Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
signoradeifiltri.blog (not only book reviews)
Post recenti

TERMINATOR- DESTINO OSCURO

6 Novembre 2019 , Scritto da Altea Con tag #altea, #recensioni, #cinema, #fantascienza

 

 

 

 

Con questo ultimo capitolo dovrebbe essere finita la finta esalogia di Terminator. La definisco finta perché questo sesto film scombicchera tutte le carte in tavola, ripartendo dal mitico sequel che riuscì a superare in grandezza il primo (cosa di solito rara al cinema). La storia, a cui in parte ha rimesso mano Cameron, riprende dal 1992, con una Sarah Connor trentenne e l’adolescente Edward Furlong in un bar su una spiaggia centroamericana. Un modello T-800 con le fattezze di un giovane Schwarzenegger fredda il ragazzo sotto gli occhi della madre. Completata finalmente la missione per cui era stato programmato, il cyborg si allontana, chiudendo un prologo che spazza via l’inutile terzo capitolo, il macchinoso quarto e il ridicolo quinto, francamente parodia più che sequel. John Connor, il vero motivo dell’esistenza dei Terminator viaggiatori nel tempo, non esiste più.

Per chi è tornato indietro dal futuro il Rev-9, con i suoi tratti da maschio latino, con la sua insidiosa capacità di usare il proprio esoscheletro come arma grazie alle sue caratteristiche di nanomorfo? Per Dani, giovane messicana, a cui è stata inviata come protezione una umana del futuro potenziata, che non poteva che chiamarsi Grace, perché se non è la grazia a salvarci chi potrebbe mai farlo? E se non fossero chiari i riferimenti alla mitologia cristiana fin dal primo film, Linda Hamilton ce li chiarisce con una frase quando afferma che Dani è “la nuova Vergine Maria” al suo posto.

In realtà le cose non stanno proprio così. In un film che fa del genderswap il suo punto di forza, con tre donne ad affrontare la minaccia del futuro di Legion, il sistema che ha preso il posto di Skynet, è palese come gli uomini siano relegati al ruolo comunque secondario di antagonista (Gabriel Luna come Rev-9) e supporto (Schwarzy come Terminator che ha acquisito una parziale coscienza umana). La stessa triade femminile è composta in maniera interessante: un’anziana, una latina (minoranza spesso associata a fenomeni come povertà e migrazione) e Mackenzie Davis, una donna potenziata quasi come un cyborg e con una carica erotica da far sussultare persino una eterosessuale convinta come la sottoscritta.

C’è quindi spazio per affrontare altri temi: alcuni più visibili, come l’ambientazione messicana, il muro che le nostre eroine dovranno tentare di attraversare per raggiungere il Texas, il controllo esercitato dalla tecnologia e che consente al Rev-9 di rintracciare letteralmente ovunque le donne. Altri sono più sottotraccia (e giustamente, direi, vista la natura e gli scopi del film): la maternità, certo, ma anche la vita, intesa come una serie continua di obiettivi da raggiungere, anche quando il principale viene meno. La morte prematura di John Connor ha comprensibilmente tolto ogni ragione di vita alla madre Sarah ma ha reso inutile anche la “vita” del T-800, impossibilitato a tornare nel suo futuro e senza una missione da compiere. Come si sopravvive “dopo”? Con la razionalità della macchina, che, sviluppando una consapevolezza simil-umana, sceglie un altro scopo, e ne crea uno ulteriore per la madre che vive di ricordi sbiaditi e saltuario alcolismo, rivelando tutta l’umana debolezza che in questi frangenti ci contraddistingue.

Per il resto il film ha i suoi momenti di pantoclastia orgiastica con incidenti mozzafiato, esplosioni, incendi, risse di massa. Non manca una scena claustrofobica e di estrema azione con un combattimento in una fusoliera di un aereo che precipita in fiamme e che risulta davvero notevole. Rispetto ai tre sequel sottotono che qui vengono elusi, il Terminator Schwarzenegger ha molti meno spazi ironici, più sommessi, sempre corredati dalla sua monolitica e rocciosa espressione. Molti meno anche i colpi di scena a cui siamo stati abituati negli anni in cui occorreva diffidare della comparsa di ogni personaggio “buono” in quanto poteva rivelarsi una copia del Terminator più tecnologico. Si è puntato più sulla storia che sugli effetti, diciamo.

Una pecca che trovo assurda dopo 6 episodi è l’ostinazione del doppiaggio italiano a non volere trovare un’unica traduzione per l’ormai leggendario “I’ll be back” che è un marchio di fabbrica! All’inizio la stessa Sarah Connor afferma qualcosa come “torno presto” in italiano. E no! La frase sarebbe “Tornerò” e va pronunciata così perché deve stupire che a dirla sia proprio lei, la prima terminatrice di Cyborg! Lo stesso T-800, quando parte con l’insolito manipolo di donne guerriere, dice “Forse stavolta non tornerò”. E lo stesso orrore di doppiaggio lo commisero nel primo film. Dubito si gireranno altri film della serie, in quanto questo mette più o meno un punto fermo, ci saranno forse altri spin-off o reboot, per spremere quanto più possibile da un’icona del cinema anni ’80, nel caso spero se lo segnino da qualche parte. È solo una piccola frase, ma per noi fan è praticamente la chiave ad un mondo. 

Mostra altro

L'oroscopo letterario di novembre

3 Novembre 2019 , Scritto da Loredana Galiano Con tag #loredana galiano, #astrologia, #walter fest, #pittura

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

 

Con il lungo transito di Mercurio nel segno dello Scorpione i pensieri si fanno più arguti, tenebrosi, quasi da brivido. L’intuito è molto più profondo, la visione della vita è penetrante. Non occorre una torcia per far luce nelle tenebre, serve solo avere fiducia in se stessi e andare avanti nonostante tutto.

Si pensa di giocare un gratta e vinci, di fare investimenti fruttuosi, di correre dei rischi, di azzardare ipotesi, di buttarsi nella mischia, di credersi più furbo, ma intanto gli altri pianeti possono sostenere le azioni di Mercurio nello Scorpione o addirittura frenare i passi spediti del pianeta. Le letture? Scegliete un thriller, di questi periodi ci sta proprio bene!

 

ARIETE: 21/3 – 20/4:  più intuitivi e meno impulsivi

Non usate la forza muscolare ma la forza dei vostri pensieri per vincere il primo posto, per conquistare il primato, per raggiungere il traguardo, per dichiarare i vostri sentimenti e per sentirvi vincenti a una gara olimpica del vostro paese.

