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signoradeifiltri.blog (not only book reviews)

LO SPORT PIU' BELLO DEL MONDO...TIRANDO CALCI AD UN PALLONE SONORO

3 Giugno 2019 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #sport

 

 

Questa non è solo la mia opinione, ma è arcinoto e condiviso a livello planetario che il gioco del calcio sia lo sport più amato e popolare da sempre. Secondo me, la ragione risiede nel fatto che, correndo e tirando calci a un pallone, nell'inconscio di ognuno si ritorna bambini, quindi felici, felicemente liberi da ogni pensiero negativo.
Questo sport, idealmente, va di pari passo con la bicicletta, altro oggetto di culto che non passa mai di moda, anzi, in questo periodo storico anti smog, la due ruote a pedali risulta un vero mezzo di locomozione alternativo. Pertanto sono due giochi, il calcio e la bici, ancora facili, semplici da praticare, naturali e non tecnologici. 
A livello agonistico, la differenza di audience è ampia e giustificata dall'enorme attenzione prestata dai media. Il football, per passione e coinvolgimento delle genti, va oltre l'immaginario, chi non ricorda, direttamente o indirettamente, attraverso i racconti dei nonni e dei padri, i pomeriggi domenicali con l'orecchio incollato alla radiolina, seguendo Tutto il calcio minuto per minuto?... Nicolò Carosio, Sandro Ciotti, Nando Martellini... "Scusa Ameri, scusa Ameri...", voci storiche e appassionate, grazie alle quali, via radio, era come sentirsi, anche se a distanza di migliaia di Km, dentro lo stadio.

Non vedere ma ugualmente, via etere, sognare di sentirsi protagonisti, non vedere ma vivere di passioni, non vedere ma gioire o soffrire con il cuore a mille... non vedere... ma, ascoltando le cronache radiofoniche, sentirsi parte di una comunità pulsante di emozioni, le stesse emozioni che può provare un non vedente riuscendo anch'egli a praticare lo sport più bello del mondo.

A livello mondiale, tutto il movimento sportivo per portatori di handicap ha fatto passi da gigante e sta avendo una popolare cassa di risonanza proprio per il fatto che l'insieme di tutte le discipline sportive, a livello agonistico o amatoriale, risulta essere di grande beneficio per le condizioni di vita, tanto è vero che, ogni quattro anni, le paraolimpiadi sono diventate un importante appuntamento per milioni di appassionati a ogni latitudine.

Tornando al gioco del calcio, esso viene praticato dai non vedenti a campo ridotto, indossando, oltre la tradizionale divisa - maglia, pantaloncini e calzettoni - una mascherina sul volto, per impedire che si possano vedere anche sole ombre che segnalino posizioni tattiche. Il pallone è dotato, nel suo interno, di campanellini acustici che, nei movimenti, facilitano l'individuazione della sfera. Grazie a una maggiore sensibilità acustica e sensoriale, anche un atleta non vedente può sentirsi come Totti, Maradona o Leo Messi.
Fra pochi mesi a Roma, dal 15 al 24 settembre 2019, si svolgeranno, organizzati dalla FISPIC, federazione italiana sport paraolimpica per ipovedenti e ciechi, presso il centro federale di via delle Tre fontane, i campionati Europei B1 di calcio a 5, validi come qualificazioni - con accesso diretto per le prime due squadre classificate-  alle prossime paraolimpiadi a Tokio 2020. A Roma parteciperanno 10 squadre europee pronte a combattersi per staccare il biglietto d'ingresso alla manifestazione nipponica a cinque cerchi, e a Tokio, il prossimo anno, il calcio, lo sport più bello del mondo, insieme a tutte le altre discipline, farà gioire all'unisono milioni di cuori.

Amici lettori della signoradeifiltri, il blog che apre le sue pagine all'amore per la vita aspetterà in trepida attesa quel momento insieme a voi.

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L'oroscopo cinematografico di Giugno

2 Giugno 2019 , Scritto da Loredana Galiano Con tag #loredana galiano, #astrologia, #cinema, #walter fest, #pittura

Disegno di Walter Fest

Disegno di Walter Fest

 

Il mantra di questo mese estivo è “Live, Love, Travel . Ebbene sì… con l’entrata del Sole nel segno del Cancro accogliamo l’estate con grande voglia di vivere, amare e viaggiare, ma anche di abbracciare il partner, l’amico del cuore, di leggere una romanzo, di ascoltare musica e di fare lunghe camminate sul bagnasciuga. E alla sera? Un bel film al cinema!

