Ann Morgan, "La gemella sbagliata"

La gemella sbagliata
Ann Morgan
Piemme, 2016
La gemella sbagliata di Ann Morgan è un libro che mi ha talmente colpito da essermi rimasto addosso per un po'. Già la copertina mi ha strizzato l’occhio, ma anche il titolo, insomma per me è stato proprio così: una sorta di calamita che poi non mi ha mollata più. Al di là che avessi proprio voglia di evadere e cambiare lettura, che dovessi rendere il libro, ma al solito in un lampo l’ho divorato.
Se non lo conoscete vi lascio due indicazioni di massima per farvi entrare nel vivo della sua trama. Se invece lo avete letto, ecco un breve ripasso.
“Helen ed Ellie sono gemelle. Identiche. Almeno così le vedono gli altri. Ma le due bambine sanno che non è così: Helen è la leader, Ellie la spalla. Helen decide, Ellie obbedisce. Helen pretende, Ellie accetta. Helen inventa i giochi, Ellie partecipa. Finché Helen ne inventa uno un po’ troppo pericoloso: scambiarsi le parti. Solo per un giorno. Dai vestiti alla pettinatura ai modi di fare. Ed ecco che Ellie, con la treccia di Helen, comincia a spadroneggiare, mentre Helen si finge la sottomessa e spaventata Ellie. È divertente, le due bambine ridono da matte. Ci cascano tutti, perfino la mamma. Ma, alla sera, quando il gioco dovrebbe essere finito, e Helen pretende di tornare a essere se stessa, Ellie per la prima volta dice di no. Ormai è lei la leader. E non tornerà indietro. Da questo momento, per la vera Helen comincia l’incubo…
Un capolavoro di suspense e inquietudine, che riesce a raccontare in modo straordinario la discesa agli inferi della protagonista, nonché la facilità con cui si possono manipolare le persone e distorcere la realtà. Perché non tutto è come sembra, anche nelle migliori famiglie, e in quella di Helen ed Ellie ci sono molti più segreti di quanti le bambine stesse possano immaginare. Al punto che un gioco innocente, forse, non è mai stato solo un gioco.”
Il libro ricade nel genere thriller psicologico, ma io non lo disdegno anche nella narrativa e ammetto di averlo trovato davvero sorprendente, anche perché lo svelo subito: non viene ucciso nessuno.
La storia è semplice e scorrevole, ma narrata con la sapienza di una buona penna e con modi che tengono incollati alle pagine. Non mi è stato infatti possibile separarmi dal libro, fino a che non sono riuscita a completarlo. Un po’ la curiosità, un po’ il piacere della lettura, ho tirato davvero fino a tardi per assaporare l’ultima pagina, e la notte è diventata mattina.
Ma torniamo al libro, le due bambine sin da piccole sono indissolubilmente unite dal legame inspiegabile che portano con sé i gemelli. Eppure sono più di un aspetto molto simile tra loro o di pettinature che le fanno riconoscere, sono caratteri, abitudini, personalità che di colpo svaniscono davanti a uno sciocco gioco e da quel giorno tutto quel che può accadere accade. Quando dico tutto, credetemi è tutto, perché il percorso di vita narrato raccoglie l’infanzia, l’adolescenza e giovinezza, fino alla prima maturità, quindi una cospicua parte di esperienze e situazioni importanti.
Non si tratta però solo di una trama, ricca, mai scontata e banale, ma di una discesa nell’animo umano davvero profonda. Infatti una volta letto il libro per la storia, curiosa di per sé e molto avvincente, non si può fare a meno di porsi mille domande, di cercare un colpevole vero in questo rincorrersi di eventi assurdi, che plasmano la vita di ogni personaggio all’interno del libro.
L’altra particolarità che mi ha notevolmente colpito è stata l’alternanza del raccontare la storia con la protagonista bambina e adulta, che parla al passato nel presente e al presente nel passato, senza mai confondere, ma anzi facilitando l’entrata nel suo mondo, così particolare e coinvolgente. Una formula narrativa che non mi era mai capitata.
Sì insomma, un libro che tiene davvero alto il tono e non delude, quindi vi consiglio spassionatamente.