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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

erotismo

I vantaggi del pomiciare

25 Maggio 2014 , Scritto da Mari Nerocumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo

I vantaggi del pomiciare

Qualche settimana fa, mentre arrancavo sul salitone che mi porta (?) a casa, zavorrata di buste della spesa, con la sola consolazione, o meglio la speranza, di riuscire a buttare giù qualche etto e soprattutto il pungolante senso di colpa per le calorie del gelato mangiato poco prima, ho visto due adolescenti appoggiati a un muretto che pomiciavano di santa ragione.

Con la scusa delle buste pesanti, mi sono fermata ad osservarli (beata gioventù…), ipnotizzata dalla percezione quasi visiva del flusso di ossitocina che inondava i loro cervelli e dalla sensazione quasi tattile (ho detto quasi, eh!) del calore pulsante e dilagante nelle adolescenziali parti basse.

Non ho potuto fare a meno di abbandonarmi al ricordo sensibile del piacevole solletico che provoca la lingua quando accarezza le labbra (pare siano cento volte più sensibili della punta delle dita) e alle insospettabili potenzialità dello scambio di saliva da cui sembra scaturisca lo stesso desiderio sessuale.

Pensandoci bene, il famoso bacio alla francese (che poi in realtà sarebbe “alla fiorentina”, ma questa è un’altra storia…) è per molti un’espressione così intima di reciproco sentimento da non sfigurare rispetto allo stesso atto d’amore. Si tratta, in fin dei conti, della profonda penetrazione di una parte intima altrui, pertanto di una meritoria attività niente affatto da sottovalutare (…) e soprattutto da non dismettere assolutamente, nemmeno dopo svariati anni di vita di coppia.

A questo punto il ragazzo ha aperto gli occhi e mi ha saettato un’occhiataccia che più o meno voleva dire: “‘fanculo tardona guardona! ”.

Ingobbita per la vergogna, ho repentinamente ripreso la marcia del mulo fino al portone di casa. E, certamente per scacciare la sensazione di cocente imbarazzo, mi sono ripassata mentalmente un po’ di statistiche che avevo letto qualche tempo prima.

Dunque, secondo uno studio (e dalli con questi studi!) il 18% delle coppie sposate o comunque delle coppie di lungo corso passa a volte anche una settimana senza baciarsi, mentre il 40%, nella stessa unità di tempo, si bacia soltanto per 5 secondi o ancora meno.

In pratica, è piuttosto comune che dopo un po’ la passione non sia più quella dei primi tempi per cui, se notate che ultimamente voi e il vostro lui non vi baciate quasi più, o lo fate superficialmente e più per abitudine che per reale desiderio, non entrate nel panico e soprattutto non meditate decisioni drastiche perché, secondo l’università di Oxford (quelli che hanno fatto questo studio), è tutto normale.

Comunque, ammesso pure che sia tutto normale, io per parte mia, sbarcando dall’ascensore, mi sono ripromessa di effettuare sessioni di pomiciamento continuato per almeno tre minuti, almeno un paio di volte a settimana. La sera stessa mio marito ha appreso di dover aggiornare la sua agenda…

Naturalmente la mia determinazione era supportata da solide basi teoriche avendo appreso per tempo da studi documentati (??!!) che baciandosi:

1)si abbassano i sintomi delle allergie stagionali (anche se qui ci vuole più impegno, almeno mezz’ora al giorno)

2)si fa bene ai denti, (lo scambio di saliva riduce anche la placca oltre a riscaldare le parti basse)

3)si combatte l’invecchiamento facciale (sembra che esercitando i muscoli facciali si possa sortire un effetto ringiovanimento di almeno 15 anni)

4)si facilita la guarigione delle ferite (?)

5)si rafforza il sistema immunitario

6)si bruciano dalle due alle sei calorie al minuto, in base alla durata dell’esercizio… senza nemmeno caricarsi di buste della spesa!

Dopo qualche settimana di sperimentazione posso dire di non poter documentare nessuno dei prodigi sopra descritti. I risultati empirici di cui posso dar conto sono invece i seguenti:

1)solletico alle labbra e scambio di saliva non godono di una fama usurpata e di ciò può rendere fedele testimonianza la mia lavatrice (vedi post “Ma sti uomini …cosa vogliono?”) costretta a un superlavoro di centrifuga con alimentazione “a energia cinetica”…

2)riscontro di un crollo verticale del fabbisogno di pippe mentali (per noi donne) e fisiche (per voi uomini), quindi addio stress ed effettivo innalzamento qualitativo della vita sessuale di coppia.

Bacini, bacini.

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Routine a letto

20 Maggio 2014 , Scritto da Mari Nerocumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo

Routine a letto

In questa settimana, care amiche, ho riflettuto molto sui rapporti di coppia…

Bella novità, direte, praticamente, a giudicare da ciò che scrivi in questo blog, sembra che tu non riesca a fare altro!

