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Reminiscing

8 Maggio 2019 , Scritto da Umberto Bieco Con tag #umberto bieco, #racconto, #recensione

 

 

 

 

Deia era in grado di comprendere Crispin. Sapeva cosa significava aggrapparsi a speranze immaginarie. Ed era stata sufficientemente fortunata da poter sperimentare il sollievo del vedere e percepire quella speranza immaginaria assumere concretezza reale. Babbo l'aveva difesa quel giorno: era apparso nell'orfanotrofio in costume per festeggiare il Natale e rallegrare i ragazzini. E non sparì. Tornava. Tornava regolarmente a trovarla e portarle dolciumi, videolibri, film intracerebrali - e attenzione. Ma non poteva adottarla. Non erano contemplate adozioni per scapoli. E lui era un partito orrido che non aveva attratto alcuna potenziale signora Naziale, e/o lui stesso non sembrava propenso a dedicare parte della propria vita a una donna. Voleva il proprio appartamento tutto per sé. Poter lasciare calzini sporchi in ogni stanza, sistematicamente, come simbolo/vessilli di libertà. Inoltre era pecuniariamente poco abbiente. Ma si configurò comunque come una presenza che lei poteva investire di un affetto vero e, a suo modo, ricambiato. Quella stessa presenza regolare indusse i vari monelli privi di famiglia ad avere più rispetto per lei, per quanto non di rado accompagnato da rodenti invidia e gelosia – giacché lei aveva, in parte, ciò che loro speravano solamente. Aveva sconfitto quindi l'introversione autistica, e le sue capacità empatiche erano fiorite ulteriormente. Sentiva, percepiva, capiva.

Crescendo, il loro rapporto maturava, e le comunicazioni si approfondivano, nozioni trapelavano.

Emergeva che Babbo era coinvolto con i Ribelli. E Deia aveva certo le sue profonde motivazioni per apprezzare quell'appartenenza. Rabbia impotente la scuoteva quando pensava all'Impero e a come la CSK fosse compenetrata con esso – a come fosse corresponsabile del Principio Fondante Inoculare, elemento imprescindibile di Civiltà: e a come essa fosse colpevole di aver ucciso i suoi quattordici compagni di giochi, tra cui il piccolo Saro, di cui lei si prendeva cura, di cui era particolarmente amica, a cui era specialmente legata. Il fatto di non averlo protetto dalla CSK faceva sì che lei stessa, nei suoi pensieri, fosse in qualche modo colpevole. Era quindi stata costretta a fare qualcosa. L'acronimo della CSK, dove abitava, era stato ritradotto in Cosmic Serial Killers.

Scoprì di avere anche lei un Potere, con lo svilupparsi della sua femminilità. Concepì quindi come metterlo al servizio della Causa. Si iscrisse alle eliminatorie regionali per diventare Miss Vaccino. Vinse diverse selezioni. Fu adocchiata da Orrido Porchinstein. E il resto fu trasmesso in diretta galattica su tutti i pianeti del circondario.

Molti abitanti della galassia sentirono pungolati, o confermati, i dubbi che nutrivano sul Sistema – ma che fino ad allora non avevano osato menzionare in pubblico, per timore delle ritorsioni.

Lo scontento si diffondeva, come un nuovo tipo di contagio.

 

Continua...

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