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Anthropoid

17 Febbraio 2017 , Scritto da Simone Giusti Con tag #simone giusti, #cinema

 

 

Anthropoid

Un film di Sean Ellis. Con Jamie Dornan, Cillian Murphy, Harry Lloyd, Toby Jones, Charlotte Lebon. Storico. Gran Bretagna, Francia, Repubblica ceca 2016.

Official Trailer:

https://www.youtube.com/watch?v=blAKCJcXC5c

 

 

Mi metto a cercare su Netflix. Cerco un bel film. Sfogliando mi fermo su Anthropoid. La locandina è intrigante. Non ci penso, lascio che sia l’istinto ad agire per me e clicco su play.

Già dai primi secondi capisco che è un film di spessore. Già da quei primi secondi dei titoli di testa a metà tra un documentario e un film mi arriva una botta in gola. Una di quelle che ti costringe a deglutire. E poi arrivano le prime inquadrature. Colore freddo, camera mossa ma non fastidiosa; un senso d’angoscia mi pervade e devo per forza continuare.

È così che è iniziata la visione di questo film che racconta un episodio drammatico e crudele (come tutti gli episodi) della Seconda guerra mondiale. Due paracadutisti cecoslovacchi esiliati arrivano su suolo ceco occupato dai Nazisti con un ordine ben preciso: assassinare il numero tre del Reich, il temuto Reinhard Heydrich. I due si muovono in una Praga magnificamente ricostruita, strisciano in un sottosuolo di spie e collaborazionisti; c’è anche tempo per un paio di storie d’amore. Ma non è il solito film. Quel senso d’angoscia che mi ha pervaso sin dall’inizio rimane. Perché questo film non racconta di atti eroici né di patriottismo, non racconta di ideali o di libertà, non racconta niente di tutto ciò che i film di guerra a cui siamo abituati hanno raccontato finora. Questo film ti disorienta. In questo film non si capisce chi è il bene e chi il male. Sì, lo so, sarebbe ovvio individuare il male nei nazisti, e in effetti è così. Ma questo è un film che non ti risparmia dai tremori e dalle crisi di chi è costretto a puntare la pistola su di un uomo per poi sparare, non ti risparmia dai sensi di colpa di chi sa di fare la cosa giusta (perché è Londra che lo comanda, perché Heydrich è un dannato macellaio, perché gli alleati sono quelli buoni che ti vogliono liberare), eppure i sensi di colpa ci sono, perché sai che uccidendo Heydrich metterai la tua firma sull’eccidio di altre decine, centinaia e addirittura migliaia di persone. I sensi colpa vengono ai protagonisti perché sanno che quell’azione di guerriglia che Londra ha comandato sarà un atto di autolesionismo spinto agli estremi. Ma quei sensi di colpa non vengono solo a loro, il film è fatto così bene che vengono anche a te che te ne stai sul divano in un paese in pace, in un paese libero, in un paese civile.

E così, mentre la prima parte del film più lenta e d’angosciosa attesa (ma anche di sottile speranza) lascia il posto alla seconda in cui la violenza si sprigiona come da una bolla di rabbia, idiozia e odio, mentre i mitra iniziano a gracchiare, e le pistole, e le bombe, mentre succede tutto questo, tu inizi a sentirti in trappola come i protagonisti di questa storia. Senti su di te tutto il peso delle pasticche di cianuro spaccate tra i denti come mentine e delle ultime pallottole lasciate per se stessi perché non c’è vita dopo la cattura. Senti su di te una successione di decisioni stupide, ottuse e mascherate da ideale con cui tutta quella gente si è auto-assassinata, in cui ha ceduto a quella spirale della morte che si chiama guerra. Con tutto quel macigno addosso che ti soffoca e ti disgusta, ecco che di colpo riconsideri tutti i tuoi valori. Riconsideri tutto ciò che ti hanno insegnato. L’eroismo, il sacrificio, l’ideale. E ti accorgi che non sono altro che idee non tue che qualcun altro ti ha ficcato nel cervello fin da bambino. E allora capisci perché tutto questo è accaduto, era accaduto prima e accade tuttora. Capisci che accade perché la gente dimentica se stessa per abbracciare ideali che non sono suoi, e così poi va a finire che la gente si odia, che la gente si vede diversa e la diversità fa paura.

Il film si chiude con una sequenza di inquadrature magistrali. Sono la concretizzazione della metafora raccontata fin dall’inizio. Si chiude con un colpo nel petto che ti lascia turbato e con la testa intasata da mille pensieri, tanto che devi per forza metterti alla tastiera e scrivere questa cosa qui.

Ottima sceneggiatura. Ottima regia. Attori più che convincenti; veri. Ottima fotografia.

Anthropoid era il nome in codice dell’operazione per assassinare Reinhard Heydrich. Non penso che potessero farci un film migliore.

 

 

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