Be’, io intanto mi ci impegno, e senza nessuno che mi dia una mano o si scomodi a rispondermi…

(So comunque che più o meno di nascosto mi leggete in tante e per questo vi perdono )

Dunque, dicevo, i rapporti di coppia.

Quale che sia il tipo di legame: convivenza, matrimonio, coppia di fatto, coppia etero, coppia gay, coppia lesbo, coppia scambista, ecc. pare proprio che a un certo punto tutte queste declinazioni dell’amore di coppia si lascino contagiare dal più mortifero dei virus: la routine.

Perché nei romanzi che leggiamo questa piaga non si palesa mai? Perché le protagoniste di cui avidamente seguiamo le vite, non si stancano mai seriamente di quello che fanno tutti i giorni…come se (e non tanto “come se”) tutti i giorni accadesse loro qualcosa di nuovo, che puntualmente sta lì apposta a sorprenderle e a evitare loro di stare a riflettere, come invece capita sempre a noi, sul deprimente tedio di un’altra giornata che è passata senza lasciare traccia nella nostra anima e vitali sconvolgimenti dei nostri sensi…?

Certo anche le nostre eroine dicono talvolta di annoiarsi, però, cavolo, sulla noia loro ci si scrivono i romanzi, la mia, tanto per fare un esempio, non interessa a nessuno e soprattutto a casa mia!

Ok, basta polemiche, sulla noia mi sono un po’ infervorata, facciamo un passo indietro e torniamo alla routine. Il problema maggiore, secondo me, è che noi, la routine, non la sappiamo riconoscere. Non per tempo, almeno. Ci lasciamo “routinare” senza rendercene conto… Certo, la bastarda è un po’ subdola, gioca a fare cumulo, ma siamo anche noi che, per quieto vivere, la lasciamo entrare pervasivamente nelle nostre esistenze, salvo poi addossarle la colpa di tutti i nostri guai quando ormai il danno è fatto e il virus è ormai indistinguibile dall’organismo che ha infettato!!!

Ecco, avete presente, quelle notti afose e umidicce in cui per giunta una zanzara fastidiosa e temeraria ti ronza praticamente dentro un orecchio? Tutte noi sappiamo che faremmo meglio ad alzarci, accendere la luce, fare fuori la stronza succhiasangue e poi tornare a dormire, finalmente sicure e pacificate, ma per qualche motivo preferiamo nascondere la testa sotto il lenzuolo, nonostante il caldo, sperando assurdamente che il problema si risolva da sé.

Legenda della metafora: la notte è il rapporto di coppia (che ha già i suoi casini, ma anche i suoi lati positivi), la zanzara è la routine, noi siamo noi.

Be’, care amiche, è arrivato il momento di tirare la testa fuori dalle lenzuola e ristabilire la sacra dignità del talamo nuziale!

Si perché è proprio lì che colpisce di più la zanzara…a letto!

Farlo sempre allo stesso modo… nella stessa posizione… ma anche la volgare banalità de “lo famo strano” …

E allora che fare?

Come sempre, non esiste un manuale di istruzioni su: “come fare ad abbattere la routine nella coppia”, i vademecum nella vita non funzionano mai ….

Ma tocca assolutamente munirsi di apposito schiacciamosche… e io forse uno l’ho pure trovato… si chiama: ATTENZIONE AI DETTAGLI.

Certo non è il massimo dell’originalità, io stessa, a furia di sentirla ‘sta frase, ormai non riesco nemmeno più a capire dove stanno ‘sti dettagli, però conosco quelli che fanno la differenza nella vita delle nostre beniamine

…come la nostra Bridget Jones, la single più pasticciona della chick lit, drogata di sigarette e chili in eccesso, all’eterna ricerca di una relazione stabile…

…come la nostra Lottie di “Fermate gli sposi” che, dopo tante storie sbagliate, è finalmente arrivata al fatidico sì invertendo le sue priorità: prima l’amore, poi il matrimonio e infine il sesso…

…o come la nostra amatissima Ana, che da fragile preda degli eventi diventa padrona di se stessa e dei sentimenti di Christian…

Dunque, per me il segreto per evitare la routine sta nell’individuare e valorizzare i dettagli della propria vita, amorosa in questo caso.

In fondo, non è proprio questo che ci affascina nelle vite delle nostre eroine di carta?

I piccoli gesti, gli impercettibili, inconsapevoli movimenti, le azioni più leggere, i pensieri più evanescenti… perché non farlo con noi stesse e “romanzare” la realtà che ci circonda?