Horror: “The outsider” di Stephen King. Un omicidio agghiacciante, un assassino inafferrabile. Il male può avere molte facce. Anche la tua.

 

TORO: 21/4 – 20/5:  una revisione in generale

Spesso si arriva a un punto della vita che occorre fermarsi e guardarsi indietro, vedere e osservare cosa potrebbe accadere se, continuando a fare sempre le stesse cose o trasformandole del tutto, muta anche il vostro atteggiamento. Siete molto conservatori e tradizionalisti, ma è arrivato il momento in cui Urano cambia la vostra vita in tutti i sensi.

Thriller: “Il cuore dell’assassino” di James Patterson. Il peggiore incubo di Alex Cross è diventato realtà e la posta in gioco è alta: fino a dove può spingersi per salvare chi ama?

 

GEMELLI: 21/5 – 21/6:  mettersi in discussione sempre

Non sembra proprio essere il periodo migliore per andare in giro spensierati e giocare con le parole con chiunque incontrate per strada. Vi sentite sotto tono e il vostro umore non è proprio roseo. Serve ancora del tempo per riorganizzarsi e concentrarsi sui prossimi obiettivi. Lavoro, famiglia e amore sembrano remarvi contro e invece dovete solo cambiare il vostro punto di vista e il vostro atteggiamento, perché anche Peter Pan è costretto a crescere.

Crime: “Donne che non perdonano” di Camilla Lackberg. Sono state tradite, umiliate, percosse. Ma adesso ne hanno abbastanza. E qualcuno dovrà pagare. Una formidabile novella nera dalla regina del crime svedese.

 

CANCRO: 22/6 – 22/7: astuti e vincenti

Saturno e Plutone contrari vi stanno mettendo a KO da diverso tempo, vi sentite infastiditi e stanchi, demotivati e poco attivi. Per fortuna in questo periodo Mercurio e il suo lungo anello di sosta nel segno dello Scorpione vi tira su il morale e vi consente di prendere le redini della vostra vita e dare una svolta efficace alla vostra mente.

Thriller: “L’alba di un nuovo giorno” di Alberto e Giorgio Ripa. Una nuova indagine per Tobia Allievi, tra i monumenti di Londra, la storia dell’Inghilterra, l’eccidio di Rovetta, i segreti di un partigiano e le note di una malinconica sinfonia.

LEONE: 23/7 – 23/8: ruggite di meno e gioite di più.

Siete generosi, magnetici e attraenti. Dove passate lasciate sempre un’impronta di simpatia e affidabilità, di magnanimità e di grandezza. Siete il cuore pulsante della vostra casa, un leader in ogni campo, una guida sicura cui l’Universo si affida. Anche quando le cose non vanno come dovrebbero, voi v’impegnate tanto da realizzare con successo ogni vostra impresa. Odiate perdere, ma amate trovare compromessi e delle vie traverse per poter comunque raggiungere la vostra meta.

Giallo: “L’assemblea dei morti” di Tomas Barbulo.  Quattro canaglie e una rapina in una banca di Marrakech. Ritmo incalzante, dialoghi taglienti e umorismo irresistibile li accompagnano in un’incredibile serie di avventure verso un finale inaspettato.

 

VERGINE: 23/8 – 22/9: decisi e realizzati

Saturno e Plutone favorevoli vi rendono sempre più decisi e ambiziosi, Urano in trigono vi rende sempre più intraprendenti, Marte in sestile vi dona coraggio e determinazione, Mercurio in sestile vi regala simpatia e socievolezza. Questo periodo sembra essere disegnato apposta per voi: una confezione regalo con i fiocchi. Bando alle illusioni di Nettuno opposto e alle insoddisfazioni di Giove in quadratura , cosa volete che siano in confronto a dei transiti meravigliosi e convincenti?

Giallo: “Il delitto di Kolymbetra” di Gaetano Savatteri. Saverio Lamanna, giornalista senza lavoro, e la sua spalla Peppe Piccionello indagano su un delitto misterioso avvenuto nella Valle dei Templi.

 

BILANCIA: 23/9 – 22/10: una riscoperta di giochi e di momenti da regalarsi.

In primo piano mettete sempre le ragioni del cuore e il vostro rapporto di coppia, che vi danno senza fine la forza di prendere decisioni anche scomode ma necessarie per fare chiarezza in famiglia e sul lavoro. Dopo qualche difficoltà iniziale riprendete a volare con armonia e pace nel cuore.

Thriller storico: “Eredità Caravaggio” di Alex Connor. Una narrazione formidabile che conquista e seduce il lettore, complice la straordinaria ricostruzione di un Seicento colmo di ombre, fascino e inquietudine. Spettacolare.

 

SCORPIONE: 23/10 – 21/11: una straordinaria resurrezione

Avete tutto l’Universo dalla vostra parte e non si sente una nota stonata, forse quel piccolo dettaglio di un Urano contrario che vi fa vedere grandi opportunità anche quando tutto vi va bene. Che cosa volete ancora da questo cielo fantastico? Chiedete e vi sarà dato. Osate, rischiate, allungate la mano, fatevi avanti, perché ora tutto è possibile, anche l’impossibile.

Giallo: “Delitto ad arte” di Sara Kim Fattorini. David Fairchild, collezionista d’arte, trova sua moglie Eleonora morta, soffocata e fissata al pavimento con del nastro adesivo, il detective Corna indaga nel mondo dell’arte tra Milano e Miami.

 

SAGITTARIO: 22/11 – 20/12: tutto brilla

Giove nel vostro cielo vi rende ottimisti e rendete grazie all’Universo per questo grande dono che vi ha fatto già da diverso tempo. Grandi occasioni e novità vi hanno semplificato la strada, grandi opportunità e occasioni vi hanno reso facile la vita in tutti i settori. Ancora fino alla fine dell’anno e poi il pianeta cambia segno, lasciandovi una generosa eredità di benessere e felicità.

Giallo: “Il diario segreto del cuore” di Francesco Recami. Con la struttura di Cuore di De Amicis, nel nuovo romanzo della serie della Casa di ringhiera Recami combina thriller e commedia, ironizzando su scuola, prof e genitori in una messa in scena riuscitissima.

