Fabio Lastrucci, Vincenzo Barone Lumaga, "Com'era weird la mia valle"

Fabio Lastrucci – Vincenzo Barone Lumaga
Com’era weird la mia valle
Milena Edizioni, 2018
Pag. 350 – Euro 19,90
Fabio Lastrucci e Vincenzo Barone Lumaga sono due autori di narrativa fantastica piuttosto conosciuti nel mondo underground, provetti confezionatori di storie ispirate a Lovecraft e Poe, ma anche ai più recenti King e Lansdale, capaci di creare atmosfere nelle quali si nota il loro tratto distintivo. Com’era weird la mia valle è il breviario delle loro passioni, un’opera di saggistica divulgativa - introdotta da una precisa prefazione di Matteo Mancini - che punta a mettere in chiaro le basi del fantastico, partendo dalla definizione di orrore, affrontando miti immortali come Dracula, Frankenstein e zombi, passando per case infestate, uomini lupo e orrori al femminile. Il titolo è una citazione esplicita di una serie televisiva tanto amata dai ragazzi nati negli anni Sessanta, ma al tempo stesso fa capire l’ambito in cui si muovono gli autori: la valle del fantastico. Il libro ripercorre la storia delle prime riviste di narrativa (Weird tales), affronta i temi del pulp, approfondisce Lovecraft e i suoi incubi, ma anche molti indagatori dell’occulto che hanno preceduto Dylan Dog. Si parla di Jack lo squartatore, dei mad doctors, di Fantomas e di tutta la narrativa weird italiana dell’Ottocento e del Novecento, dagli scapigliati ai racconti di Dracula, fino a Franco Forte. Molta attenzione ai nomi contemporanei che hanno pubblicato fantastico: Massimo Citi, Silvia Treves, Giuseppe Cozzolino, Luigi Boccia, Elvezio Sciallis, Vittorio Catani, Danilo Arona, persino il sottoscritto, che si è occupato di misteri caraibici. Concludono un’opera interessante, dedicata ai cultori del fantastico, dieci interviste ad autori più o meno famosi, tra i quali spiccano Eraldo Baldini (Gotico rurale), Paolo D’Orazio (Splatter), Gianfranco Manfredi e Cristina Astori. I curatori hanno intervistato persino un certo Gordiano Lupi, autore di alcuni horror ambientati a Cuba e piccolo editore di provincia. Un libro indispensabile per chi ama il fantastico, per i collezionisti di narrativa pulp e per chi vuole cimentarsi nella scrittura di questa branca della narrativa.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Fiera del libro di Imperia

Un mese di maggio importante che ci ha visti presenti - per la nona volta dal 1999 - al Premio Strega con Anne - Riitta Ciccone, autrice di I’m, Infinita come lo spazio. Per una piccola realtà come la nostra, che si muove fra sacrifici, fiere campestri e zero contributo richiesto per pubblicare (rimarchiamo che siamo No EaP da sempre), è già una vittoria, in termini di riconoscimento e di visibilità. Va da sé che non siamo rimasti in gara dopo la scrematura a 12 titoli. Altra cosa importante il libro Le case del malcontento di Sacha Naspini, edito da E/ O, sta facendo molta strada, viene letto, presentato e recensito ovunque. Sacha, oltre a lavorare come grafico per i nostri libri, ha esordito con Il Foglio Letterario: L’ingrato e I sassi rimangono due evergreen del nostro catalogo. Se non li avete letti, non lasciatevi sfuggire l’occasione. Abbiamo anche presentato nella sala consiliare del comune di Piombino la rivista on line www.ilfoglioletterario.it, diretta da Vincenzo Trama, e siamo andati in Sicilia, dal 2 al al 6 maggio, per la prima edizione del Gioiosa Book Festival, organizzato dal nostro Antonino Genovese, storico autore del Foglio Letterario. Leggete la rivista su www.ilfoglioletterario.it e date un occhio alla sezione Amarcord del sito: troverete video che saranno presenti nella sola versione Issuu e che raccontano la nostra storia recente e meno recente. Free book omaggio anche per questo numero: Félix Luis Viera, Y me han dolido los cuchillos, tradotto da Gordiano Lupi, con testo originale a fronte. Chiudiamo il mese di maggio a Imperia, dal 25 al 28, dove presentiamo Raccontare Imperia - volume due, curato da Francesco Basso, un'antologia che comprende 20 autori e molti personaggi imperiesi. Presentiamo anche Pasta e cinema e La grande abbuffata, due libri che uniscono il piacere della tavola e della cucina mediterranea al gusto per il buon cinema italiano. Infine Dario Arkel ci parla di poesia con il suo pregevole Di vento di verso. Maura Fioroni è presente in fiera con il suo Yuma 2, dedicato a Bolivia e Argentina, ma anche con i suoi libri di viaggio a tema Cuba (I colori di Cuba e Yuma). Molte novità in catalogo, dal cinema alla saggistica, passando per interessanti titoli di narrativa. Veniteci a trovare a Imperia! (Gordiano Lupi)
Lorenzo Barbieri, "Mariella"