Guardiamo alla nostra vita come se fosse quella di una delle nostre eroine preferite della chick lit (o del genere erotico se preferite)…e proviamo a scrivere la nostra storia d’amore…dove ognuna di noi può diventare la protagonista assoluta e perché no…romanzare la realtà a tal punto da non aver più il bisogno di sognarla… la viviamo già.

Allora, mi guardo da fuori e “mi” scrivo:

“Sotto le lenzuola le mancava il respiro e gocce di sudore le scendevano dalla fronte e dall’incavo dei seni…

Il calore le saliva dal basso e le inondava i capelli ormai bagnati, una mano si impegnò prima a raccoglierli e poi a tirarglieli bruscamente…

Un piacere forte la pervase, desiderava che si ripetessero, il gesto e il piacere, ma non osava chiedere, le sue labbra erano tenute strette, in silenzio, per non fare rumore, secche, per la mancanza di saliva, avide, di qualcosa che le inumidisse…

Un’altra bocca la esaudì, voracemente, mentre dal basso il desiderio prorompeva a ondate, ad un ritmo sempre più prepotente; il suo corpo sudato si muoveva, attaccato all’altro steso su di lei….

Sollevò appena il capo per ammirare la danza dei due corpi fatti uno, poi la abbandonò nuovamente indietro, sul cuscino. La musica incalzava, la danza si faceva più serrata, protesa. Infine inarcò la schiena e per un attimo avvertì l’effluvio di sensazioni di estranea provenienza riempirla fino al fondo della sua anima… ora sì… poteva ritornare a respirare.”

(da “De profundis per una zanzara” )

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Nynphomaniac previsione

14 Maggio 2014 , Scritto da Mari Nericumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo, #cinema

Nynphomaniac previsione

Allora, care amiche, cari amici, io e il mio uomo abbiamo deciso di andare a vedere Nynphomaniac vol. 1, la prima parte dell’ultima fatica cinematografica di Lars Von Trier.

Il piano è quello di sottrarci per un pomeriggio alle assedianti incombenze genitoriali e spararci questo filmone (nel senso della durata) che arriva in Italia col crisma dell’opera porno-filosofica (?!). Ovviamente l’attuazione del nostro progetto sta richiedendo una dose di pianificazione, coraggio e spregiudicatezza che manco Clint Eastwood in “Fuga da Alcatraz”… (sembra che non sia MAI il momento giusto per prendersi una pausa dai figli!)

Quindi, aspettando di uscire a riveder le stelle, mi sono sbirciata un po’ di critiche e recensioni varie pubblicate in rete sulla pollastrella (?) più controversa del momento. Qualcuno potrebbe obiettare che la Joe del filmazzo in questione abbia poco a che spartire con le pollastrelle dei nostri libri preferiti, e invece no, o almeno così credo io.

Fatta la tara del salto di linguaggio (tra letteratura e cinema), del modo di raccontare la storia, nel senso della sensibilità e della tecnica dell’autore, quelli che rimangono sono sempre gli stessi interrogativi sulla femminilità, sull’amore, sulla vita e bla bla bla… Per questo ho deciso di parlare del film ancor prima di averlo visto.

La narrazione procede all’indietro: la protagonista, Joe, dopo una vita impegnata a sperimentare ogni sorta di trasgressioni sessuali, si trova a raccontarle, seduta su un divano a mo’ di seduta psicoterapica, ad un uomo dai buoni sentimenti, un po’ in là con gli anni, e “verginello” di corpo e di spirito, che l’ha trovata sanguinante in un vicolo e l’ha portata a casa sua per meglio soccorrerla.

Dalle immagini viste in anteprima e dalla pubblicità un po’ denigratoria sentita in giro parrebbe quasi che il film debba attirare in sala torme di pervertiti con la fantozziana lingua di fuori e le mani impegnate a ravanare … altro che i pop corn!

La mia impressione “prefilm” invece è del tutto diversa.

Premetto che solitamente alla visione di immagini hot, la mia parte maschile esce prepotentemente per “darsi da fare” con quella femminile, per cui si può dire che io risulti parecchio “impressionabile” da questo punto di vista, ma quello che desidero fare oggi è suggerirvi che la Joe di Lars Von Trier non sia poi troppo diversa dalle nostre beniamine…

Non so se riuscirò a convincervi, perché quella “impressionabile” sono io, ma almeno ci provo.

In effetti l’idea che mi sono fatta (ovviamente a ragione e film non veduti) è che le immagini di questo film, per quanto sopra le righe, finiscano per raccontarci un’altra delle storie a cui siamo tanto affezionate…

Be’, forse sto azzardando una connessione un po’ acrobatica, ma credo che la distanza tra questi, che appaiono come due universi narrativi davvero inconciliabili, sia esagerata dal linguaggio cinematografico, potente e spaventoso.