 

CAPRICORNO: 21/12 – 19/1: rivoluzionarie fantasie

Amate tutto ciò che è solido, concreto, affidabile e terreno. Anche il vostro abbigliamento deve coprire, riscaldare, avvolgere il corpo con sicurezza e comodità. Proprio come vuole il lungo transito di Saturno a casa vostra da diverso tempo. Ogni progetto, ogni ricerca, ogni prodotto, ogni abito è frutto di precisione tecnica e di grande lavoro, persino gli accessori devono essere sobri e possibilmente utili, con un design classico e molto comodo. Insomma come rispecchia la vostra vita.

Thriller: “Il custode delle ossa” di Fiona Cummins. Cinque personaggi apparentemente diversi ma le cui sorti sono legate tra loro, un cattivo terrificante e credibile. Una storia che dà forma e sostanza ai nostri peggiori incubi.

 

AQUARIO: 20/1 – 18/2: sempre in totale libertà

Per fortuna Giove c’è, perché la confusione di Mercurio appesantisce i vostri pensieri, che fanno dei giri immensi e si perdono strada facendo. All’angolo della strada c’è Venere che vi porge un itinerario preciso e divertente per concedervi qualche geniale idea riguardo ai vostri prossimi progetti.

Giallo: “La notte delle stelle cadenti” di Ben Pastor. Martin Bora indaga a Berlino sull’assassinio di un sedicente mago. Sullo sfondo l’operazione Valchiria, il fallito complotto contro Hitler, in una ricostruzione sapiente e drammatica.

 

PESCI: 19/2 – 20/3: la voglia di aprirsi al nuovo.

È un periodo fantastico dove l’immaginazione supera la realtà. Fantasia, stravaganza, genialità e intuito sono gli ingredienti necessari per infornare un dolce goloso e caramellato. Chiamate i vostri amici del cuore e offrite loro la torta, fra chiacchiere e risate. Giove dispettoso vi ha tolto un po’ l’entusiasmo e la gioia di vivere, ma Mercurio, Marte e Sole sono lì con voi a regalarvi momenti di riposo.

Giallo: “Il sapore del sangue” di Gianni Biondillo. C’è un uomo molto pericoloso in giro per la città, un uomo che non sa resistere al sapore del sangue. Riuscirà l’ispettore Ferraro a fermarlo?

 

Mostra altro

INTERVISTA CON L’ARTISTA PIET MONDRIAN

2 Novembre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #pittura, #le interviste pazze di walter fest

 

 

 
 
 
Gentilissimi lettori del blog che ci piace la cioccolata, eccoci di nuovo con voi per incontrare e intervistare un grande artista olandese molto importante, lo sto aspettando e insieme andremo a fare colazione in un albergo della capitale. Perché in un albergo? Perché in questo albergo la colazione è strepitosa e poi è un luogo speciale dove lavora gente speciale, ma di questo parleremo dopo.
 
Amici lettori, ecco a voi Piet Mondrian.
 
- Ciao Piet, benvenuto a Roma.
 
- Ciao Walter e ciao a tutti i lettori della signoradeifiltri, dove andiamo  di bello?
 
- Andiamo a far colazione all'Albergo Etico.
 
- Oh, mi piace, ho saputo che Picasso lo hai portato in un semplice bar.
 
- Piet, non lo dire a nessuno… Abbiamo anche consumato senza pagare il conto.
 
- Gli artisti a volte sono un po’ birbanti.
 
- Ma no, è stata tutta colpa della fantasia.
 
- Hai ragione, senza fantasia che vita sarebbe? Senti, mettiamo i piedi a terra e andiamo a rifocillarci. 
(Aiuto! Qui si mette male, ho paura che Piet Mondrian sia più affamato di Dalì.)
 
I due entrano all’Albergo Etico e vanno a sedersi in terrazza, ordinando la colazione speciale della casa.
 
Piet Mondrian   (Amersfoort 7 marzo  1872  – New York 1º febbraio  1944 )
 
Agli inizi del suo percorso professionale lavorò come professore ma, parallelamente, dipingeva, guidato dal suo talento innato.
I suoi temi più frequenti erano i paesaggi, manifestando comunque una pittura non troppo allineata al ferreo figurativo, probabilmente influenzata dalla propria personalità e da un'attenzione rivolta a tutto ciò che è spirituale. Preferiva rappresentare pittoricamente una visione della natura intima e personale.
 
La svolta nella sua formazione artistica avvenne quando, ad Amsterdam nel 1911, visitò una mostra cubista e, da quel momento, la sua idea di arte si aprì a nuove forme. L’anno successivo si trasferì a Parigi, città in pieno fermento, dove era divampato il fuoco della nuova arte e gli artisti, in contatto e a confronto fra loro, stavano gettando le basi per nuovi linguaggi.
 
Fortunatamente per lui, al momento dello scoppio della prima guerra mondiale si trovava in Olanda, e il destino volle che, lontano dagli eventi bellici, l’incontro con altri artisti, fra i quali Theo Van Doesburg, fosse decisivo per la realizzazione della rivista De Stijl, cassa di risonanza per nuove idee su architettura, urbanistica, design. Mondrian  manifestò le sue teorie e i suoi concetti sul modo di concepire la propria visione dell’arte, del colore: una pittura, una sintesi, linee geometriche e colori che nell’immaginario potessero emozionare per trovare armonia con la natura di ogni cosa. In pochi colori e poche forme geometriche c’era tutto un mondo di sensazioni
 
Alla fine della guerra ritornò in Francia e iniziò lavorare nelle modalità con le quali è diventato famoso. Fu un periodo molto importante ma, negli anni ’30, a causa dell’avvicinarsi di nuovi fulmini di guerra, si trasferì a Londra, per poi sorvolare l’oceano e stabilirsi definitivamente fino alla morte a New York. In America fu contagiato da un mondo così lontano dal continente europeo, e così moderno, da dargli un nuovo slancio creativo che influenzò l’arte a divenire. Purtroppo Mondrian a New York passò anni intensi ma troppo pochi per lasciare altri segnali della sua arte innovativa. 
Probabilmente debilitato dai viaggi e dallo stress, subito negli anni a cavallo fra le due guerre mondiali, morì di polmonite nella grande mela nel '44 a 71 anni.
La sua arte fu di grande ispirazione per la moda, il design, la pubblicità e, grazie a lui, aprì una nuova frontiera.
 
- Piet, tutti conoscono le tue opere geometriche, composte con pochi colori pastello, come ti è venuto in mente di realizzare quel tipo di pittura?
 
- Questa felice modalità è nata per via del mio background: mio padre era un prof molto severo e metodico, avrebbe voluto vedermi insegnante per tutta la vita, ma ognuno di noi non può nascondere la propria personalità e sfuggire al proprio destino.
 
