Flavio Bulgarelli, "Un'aquila nella notte"
2 Agosto 2018 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #recensioni

Un’aquila nella notte
Flavio Bulgarelli
Phasar Edizioni, 2018
pp 421
15,00
Un’aquila nella notte, di Flavio Bulgarelli, è un libro ben fatto. Struttura narrativa credibile e sostenuta, ottimo ritmo dei dialoghi, linguaggio scorrevole e corretto. Ed è anche un libro molto interessante, di, chiamiamola “azione storica”.
Tuttavia è un romanzo per addetti ai lavori, per appassionati non solo di vicende della prima guerra mondiale ma anche di aeroplani, idrovolanti e volo pionieristico in generale. Insomma, per esperti di aeronautica. Pochi lo sono e soprattutto non lo sono le donne. Confesso di aver iniziato la lettura con ottimismo, vista la buona qualità della scrittura, ma di aver proceduto con difficoltà e di essere arrivata alla fine con sollievo.
Le vicende narrate, seppur romanzate, sono realmente accadute. Protagonista è un coraggioso pilota italiano, Eugenio Casagrande, durante la Grande Guerra. Le sue azioni sono narrate con partecipazione e attenzione ai dettagli e ai particolari, ma le sue varie missioni con l’idrovolante - per trasportare agenti da infiltrare nelle linee nemiche durante gli ultimi mesi di guerra – risultano, per un palato non avvezzo, ripetitive e fin troppo tecnicistiche, più da saggio che da romanzo. Manca un vero e proprio coinvolgimento emotivo degli attori, manca la tensione etica della guerra, mancano emozioni come paura, dolore, tormento nel rischiare o dare la morte.
Romanzo storico a tutti gli effetti, dunque, dove agiscono e si muovono personaggi reali, come Casagrande e alcune figure di rilievo, insieme con altre totalmente di fantasia. Però il vero protagonista è l’idrovolante, con l’ebbrezza del volo notturno, la difficoltà e, insieme, delicatezza e precisione dell’ammaraggio, un dolce posarsi su specchi d’acqua alpini illuminati dalla luce della luna.
Figura di spicco, anche se non sviluppata né analizzata dall’interno, l’agente Anita, alias Giudy, cantante infiltrata fra gli ufficiali dell’impero austroungarico, bella e coraggiosa. Altrettanto si può dire di Casagrande, combattente impavido che non sbaglia mai un colpo, prototipo dell’eroe italiano cui tutti vorrebbero assomigliare.
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