Mentre, quando leggiamo, si crea più facilmente una naturale familiarità con le immagini che creiamo noi nella nostra testa… no?

In realtà, a me la cara Joe sembra proprio una pollastra da manuale, anzichenò.

Intanto la tipa non si è fatta mancare una madre gelida e anaffettiva che durante la sua infanzia non l’ha mai degnata di attenzione alcuna per cui, seguendo lo sbarellato istinto di sopravvivenza tipico dell’età adolescenziale, si ritrova a compensare col sesso compulsivo il senso di inadeguatezza che accusa nei confronti del suo stesso essere al mondo. (Melissa P.?)

Parafrasando gli Elio e le storie tese, potremmo dire che la tipa si cura col pene che le toglie le pene, o, più seriosamente, potremmo fare riferimento a una sorta di affidamento carnale che compensa la mancanza di quello affettivo.

Insomma, si inocula (ha ha!!!) massicce dosi di piacere sessuale per lenire il dolore celato, inconfessato dell’anima… (quanto bene le avrebbe fatto “una botta” a Bridget Jones, fin dall’inizio!)

Esiste uno studio (esiste seeempre uno studio) sul fatto che nelle donne, durante l’orgasmo, si attiva la parte del cervello che controlla la predisposizione alla lotta o alla fuga.

Non può essere che in Joe la ricerca dell’orgasmo corrisponda direttamente alla sua lotta contro le insicurezze e alla sua perenne fuga da dolorose, indicibili verità su se stessa?

Ok, basta. Penso sia il caso di andarlo a vedere quanto prima ‘sto film perché sto cominciando a sproloquiare.

Io, durante l’orgasmo, lotto solo con mio marito, nel senso che lo prendo a pugni e lui incassa, poi fuggo in bagno: un’incipriata al naso e poi a nanna…

…Finché i figli dormono ancora.

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Sixtynine (69) in Amsterdam part II

9 Maggio 2014 , Scritto da Mari Nerocumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo

Sixtynine (69) in Amsterdam part II

Avete presente quando ci viene voglia di tornare indietro nel tempo… diciamo di almeno una decina d’anni,

così tanto per …

…per pensarsi ancora libere…

libere da palle al piede varie che ci impediscono di prendere il volo quando vogliamo

libere di pensare solo a cosa mettersi addosso per uscire e se abbiamo abbinato bene lo smalto al vestito

libere di esibire tette e culo a destra e a manca, in abiti ammiccanti, promettendo di darla in un solo sguardo, con un bicchiere di pampero in mano e le gambe accavallate solo per fare il giochetto alla Basic Instinct…

Avete presente, no?

Ecco, io finalmente ce l’ho fatta: sto per tornare indietro nel tempo! E ancora non ci credo.

Sono riuscita ad organizzarmi, ho un piano a prova d’imprevisti; stavolta è sicuro: non gli do una sòla, gliela do e basta.

Da quanto aspettavo questo momento, non l‘avrei mai detto di me stessa…mi sento come Cenerentola che si prepara per il ballo…. In fondo è stata lei la prima pollastra della chick lit che tanto amiamo ad essere raccontata …

Ma torniamo a noi, ecco la mia chick list già tutta spuntata:

- prole assicurata per la serata a mia cognata ad orario indefinito (oh e che esistono a fare sennò le zie), e ho risparmiato pure i soldi della babysitter

- lui fuori per impegni improrogabili, evvai!!!

- motel (motel?!?) prenotato

- appuntamento con Lui confermato (no, non è che sto per andare in estasi mistica, spero “estasi” e basta)

Però un anticipo di paradiso, quello stasera me lo prendo!!!

Ebbene si, signore mie, sto tramando l’incontro passionale del decennio, sono complice di una fuga che mi sconvolgerà i sensi e risolleverà le sorti del mio matrimonio. Sì avete capito bene, faccio tutto questo esclusivamente per il mio matrimonio…

I rapporti di coppia sono come i mobili di casa, ogni tanto vanno ammodernati e poi grandi studi di psicologia lo confermano, i tradimenti possono dare una forte scossa ai rapporti d’amore datati, insomma il celeberrimo (e vagamente paraculo) “tradimento terapeutico” …

Ecco, io ho deciso, voglio farmi dare una forte scossa.. e basta! Senza dire niente a nessuno, voglio unire l’utile (mio) al dilettevole (sempre mio) con un figo (a suo tempo) che ho ritrovato per caso su Facebook.

Quanto ricordi con Lui… sono improvvisamente tornata in uno stato che la mia mente e il mio corpo avevano quasi rimosso, tremori alle gambe, scivoloni nello stomaco, vampate improvvise (e non è la menopausa, sono ancora giovane per quella !?!) e la famosa “voglia di qualcosa di buono, ma veramente buono” della contessa.

