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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

le recensioni pazze di walter fest

Roma che non abbozza

22 Dicembre 2022 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #le recensioni pazze di walter fest, #recensioni, #cinema, #teatro, #unasettimanamagica

 

 
 
 
 
 
Le feste di Natale sono tanto belle ma per me diventano un vero stress, finalmente ho finito il mio turno serale al centro commerciale. Cinquanta euro al giorno per vestirmi da babbo Natale e poi farmi fotografare da tutti i visitatori sono proprio soldi guadagnati con fatica e ora eccomi qua a bordo della mia 500 per ritornare a casa, spogliarmi del costume e poi cucinare due spaghetti al volo. 
Azz! La macchina  è rossa, io sono vestito di rosso e la spia della benzina è pure a rosso fisso, al primo benzinaio mi devo fermare, sarò pure babbo Natale ma mica posso fare miracoli. Infatti la 500 senza bumba non carbura, adesso borbotta, zoppica, sobbalza, cazzo si sta per fermare, sono rimasto a secco.
La mando a folle, che culo, mi trovo su Viale Regina Margherita, vedo un cancello aperto, per istinto mi ci ficco. Sono arrivato a vela, parcheggio dove capita, perbacco, non ho molte alternative, preferisco qua che in mezzo alla strada.
Ma dove mi trovo? Bella questa palazzina, chissà se adesso mi prestano una tanichetta per fare rifornimento. Entro e vado a chiedere, di fuori su una  targa vedo scritto “Anica”. Anica? Ma sarà la sede della celebre associazione? Vabbè, speriamo che dentro trovi qualcuno che mi dia una mano.
 
Il  malcapitato, cioè io, sale le scale, si guarda intorno ma non vede nessuno. 
 
- Ciao, babbo Natale.
 
- Ah! Meno male che c’è  qualcuno. Chiedo scusa, sono rimasto senza benzina e ho dovuto parcheggiare qua da voi, mica avreste da prestarmi una tanichetta, un recipiente qualsiasi per andare dal benzinaio, che dopo ve  la riporto?
 
- Boh? Forse sì, ma prima le farebbe piacere entrare?
 
Lui chi è? E' un tizio sulla cinquantina, cicciottello, in testa un cappello da cow boy e due baffetti da sparviero (omaggio a Gianfranco D'Angelo). Il sorriso è ammaliante e, con un gesto accomodante, fa entrare Babbo Natale in una sala vuota.
 
- Ma questa è una sala cinematografica?
 
- Sì, bella vero? La prego, sediamoci, sta per iniziare lo spettacolo.
 
Buio in sala, scorrono i primi titoli di testa, Roma che non abbozza scritto da Claudio Oldani per la regia di Paolo Battisti.
 
- Babbo Natale, possiamo darci  del tu? Adesso non mi fare troppe domande, vedrai che ti piacerà.
 
La storia, che adesso sta per essere proiettata, è ambientata a Roma nel 1867. Tutto si svolge su una piazzetta come tante altre, da una parte c’è una fontanella, davanti la facciata d'una casa, poi un portone, una finestra e un'osteria, fuori dalla quale due botti di vino, sedie e un tavolino.
A quel tempo c'era un fermento di cambiamento e i giovani, insieme ai  garibaldini, volevano ribellarsi al potere temporale. Il popolo, composto da gente semplice, onesta e dal cuore grande, ha scritto pagine di storia senza che nessuno le abbia mai fatto un monumento o un ricordo alla memoria.
Solo la gente dei rioni sapeva come erano veramente andate le cose. Uomini, donne, vecchi e ragazzini, passata la buriana, hanno, giorno dopo giorno, fatto Roma come la conosciamo adesso.
Mentre gli anni passavano e la storia cambiava, eccoci arrivati ai primi del ‘900. Il popolo è sempre lo stesso e pure la gente che comanda non sempre fa della giustizia regola di vita. Mica è bello, ma i Romani hanno fede e tirano avanti senza abbozzare, perfino nel momento più buio e assurdo della storia dell’umanità, nel 44 della seconda guerra.
E così l'osteria diventa un forno, il tranviere perde il lavoro per non aver aderito e fatto la tessera del partito, un figlio parte in guerra alla conquista della colonia africana perché con il padre non si comprende. Salvo che poi nel finale la verità - e il cuore della gente che non ha perso la speranza - decide che è arrivato il momento di finirla con la prepotenza.
La storia è piena di sangue versato e di impari lotta, ma il sacrificio non è stato vano, Roma ha retto botta e dobbiamo solo dire grazie a questa brava gente, veri eroi che dei più neanche sappiamo il nome.
 
