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Giri /Hagj, la serie.

7 Maggio 2021 , Scritto da Altea Con tag #altea, #recensioni, #televisione

 

 

 

 

Giri/Haji significa Dovere/Vergogna. È una serie mi pare poco nota ed è davvero un peccato perché merita tanto. Esiste solo una stagione, la seconda è stata cancellata, ma ciò non costituisce un problema visto che a restare irrisolti sono dei piccoli dettagli di alcun peso sulla trama. La storia inizia in Giappone con il detective Kenzo Mori che scopre che il fratello, ritenuto morto da un anno, è in realtà vivo e molto attivo come gangster della yakuza a Londra: a lui viene imputato l'omicidio del nipote del suo ex boss. Mori si reca nella metropoli sotto copertura come studente di criminologia ma la sua docente capisce che qualcosa non va e le loro vite si intrecciano insieme a quelle di un ragazzo sbandato e della figlia di Mori stesso. A parte l'intreccio e gli attori giapponesi uno più manzo dell'altro, che se non era tornato il Covid a Tokio mi ero già fatta il biglietto ed ero partita piantando tutto, a parte queste cose, dicevo, ho trovato questa serie davvero sopra la media sia per i temi trattati che per la regia, la colonna sonora e alcune scene davvero incredibili. Si esplorano i rapporti familiari, la sessualità, il nostro bisogno di connetterci con gli altri, il destino, le cui onde si propagano da azioni di cui nemmeno ci accorgiamo, tanto sono insignificanti, e quanto le apparenze siano ingannevoli. Nella prima metà della serie i personaggi ci vengono presentati in un modo tale per cui noi, automaticamente, assegniamo loro un ruolo e dei connotati. Dalla 5a puntata, tramite flashback, scopriamo che le nostre idee erano state troppo frettolose: il cinismo a volte è un'armatura per non farsi spezzare dal dolore per una perdita, presunte vittime sono in realtà meschine vendicatrici, i cattivi hanno agito per amore e i buoni hanno lastricato la proverbiale strada infernale con buone intenzioni (e qualche omicidio). La nostra simpatia va a tutti, umanissimi, fragili, imperfetti, divertenti, amari, deludenti. La nostra meraviglia va alla scena dell'ultimo episodio con le musiche di Ólafur Arnalds che non posso svelare perché completamente imprevedibile, un piccolo pezzo di arte incastonato in una serie televisiva davvero originale e intensa.

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