Mariella
Lorenzo Barbieri
ilmiolibro.it, 2016
Argomento scabroso, quello trattato in Mariella di Lorenzo Barbieri: l’amore proibito fra un adolescente e una bambina di dieci anni.
Matteo è un ragazzo malato, figlio di genitori ricchi e assenti. Il padre è sempre lontano per lavoro, la madre lo ha abbandonato in un vecchio casale in decadenza, insieme a due coppie di servitori che lo crescono come un parente e mentono dicendogli che lei è morta. Matteo è una sorta di “giovane favoloso”, un ragazzo sensibile e malaticcio, dall’animo teso e turbato. L’incontro con Mariella, bambina precoce, smaliziata e lolita, lo indirizza sulla via dei sensi ma anche sulla strada del risveglio alla vita, alla salute e alla scoperta delle proprie potenzialità. Grazie alla nuova energia infusagli da Mariella, Matteo prenderà in mano le redini del casale e dell'esistenza di tutti i suoi occupanti. Ridimensionerà il ruolo dei servitori, riportandoli al loro posto ma concedendo loro l’affetto che meritano, riconquisterà l’attenzione del padre e rimetterà in sesto la tenuta. Avremo un lieto fine, quando finalmente i due cresceranno e ciò che era proibito non lo sarà più.
La struttura della storia mostra alcune lacune, soprattutto c’è il vicolo cieco della malattia di Mariella. La scoperta che la ragazzina è gravemente ammalata di cuore sembra presagire sviluppi futuri che non si manifestano. Da notare che la radice della parola “morbo” è la stessa di “morboso” e di morbosità nella storia ce n’è parecchia. La cardiopatia di Mariella fa da contraltare a quella di Matteo. I due giovani si riconoscono nella stessa patologia, nella bambina il protagonista trova una compagna di solitudine, di giochi, di sensibilità e anche di sofferenza fisica.
Alcune tematiche sono simili a quelle presenti nell’altro romanzo di Barbieri, La buona vita: la scoperta della realtà agreste da parte di un ragazzo solitario, i primi turbamenti erotici, il contatto con persone semplici ma genuine. Qui, però, l’attenzione si focalizza sull’erotismo torbido che Mariella, nella sua ingenua impudicizia, è capace di scatenare. Ma l’eros, come abbiamo detto, non è una pulsione negativa, se ben incanalata e indirizzata.
Purtroppo lo stile non è all’altezza del contenuto.
Il Maradagàl, una rivista oltre le mode