- Allora, ti è  piaciuta?
 
- Ma quello che ho visto è stato uno spettacolo teatrale?
 
-Sì, oh! Che sbadato che sono, non mi sono neanche presentato. Sono Paolo Battisti e, mi raccomando, sta in campana. Se mi dici che sono parente di Lucio, mi incazzo.
 
- Ma che scherzi? Piacere mio mi, mi, mi chiamo Armando, per gli 'amici “Zagaja”. Ecco, lo  sapevo, adesso che mi son, che, che, che, che mi son emozionato, comincio a balbettare.
 
- Tranquillo, bevi un goccetto.
 
Paolo porge ad Armando una boccetta.
 
- Ammazza, bono, ma che robba è?
 
- Disinteressati, bevi, e vedrai che adesso ti passa tutto.
 
- Ma che sei un mago?
 
- No, sono il regista di Roma che non abbozza e questa boccetta è un ricetta di mia nonna. Allora, cosa dicevamo?
 
- Insomma, quello che ho visto l'avete fatto a teatro vero?
 
- Sì, nel mese di Giugno del 2022, è stato portato in scena qui a Roma al teatro Garbatella, scritto da Claudio. La regia è stata mia, hanno partecipato come attori più di venti persone, insomma, un lavorone. E adesso, grazie ad Augustarello, hai potuto assistere  a questa proiezione.
 
- A Paolè, ma lo sai che il testo era vera poesia? Oh! Secondo me i dialoghi avevano un certo non so che di veramente poetico. Accipicchia, ma chi l'ha scritto è stato proprio bravo! E poi lo sai che è stata proprio una bella idea? 
 
- Quale?
 
- Quella di narrare le vicende di  questi protagonisti di generazione in generazione. Ma lo sai che assomiglia  tanto a quello della mia famiglia?
 
- Certamente simile alla tua e a quella di tanti altri romani.
 
- Per esempio devi sapere che mio padre era del 1922 e poteva essere il fornaretto, mio nonno, che non ho mai conosciuto, non ricordo, forse era nato nel 1898 e magari faceva proprio il tranviere. E Vincenzo, il mio bisnonno, sono quasi sicuro che faceva il carrettiere. Immagina che quando tornava la sera a casa s'addormentava sul carretto con la pipa in bocca. E il cavallo, che di nome faceva Garibaldi, per fortuna conosceva la strada, trucche, trucche cavalluccio, e così il padre di mio nonno non perdeva mai la strada di casa. A Paolè, sai che tè dico? 
 
- Dimmi tutto.
 
- Che tu questa storia la devi continuare. Dammi retta, organizza un altro spettacolo teatrale che inizi con la fine della guerra, gli anni '50 con la ricostruzione, e poi prosegui con gli anni ‘60, il boom economico, per poi passare agli anni ‘70 - 80, quelli della contestazione e della violenza, poi gli anni ‘90 del consumismo e della finzione, poi il 2000 fino ai giorni nostri, che pertanto è storia recente. Trova una famiglia a caso, se non c’è  la puoi inventare, mica vuoi dirmi che ti manca la fantasia?
 
- Direi di no e poi?
 
