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L'inganno del primo dell'anno

1 Gennaio 2020 , Scritto da Costantino Delfo Con tag #costantino delfo, #racconto

 

 

 

 

Aveva settant’anni, ma era ancora un giocherellone. Sua madre aveva cercato il suo nome guardando le stelle in una notte chiara, e aveva deciso per Castore, la stella più splendente. Abbaglio o inganno, Castore non fu così splendente, ma anzi proprio brutto, fin da ragazzino. Era piccolo ed esile come un fuscello ed era difficile dire quale dei singoli attributi del suo viso meritasse la sufficienza: gli occhi erano piccoli e neri come le pelose sopracciglia, il naso sporgeva grosso e adunco. Forse la bocca dalle grandi labbra o i capelli corvini tutti ricci meritavano la sufficienza, ma in un migliore contesto corporale. Di professione faceva il calzolaio: bravo ad aggiustare, lucidare e colorare scarpe, aveva la sua clientela e in città era conosciuto.

Nonostante l’età smanettava sullo smartphone e aveva più di mille amici su Facebook: con tanti chattava e scambiava opinioni, like e aneddoti. Soffriva di cuore e anche i polmoni non erano tanto in salute, ma non era ancora così mal ridotto da cedere alla paura della morte. Dunque, avvicinandosi l’età matura per morire, non era detto che quel termine così vicino dovesse per forza essere imminente, ma l'incertezza di quando, dove e come sarebbe morto gli impediva di vivere serenamente. “Si può morire da un momento all'altro, ma chi è vecchio e malato sa che tra un anno o dieci, forse anche fra un solo mese o un giorno, non ci sarà più. Potrei morire anche adesso se mi venisse un colpo” pensava.

Per il dove e come si era creato delle certezze: “Morirò nel mio letto a causa di un colpo al cuore o di una crisi di respiro” mugugnava. Era il quando che più lo turbava e così, poco a poco, cominciò a delineare un profilo della situazione alla sua morte: senza famiglia, solo al mondo, nessuno l'avrebbe pianto.

Si inventò allora uno stratagemma per eludere l’ora della sua morte e, forse, anche farsi piangere… ogni anno, al primo giorno di gennaio, prese a pubblicare sul diario di Facebook il proprio necrologio: Oggi è venuto a mancare all’affetto dei propri cari... , con tanto di croce nera e fotografia. Molti furono i ‘RIP’ e i commenti commemorativi alla sua anima, ma dopo un giorno o due Castore smentiva l’accaduto e tornava in vita. Durò così per anni, e, anche se molti amici non lo piansero più, altri se ne aggiunsero commossi, così Castore scordò ogni malinconia di morte.

Quell’anno il suo necrologio non fu più cancellato. Gli emoticon con le faccine tristi fioccarono, forse qualcuno lo pianse. Castore era riuscito ad ingannare il giorno e l’ora della sua morte.

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