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Arte al bar: GIAN LORENZO BERNINI "David"

28 Novembre 2018 , Scritto da Walter Fest Con tag #walter fest, #arte, #arte al bar

"David" di Gian Lorenzo Bernini e l'omaggio di Walter Fest"David" di Gian Lorenzo Bernini e l'omaggio di Walter Fest

"David" di Gian Lorenzo Bernini e l'omaggio di Walter Fest

 

 

 

Amici lettori della signoradeifiltri, bentornati per questa nuova puntata dedicata all'arte.
A quanto pare, finita la pioggia, ora ci aspetta il freddo e noi passeremo dalle bibite fredde al cioccolato caldo, un po' di dolcezza ci piace, ci fa ritornare bambini, e bambino vuol dire non pensare e non aver paura dei pericoli, vuol dire essere scavezzacolli e, sopratutto, sappiamo che i più giovani non amano dare ascolto ai consigli dei più grandi. Però da giovani molte volte si sbaglia, qualche volta ci si azzecca proprio perché l'audacia giovanile ti porta a rischiare senza riflettere, arrivando dove altri più razionali esitano, chissà, forse per il noto David contro il gigante Golia è stata la stessa cosa.

 

- E allora? (Gianni.)
 

- E allora va a finire che il giovane David ha sconfitto Golia senza la spada ma con una bella sassata, scagliata dalla sua fionda sulla testa del gigante.
 

- Parliamo dei tempi antichi, magari adesso si facessero le guerre con la mazzafionda! (Michele il tappezziere.)
 

- Lo so io quello che ci vorrebbe per risolvere le guerre... una bella partita a scopetta o a briscola! (Don Alfonso.)


- Ma no! Ognuno a casa sua, si lavora, ci si diverte e gli scambi commerciali si fanno in natura senza soldi, io do il petrolio a te e tu dai l'acqua a me, io ti do i pomodori e tu mi dai lo Champagne, io ti faccio fotografare il Colosseo e tu mi dai un po' di grano. (Mimmo il giornalista.)
 

- Ma come? Hai detto senza soldi! (Tonino il tassista.)


- Ma no! il grano che si mangia, eh!... Va bene, allora com'è andata la storia di David con la caramella Golia? (Mimmo.)


- E' finita che Gian Lorenzo Bernini realizzò una bellissima scultura, dove il ragazzo scapigliato è pronto nel lancio della pietra fatale, i suoi muscoli sono tesi ma non impauriti, le guance trattengono il fiato, lo sguardo infuriato non ammette nessuna pausa, è l'azione che sta per avvenire come il gancio improvviso e fulmineo del pugile sul ring. Golia, centrato in pieno, cade a terra come un sacco di patate, il ragazzino ha sconfitto il gigante che adesso non ride più.
 

- Dalla faccia il ragazzo sembra molto incazzato. (Gianni il barista.)
 

- Sì, certo, anche perché Golia lo aveva provocato di brutto, erano 40 giorni che cercava uno sfidante che non si mostrava per paura. Eh già, provateci voi a farvi menare da un colosso tutta forza e violenza, infatti Golia urlava per la vallata la sua prepotenza e, quando gli apparve il giovane David, lo prese in giro ridicolizzandolo senza però fare i conti con il coraggio e la sfrontatezza del ragazzo, che rifiutò spada e corazza per una fionda più leggera, veloce e letale.
La genialità dell'artista è stata nel fatto che non ha cercato di scolpire l'eroe bello e vincente ma ribelle e coraggioso, dinamico e sfrontato.
La statua del David, realizzata fra il 1623 e il 1624 da Gian Lorenzo Bernini, è di marmo ed è alta circa 1.70, è esposta a Roma alla galleria Borghese. 

L'artista aveva solo 25 anni ma già con una grande esperienza alle spalle, napoletano di nascita (Napoli, 7 dicembre 1598 – Roma, 28 novembre 1680) si trasferì giovanissimo a Roma insieme alla famiglia, figlio di Pietro Bernini, uno scultore toscano abbastanza noto, che a Roma fece vivere al giovane, già predisposto all'arte per natura, la vita da cantiere, nel quale collaboravano, lavorando gomito a gomito, pittori, scultori, decoratori e le varie maestranze guidate da architetti, in un perfetto gioco di squadra, dove l'aria che si respirava era quella artistica e artigianale fra estro, tecnica e conoscenza dei materiali utilizzati per la realizzazione di importanti opere d'arte.
Gian Lorenzo Bernini, scultore, pittore, architetto, scenografo, commediografo, urbanista, grazie alla figura del padre entrò rapidamente negli ambienti romani più importanti, dove gli veniva commissionata - a lui, artista alla moda del tempo - una grande mole di lavoro, ricevendone enorme importanza e prestigio. Era un "raccomandato" ma di grande merito e valore, Roma senza di lui non sarebbe stata la stessa e il suo potere artistico nella città eterna cresceva di opera in opera, ma si sa che a volte il grande successo personale genera qualche invidia e gelosia e per il nostro artista arrivò un periodo difficile, perché, con la morte del suo mecenate, i suoi avversari di campo cercarono di metterlo in cattiva luce ma, grazie a Piazza Navona e alla sua fontana dei 4 fiumi, la carriera del grande artista riprese il volo, inoltre provate a pensare a Piazza S.Pietro senza l'abbraccio del colonnato che vuoto avrebbe.
Bernini sessantaseienne, all'apice del successo, si trasferì in Francia, richiesto dal re ma solo per il tempo di presentare dei progetti che non verranno realizzati, pertanto ritornò quasi subito a Roma per l'ultimo giro di giostra, la realizzazione delle 10 statue degli angeli collocate su ponte S.Angelo, un altro grande segno del passaggio di questo straordinario artista nella città di Roma.
Ormai anziano, una paralisi al braccio gli diede il colpo di grazia e, come per la mancanza di voce per un cantante oppure delle gambe per Leo Messi, Bernini, senza la manualità, si sentì perso, mantenendo, nonostante tutto, il suo carattere scherzoso e ironico. Nel 1680 venne sepolto a Roma nella basilica di S.Maria Maggiore, ormai la sua città sarebbe stata realmente eterna anche grazie alle sue opere.

 

- Certo che questo tipo è stato un grande lavoratore, eh! (Michele.)
 

- Beh sì, l'arte era la sua vita e in fondo era l'unica cosa che aveva fatto da sempre sin da bambino, forse non avrebbe saputo fare altro, l'arte aveva segnato il suo destino, nato da un artista, morto come un grande artista.
 

- Io dico che non desiderava fare altro, anzi si divertiva a fare il suo lavoro. (Mimmo.)
 

- Beh, adesso che facciamo? (Tonino.)
 

- Andate anche voi, tutti a lavorare! (Gianni.)
 

- Ci vorrebbe un mecenate. (Mimmo.)
 

- A me basterebbe una bella vincita alla lotteria. (Michele.)
 

Signore e signori del blog che vi fa sognare ad occhi aperti, mentre auguriamo a Michele di trovare il suo mecenate della lotteria, vi salutiamo e vi ringraziamo, torneremo la prossima volta con l'opera di una artista dagli occhi grandi.

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