- E poi la morale della favola è che, essendo ora la nostra una vita che va tutto alla rovescia, il messaggio che dovete dare è di ottimismo e di fiducia nel cuore della gente e nella testa. L'unico pensiero è di volerci bene, che la vita è bella ed è una sola, che il paradiso noi lo abbiamo già qua e che, pure dopo secoli di idiozia, verrà il momento di pacifica normalità, dove tutti lavoriamo, studiamo e ci divertiamo, che Roma della pace è capitale e questa nazione della cultura è il faro, che ne dici, si può fare?
 
- Ci devo pensare.
 
- A proposito di robba forte, con te credo che prima t’ho dato la boccetta sbagliata.
 
-E perché? 
 
-Mi sembri troppo gasato.
 
-A Paolè, devi avere fiducia in babbo Natale.
 
- Sarai pure gasato ma sei pure rimasto senza benzina!
 
- A proposito, ma ce l’hai una tanichetta? E voi, mica ci avreste cinque euro da prestarmi? 
 
Amici lettori di signoradeifiltri, buon Natale a tutti, e per tutti pace, serenità e felicità per l’anno che verrà, un 2023 migliore dei precedenti, un nuovo anno che ci ripaghi, che ci consoli, che ci regali tutto quello che abbiamo perso e il destino avverso ci ha negato.
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Michela Marchetti, "Le parole vestono l silenzi"

10 Maggio 2018 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #le recensioni pazze di walter fest, #le interviste pazze di walter fest


 

 

 

 

Amici lettori della signora senza filtri, bentornati al nostro appuntamento con l'arte, oggi saremo in diretta per voi in una trasferta stellare, nientepopodimenoche... dal pianeta Marte, beh, avete capito bene, non stupitevi, in questo momento mi trovo sul pianeta rosso in attesa che arrivi l'artista Michela Marchetti, in duplice veste di fotografa e autrice del libro Le parole vestono i silenzi. Vi state chiedendo come faccio ad essere qui nella galassia? Sono arrivato con il teletrasporto, che non è lo stesso di Star Trek, ma un semplice telecomando, sul quale basta pigiare il tastino predisposto e sarete teletrasportati ovunque, mi raccomando non fate confusione con i pulsantini perché, per errore, potreste ritrovarvi in qualche talk show nostrano. Potete tranquillizzarvi anche voi, in un prossimo futuro avrete queste opportunità, intendo dire che anche voi potrete catapultarvi nel pieno di un talk show, urlare arrabbiandovi, sfogando la vostra natura animalesca verso ospiti e conduttori. Io vi consiglio di lasciar perdere e magari di appassionarvi a tutto ciò che è culturale. Ma eccola, la vedo, sta arrivando, signore e signori del blog senza filtri, Michela Marchetti è qui per noi sul pianeta Marte.
 

- Ciao, Michela.
 

- Ciao, Walter.
 

- Non mi chiedere perché ti ho invitato sul pianeta rosso.
 

- Già, perché siamo qui?
 

- Ahahahah, siamo privilegiati sai in quanti vorrebbero essere qui?
 

- Ma intorno a noi non si vede nulla.
 

- Eppure stanno spendendo un sacco di soldi per le missioni spaziali.
 

- Eh, già, quando basterebbe un semplice telecomando usato... Michela, veniamo a noi, sei l'autrice di questo libro e la fotografia in copertina è opera tua; inizio a farti i complimenti per la foto in B/N, dove una affascinante ragazza, con in testa un copricapo calato sugli occhi, sta con l'indice puntato sul naso come a dire "Shhhh, silenzio facciamo parlare le parole stampate sulle pagine del libro". Un'immagine molto fashion, esaltata dal monocolore.
 

- Sì, ti confesso che per me è stata una grande soddisfazione pubblicare questo libro con la Arduino Sacco editore.
 

- Vuoi parlarci del tuo libro?
 