Il nostro è stato inizialmente un fuoco nascosto sotto la cenere, ai tempi dell’università, poi, non so come, durante un viaggio organizzato con amici, ci ritrovammo una notte a fare “Sixtynine (69) in Amsterdam” io, Lui e mariagiovanna …

E oggi in un battibaleno mi sembra che la cenere si sia dissolta e il fuoco di un tempo abbia ripreso a scaldare i nostri corpi…

Certo, oggi ha qualche chiletto in più, la barba che lo invecchia un po’e moglie e due figli a carico…

Certo, un motel appena fuori la città non è il massimo della chiccheria, però già mi vedo a seno nudo sotto le lenzuola di seta (be’, magari è un motel a sette stelle…) a fumare la mia maria con Lui, ancora avvinghiato alle mie gambe, incapace di staccarsi dal mio corpo…dopo il “Sixtynine” – part II.

(solo per precisare, se era per me, un ordine alla Fata Madrina per fornitura jet privato e camera al Ritz di Parigi, l’avrei fatto, ma, insomma, capisco che oggi c’è la crisi e, come si dice, chi si accontenta GODE e, in fin dei conti, lo scopo quello è…)

Certo, avrebbe potuto prenotare lui, ma mi ha detto che aveva paura di lasciare tracce in giro e io – Ah sì certo, capisco – (capisco?!)

Certo, avrebbe potuto darmi conferma dell’appuntamento con un sms un po’ più passionale al posto di un misero “OK”.

Tutti ‘sti “certo” hanno un non so che di conosciuto…anzi familiare direi… non trovate?

Ma la fuga ha poteri incredibili, penso, mentre entro nel parcheggio del motel (basta “motel” non lo dico più, mi sta cambiando il genere letterario…)

Tutto ha un sapore diverso… (deve averlo) ecco la sua macchina è lì e io parcheggio a fianco (vicini vicini…)

Mi arriva un altro sms – lo stallone scalpita – penso

- Chiedi del sig. Topolino alla reception… -

Topolino?????? all’anima dello stallone, mo’ mi fa fare pure una figura di merda… Il receptionist che, se avessi chiesto di un tale sig. Rossi, poteva tranquillamente ignorarmi mi fa una faccia da imbecille che dice: “dilettanti”. Si, bello mio, puoi giurarci che ci diletteremo parecchio…

Quando arrivo alla porta e al posto del Do Not Disturb trovo “Accettasi solo Topolona affascinante”.

Un po’ vacillo, ma non si torna indietro da “indietro nel tempo”!

Busso, mi apre subito, ma col piglio di uno che viene da lontano, con calma.

Lo sguardo, il sorriso sono quelli di dieci anni fa.

“Cielo, che figo… mio marito!

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La zozzetta che è in noi

4 Maggio 2014 , Scritto da Mari Nerocumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo

La zozzetta che è in noi

Una sera, dato che Whatsapp non funzionava (tutta colpa di Zuckerberg, secondo me), mi sono data al tweet compulsivo, specie sulle battute finali del festival di San Remo.

Nell’altra stanza c’era mio marito, perso nel pc come non lo vedevo da moooolto tempo….

- Bah… – mi sono detta – starà dietro a una delle sue solite ricerche antropo-sociologiche…. -

Di solito le sue “ricerche antropo-sociologiche” si riducono a stare su Youtube ad ascoltare presunti rapper, sconosciuti ai più, che vomitano testi improponibili o sedicenti cartomanti che, oltre alle carte, non sanno mettere assieme due parole per farsi capire…tutto per farsi due risate, grasse e snobbine, dall’alto delle sue tre lauree…

Ieri sera invece il bastardone faceva una ricerca di tutt’altra natura… (appurato con lavoro di intelligence informatica dopo che il fedifrago digitale è andato a letto…)

Allora che sia chiara una cosetta!!!

Uomini che fate la stessa cosa che ha fatto mio marito ieri sera…, tanto per mettervi al corrente, noi donne non siamo poi così cretine…pollastre sì, ma cretine no.

Quando, voi uomini, chiudete una pagina internet dai contenuti discutibili, se aveste un minimo di furbizia in più, andreste almeno a cancellare le pagine incriminate dalla cronologia dei siti visitati…

Ma noooo dite… tanto chi se ne accorge… la cosa meglio nascosta è quella lasciata in bella vista e bla bla bla…

- Tsk Tsk! – come direbbe Pippo e poi – Sgrunt! – come direbbe Paperino!

Una volta nascondevate il giornaletto “Le ore” sotto il materasso, oggi guardate siti porno e manco vi scomodate a non farvi beccare!

