editarlo, perché possa esprimere al meglio tutte le sue potenzialità. Resta un mistero, ad esempio, il motivo dei continui cambi di tempo all’interno di una stessa frase.

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LE MIE CONSIDERAZIONI SUL LIBRO “L’UOMO DEL SORRISO”

8 Maggio 2016 , Scritto da Margherita Musella Con tag #margherita musella, #poli patrizia, #recensioni

LE MIE CONSIDERAZIONI SUL LIBRO “L’UOMO DEL SORRISO”


Ho deciso di leggere il romanzo L’uomo del sorriso“ non perché il titolo fosse accattivante o per la bella copertina, bensì perché la Poli è una garanzia. E, infatti, il libro è bello, veramente bello. Me lo sono goduto e divorato. Faccio i miei complimenti all’autrice che ha avuto il coraggio di scrivere su Gesù’, senza cadere nei luoghi comuni ma regalandoci un’opera scritta con tatto e sensibilità .
Con questa sua personale ricostruzione della storia di Yeshua’bar Yosef, visto come personaggio storico, ci dona soprattutto un’accurata, precisa e profonda descrizione degli stati d’animo dei personaggi che girano intorno a lui. Non è facile scrivere una biografia del Messia, eppure l’autrice lo fa. E lo fa bene, dopo aver effettuato i suoi studi affidandosi ai Vangeli e agli Atti degli apostoli:il tutto avviene a prescindere dal suo credo.
Patrizia Poli usa con maestria le parole che entrano dentro, scavano. Splendida la descrizione dei moti interiori di Maria Maddalena: nell’insieme un libro delicato, tenero, squisito, scritto con una tensione che tiene costantemente desta l’attenzione a prescindere dalle circostanze ben note.
Va sottolineata la struttura del romanzo, che ha un incedere incalzante e affascinante e l’approfondimento di un personaggio reale che ha influenzato nei secoli il pensiero degli uomini, continuando ad entrare nelle vicende umane fin ad oggi. Ma soprattutto è da puntualizzare la sua personale interpretazione, in modo particolare nel finale.

Concludendo, come precisa la scrittrice, questo romanzo risulta "una grande e struggente storia d’amore".

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Scuola di cucina: crocchette di patate

30 Aprile 2016 , Scritto da Margherita Musella Con tag #margherita musella, #ricette

Scuola di cucina: crocchette di patate

Qualche giorno fa il mio sposo si fa male, cade sfavorevolmente e si frattura 6 costole. Dopo i primi giorni passati fra guardia medica, lastre, dottore di fiducia, tutto condito con un dolore forte e costante, oggi inizia a respirare.

Voglio in qualche modo coccolarlo e decido di fare le crocchette di patate: pasto sfizioso e gradevole. Guardo in frigo: ho tutti gli ingredienti e quindi metto subito le patate a bollire. Ovviamente la ricetta che vi do’ e’ per un bel po’ di persone: io ho ridotto le dosi per noi due soli.

Un suo impalpabile, timido, “ Buoni questi panzarotti”, mi ha rallegrato; il dolore non e’ passato … Giorgio non e’ guarito ma un po’ d’attenzione e un sorriso hanno alleviato la tensione.

CROCCHETTE di PATATE

Lessare 1kg e mezzo di patate sbucciate, quindi schiacciarle e aggiungere: tre uova, tre mozzarelle, un hg di prosciutto cotto a dadini, tre cucchiai di formaggio e tre di pane grattato, sale. Amalgamare. Fare dei cilindretti e passarli in altro pane grattato. Friggerli in olio bollente

(Le crocchette non devono essere troppo attaccate l’un l’altra e le patate è meglio che siano rosse.)

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Scuola di cucina: razza con le noci

9 Febbraio 2016 , Scritto da Margherita Musella Con tag #margherita musella, #ricette

Scuola di cucina: razza con le noci

In questa tiepida giornata di febbraio, clima a cui non siamo abituati in questo mese pur vivendo ad Arbatax in Sardegna, si festeggia il Carnevale.

In vari paesi usciranno i carri, le mascherine, i cortei; Giorgio ed io, a casa nostra, organizziamo una festa fra amici. Pregustando il momento in cui potrò sedermi al mio tavolo quadrato, insieme alle altre coppie, per mangiare i vari piatti gustosi preparati dal mio sposo - un poeta in cucina - e parlare e ridere con le persone con le quali sono in armonia … e assaporando il momento in cui, dopo che tutto e’ finito, noi coppie già mature potremo far esplodere la nostra energia e vivacità ballando, dicevo, in attesa che tutto ciò avvenga, mi accingo a preparare la mia ricetta personale sempre molto gradita: “La Razza alle Noci”.

Pertanto, dopo aver bollito le razze ed aver eliminato la pellicina che le ricopre, vedo quanto pesano e, in base ai 700 grammi di polpa che adagio in una pirofila, preparo da parte una salsina.

In un recipiente metto 200 ml di olio di semi, sale e due spicchi d’aglio, un mazzetto di prezzemolo, poi, visto che ho alcune foglie di basilico, le aggiungo insieme a 7 noci sbucciate.

Dopo aver frullato tutto, ricopro il pesce con la salsina ottenuta e ci sbriciolo sopra, prima di metterla in frigo, ancora 5 noci .

Stasera sono certa che gradiranno tutto, compresa la mia razza, e sarà incantevole veder contente delle persone, perché, anche una cosa semplice come un’allegra cena fra amici, può aiutare a riscoprire il bello della nostra vita .