- Oh, sì certo, chiunque lo leggerà si troverà in viaggio in un mondo di emozioni fra storie narrate con naturalezza, senza fronzoli, senza sotterfugi, senza scorciatoie dialettiche. Volevo avere il piacere di prendere per mano il lettore e farlo sentire bambino insieme a me, il modo migliore per affrontare le vicende umane, fra prosa e poesia, proprio quella poesia, quel sentimento che manca sempre di più intorno a noi. I freddi silenzi alimentano malinconie e rimpianti, incomprensioni e conflitti, e tutti noi dovremmo lasciare libertà alla parola di esprimersi attraverso i nostri cuori, la rivincita della passione naturale sull'indifferenza. La vita è fatta per essere amata e ci ricambia con la poesia che ci circonda ogni giorno della nostra esistenza, venendo purtroppo da noi egoisticamente ignorata.
 

- Michela, complimenti: il tuo libro sicuramente scioglie le anime, i lettori non si annoieranno, avrai senz'altro successo.
 

- Ti ringrazio, vorrei tanto che chi legge le mie parole si emozionasse e aprisse una finestra di dialogo con me, ritengo molto importante il contatto umano, il guardarsi negli occhi, il parlare, il condividere esperienze e quotidianità, anche con la sola immaginazione poter sentire l'autore una persona della quale fidarsi.
 

- Intendi lettori come fossero amici.
 

- Sì, mi piace avere con il lettore un rapporto di amicizia, come il poter prendere insieme un caffè o un tè e parlare di storie.
 

- Sì, questa è una buona idea, ti andrebbe di continuare a parlare di fronte a un gelato marziano?
 

- Oh sìììì... ma qua mi sa che non troveremo neanche un bicchiere d'acqua.
 

- Beh, sì, forse fra un millennio... dai, torniamo sulla terra, sarà ma a me sto Marte non piace per niente.
 

- Walter, hai ragione, non si vede neanche l'ombra di un fiorellino.
 

-Dai, schiaccia il pulsantino.
 

Amici lettori, noi andiamo a prenderci un bel gelatone espresso, la prossima volta vedremo Marte in cartolina. Io e Michela Marchetti vi salutiamo e vi aspettiamo al prossimo artista, sempre qui sulla signora senza filtri, il blog che non vi lascia mai soli nell'universo.

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"Tramonto" di EMANUELE GABELLINI

28 Aprile 2018 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #pittura, #le recensioni pazze di walter fest

 

 

Bentornati amici del blog che illumina la vita, oggi saremo in compagnia dell'artista Emanuele Gabellini, un giovane grafico, un valido illustratore.

Ancora un esempio attraverso il quale Emanuele dimostra che con un disegno a mano libera si possa realizzare della buona arte, una buona arte che non ripaga il nostro amico artista poiché sta tentando in tutti i modi di vendere le sue opere senza purtroppo riuscirci, le ha provate tutte, ha tentato la telefono vendita imitando attori famosi, ha cercato di spacciarsi per cugino di quarto grado di Van Gogh, ha fallito anche come nipote acquisito del prozio del portiere di casa Mondrian, ha provato ad abbinare ad una sua opera della cioccolata scaduta ma buona, perfino mettendosi agli angoli delle strade, fingendosi cieco, tenendo in braccio da un lato le sue opere dall'altro un finto cane di peluche, ha rimediato pochi spiccioli e nulla più e così per sbarcare il lunario e dare un senso alla sua arte, adesso Emanuele lavora al mercato di via 17 giugno 2001, ove alla sua bancarella vende frutta già pelata, verdure scatolate in pasticca, prosciutti, salami e formaggi finti, stock assortiti di calzini bucati ottimi per la Primavera/Estate, quindi amici della signora senza filtri, oggi eccomi qua nel tentativo di aiutare a vendere le opere del nostro amico artista Emanuele Gabellini.

Per attirare l'attenzione dei visitatori del mercato ci siamo vestiti, io tutto di giallo, Emanuele tutto di rosso, e ora incrociamo le dita, apriremo un'asta estemporanea dove tenteremo di vendere le sue opere.