 

ARIETE: 21/3 - 20/4:  più valore alla famiglia

Siete più portati all’azione che a un ideale. Sapete bruciare in fretta le esperienze vissute e quelle dimenticate, ma in questo periodo ritornate sui vostri passi e rivedete il film della vostra vita. Marte, Mercurio e Sole in Cancro vi faranno riflettere fidandovi di più della vostra famiglia e meno dei vostri impulsi, mettendo in discussione abitudini e ritmi,  facendo i conti con l’eredità affettiva del passato. Imparate ad arrendervi ai sentimenti senza tentare di pilotarli, mettendo in conto conflitti e ferite del cuore.

Il film da vedere: “Il sole a mezzanotte

 

TORO:  21/4 – 20/5:  l’obiettivo è la tua forza

Siete supportati da un intuito emotivo, da una ragione solida e concreta e da una controllata gelosia in amore. Urano è la vostra spinta incontrollabile, ora la routine comincia a starvi stretta rispetto al bisogno di spazio. Un’uscita dal vostro orticello vi fa apprezzare la quotidianità, fatta non solo di immobili e gestione del denaro, ma anche di affetti e piacevoli abitudini, di dialoghi fra amici, di sani confronti fra colleghi.

Il film da vedere: “Maria Maddalena”.

 

GEMELLI: 21/5 – 21/6:  un viaggio vi aiuta a ritrovarvi

Sembra che il vostro passato abbia molto da insegnarvi, i vostri blocchi ora si sciolgono con la comunicazione e lo scambio nella vostra casa. Seguite il vostro primo impulso, la vostra mente, ma anche il vostro cuore, privilegiando la complicità e la fratellanza di parenti e amici. Ciò che imparate ora vi torna utile, cambiando punti di vista. Brio e flirt colorano le vostre giornate, allentando tensioni e insoddisfazioni.

Il film da vedere: “Hannah”.

 

CANCRO:  22/6 – 22/7:  la svolta è nel vostro inconscio

Un tuffo nel passato e nel vostro inconscio vi permette di chiarire alcune tematiche familiari in sospeso che vi fanno male. Rivangare il passato e soffrirne vi imbarazza non poco, creandovi turbamenti e malinconia, magari lavorate sulla telepatia e sul linguaggio dei gesti, ma soprattutto ascoltate il vostro intuito e la vostra pancia cosa vi suggeriscono. L’essenziale è non perdersi, anche se vi sembra di scivolare negli abissi più profondi.

Il film da vedere: “Una festa esagerata”.

 

LEONE:  23/7 -  23/8:  la vostra creatività vi fa da specchio

Volete delle svolte e sicuramente Urano ve le propone, ma non come le desiderate, perché per svoltare dovete avere le idee chiare. Colorate un quadro, dipingete una parete, fate tesoro della vostra creatività e magari viene fuori qualcosa di grande, che ha bisogno solo di essere notata da tutti. I vostri fan vi stimano e la vostra immagine interiore si rafforza.

Il film da vedere: “Lady Bird”.

 

VERGINE:  24/8 – 22/9:  il lavoro vi trasforma

Saturno e Plutone, Urano e lo stellium in Cancro nella vostra terza casa solare sono una grossa manna dal cielo che vi rende molto attivi e concreti nel lavoro e nel vostro impegno quotidiano. A parte qualche nota stonata, come Nettuno o Giove che vi infondono incertezze, voi cercate di mantenere un certo controllo sulla vostra realtà quotidiana e sui dettagli. Rigore e disciplina  non vi mancano, sapete formulare progetti ragionevoli senza dover lavorare da soli ma sapete che in equipe voi fruttate il doppio.

Il film da vedere: “Bob & Marys”.

 

BILANCIA:  23/9 -  22/10:  scommettete sull’amore

Con una bella Venere in Gemelli avete solo voglia di amare e di divertirvi, realizzando i vostri progetti sentimentali, circondarvi di cose belle ed esperienze gratificanti. Si chiarisce la natura delle vostre emozioni, dando ali alla vostra comunicazione mentale. La vostra autostima migliora dando il giusto peso all’amore senza perdere la testa o tirarvi indietro per paura.

Il film da vedere: “Contromano”.

 

SCORPIONE:   23/10 – 22/11:  il vostro è sempre un intuito formidabile

Lo stellium di pianeti nel segno amico del Cancro vi permette di affinare le vostre antenne, di captare onde sparse per l’Universo, di intuire eventuali conflitti, ma soprattutto di affinare la vostra sensibilità, rendendovi percettivi verso i segnali del vostro ambiente e le intenzioni segrete degli altri. Insomma, come dei radar, siete molto attivi e sensitibili a ciò che vi succederà senza leggere il vostro oroscopo.