- Per tutti noi è stato meglio avere un professore di meno e un grande artista in più.
 
- Grande io? Beh! Ho fatto la mia parte ma bisogna dirla tutta: di veramente grande c’è la natura, però è bello che gli artisti provino a parlare il suo stesso linguaggio e imitarla.
 
- Tutti, specialmente ora, ne abbiamo un gran bisogno.
 
- Di cosa?
 
- Di riconciliarci con la natura.
 
- Per fortuna non è colpa degli artisti.
 
- Eh già, e  se volessimo più bene all’arte magari questo mondo sarebbe migliore. Senti Piet, a proposito di mondo, puoi dirci le tue impressioni quando ti sei trasferito negli U.S.A.?
 
- Grande nazione, grande in tutti i sensi, l’Italia è la dominatrice e portabandiera della cultura ma è grazie agli U.S.A. se l’arte moderna ha preso il volo, peccato che per me è stata un'esperienza breve.
 
- Se tornassi indietro come modificheresti il tuo destino?
 
- Ti rispondo dopo che ho preso il cappuccino, anzi, passami pure quella graziosa brioche alla crema… Mhhh!... Boona!
 
Lettori, non stupitevi, gli ho fatto un corso accelerato di dialetto romanesco.
 
- Walter, sì, questa brioche è proprio boona! Complimenti!
 
- Complimenti all’ospitalità dell’Albergo Etico, qui è tutto speciale.
 
- Già, dopo spiegami meglio la storia di questo posto… Mi chiedevi che farei se tornassi indietro?
 
- Sì.
 
- Credo che sarei partito prima per quel paese e avrei dipinto e sperimentato fino a cento anni, cercando nuove forme geometriche, avrei potuto sfiorare la perfezione alla quale, comunque, non sarei mai arrivato perché in arte la perfezione non esiste, anzi, ti dirò di più, l’arte più è imperfetta e più è bella.
 
- Luciano Ventrone non la penserebbe così.
 
- E te credo! Lui lavora in missione per conto di Dio!
 
- Questa battuta l’ho già sentita.
 
- Oh! Ma che te credi?! Il cinema piace anche a me.
 
- Giusto! E’ la settima arte. Senti Piet, come hai reagito ai giudizi negativi sulla tua arte?
 
- E’ stata dura, molto dura, ma, per fortuna, un artista, quando crea, non pensa a nessuno, il problema è dopo, guarda quel povero Vincent, non ha mai venduto un quadro. Ma in compenso siamo immortali, per l’appunto io ora sono qui con te.
 
- E non siamo neanche soli.
 
- Chi altro c’è?
 
- Mario.
 
-Il benzinaio?
 
- No, Mario Hal 19000, il robot. 
 
- E allora?
 
- Mario Hal 19000 ci riporterà a casa con un'automobile spaziale. E meno male che non è più della serie 9000, altrimenti chissà dove ci portava.
 
- Non potremmo andare a piedi?
 
- Ok, aspetta qua che vado a staccargli la spina.
 
- Walter, questi tempi moderni mi sembrano poco artistici.
 
Dopo pochi minuti…
 
- Piet, prima di andare, volevo dirti la storia di questo albergo.
 
- Sentiamo.
 
- Ci troviamo a Roma in via Pisanelli, 39, 41. Questo albergo a breve festeggerà il suo primo anno di attività. E' stato aperto il 22 dicembre 2018, è sorto senza scopo di lucro, grazie all’idea di un albergatore romano coraggioso e visionario, Antonio Pelosi, prendendo spunto da un'altra realtà già esistente ad Asti.
Anche a Roma egli pensò di realizzare questo sogno imprenditoriale, all’interno di  un'antica palazzina dei primi del ‘900, ristrutturata e abilitata a moderna struttura alberghiera.
 
La filosofia portante di questa sua iniziativa è dare una chance professionale a persone con diverse forme di disabilità che, lavorando in equipe con altri professionisti del settore alberghiero, realizzino una vera e umana esperienza lavorativa al servizio e al soddisfacimento della propria clientela, abbattendo ogni barriera.
 
Nell’Albergo Etico il valore umano si rispecchia nel calore e nella composizione d’arredo, che dona una gradevole e confortevole ospitalità. Tutto fa pensare a un ambiente a misura d’uomo, dove ognuno può sentirsi a proprio agio circondato da colori  naturali.
 
- Piet, in questo albergo è molto bella tutta questa armonia di colori: è un equilibrio che assomiglia alle tue forme.
 
- Walter, l’abbinamento dei colori si lega con amore al feeling che si crea fra la gente che vi lavora e tutta l’atmosfera che vi si respira. Hai ragione, il senso di umanità si rispecchia nell’ambientazione di questo luogo. Ma sai che veramente questo albergo mi ricorda le mie opere?
 
- Piet, per fortuna l’arte è sempre intorno a noi.
 
- Ed è nostro dovere non dimenticarlo mai… A proposito, ce ne siamo andati via dall’Albergo Etico e non abbiamo pagato il conto anche noi come Picasso!
 
- Tranquillo Piet, ci ho pensato io con l’occhio.
 
- Ah! Il pagamento con il bulbo oculare! Bella roba gli strumenti tecnologici!
 
- Ma no, ho fatto con l’occhio, l’occhietto al personale di servizio per dirgli di segnarlo sul mio conto che passo dopo, a cena ho appuntamento con un altro artista.
 
- Mi raccomando non facciamo brutte figure, tu sei famoso per le tue trovate esageratamente fantasiose... Senti, con chi ti vedi dopo?
 
- Gli ho telefonato e mi ha detto di sì, spero non mi dia buca.
 
- Chi?
 
- Botticelli.
 
- Quello della Venere?
 
- Eh!
 
- Dopo fammi una telefonata, voglio sapere come è andata. Ok, ora andiamo che abbiamo da fare un po’ di strada a piedi. Ma non era meglio farsi accompagnare dal robot?
 
- Ma dai, abbiamo tutto un futuro insieme a loro.
 
- Hai ragione, facciamo il pieno di fantasia e voliamo via a piedi da questo blog.
 
Amici lettori, io e Piet Mondrian lasciamo l’Albergo Etico di Roma. Ci ritroveremo insieme a voi, sempre qui, con la signoradeifiltri, per una prossima" intervista con l’artista"  e sarà sempre un piacere.
 