-Venghino, signori e signore, venghino da questa parte, oggi abbiamo robba bella e colorata, questa è arte originale di un grande artista, arte giusta per tutti i gusti a tutti i costi, avvicinatevi con fiducia, non vendiamo le solite padelle ma arte bella.

Vi presento l'artista Emanuele Gabellini e la prima opera che andrò a mostrarvi sarà Tramonto realizzata su carta con ecoline e pennino nel formato 18X24. Con quest'opera Emanuele ha scelto la via più difficile, ma sì, rappresentando un tramonto con i suoi colori rosso, giallo, arancio a sfumare nel nero della sera avrebbe fatto la cosa più normale e, ad effetto, avrebbe attirato maggiormente l'attenzione e invece lui no, lui è un vero artista e ha scelto l'idea più originale, un sole con i suoi raggi tiepidi sotto un cielo verde ma di un verde nettamente verde, e in primo piano la collina con le case abbarbicate fra stretti vicoli, sopra la collina tre grandi alberi spogli.

Il tramonto autunnale su un enorme prato: tutto è di colore beige, avana, fra chiaro, scuro; questa è poesia, non è facile ruffianeria fatta ad arte ma sentimento espresso con talento, e il verde luce del cielo ti illumina la mente...

La gente intorno è rimasta estasiata dal racconto ma, nonostante tutto, si allontana dal banco, accipicchia ma sembra che l'arte sia passata di moda, tutti preferiscono oggettistica virtuale e di facciata, tutta finta esteriorità usa e getta, perbacco, siamo demoralizzati ma succede l'imponderabile, tutti vanno via meno che uno, un tizio indistinto che rimane a guardare le opere di Emanuele Gabellini. A un certo punto ci fa dei gesti eloquenti, come a voler vedere più da vicino le opere, è una figura che mi sembra di conoscere ma non ricordo dove abbia già visto questo personaggio, insomma, sta di fatto che mostra interesse per acquistare tutte le opere, noi logicamente gliele porgiamo, il tizio non chiede sconti, non la tira per le lunghe, ci porge un sacchetto, agguanta le opere del Gabellini e va via. Noi logicamente prendiamo al volo il malloppo, non è mica il caso di fare gli schizzinosi.

Vedete? Bisogna essere ottimisti, c'è ancora qualcuno che apprezza le arti, la cultura, quel qualcosa che arricchisce le menti e colora la vita. Chissà chi sarà stato il misterioso mecenate?

- Eta Beta!.. Ecco dove lo avevo visto!... Era Eta Beta!

- Hai ragione, proprio lui, abbiamo venduto le opere ad un fumetto!

- Ho il terribile sospetto di sapere con che cosa ci avrà pagato!

Svuotammo il sacchetto e trovammo un mucchio di palline di naftalina.

- Naftalina?... Palline di naftalina!!!

E vabbé, sempre meglio di un assegno cabriolet e poi, dai, vediamo il lato positivo della storia, magari regalerà le tue opere a Topolino! Emanuele hai altre opere da vendere?

- Sì

- Dai riproviamo domani, magari saremo più fortunati.

Signore e signori della signora senza filtri, il blog per menti aperte, dal mercato di Via 17 Giugno 2001 è tutto, io e Emanuele Gabellini vi salutiamo, vi ringraziamo e vi aspettiamo al prossimo artista... A qualcuno serve della naftalina?

 

Emanuele Gabellini nasce nel 1972 a Roma, dove vive e lavora.

Ha frequentato il prestigioso ma disastrato Istituto d’Arte “Silvio D’Amico” ,conseguendo il diploma di Maestro d’Arte e successivamente di Grafico Pubblicitario.

Ex bassista dei Santarita Sakkascia, artista poliedrico, espone le sue opere di pittura, collage, foto e video in tutta Italia dal 1997. È stato l’ideatore dell’inno musicale del “Partito del Tubo”, del web-magazine Fantasma e de Il Giornale del Giorno Dopo

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