Il film da vedere: “La ragazza nella nebbia”.

 

SAGITTARIO:  23/11 – 21/12:   l’ottimismo è il profumo della vita

Giove vi regala ormai, da qualche mese, quel benessere ingenuo e godereccio, che vi fa godere dei vostri momenti senza pensare a cosa potrà succedere se qualcosa va storto e senza mettere in conto qualche delusione. Voi non vi preoccupate più di tanto, perché siete fiduciosi e ottimisti, sapete come tirarvi fuori con grande euforia e facilità, nonostante Venere si mostri dispettosa e poco ingenua.

Il film da vedere: “Nome di Donna”.

 

CAPRICORNO:  22/12 – 20/1:  puntate sull’essere e non sull’avere

E’ vero che Saturno e Plutone vi invitano al loro banchetto succulento di progetti e programmi quinquennali, ma è anche vero che non bisogna puntare solo sull’avere, ma  valutare anche che per avere bisogna prima essere. E’ vero che Urano cambia le carte in tavola, ma in questo periodo è essenziale rivedere il vostro rapporto con gli altri, i vostri soci, il vostro partner e mettere le loro esigenze al primo posto.

Il film da vedere: “Figlia mia”.

 

AQUARIO:  21/1 – 19/2:  vi accompagna la vostra vita interiore

Urano dispettoso potrebbe rendervi imprevedibili, cogliendovi impreparati senza darvi tempo e spazio per reagire. Ma non vi toglie la possibilità di percepire segnali e ascoltarli per cercare confronto e complicità, facendo emergere le vostre risorse interiori e la vostra intelligenza, sfruttando il periodo di cambiamento forse ostile ma costruttivo.

Il film da vedere: “Chiamami col tuo nome”.

 

PESCI:  20/2 – 20/3:  dal silenzio vien la luce

Il nuovo irrompe nella vostra vita, Mercurio, Sole e Marte, vi aiutano a fare spazio nella vostra mente con grandi novità, nuove collaborazioni e nuove energie. Non vi fate prendere inutilmente da un’ansia, soprattutto mentale, perché non serve se non a migliorare voi stessi e i vostri progetti di vita. Coltivate il silenzio e il vostro maestro interiore vi racconta chi siete.

Il film da vedere: “Il filo nascosto”.

 

 

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La Camera del Supplizio

2 Giugno 2019 , Scritto da Umberto Bieco Con tag #umberto bieco, #racconto, #fantascienza

 

 

 

 

Fu malamente depositato su un freddo e scomodo sgabello in una stanza neutra, algida, clinica – circondato da Guardie Imperiali e da un funzionario di cui si intravedevano solo gli occhi, il resto del volto era occultato da una mascherina medicale e la fronte chiusa da una cuffia che circuiva la testa. Era a pois.

«Salve!» gli disse il funzionario. «Benvenuto nella Sala del Supplizio!».

Crispin immaginava stesse sorridendo, entusiasta e gioviale, sotto alla mascherina, ma non poteva esserne certo. Di certo era evidente che gli piacesse il suo lavoro. Qualunque esso fosse.

Un urlo quasi squarciò la parete, da una stanza a fianco.

«Non si preoccupi, è solo il mio collega impegnato con un altro 'paziente'» lo rassicurò, poi fece una pausa, finalmente lo guardò e con voce confidenziale gli chiese: «Allora come ci sentiamo oggi? Non c'è niente di meglio che un 'paziente' in forma per trarre soddisfazione dal proprio lavoro. Probabilmente avrà avuto l'impressione che io sia un dottore. Ma non è proprio così. Vede... possiamo darci del tu? Vedi, in realtà io sono, diciamo, l'esatto contrario di un dottore» e mentre offriva questa autodefinizione professionale, armeggiava con strumenti tintinnanti e affilati, con rotelle che sembravano in grado di tagliare facilmente, non so, per esempio anche della pelle, e altri che potevano essere, non so, trinciacapre, sgozzacammelli o strozzapapere. Museruole a forma di faccia, pinze, schiaccianoci inquietanti, spremiagrumi luccicanti. La pinza, notava mettendola maggiormente a fuoco, aveva a dire il vero qualcosa di scuro, scuro ma tendente al rossastro. Forse ruggine?

Crispin era confuso, e, ammettiamolo, anche un po' allarmato. Gli pulsava terribilmente la testa, e respirava in modo vagamente asmatico.

«Allora, piccolo Crispin?»

«Piccolo?»

«Non sei il figlio di Pyotr?»