Mostra altro

MISERY-INTERVISTA AL LETTORE

1 Novembre 2019 , Scritto da Costantino Delfo Con tag #costantino delfo, #racconto

 

 

 

 

«Facciamo un gioco, le va?»

«Sì, certo» rispondo.

È giovane e bionda con taccuino e penna. Il taccuino è un block notes con spirali gialle e la penna è una bic con il cappuccio nero. Le gambe sono belle, accavallate e non porta calze, è estate. I piedi sono nudi con le unghie dipinte di rosso e uno poggia sul parquet, l’altro dondola nell’aria. Sta seduta sulla punta della poltrona, vicino a me e io, steso sul divano, la osservo attento e pronto a esaudire ogni suo desiderio. È molto bella.

«Quanti anni ha?» mi chiede.

«Cinquantanove, quasi sessanta.» 

‘Che cazzo c’entra l’età, io sono io. Va be’ è l’intervista. I lettori devono sapere.’

«Fuma?»

‘Che cazzo c’entra il fumo! Al telefono mi aveva detto che era una intervista sul mio lavoro, io faccio il lettore.’

«La pipa» rispondo e già mi sta sulle palle questa bambola bionda. Però ha due belle gambe che fa piacere guardarle e poi la pipa fa lettore e scrittore insieme, mi viene in mente Hemingway. Abbozzo un sorriso ma forse è venuto fuori un ghigno, non per colpa mia.

«L’ha uccisa lei?» 

Silenzio, mi ha sorpreso.

«No. Io leggo.» 

‘Devi dire la verità, la verità salta sempre fuori’ sussurra lo scrittore.

«Lei conosceva la vittima?»

«No, sì… Ma solo di nome. Mi pare si chiamasse Misery.»

«Allora chi è stato?» insiste.

«Lo scrittore» rispondo.

Con un rapido movimento accavalla le gambe al contrario. Ora il suo piede inquisitore, che prima dondolava guardando la finestra, mi fissa.

«Lei, come lettore, è corresponsabile dell’omicidio della povera donna!» strilla.

Si alza e se ne va quando il chiarore dell’alba si diffonde nella stanza e io mi sveglio.

 

 

 

Mostra altro

Emanuela Amici, "Quello che resta"

31 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni

 

 

 

 

 

Quello che resta

Emanuela Amici

 

Ianieri Edizioni

pp 190

14,00

 

Quello che resta, di Emanuela Amici, ha una trama poco originale ed è scritto in modo elegante ma convenzionale. Però ha il pregio di farsi leggere velocemente e di puntare il dito su quelli che sono i complessi rapporti familiari, spesso mascherati da una patina di normalità. Più che l'intreccio di “non detto”, agnizioni e colpi di scena domestici, balza all’occhio il rapporto fra le due sorelle.

Irene è una scrittrice di successo che, da sempre, ha un legame difficile con la sorella minore. Sara è luminosa, bella in modo diverso dal resto della famiglia, tutto le riesce facile. Irene segretamente si rode d’invidia e sensi di colpa anche se s’impone di amarla per dovere fraterno.

Ma non c’è solo quello che dobbiamo fare, c’è anche quello che siamo, sottilmente ma inesorabilmente. C’è il rimosso, il torbido. Ci sono la trasgressione e l’erotismo che scardinano la quotidianità, c’è una madre, in mezzo a loro, che per anni ha indicato un cammino di dedizione e sacrificio e poi, di colpo, indica l’opposto, una madre che, quando morirà, smetterà di fare da filtro fra le due.

La morte lacera e scompagina, ci costringe a fare i conti con la perdita, con ciò che era e non sarà mai più, con ciò che dovremo essere d’ora in poi. Nel romanzo le due donne devono venire a patti con la perdita di entrambi i genitori, ritrovandosi orfane, madri, mogli e artiste. Dal groviglio di livori inespressi che le avviluppava, cercheranno la via per ricostruire un nuovo modo di sentirsi sorelle.  

Anche senza arrivare agli estremi di questa storia, grattando sotto la superficie di ogni famiglia si scoprono cattivi pensieri, sentimenti ambivalenti, si scopre che ciò che appare è spesso falso.

Fratelli e sorelle, genitori e figli non sempre si amano in modo immediato, facile, viscerale e senza riserve. Spesso ci sono preferenze, rivalità, inquietudini, rancori.

Mariti e mogli non sempre condividono interessi, complicità e passione. Spesso, insieme, hanno la “sensazione di appassire”, di vivere una vita di straniamento e reificazione, lontana dal nocciolo primigenio del proprio essere.

Ma, forse, non tutto è perduto, perché non tutto è bianco o nero, e l’amore – filiale, fraterno, coniugale – ha comunque “tante declinazioni”, tanti modi per rinascere.

Di là dalla trama e dal significato psicologico, ci sono due filoni particolari in questo libro, entrambi legati, secondo me, alle fantasie dell’autrice. Uno è il rapporto fra Irene e l’amante Herbert, porno soft e leggermente masochistico, l’altro è la relazione di Irene con la scrittura. Siamo in presenza di un “romanzo nel romanzo” ma anche di una protagonista che incarna i sogni di chiunque scriva, ovvero fama e successo. Sembrerà strano, ma questo è, a mio avviso, il vero cuore di codesta narrazione, prodotta da una studiosa d'arte col pallino della scrittura, immersa in un’atmosfera rarefatta, signorile, piacevolmente raffinata e molto intellettuale.

Mostra altro

9 DOMANDE E MEZZA A PATRIZIA POLI

27 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #poli patrizia, #eventi

 

 

 

 

Amici lettori del blog che sembra che non ci legga nessuno e invece siete in tantissimi, oggi parleremo di un libro, un libro speciale che sarà in vendita presso lo stand della Marchetti Editore in occasione del "Pisa book festival 2019".

Ora io e lei, dopo aver fatto un paio d'ore di training correndo a piedi scalzi sul lungomare di Livorno, stiamo andando a fare colazione in un bar del porto e vi racconteremo tutto di questa opera e del suo prossimo appuntamento.

- Patrizia, che ordiniamo?

- Io cappuccino e due bombe alla crema.

- Io del rum al latte e mezzo chilo di pizza con la mortadella.

- Ma, Walter, non ti farà male?

- Hai ragione, per favore, nel rum ci metta anche dello zucchero... Molto bene Patrizia Poli, sei pronta per le 9 domande e mezza?

- È la mezza che mi preoccupa.

- Ma no, tranquilla, con due bombe alla crema ti sentirai una bomba pure tu.

- Ah!

