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Natale in Italia: Roma

Domenica 25 dicembre 1966.
La voce di Mina mi sveglia, è Natale, ieri sera ho solamente aperto i regali a casa dei miei nonni a Trastevere, poi siamo tornati a casa nostra, a via Ostiense.
I regali sono rimasti lì, tanto oggi torneremo per pranzo.
Mentre “Sono come tu mi vuoi”, la sigla di “Gran varietà”, prosegue, anticipando il presentatore Johnny Dorelli, mi alzo! Non vedo l’ora di tornare lì. Mia madre è occupata a far fare colazione al “biondo”, mio fratello Danilo che ha un anno e mezzo.
Il babbo è il primo ad essere pronto, mentre Paolo Panelli sta angosciando la sua spalla con “Menelao Strarompi”, mi diverte ascoltarlo, “aaaaanvedi chi c’è….”
11.30: sta passando mio zio Renato a prenderci con la sua “600”, scendiamo nell’aria frizzantina del mattino, si parte!
Lungotevere con vista a sinistra della basilica di San Paolo, mentre attraversiamo ponte Marconi mi giro per vedere la facciata d’oro che splende al sole, il traffico è scarso, arriviamo subito alla stazione Trastevere e saliamo tutta viale Trastevere… aria di casa… tutti i miei ricordi sono qui.
La confusione si sente dalla strada appena entriamo su via della Luce, il cuginetto piccolo nato da quattro mesi ulula la sua felicità, mentre sono tutti impegnati per il pranzo. Nonna ha iniziato stanotte a cucinare il ragù, anche se la “stracciatella” di pollo arriverà per prima a tavola, la tovaglia a pallini rossi che ha seguito la mia infanzia già è stata messa, il “servizio buono” la sta seguendo, fervono i preparativi, ne approfitto per andare a giocare, anche se non ho molti giocattoli nuovi, per la mia famiglia la vera festa, con i regali veri, sarà il 6 gennaio, quando arriverà la befana.
Mi chiamano, s’inizia col brodino, gli ovetti della gallina, rimasti dentro, mi aspettano e mi spettano, ancora gli altri cuccioli di casa sono piccoli, per 7 anni sono rimasto l’unico nipote, con i suoi diritti, per altri due o tre anni resisterò… forse.
Tante persone, tanti parenti ed amici di famiglia… tante persone scomparse negli anni… tanti ricordi struggenti di un Natale lontano… troppo lontano.
Natale a sorpresa

«Va bene»
24 dicembre, stessa ora, qualche chilometro di distanza
I nostri due ragazzi, imbottigliati nel traffico dell’ultima ora pensano con terrore all’incontro tra consuoceri, i quali per ora si sono visti solo al matrimonio in comune, osteggiato dai genitori di Dora, Vittoria e Giovanni, sessantenni ultrà di Militia Christi, che sono contrari a tutto lo stile di vita dei ragazzi e che cercano di mettere bocca su tutto, inutilmente.
«Lo sento, finirà male, perché gli abbiamo dato retta? Non può funzionare il diavolo e l’acquasanta!»
«L’importante è che non senti altro, il cucciolo è tranquillo?»
«Angosciato. Lo intuisco.»
«Digli di resistere, domani è un altro giorno»
«Perché non lo fai tu? Mi piaci tanto quando vai lì sotto e gli sussurri parole dolci».
«Smettila, è un mese che non lo facciamo, se proviamo a fare qualcosa, tu vomiti e io con l’affare in tensione ci sollevo i pesi!»
«Te lo taglio l’affare, è colpa sua se ci troviamo in questa situazione».
«Amore, era troppo tempo che ti desideravo».
«Cinque secondi! Neanche il tempo di dire “stai attento!” che già avevi combinato il guaio».
«Ma ora è tutto risolto, avremo un cucciolo bellissimo e…»
«… e una vita difficile»
24 dicembre, ore 23.59.50
Quasi mezzanotte, tutti i protagonisti si trovano in una sala d’attesa di una clinica privata gestita da suore, pretesa da Giovanni, mentre Dora al suo arrivo è stata caricata e portata direttamente in sala parto.
«Meno dieci… nove…»
«Ma sei scemo, non è Capodanno».
«È solo per far vedere ai consuoceri sniffa incenso, inginocchiati davanti alla Madonna dell’Ospedale, che anche noi festeggiamo».
«Dai papà, smettila, io me li dovrò subire tutta la vita e sta per nascere mio figlio».
«Per la gente del porto lo chiami Gesù Bambino?»
«Lo lasci in pace? È il giorno più importante della sua vita, faglielo godere senza macchie».
«Agli ordini, Maura… però non dimenticherò mai il momento dopo cena, quando Vittoria si è alzata dicendo “stasera nasce il bambinello” ed a Dora si sono rotte le acque».
«Beh, ammetto che ripensandoci a mente fredda è stato esilarante, mi sono sentita la nonna dell’unto dal Signore, quindi la madre del triangolato».
«Smettetela entrambi, altrimenti mia suocera vi farà fare i gargarismi con l’acqua santa!»
«Ti hanno già chiesto perché sta nascendo in anticipo?»
«Perché è settimino!»
«E ci hanno creduto?»
«Sono cattolici, l’importante è che la forma prevalga sulla sostanza»
«Si stanno rialzando, a cuccia».
«Belle ginocchia callose da pretini, se provassi a rialzarmi io così, le rotule inizierebbero a rotulare per tutto il corridoio»
«Sssh! Arrivano!»
«Arriva anche il dottore!»
«Domanda retorica, siete voi i parenti di Dora?»
«Penso che sia l’unica a partorire stanotte, giusto?»
«Quest’anno sì»
«Anche nei 2015 anni passati?»
Il consuocero si gira stizzito
«Non è il caso di essere blasfemi».
Diego riceve su un polpaccio un calcio in mezza rovesciata che lo convince a non controbattere, mentre il dottore, per cambiare discorso, chiede: «Sapete? È nato esattamente a mezzanotte! Come lo chiamerete?»
Nilo alza la mano di corsa, prima che qualcuno metta bocca: «Magdalena, è un fiume della Colombia, è l’unico che abbiamo trovato degno di lei, che ha dei genitori con nomi di fiumi, visto che non la battezzeremo…»
Doppio mancamento, controllato con abilità.
«… la benediremo a Piazza Navona con l’acqua sorgiva della fontana del Bernini, quella dei quattro fiumi»
Per fortuna siamo in clinica, i nonni materni vengono subito presi e portati in rianimazione per finire questa piccola storia di Natale.
Natale a sorpresa