«Sì, ma sono adulto.»

«Va bene. Non perdiamoci in pignolerie. Allora, adulto Crispin,» e fece una pausa riempita da un lungo respiro «ti devo chiedere di essere molto gentile con me. Sai, ho avuto una giornata difficile. Vorrei mi venissi incontro.»

«Non posso. Sono legato.»

Il Non Dottore accolse l'obiezione chiudendo gli occhi, assorbendo il fastidio e l'impazienza causati dall'acuta obiezione.

«Crispin. Non intendevo in senso fisico. Non interrompermi. Dicevo. Sii gentile. E non interrompermi. Perché ho avuto UNA GIORNATA PIUTTOSTO DIFFICILE» e pronunciò l'ultima frase in un crescendo vocale, alzando il volume e la presenza, e la larghezza, e la pesantezza della voce fino a raggiungere un grido rauco nelle ultime sillabe. Crispin deglutì con gli occhi sbarrati. Non osava batter ciglio. Ora si sentiva bagnato in faccia. Ok. Stava sudando. O forse aveva iniziato a piangere. Non si sentiva particolarmente lucido. Ma, lucidamente, sperava di non bagnarsi anche altrove. Il Non Dottore fece un altro respiro complicato e, gli parve tornò a sorridere.

«Sai, il tuo amico? Come si chiama, Santo Adolf? Beh, gli ho fatto delle domande. E proprio non vuole rispondere. Non lo trovi sgarbato? Non lo trovi poco educato? Io sì. E quindi abbiamo dovuto fargli qualche trattamento, sai, qualche trattamento per sciogliergli la lingua, perché, abbiamo pensato, forse ha solo il muscolo della lingua un po' indolenzito, un po' bloccato, e dobbiamo aiutarlo» si fermò e guardò il pavimento pensoso, annuendo.

«E quindi, abbiamo proceduto. Hai sentito l'urlo di poco fa? Probabilmente era il mio assistente che finiva di aiutarlo». Percepì la mascherina frusciare come se fosse stata increspata dall'interno. Un sorriso più largo, pensò il piccolo Crispin.

«E ora tocca a te». Gli mise le mani sulle spalle sporgendosi su di lui.

«Crispin. Non fare il difficile. Perché ho avuto una giornata difficile. Quindi non mettermi in difficoltà. Crispin. Dov'è Pyotr?»

Crispin deglutì di nuovo.

«Non lo so?»

«Crispin. Allora sei un po' stronzo. Ok? Un po' stronzo. Chi meglio del figlio può sapere l'ubicazione del padre?»

«Il Ministero delle Tasse?»

Il Nondottore sembrò colpito. Si girò verso un assistente. «Tu, chiedi informazioni al Ministero delle Tasse, non si sa mai» e quello scattò fuori dalla stanza.

«Intanto, noi continuiamo, caro Crispin. Crispin. Non mi sembri molto intenzionato a collaborare – hm? La verità è che non vuoi rispondere. Puoi ammetterlo. Non cambia nulla.»

«Ma no, è proprio che... Insomma, non ho...»

Come capita spesso nelle conversazioni stereotipate, l'interrogatore spense la risposta con un gesto della mano.

«Non importa, non importa – non mi interessa. Io credo che tu abbia bisogno di aiuto».

Schioccò le dita. Il prigioniero venne prelevato con l'usuale grazia imperiale, sbattuto su una sorta di poltrona dura e spigolosa, i polsi fermati da strisce di metallo fuoriuscite automaticamente dai braccioli. Una cintura toracica della stessa materia lo strinse allo schienale. Altre costrizioni fisiche gli legarono le gambe e la vita. Una sorta di passerella gli fu infilata sotto il mento e si chiuse sulla nuca.

«Crispin. Caro Crispin» ricominciò il Nondottore, camminando avanti e indietro per la stanza. «Ti abbiamo studiato. Ti abbiamo osservato. Analizzato. Ti abbiamo compreso. Non c'è nulla di te che ci sfugge. Sappiamo le tue inclinazioni. Le tue reazioni. Conosciamo le tue paure»

Si fermò a guardarlo. «Benvenuto nella Sala del Supplizio».

Una sorta di condotto trasparente gli fu applicato e forzato sulla faccia.

«Crispin, dov'è Pyotr?». Il condotto fu agganciato alla passerella.

Crispin era ipnotizzato da quelle manovre, e osservava il tutto come se fosse fuori da sé stesso, e sé stesso fosse qualcun altro.

«Crispin, dov'è Pyotr?»

«Beh... io... non lo so...» si sentì balbettare.