Margherita Musella

musellamargherita@tiscali.it

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Scuola di cucina: melanzane veloci

1 Maggio 2015 , Scritto da Margherita Musella Con tag #margherita musella, #ricette

Scuola di cucina: melanzane veloci

Mio fratello Sandro mi ha regalato tante melanzane e quando c’è l’abbondanza bisogna inventarsi più modi di usare quel dato prodotto. Ho pensato pertanto alle melanzane a funghetti, oppure le stesse trasformate in calzoncini, oppure fritte o arrosto, a panzarotti o a polpette e altre ancora.

Tuttavia non mi soddisfaceva, volevo qualcosa di originale ma anche veloce.

E allora ho deciso.

Appunto per questo oggi vi regalo una ricettina originale, ma prima voglio ricordarvi perché le melanzane sono consigliabili da avere nel nostro menù’.

Una piccola ricerca in internet rivela che:

"l'ortaggio è utilissimo per il riequilibrio della funzionalità epatica. Stimolando l'attività del fegato, la melanzana presenta anche proprietà ipocolesterolemizzanti.

La melanzana è ricca di potassio, mentre il contenuto di fosforo e calcio è piuttosto modesto, pertanto vanta discrete potenzialità rimineralizzanti.

Essendo fonte di fibre, l'ortaggio è ideale in caso di stipsi: alla melanzana sono, infatti, attribuite blande proprietà lassative. Inoltre, è consigliata nelle diete in caso di anemia, aterosclerosi, oliguria e gotta. Note anche le virtù depurative, diuretiche ed antinfiammatorie."

E ora ecco la rivisitazione delle melanzane alla parmigiana

MELANZANE GUSTO PARMIGIANA VELOCI ***

Friggere in una padella antiaderente una melanzana in 2 cucchiai d’olio, dopo averla tagliata a fettine di lungo e ognuna di esse a metà,a fuoco non alto.

Quando son cotte scolare l’olio (aiutandosi con un mestolo bucato e facendo attenzione a non far scivolare le melanzane nel lavandino), aggiungere poco passato di pomodoro sopra ognuna di essa, poi uno spicchio d’aglio a pezzettini, sale e basilico, più una fogliolina d’alloro. Riaccendere e cucinare a bassa fiamma con mezzo bicchiere d’acqua per 10 minuti. Quando l’acqua è evaporata, spolverare con formaggio grattugiato grana o pecorino, spegnere il fuoco e coprire la pietanza.

Aspettare qualche minuto prima di gustare le melanzane

Se avete piacere di provarci mi fara’ molto piacere sapere come ve la siete cavata e se poi vi sono piaciute!

Scrivete a musellamargherita@tiscali.it.

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Scuola di cucina: col cavolo!

24 Marzo 2015 , Scritto da Margherita Musella Con tag #margherita musella, #ricette

Scuola di cucina: col cavolo!

Sono nata a Ponza il 10 06 1958, nonna, scrittrice ed eterna insegnante/supplente, autrice di quattro libri di narrativa al femminile, amante del mare, della natura, della fotografia, delle camminate, della lettura e della scrittura.

Amante anche della cucina e qui mi presento in questa veste.

Oggi potrei iniziare da un'indicazione tratta dal mio ultimo libro che, oltre ad essere un romanzo al femminile, è anche un ricettario che comprende le nostre - mie e di mio marito - istruzioni per dei piatti semplici ma di sicuro effetto.Tuttavia decido di partire dal momento attuale (perché generalmente amo vivere l'attimo presente) in cui sui mercati troviamo molta verdura.

Quindi, se avete piacere, iniziamo una "scuola di cucina" confidenziale, alla maniera di Giada nel romanzo "Scuola di cucina... io e le altre!", con uno spirito cordiale e amichevole, con le ricette che saranno una scusa per, in qualche modo che non so ancora, aiutarci a superare gli ostacoli della quotidianità con leggerezza. Parleremo di ricette ma voleremo oltre!

L'ospite di onore di oggi non sarà uno scrittore (come quando organizzo eventi col caffè letterario reale o con quello virtuale) ma semplicemente una verdura: IL CAVOLO.

Invito ognuno di voi a cercare su google le proprietà benefiche del cavolo che qua riassumo come introduzione alla semplicissima prima ricetta che vi suggerirò.

dunque, ascoltate:

Il cavolo è una delle verdure più nutrienti e salutari del mondo. Dovrebbe essere considerato fondamentale per la nostra alimentazione, per via della ricchezza e varietà delle sue proprietà benefiche.

1) Antinfiammatorio Naturale
2) Più ricco di ferro della carne
3) Ricco di fibre
4) Ricco di acidi grassi (omega 3 e omega 6)
5) Ricco di calcio
6) Rinforza il sistema immunitario
E ora la prima ricetta per 4 persone:
Soffriggere un cavolo di grandezza media, precedentemente stufato, in aglio e olio, aggiungere 4 o 5 pomodorini e il sale.
Schiacciare e mescolare, allungare con acqua per la minestra. Quando bolle, buttare gli spaghettini spezzettati.
A cottura ultimata, spolverizzare di prezzemolo e formaggio grattugiato
Che ne pensate? Semplice, no? Anche i bambini gradiranno.

Aspetto le vostre considerazioni. Scrivetemi a musellamargherita@tiscali.it.

Ciao, Margherita.

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