Si, avete capito bene signore, ho pescato, seppure in differita, quel porco di mio marito a guardare una zozzetta che si toglieva le mutande e se le infilava nel suo stesso orifizio… (quello generatore per intenderci), un’artista, a suo modo…

E ho pensato – … ma che c’avrà più di me sta zozzetta? -

- Quel pezzo di merda… una mancanza di rispetto così… devo fargliela pagare a quel bastardo… Ma sarò più brava di lui, non gli dirò che l’ho scoperto, sarò molto più subdola…glielo farò scoprire pian piano, la vendetta è un piatto che va servito freddo – ho pensato a caldo…

Nel frangente che la rabbia montava, ho visto quello che la zozzetta faceva all’attore maschile nel filmato e oltre a provare un certo languorino o meglio “voglia di qualcosa di buono” (tipo la contessa dei Ferrero rocher che poi, pure lei, mica ce l’aveva allo stomaco il languorino…), ho avuto un flash illuminante…

Perché chiamiamo i nostri uomini porci se guardano ‘ste cose?

Perché ce la prendiamo così tanto con loro?

Perché ci sembra un’offesa da lavare col sangue de ‘sti poracci?

Perché guardano con lussuria (ossia sbavando) altre donne e ne immaginano di goderne le lubriche attenzioni… mi direte voi

Ma noi non facciamo lo stesso lasciandoci avvincere dal bondage di Christian e Ana? Non vorremmo essere noi a firmare il contratto che Ana firma perché Christian ci faccia tutte quelle belle cosette, da emerite sottomesse che vorremmo essere?

Ma allora …non è la stessa cosa? Perché usare due pesi e due misure? Perché accusarli di porchitudine quando ne siamo affette noi per prime?

E se nelle previsioni più rosee, i nostri uomini desiderassero che fossimo proprio noi a fargli quelle cosette lì…?

Ebbene signore dopo questa accurata riflessione il video me lo sono guardato attentamente anch’io ... certo mettere in pratica quelle cosette andrebbe oltre i tempi consentiti per le nostre prestazioni usuali…però a turno una cosetta alla volta si può fare…

E per ottemperare in pieno la par condicio io e mio marito abbiamo lanciato la monetina … la sorte ha voluto che iniziasse lui…pazienza…mi sottometterò (ops) con sacrificio alla sua volontà…

Per i più curiosi… lui preferisce la cera bollente ma a smorzare la candela ci ho pensato io…

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Ma sti uomini... cosa vogliono?

2 Maggio 2014 , Scritto da Mari Nerocumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo

Ma sti uomini... cosa vogliono?

Non dovrei caricare la lavatrice di sera. Mi vengono in mente pensieri strani. Ma il potere di dominare il tempo non è concesso all’uomo. Tantomeno alla donna. Ancora meno (quasi per niente) a una donna bimadre, lavoratrice e per sua natura incline a incasinarsi con disinvolta facilità.

Perciò ieri sera, addormentata la prole, sto attendendo alla selezione dei colori quando mi perviene il richiamo del marito già allettato (sotto le pezze) e probabilmente allettato (da sue intriganti prospettive…)

”Aspettami, arrivo tra poco” faccio io. Immediatamente mi immagino pronunciare queste parole un po’ come una dichiarazione di guerra, una sfida lanciata con l’occhio languido, appoggiata all’uscio della camera da letto (come se al posto del pigiamone di pile infilato nei calzettoni di Hello Kitty indossassi un completino di pizzo e trasparenze appena scartato dalla confezione). Poi penso che di solito anche la sfida languida comporta una mezz’oretta di attesa che nelle ipotesi più probabili prevede che lui si è già addormentato e che io (ma non credo di essere la sola) di conseguenza, dispiaciuta ma non troppo, continuo imperterrita con le faccende domestiche…(tutto questo alle undici di sera naturalmente).

Comunque devo essere in vena di fantasticherie perché mi vengono pensieri tipo “…Quante cose si possono fare sulla lavatrice? Qual è la posizione che si sposa meglio col ritmo della centrifuga finale?”

A tal proposito mi ricordo di una scena raccontatami da una mia amica, una tipa alquanto ruspante, che vedeva lei e il suo fidanzato del momento intenti a soddisfare il proprio piacere nel bagno, sulla lavatrice in moto:

- Allora io stavo davanti, abbracciata alla lavatrice ed ero tutta un fuoco quando lui, da dietro, mi raccontava all’orecchio quello che mi voleva fare e il solo fatto che potessi arrivare alla gioia (?!?)…sbattuta come i panni della lavatrice mi faceva impazzire.

- Ahahaahaa la gioia (ho appreso dopo che è un termine che usa un noto psicoterapeuta che scrive di sesso su un settimanale) …sbattuta come i panni della lavatrice – avevo ripetuto io senza rendermi conto che mi guardava sbigottita perché la prendevo in giro.