«Non è la risposta che voglio sentire.»

L'altra estremità del condotto fu agganciato ad una nicchia sulla parete, chiuso da un doppio sportello.

«Crispin, puoi ancora salvarti, se mi dici dov'è Pyotr».

Cominciò a sentire grattare dietro quello sportello. Cominciò a sentire strani versi non umani.

«Lo sai cosa c'è là dietro, Crispin?» fece una pausa.

«C'è il tuo peggiore incubo. Che ti strapperà la faccia. Ti scalzerà i bulbi oculari. Ti scaverà le orbite. Dov'è Pyotr, Crispin?»

Ma egli era imbambolato, raggelato, pietrificato, privo di risposte e di vie di fuga.

«Crispin. Ora voglio sentirti urlare. Urlare può far bene. Hai avuto la tua chance»

Fece un cenno ad un sottoposto in grembiule medicale. Il sottoposto agì su un interruttore.

L'interruttore agì sul doppio sportello. Si alzò il primo. Dietro c'era il secondo, diviso in due metà metalliche.

«E così sia» disse il Nondottore.

Le due metà spalancarono all'improvviso la nicchia spostandosi subitaneamente di lato.

Ne seguì un frullare di orde di zampe, un luccicare di piccole, ma acuminate, micidiali zanne, una rincorsa di esseri nervosi e affamati che si lanciavano verso un potenziale, succulento pasto a placare la loro feroce fame divorante. Si calpestavano e intrecciavano correndo follemente lungo il condotto trasparente, verso la faccia di Crispin.

Sempre più vicine alla faccia di Crispin.

Vicine alla faccia di Crispin.

Sulla faccia di Crispin.

«Timbuctù, Antanarive, Kuala Lumpur!» urlava Crispin a occhi serrati, vedendo la propria faccia che cominciava a staccarsi a pezzi, scampoli e veli di carne sotto l'assalto delle bestie, percependo l'umido del sangue scorrergli addosso.

Ma lo vedeva solo nella propria testa. E quell'umido...

Lo stavano leccando. Non lo stavano sbranando. Non gli stavano scavando gallerie in faccia, nei bulbi oculari, nel naso, nella bocca, nella gola. Lo stavano leccando.

Aprì gli occhi, e si mise a ridere sconnessamente.

«Ma che diamine...» imprecò il Nondottore stupefatto, attonito, confuso e deluso.

Erano gli Animaletti. I suoi amici Animaletti. Avevano ritrovato l'amico che li nutriva a casa.

Sembrava indelicato accingersi a divorargli la faccia.

 

Continua...

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Riccardo Bassi, "Sognando Bologna"

1 Giugno 2019 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poili patrizia, #recensioni, #luoghi da conoscere

 

 

 

 

Sognando Bologna

Riccardo Bassi

Gilgamesh Edizioni, 2019

 

Scritto in un italiano con alcune sviste non corrette, Sognando Bologna, di Riccardo Bassi, è una storia squinternata. Kevin, un giovanotto come ce ne sono tanti, belloccio al punto giusto e tutto moto e palestra, finisce in un intrigo spionistico che contempla contesse, turchi, anelli, pistole, lettere e personaggi inquietanti e fumettistici a bordo di macchine dai vetri oscurati.

Quello che più sembra interessargli è, però, l’amore, o meglio l’attenzione, di tre ragazze abbastanza intercambiabili fra loro. S’imbatte continuamente nell’una o nell’altra, sempre al momento sbagliato, in un balletto, volutamente immagino, improbabile che ci ricorda l’ingresso degli attori sul palcoscenico in certe commedie degli equivoci. Finirà, non sveliamo il motivo, per rimanere solo, cosa che, pensiamo, è ciò che in realtà ha sempre desiderato.

Molto più interessante la cornice, data da una Bologna multietnica e crepuscolare, accompagnata dalle note delle canzoni di Dalla e Carboni. E più avvincente, anche se non parrebbe, la vita normale del protagonista: il lavoro, le sedute in palestra, il momento magico del giro in moto sui colli al tramonto, la caccia serale a qualche ragazza, le chiacchiere col turco Hasan. I personaggi anonimi e normali che lo circondano – donne, amici, preti, colleghi - che tutti noi potremmo incontrare per strada, riveleranno alla fine un aspetto distorto, frutto di una realtà deformante come uno specchio. L’unico a rimanere quello che è, sarà proprio Kevin, il quale, liberatosi di tutte le maschere che lo attorniano, resterà solo con la sua Bologna da sognare e la sua vita di nuovo noiosa ma aperta a tutte le possibilità.

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