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La Supplente parte seconda: i casi

5 Marzo 2013 , Scritto da Chiara Zanin Con tag #chiara zanin

Se sei Supplente i casi sono due: o sei di prima fascia o sei di terza. La seconda fascia è un non-luogo, o, se si preferisce, un luogo dell'anima; esiste per chi ci crede, nessuno sa chi c'è e come ci si va.

Se sei di prima fascia sei il top di gamma. Non puoi a pieno titolo considerarti "Supplente", perché sei abilitata, ti prendi gli incarichi annuali e puoi sentirti maestra fatta e finita da settembre a giugno. L'estate è un'altra storia, ma fatto sta che Supplente riferito a te è un eufemismo.

Se sei di terza fascia e il tuo lavoro è sospeso al filo del telefono, allora sei dei nostri e andiamo avanti. A questo punto i casi sono due: o ti pigli la supplenza lunga, o tante brevi. Se tante brevi tutto ok, a parte che è più la spesa del viaggio che il guadagno e che a fine mese guardi il conto in banca e sei tentata di portare le bollette da pagare al comune e andare a mangiare alla Caritas. Ma questi son dettagli.

Se prendi la supplenza lunga, ecco i casi: o sostituisci la Maestra Odiata, oppure la Maestra Amata.

Nel primo caso puoi beatamente appoggiare il deretano sugli allori: qualunque cosa tu insegni o non insegni, faccia o dica, sbagli o ometta, sarai sempre migliore dell'Odiata. I bambini ti ameranno, i genitori ti adoreranno, i colleghi ti stenderanno il red carpet.

Se invece capiti nel secondo caso, sarai felice per le prospettive del tuo conto in banca, ma la gioia sarà fuggevole: i bambini ti chiederanno quando torna la loro maestra. Ma non una volta sola. E tu risponderai con il sorriso, ci mancherebbe. Ma non una volta sola. Ogni maledetta volta, ad ogni maledetto bambino, ogni maledetto giorno.

I colleghi coveranno un inconscio e malcelato odio per te: l'usurpatrice di cattedre, l'avvoltoio che si nutre di disgrazie, che vive di altrui lungodegenze. Ma ti sorrideranno, loro. E non ti chiederanno quando torna e come sta, perché lo sanno già; l'Amata la chiamano tutti i giorni. A te chiedono, più garbatamente, "quando finisci la supplenza".

I genitori, vedovi inconsolabili dell'Amata, staranno lì come marines pronti all'assalto, a cogliere ogni tuo battito di ciglia, a scovare incertezze, scivolamenti, pensieri opere e omissioni. E non appena qualcosa succede, e succederà perché le leggi psichiche parlano chiaro, apriti cielo. Meglio sventolare bandiera bianca in via preventiva.

Ma la migliore amica dell' Amata è lei, non si discute: la Collaboratrice Scolastica (vedi bidella, ma non dirglielo perché si offende).La C.S ti si parerà davanti tetra come un nuvolone in agosto, richiamerà all'ordine i pargoli brandendo la scopa, e continuerà per tutta la tua lunga (lunghissima) supplenza, a ribadire ogni due per tre che quando c'era Lei (l'Amata, ca va sans dir) i monelli stavano sempre buoni, i somari erano geni e l'aula era sempre pulita. E i treni partivano in orario. Sempre.

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