- Ok, domanda numero 1... Puoi parlarci del Pisa book festival di quest'anno e della presenza del tuo editore?

Il tema di quest’anno è L’Europa, espongono 160 editori indipendenti, fra cui il mio. Elena Marchetti non poteva mancare, essendo pisana doc. La sua è una casa editrice piccola e coraggiosa, che punta sulla qualità più che sulla quantità. Ha uno spirito internazionale (traduce anche scrittori inglesi della fine dell’ottocento primi del novecento) ma è fortemente radicata sul territorio con alcune collane di impronta locale.

-  Domanda numero 2... Di che parla il tuo romanzo? Titolo please?

Il romanzo  s’intitola Una casa di vento. Racconta d’imperfezione umana, di senso di colpa, di rapporti complicati fra genitori e figli, fra coniugi e tra fratelli; lo fa calandosi nella mente dei personaggi senza filtri e senza sconti, fino ai segreti più inconfessabili, fino alla parte malata di ciascuno di noi.

- Domanda numero 3... Sei emozionata?

L’emozione c’è sempre ed è legata al profondo amore per l’atto dello scrivere.  

-Domanda numero 4... Sei ottimista?

No, non lo sono mai, per natura.

- Domanda numero 5... La colonna sonora del tuo romanzo.

Forse la musica del violino che uno dei protagonisti suona.

- Domanda numero 6... È un testo impegnativo ed emotivamente intenso, che difficoltà hai superato?

A differenza degli altri miei romanzi, L’uomo del sorriso (Marchetti 2015) e Signora dei filtri (Marchetti 2017), dove mi sono dovuta documentare tantissimo e studiare, qui la difficoltà è stata tutta emotiva. C’è dentro un pezzo di storia della mia famiglia, rimaneggiata al punto che mia madre si è arrabbiata. Ci sono dentro stralci di vita di persone che ho conosciuto. Ci sono molte emozioni che conosco e anche parecchio di me.

- Domanda numero 6... La chiave di volta della tua storia?

Senz’altro la morte del piccolo Loris che fa da catalizzatore di tutti gli eventi.

- Domanda numero 7... Il menù di una probabile e fantasiosa cena dove inviterai i tuoi lettori ad acquistare il tuo libro.

Trattandosi di un romanzo ambientato nella mia città, fra strida dei gabbiani, spruzzi di salmastro e vento di libeccio, senza dubbio un’ottima cena di pesce accompagnata da un buon vino bianco frizzante.

- Domanda numero 8... Che programmi hai per il futuro?

Moltissimi: ho già terminato di scrivere un romanzo storico liberamente ispirato alla vita di Santa Margherita d’Ungheria e poi un altro dove ho lavorato a 4 mani con l’amica scrittrice Federica Cabras. Inoltre ho in animo di scrivere una storia collegata alla leggenda del Santo Graal.

- Domanda numero 9... Questo periodo storico è da egocentrici e svalvolati, la tua ricetta liberatoria qual è?

A volte bisogna avere il coraggio dell’egoismo senza smettere di rispettare il prossimo.

Mezza domanda... A che ora è?

 

A che ora è che cosa, Walter? Posso solo dirti che quest’anno il Pisa book ha un giorno in più, inizia giovedì 7 novembre e termina domenica 10. Io sarò presente allo stand per il firma copie nei pomeriggi di sabato e domenica.

- Patrizia, ti ringrazio per aver risposto alle mie domande, vorresti dire qualcos'altro ai nostri affezionati lettori?

- Leggete tanto, leggete bene. Insegnate ai bambini il piacere della lettura.

- Patrizia Poli che facciamo adesso?

- Boh? Facciamo un altro po' di training?

- Mmm... Dopo questa colazione, non ti andrebbe di fare un giro in vespa?

- Quella con il motore Kawasaki?

- No, l'ho scambiato con quello di una Tesla.

- Siamo già nel futuro?

- Questa cosa mi piace.

Molto bene, amici lettori, piace anche a noi se vi siamo piaciuti, ora io e Patrizia Poli saltiamo in vespa, forse gliela presterò fra un paio di settimane per andare al Pisa Book festival, ma, prima di andare a fare un giro, vi salutiamo e vi aspettiamo. Appena uscirà il suo romanzo – che prestissimo sarà disponibile su Amazon, Ibs, e su tutte le principali librerie on line, oltre che sul sito dell’editore, copertina ancora top secret - accorrete numerosi, non accalcatevi e prendete il numeretto della fantasia all'ingresso, vrooommm.

 

 

 

Mostra altro

Gino Pitaro, "La vita attesa"

24 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni

 

 

 

 

La vita attesa

Gino Pitaro

 

Golem Edizioni, 2018

pp 203

16,50

 

Per descrivere La vita attesa di Gino Pitaro bisogna per forza adoperare l’abusata e logora locuzione: romanzo di formazione. Gianni e Federico hanno studiato insieme e sono stati inseparabili fino alla maturità, dopo la quale si allontanano, percorrendo strade diverse. Gianni è l’incarnazione letteraria dell’autore, con i suoi studi che lo rinchiudono, nonostante alcuni lavori precari – il romanzo è ambientato principalmente a Tropea con un’ottima rappresentazione della Calabria compresa la ‘ndrangheta – in un’intellettuale torre eburnea, mentre Federico, con la sua carriera in polizia, ne è l’alter ego immerso nel mondo e nella Storia con la S maiuscola. Le due esistenze procedono parallele ma a un certo punto convergono in un modo che non possiamo rivelare senza fare spoiler.

Operazione nostalgia anni 90, decennio che ha segnato il passaggio dall’era analogica a quella digitale e dalla prima alla seconda repubblica. In sottofondo ci sono le stragi di mafia, tangentopoli, la prima ondata migratoria ma anche tutte le canzoni che fanno da colonna sonora a un periodo che ci ha traghettato dalle promesse e speranze precedenti (datate 60, 70, 80) alle delusioni attuali. Ci sono ricordi, luoghi, amori che si aprono e si chiudono come cerchi. Il tutto in una lingua molto letteraria, poetica, connotata e non asciutta. L’uso del dialetto è più spiccato nella prima parte, dove pesano le origini dei due protagonisti, ma si fa più rarefatto man mano che la loro esistenza si sprovincializza.

Tutti noi, in un certo senso, attendiamo la vita, quella sognata e desiderata che, per alcuni, resta un miraggio. Federico, il poliziotto, c’è dentro fino al collo mentre Gianni indugia ai margini e, l’unica volta che lo farà, - che si tufferà a pieno in qualcosa - sarà uno sbaglio.

