Nassim Nicholas Taleb, "Antifragile"
14 Gennaio 2022 , Scritto da Altea Con tag #altea, #recensioni
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Antifragile
Nassim Nicholas Taleb
Il Saggiatore, 2013
Antifragile è ciò che guadagna dalla volatilità e dal caos. Mentre il robusto resiste agli urti ma non cambia mai, e il fragile, al minimo cambiamento, soccombe, l'antifragile migliora. Come? In diversi modi, ovviamente, dato che questo aggettivo si può adattare a diversi sistemi. Uno è l'organismo umano con la sua adattabilità a condizioni anche alquanto estreme e a cui passare dal solleone alla neve, da un'abbuffata domenicale ad un bel digiuno, non nuoce, anzi, stimola il metabolismo. Anche le società possono essere Antifragili. Una collettività che, faccio due esempi assurdi, da una crisi economica o da una pandemia, trasformasse il problema in una opportunità per rivedere le modalità di lavoro e trasporti, la socialità, il modello di sviluppo o di sanità pubblica in senso più umano, equo ed ecologico sarebbe Antifragile. La stessa società che, per dire, fronteggiasse i medesimi imprevisti irrigidendosi in milioni di regole spesso contraddittorie, coartandosi in una comunicazione terroristica, puntando la risoluzione su un unico fattore non efficace al 100%, e fomentando le divisioni sociali, sarebbe estremamente fragile, con le conseguenze immaginabili. Taleb a volte in maniera condivisibile, a volte con opinioni davvero fuori da ogni convenzione, ci illustra i punti di fragilità del mondo in cui viviamo: medicina, economia, politica, scuola. Non è importante essere d'accordo o meno con lui, è importante a mio avviso cogliere lo spirito di chi offre un punto di vista alternativo, non polarizzato nelle solita dicotomia da etichetta che sa di già visto o già sentito. Un libro, come il precedente Il cigno nero, che mette ottimismo, perché ci invita a danzare nel caos, a capire che non tutte le regole vanno rispettare per il bene collettivo, che pensare di avere il controllo non è mai una cosa troppo buona. Uno dei meravigliosi messaggi che si coglie tra le righe è proprio quello di accogliere l'imprevisto nella nostra vita, benedirlo, perché quello è la vita, non l'ordine fittizio che noi esseri umani abbiamo di classificare le cose per fare finta di capirle. Taleb ci ricorda che l'antifragile in noi è proprio ciò che viene dal profondo: la cultura per ciò che amiamo, avere opinioni coerenti con noi e non con i nostri interessi, il lavoro artigianale, l'accettazione del fatto che non tutto può essere compreso, ma deve sempre essere vissuto. Tutto ciò che resiste al tempo, insomma, come i grandi classici della letteratura, il buon vino e il buon senso della nonna. Dopo avere finito questo saggio viene semplicemente voglia di lasciarsi andare al caso, correre un rischio, sperimentare una forma qualsiasi di ristrettezza, perché, come ci insegnano i maestri spirituali, quello che ti spezza non è cadere in sé, ma l'urto con il terreno, duro e rigido come certe convenzioni dure a morire.
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