- Sì – aveva ripreso - non hai idea della gioia (!!!) che si raggiunge…solo che a un certo punto, coso…come si chiamava… Gianni … forse… vabbè, siccome che era un tipo preciso e voleva sempre tutte le cose fatte per bene…e mentre io ero abbracciata alla lavatrice…

- Aspettando la gioia… – incalzavo io (perché “gioia” scusate ma nun se po sentì!!!).

- …mentre ero abbracciata alla lavatrice e cercavo de vede’ come funzionava la cosa…me so accorta che lui guardava verso il gabinetto…che stava dopo il bidè che stava dopo la lavatrice.

Allora io me impegnavo de più, quasi quasi me sbattevo più io della lavatrice ma lui continuava a guarda’ il gabinetto. Allora me alzai un pochetto senza perde l’impegno e vedevo che col piede cercava de mette a posto il tappetino del cesso. Allora io furba per evità de perde la gioia me so data uno slancio forte che col piede l’ho messo a posto io il tappetino e così poi è finita bene!!! -

Sorriso a trentadue denti finale.

Sì, avete capito bene. Prima le aveva riempito la testa di immagini eccitantissime e poi voleva mettere a posto il tappetino del cesso mentre lo facevano sulla lavatrice…beh a questo punto la domanda sorge spontanea diceva Lubrano:

…ma sti uomini cosa vogliono?

Pure i polli (noi pollastrelle non sempre…) hanno capito che la loro testa è popolata da immagini…immagini hard …immagini hot che prevedono posizioni di fianco, sotto, sopra, di dietro, ecc., hanno i colori vivi in testa loro…

Ma come si spiega allora il tappetino?

La risposta è che non lo so; fatto sta che gli uomini riescono a tenersi in testa tutte queste cose insieme. A noi donne tocca come al solito faticare di più. Quindi attenzione e impegno nel separare certe cose come facciamo coi colori dei panni in lavatrice e ricordiamoci che le

DONNE (quelle col completino di cui sopra), tessuto di qualità superiore, mai e poi mai vanno mescolate con i seguenti capi:

a)moglie – crocerossina che gli fa anche da madre (… Edipo proprio no eh!)

b)moglie in tutte altre faccende affaccendata…specie quelle di casa (a meno che non usi gli elettrodomestici per gli scopi di cui sopra)

c)mamma chioccia che a letto parla di vaccinazioni e di aerosol

Sennò finisce che i maschietti si fanno il bucato a mano…!!!

P.S. per i più curiosi: no, ieri sera poi non si è addormentato.

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Le italiane lo fanno? Meglio...?

30 Aprile 2014 , Scritto da Mari Nerocumi Con tag #mari nerocumi, #erotismo

Le italiane lo fanno? Meglio...?

Questo blog nasce dall’interesse della sottoscritta per un certo tipo di letteratura che molte di voi conosceranno: la chick lit, ovvero la “letteratura delle pollastrelle” in compagnia del genere erotic. Per intenderci, 50 sfumature di…, mi piace lo shopping e compagnia chiocciante…

Un paio d’anni fa o forse tre, passeggiando in spiaggia con un’amica, notai la presenza delle “sfumature” sotto numerosi ombrelloni; all’epoca non vivevo nel culto del best selling (neanche adesso per la verità) e chiesi alla mia amica: “Ma che so’ queste sfumature?” e lei, ammiccante: “Ma come non lo sai? Parla de una che fa sesso “strano” col proprio uomo, uno bello, ricco, figo…”. Di punto in bianco si fermò, dovette cogliere nei miei occhi qualcosa che prese per disapprovazione e si affrettò a precisare che, sì, ci aveva dato un’occhiata anche lei, così per curiosità, non perché fosse interessata, no, lei non era proprio quel tipo di donna, sia chiaro, non sarebbe mai stata capace di fare certe cose, il sadomaso, poi, certo che no!

Le sorrisi e farfugliai qualcosa di distensivo e rassicurante; passammo a parlare degli innumerevoli effetti terapeutici dell’aria di mare. Ah che bello respirare l’aria di mare…ma io ero ancora più incuriosita e nella mia testa una vocina chiocciava: “Se… se… come no…?”

La definizione di “sesso strano” mi fece venire in mente dapprima il film di Verdone Viaggi di nozze dove alla domanda “O famo strano?” i due protagonisti iniziavano una scena di sesso che a confronto i documentari sull’accoppiamento degli animali di Piero Angela risultano più eccitanti.

Allora per colmare la mia completa ignoranza sull’argomento, passai a comprare il primo romanzo della saga e dopo averlo letto, a capire perché le mie amiche sentissero il bisogno di scambiarsi innumerevoli commenti e battutine su Facebook, con tanto di faccine smile e strizzate d’occhio, di dirsi cose all’orecchio con tanto di risata di soddisfazione finale.