L’azione si snocciola lentamente ma inesorabilmente. Le rette parallele convergono, mescolandosi ai ricordi, a un substrato di pathos, a una nostalgia straziante del come eravamo e chi eravamo. Ciò che siamo stati da bambini, ci dice l’autore, è “la verità più grande”, la nostra essenza, ciò che dovremmo ricordare per spiegare chi siamo adesso. E bisogna restare fedeli a questa verità, nonostante tutto, nonostante l’infanzia non sempre sia “un luogo ideale”.

Un romanzo bello e poetico fin dal titolo, sull’amicizia ma soprattutto sull’innocenza perduta: ”affossarti, negarti una possibilità, anche se questo va contro i miei principi – dice Federico a Gianni – significherebbe anche annegare una parte di me stesso”.

Mostra altro

Due alternativi al Book pride di Genova

20 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #poli patrizia, #eventi, #concorsi

 

 

 

 

Amici lettori del blog che è sempre acceso anche quando la luce è spenta, eccoci ancora con voi per, scusate il gioco di parole, illuminarvi la giornata. Sono la vostra signora dei filtri e sto aspettando, qui a Genova, fuori del Palazzo Ducale, quel bischero di Walter Fest. Mi ha detto "vado a prendere le sigarette e ritorno" e io, più bischera di lui, gli ho creduto, che gli possa cascare il pennello sui piedi, neanche fuma quel pazzo!
Walter finalmente arriva con una carrozza a cavalli.

 

- Ma scusa, Walter, la 500 dov'è?
 

- Patrizia, ho dovuto trovare un mezzo di fortuna, la 500 aveva problemi di assetto, sai com'è, con le nuove normative tutto funziona con la moneta elettronica e, dato che la mia è bella che scarica, ho dovuto optare per questa carrozza cavallina.
 

- Ma tu sai guidare un cavallo?
 

- Io no, ma lui sì.
 

- Lui chi?
 

- Mario.
 

- Il benzinaio?
 

- No, il robot, aspetta che te lo presento... Mario, saluta Patrizia Poli...
 

- Bonjour madame.
 

- Scusami Patrizia, non ho aggiornato il database e parla solo in francese, ti piace?
 

- Ciao Mario. Ah, sul tuo torace c'è scritto Mario- Hal 19000... oioi, non sai un parente di quello là?

 

- Tranquilla, madame, la serie 9000 era difettosa, è stata riparata.

 

- Uhm... Ma, almeno, su questa carrozza abbiamo tutti i confort della 500?
 

- Naturalmente sì, abbiamo anche un tapis roulant e una Jacuzzi.
 

- Walter, non ti avessi mai conosciuto!
 

- Dai, accontentati, Pablo Picasso l'ho portato in Vespa.
 

- L'avrei preferito.
 

Patrizia Poli e Walter Fest salgono a bordo della carrozza e, guidati da Mario il robot, prendono la Via Aurelia per ritornare alla base. Sono stati a Genova in occasione della terza edizione del "Book Pride Genova", fiera dell'editoria indipendente.

All'interno della fiera il Premio Calvino ha presentato un paio di autori new entry e promosso l'incontro, NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME. DISTOPICO, GIALLO E FANTASY NELLA NARRATIVA CONTEMPORANEA, un confronto sulle nuove tendenze che vedono gli autori dedicarsi maggiormente a generi che si allontanano dal realismo. 

Dopo l'incontro si sono intrattenuti con tutti gli interessati alla XXXIII edizione del premio Calvino, che vedrà scadere le iscrizioni il prossimo 28 Ottobre.
 

- Patrizia, come ti è sembrata questa fiera?
 

- Bella e interessante, non è stata hollywoodiana ma appassionatamente italiana verace, mi è piaciuto questo fermento culturale privo di pessimismo. L'ambito letterario, in questo mondo così fashion, appare di nicchia, e invece è una vera fucina di idee e proposte, sopratutto fra i giovanissimi.
 

- Case editrici indipendenti, autori emergenti, secondo te che futuro avranno?
 

- Davide ha sempre vinto contro Golia e poi, finché c'è fantasia, c'è speranza.
 

- Lo ammetto, io dipingo, e conosco poco il Premio Calvino, tu hai avuto l'onore di avere il tuo romanzo L'uomo del sorriso segnalato alla XXVI edizione, potresti dirci quali sono le finalità di questo premio prestigioso?
 

- Walter, la mia esperienza con il premio risale ormai a qualche anno fa, ma devo dire che mi sono trovata bene. Si tratta di un premio a pagamento, è vero, e la tassa di lettura non è leggera ma poi tutto si svolge con la massima serietà. La finalità è quella di scoprire talenti letterari, mettere in luce chi fino a quel momento è rimasto al buio, dar voce a chi non ne ha mai avuta. E' un'ottima piattaforma di lancio. La maggior parte dei finalisti trova una casa editrice. Personalmente, dopo la segnalazione, "per la struggente rivisitazione laica della vicenda di Gesù nella prospettiva di Maria Maddalena", ho avuto qualche contatto, e anche l'onore di essere recensita su L'indice dei libri del mese, poi ho trovato la mia strada con Marchetti, un piccolo e coraggioso  editore di Pisa.

- Patrizia, grazie a queste iniziative si guadagna l'immortalità, mi dispiace per Mario.
 

- Il benzinaio?
 

- No, il robot, questi nostri nuovi amici elettronici non potranno mai godere dell'arte e della cultura in tutte le sue espressività.
 

- Walter, puoi passarmi un panino con la porchetta?
 

- Certo, da bere il solito?
 

- No, vorrei del rum con il latte come William Turner.
 

- Sei pazza? Con la porchetta?
 

- Eh! La colpa è tua e delle tue pessime abitudini. Per esempio, ora dove stiamo andando?
 

- Ci troviamo sulla via Aurelia, direzione Livorno, ma, ora che ci penso, ho un dubbio, forse ho programmato male Mario, aspetta che glielo domando... Mario dove ci stai portando?
 

Mario ora parla in italiano con uno spiccato accento Francese.
 

- A vedere le ville del Palladio.
 

- Ma sono in Veneto.
 

- Patrizia, tranquilla, i cavalli che tirano questa carrozza sono alati e arriveremo fra 10 minuti.
 

- Comincio a sospettare che tu sia un parente del barone di Munchausen!
 