Mi piacciono le operazioni culturali vere, quelle che non seguono le mode, dove si respira passione e competenza, persino un pizzico d’incoscienza - dati i tempi - ma consapevole, perché mixata da un sano realismo. Il Maradagàl è una rivista letteraria cartacea, già questo è un miracolo in tempi di Internet e stupidissimi social che ci sottraggono la poca intelligenza rimasta, il poco spirito critico, la residua concentrazione sopravvissuta ad anni di edonismo berluscorenziano. L’idea geniale viene a Sara Calderoni, che si avvale di un direttore artistico ispirato come Cristina Mesturini e di un comitato di redazione ricco di penne raffinate del calibro di Franz Krauspenhaar, Fabrizio Elefante, Nanni Delbecchi, Antonino Bondì e Flavio Santi. Editore coraggioso il milanese Marco Saya, che conosciamo da tempi immemorabili, uno che resiste, che ama la poesia e la cultura, soprattutto che non cede alle mode. “Siamo consapevoli che stiamo facendo un’operazione difficile, ma vogliamo fare del Maradagàl un oggetto da collezione”, mi ha confidato. Si presta, mi dico, ché il valore artistico c’è tutto, basti pensare al primo numero (Settembre 2017) con le riproduzioni a colori di pregiate opere di Guido Scarabottolo e Antonello Silverini, ma anche al secondo (Febbraio 2018) che contiene dipinti del russo Alexey Terenin.
I contenuti sono di alto livello, suddivisi in Critica, Scritture e Territori. Il primo numero è dedicato a un problema piuttosto sentito, quello della critica letteraria ridotta a inutile propaggine degli uffici stampa delle grandi case editrici. Il critico del ventunesimo secolo diffonde veline, scopre giallisti straordinari, scrittori di noir che compongono capolavori, cantanti e cabarettisti che si dimostrano letterati sopraffini e veline da Striscia la notizia che incantano lettori con libri scritti da editor unificatori di un linguaggio che tende al basso. Discettano su tale spinoso tema critici illustri come Elefante, La Porta, Marcheschi, Baudino, Zaccuri e Manica. Tutto condivisibile quel che viene fuori, soprattutto il fatto che una recensione positiva non fa vendere copie come un tempo, salvo sia accompagnata da un’operazione editoriale imponente tipo quella che alcuni anni fa lanciò Giorgio Faletti (pace all’anima sua) nell’Olimpo delle patrie lettere. Tutte cose che scrivo da anni, dal mio piccolo underground, che verifico ogni giorno da modesto editore e microscopico autore, spesso molto recensito ma in definitiva poco venduto. Il libro è merce, in un paese di non lettori la differenza la fa tutta il marketing, la campagna stampa promozionale, la potenza editoriale. Ottime la parte dedicata alle Scritture che ci permettono di apprezzare Luca Ricci e i suoi aforismi sull’arte del racconto, ma anche Addio Lenin di Sandra Petrignani e Storia di una coincidenza dell’ottimo Delbecchi. Completano il primo numero contributi di alto livello culturale curati da Sara Calderoni, Flavio Santi (presenta un buon poeta come Paolo Febbraro), Antonino Bondì e Tullio Pericoli (riproduzioni pittoriche e testi). Franz Krauspenhaar vale da solo il prezzo della rivista - un po’ cara, a dire il vero: 15 euro, ma tiratura e vendite non saranno da best-seller - con il suo stile da teatro dell’assurdo, a metà strada tra poesia e citazioni letterarie disseminate con arguzia in un testo narrativo che ricorda Borges e Gadda.
Il secondo numero del Maradagàl non è meno interessante. Tema dettato da Sara Calderoni: il crocevia dei linguaggi. Parte critica che tocca argomenti legati a scrittura, cinema, letteratura, serie televisive, persino Dante e Amleto. Contributi di Elefante, Ricordi, Bellardi, Fumagalli e Ceteroni. Scritture importanti, come sempre, da Roberto Barbolini che cita Montale e Thomas Mann, passando per Arbasino e Kaminsky, a Claudio Morandini, Piero Lotito (come si scrive una buona storia?) e Roberto Ferrucci (le storie accadono, mica si scrivono!). Contributi letterari sul teatro di Bontempelli, poesie di Anna Maria Carpi e il solito, straordinario, Krauspenhaar che continua un viaggio surreale incontrando Sepulveda in una terra che ricorda l’America Latina. Il Maradagàl vi aspetta. Erano anni che non leggevo una rivista letteraria dalla prima all’ultima pagina, senza saltare una riga. Per informazioni e abbonamenti scrivete a Marco Saya (info@marcosayaedizioni.com) o alla redazione ilmaradagal.redazione@gmail.com. Un numero 15 euro. Abbonamento a tre numeri euro 40. Quadrimestrale. Ne vale la pena!
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
L’anima creativa del Brand Tentazioni: Cinzia Diddi.

“Tempo di traguardi raggiunti, tempo di emozioni. Soddisfazione per un ulteriore tappa raggiunta e per uno nuovo percorso che comincia. Finalmente è stato inaugurato, dopo una lunga ristrutturazione, lo Store Tentazioni by Cinzia Diddi a Sarzana. Fatiche e impegno, cadute e successi, gioie e dolori. Tutto questo in un mese di lavoro.
Protagonista come sempre … solo e soltanto l' amore e la passione per il lavoro. Dedico a mio fratello questo successo per essere sempre stato presente in ogni momento e in ogni mia scelta” . “A tutte le stelle che nelle notti della mia vita illuminano il mio cammino” e alle mie stelle più belle, le mie migliori creazioni: i miei figli Dante Elsen Luigi e Annalea Ludovica Italia.
Ai miei genitori dedico questo traguardo e tutte le restanti pagine della mia vita, perché, oltre a essere delle guide costanti, hanno permesso la costruzione della mia identità, fornendomi gli strumenti necessari a orientarmi nel mondo e insegnandomi la curiosità di esplorarlo ogni giorno da più punti di vista possibili.
Ringrazio i miei due ospiti d' onore Carmen di Pietro, da me vestita al Grande Fratello Vip e Giucas Casella che ho seguito nello stile all' Isola dei famosi.
La loro bellezza d' animo ha arricchito virtuosamente la giornata.
Un grazie colmo di gratitudine al mio ufficio stampa nella persona di Daniela Lombardi, professionista straordinaria e persona eccelsa”.
Cinzia Diddi