E nonostante il mio sforzo di partecipare a quell’entusiasmo tutto al femminile, mi sentivo sempre il Calimero della situazione che, escluso, si ripeteva è un’ingiustizia però… Quel fastidioso isolamento da Calimero mi ha portato in fasi diverse della mia vita a chiedermi perché la lettura di quelle scene rappresenti per molte un mondo lontano che non fa parte della vita reale, in cui capita di entrare ogni tanto in punta di piedi, senza farsi vedere da nessuno.

Un segreto…da condividere solo con chi ne capisce il perché. Ecco è a questo punto che mi sono fermata io e mi sono detta ma perché mantenere questo segreto??? Quasi che fossimo esseri asessuati, incapaci di formulare delle “nostre” fantasie sessuali…e soprattutto di parlarne liberamente… e non perché influenzate da considerazioni altrui ma da quello che pensiamo “noi” di noi stesse.

Questo blog grida vendetta! Vendetta contro noi stesse … fidanzate, sposate, divorziate, conviventi, mamme, mogli, zie, nonne, imprigionate nei nostri ruoli quotidiani e incapaci di sentirsi più donne perché sennò il senso di colpa ci mangia… E da questo lungo elenco non sono escluse le donne che assecondano l’istinto di liberalità sotto le lenzuola di casa (il che non fa male a nessuno sia chiaro!!!) ma che si preoccupano di dare un’immagine pubblica pudica e quasi di santa. Anche in questo caso non c’è un condizionamento interiore minore rispetto alle prime dell’elenco.

Questo blog ci invita a spogliarci…in tutti i sensi e a riscoprire le nostri origini selvagge almeno in un posto…a letto con i nostri uomini.

Questo blog siamo noi donne che ci raccontiamo le “nostre” fantasie…ma non all’orecchio…

Questo blog non è per uomini…anche se saranno tanti quelli che scriveranno le peggio porcate sotto mentite spoglie femminili (dalle quali possiamo solo imparare!)

Questo blog è per dirsi la verità, quella che ci fa mettere le mani davanti agli occhi…

Che ne dite…siete pronte per mettervi a nudo?

Prossimo post: Ma cosa vogliono…gli uomini?

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Rosa Santoro, "Io, però"

15 Maggio 2013 , Scritto da Maria Vittoria Masserotti Con tag #maria vittoria masserotti, #recensioni, #erotismo

Rosa Santoro, "Io, però"

"Io, però"

Rosa Santoro

Arduino Sacco editore

pp120

L’erotismo coniugato al femminile è un tema affascinate ma difficile. Difficile per il retaggio che da secoli pesa sulla sfera sessuale della donna, per il perbenismo e anche il maschilismo che l’ha tenuto sommerso.

Anche se recentemente la letteratura si è popolata di storie erotiche narrate da voce di donna, siamo ancora ben lontani da una potente seduzione che coinvolga il lettore, incapace di abbandonare le pagine del libro, come era successo con “Il delta di Venere” di Anaïs Nin.

Partendo dal presupposto che ogni persona ha un suo concetto di erotismo, non è facile catturare l’attenzione del lettore oltre la prima curiosità, per farlo è necessario che la narrazione si dipani, scorra tra le dita come sabbia fine.

Io, però…” è un tentativo coraggioso in questo senso, dare una visione originale di un mondo che appartiene alla sfera intima di ognuno.

Margherita, la protagonista, va a Roma alla ricerca del successo nel mondo dello spettacolo. Sale e scende da quei treni che la portano via e la riportano a casa, ma gli incontri che fa non l’avvicinano neanche a quel mondo, resta invece coinvolta con una serie di uomini ambigui e violenti. La sua ricerca del piacere, che pervade tutta la narrazione, resta la vera protagonista del romanzo, fino all’estrema conclusione, la morte.

Non sappiamo se questa morte, nelle intenzioni della scrittrice, sia alla fine un giudizio morale, certamente balza agli occhi come il “peccato” conduca inevitabilmente al termine dell’esistenza di Margherita.

Il lettore, però, deve a volte tornare indietro per capire chi fa cosa, la sintassi è spesso decisamente ingarbugliata. Non basta descrivere qualcosa per renderla fruibile ad altri da noi, nemmeno il sesso. Si dice che il linguaggio sia una convenzione e, quindi, le regole che lo governano sono necessarie per la comunicazione tra chi scrive e chi legge.

L’Autrice vuole sicuramente comunicare, e con forza, ma si capisce tra le righe, mentre sarebbe stato necessario che la storia, triste ma reale, fosse definita con penna più precisa. L’argomento, scabroso fino ad essere brutale, domina troppo rispetto al vissuto del personaggio principale, avremmo voluto capire di più di Margherita, se solo si fosse espressa con parole più comprensibili.

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