- Veramente non gli somiglio per niente, e poi sono "romano de Roma", tuttalpiù erede del Belli e di Trilussa, ma, in fondo, un uomo qualunque, fortunato a essere nato nel paese artisticamente (e non solo) più ricco del mondo.
 

Amici lettori della signoradeifiltri, Patrizia Poli e Walter Fest, su splendidi cavalli alati, stanno sorvolando per voi le favolose ville del Palladio. Seguiteci con la fantasia, prossima avventura fermata a sorpresa.

Mostra altro

Ciribiribì Kodak

18 Ottobre 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #come eravamo, #televisione

 

I giovani d’oggi non possono capire l’emozione che provavamo noi quando, al ritorno dalle ferie, magari quindici giorni dopo se avevi avuto da fare, finalmente ritiravi la busta che conteneva le fotografie delle vacanze. E balzavi magicamente indietro, ai luoghi e agli istanti che ti eri lasciato alle spalle.

Tiravi fuori ventiquattro stampe se eri in ristrettezze, o trentasei quando volevi abbondare e la meta del viaggio meritava. Certo non sprecavi gli scatti per farti selfie idioti o per immortalare la brioche del bar o il piatto di spaghetti del ristorante. Ogni fotogramma era una scoperta e fissava per sempre un momento irripetibile.

Negli anni settanta, ricordo, venne di moda la Polaroid, che stampava immediatamente ciò che avevi fotografato su pellicole auto sviluppanti. Ci sentivamo moderni a possederla.

Mio padre era uno che amava stare al passo con i tempi e con le novità. A un certo punto in casa comparve un piccolo visore, il View- Master. Ci mettevi dentro degli strani dischetti doppi e le foto apparivano tridimensionali.

E la pellicola su cui stampare era sempre Kodak.

Fino agli anni novanta è girato uno spot con un simpatico alieno dotato di telecinesi che faceva foto ricordo e le voleva impresse rigorosamente su carta Kodak, parlando una lingua tutta sua.

Ciribirbì Kodak, diceva.

Era interpretato da Davide Marotta, attore napoletano affetto da nanismo, famoso per aver lavorato con Fellini e Dario Argento.

Erano anni in cui la fantascienza ancora tirava e gli spot erano girati con lo stesso piglio di film leggendari come Atto di forza (di Paul Verhoeven), senza tanti effetti speciali ma ugualmente evocativi. Bastava una valigetta, lo schermo di un computer, qualche modellino di astronave e sognavi a più non posso.

Mostra altro

METTI UNA SERA ALL'ARCILIUTO FRA PAROLE, COLORI E VINI

15 Ottobre 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #pittura, #musica, #eventi, #poesia

 

 

 

 

Amici lettori del blog più swing del web, eccomi di nuovo con voi per presentarvi un evento romano rivolto a tutti gli appassionati di arte, un appuntamento artistico accompagnato da "parole, colori e vini". E' questo il titolo dell'evento che si svolgerà in Roma, giovedì 17 Ottobre 2019, presso l'Arciliuto di P.zza Di Montecchio, 5.
Nel centro di Roma, all'interno di un prestigioso e storico palazzo, l'arte pittorica di Alessia Fedeli, il live music di Paolo Rainaldi, la poesia dialettale di Diego Mascoma si fonderanno con l'aroma di vini selezionati dalla cantina Gaffino, a cura del sommelier Daniele Graziano, leader di Dgexperience, grazie ad un sospiro di Malvasia, un Tubbo da sogno Merlot, un buon bastardo di Cabernet Sauvignon, tutti insieme accenderanno una bella serata da ottobrata romana.
Sono a bordo della mia 500 stracarica delle opere di Alessia Fedeli e ci stiamo recando all'Arciliuto per l'installazione delle opere. Non potete vedere l'artista perché è completamente ricoperta dalle sue opere, siamo in ritardo per l'inaugurazione, accendo il motore taroccato da Harley electra glide 1200, metto nel lettore cd Eric Clapton e partiamo a razzo.

 

- Alessia, com'è la sensazione di essere immersa nel colore?
 

- E' quello che ho sempre sognato!.. Ma attento alle buche, non vorrei bucare i miei dripping!
 

- Hai il dripping nel cuore, come ti sei avvicinata a questa tecnica?
 

- Dire grazie a Pollock è scontato, diciamo che dipingere sgocciolando il colore a quel modo mi fa sentire me stessa.
 

- Tutta colorata e frizzante?
 

- Sì, in fondo questa rappresentazione simbolica è come tutto quello che ci circonda, la vita è in bianco e nero, è bella solo in foto e al cinema, senza colore che vita sarebbe?
 

- La tua materia è densa e di spessore, vedendo le tue opere viene voglia di toccarle.
 

- Vabbè, toccarle magari no, ma con la fantasia i visitatori possono pure farlo, perché no? Proprio come noi adesso.
 

- Non male come idea, tutti i giorni vestirsi di colori, io mi prendo un Van Gogh e tu?
 

- Io Matisse.
 

- Alessia, ottima scelta, volevo chiederti, ma a questa mostra che andiamo a montare che succederà?
 

- Per rimanere in tema, una baraonda di colore i miei, poi una simpatica caciarata di poesie e storie in dialetto romanesco di Diego Mascoma, una figata di musica di Paolo Rainaldi, fra degustazioni sfiziose di stuzzichini e vini di qualità proposti da Daniele Graziano, insomma, il moderno che si fonderà con l'antico e la tradizione.
 

- Sono preoccupato.
 

- Walter, perché?
 

- Sono tutte cose che ai robot non piaceranno.
 

- E i robot che c'entrano? Mica sono invitati.
 

- Saranno il futuro.
 

- Ma noi rimaniamo umani.
 

- Hai ragione, ai robot un sospiro di Malavasia farà girare i circuiti stampati, a noi farà parlare d'amore per la vita, così come tutti i dialetti d'Italia e le bellezze artistiche del nostro paese.
 

- Walter, ma quando arriviamo?
 

- Alessia, apri gli occhi, siamo già dentro l'Arciliuto, l'atmosfera è piacevole, tutto è pronto, le tue opere, la poesia dialettale, la musica, il buon vino, tutto profuma di arte ci dispiace per i robot ma loro non lo possono capire, noi sì.
 

Amici lettori della signoradeifiltri, l'arte in ogni sua espressività è un qualcosa che fa bene al nostro animo, tutti noi vi salutiamo e vi aspettiamo al prossimo incontro, vi porterò in Liguria e saremo in compagnia di un famoso artista olandese, per ora i robot possono attendere.

Mostra altro