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Confini e muraglie

2 Gennaio 2017 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #storia

 

Al di là dei confini dell’impero vivevano molti popoli che i Romani chiamavano barbari, cioè stranieri. Alcuni, come i Galli ed i Britanni, erano già stati conquistati da tempo ed erano entrati a far parte dell’impero. Altri non conoscevano le leggi di Roma, si facevano giustizia da soli in lunghe catene di delitti dette faide. Molti erano nomadi.

L’impero romano d’occidente, sempre più debole e povero, permise alle popolazioni barbare più civilizzate di stabilirsi entro i propri confini. In cambio di terre, gli stranieri diventavano soldati di Roma.

Contemporaneamente, in Cina fioriva un impero simile a quello romano, anche questo minacciato da popoli barbari, i Mongoli, piccoli cavalieri coraggiosi e feroci. Gli imperatori cinesi, per difendersi dai Mongoli, avevano fatto costruire una muraglia lunga duemila chilometri, a partire dal 215 a.C. circa. Ampliata in seguito sotto la dinastia Ming, la muraglia fu eretta per volere dell'imperatore Qin Shi Huang - lo stesso a cui si deve il cosiddetto Esercito di terracotta di Xi'an -, costò forse un milione di vite, ma non impedì l’ingresso dei Mongoli in Cina. Molte tribù mongole ve si stabilirono, ma altre furono ricacciate indietro, verso l’ovest e l’Europa.

I barbari dell’Europa si trovarono così a temere i barbari dell’Asia e cercarono rifugio nell’impero romano. Vi entrarono come invasori e non più come alleati.

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