L'estatina dei Morti
25 Ottobre 2016 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #moda
Fine ottobre, si avvicinano i Morti, con le visite al cimitero, gli storni neri a nugoli nel cielo dei Lupi, i crisantemi e tutte le nuove tradizioni di zucche, streghe e fantasmi. Ricordo quando mio padre comprava i fruttini di marzapane a mia madre. Tanti anni fa, loro erano ancora fidanzati, i fruttini costituivano l’equivalente dell’odierno San Valentino. Ricordo anche che in questi giorni non si festeggiava, non ci si vestiva da streghe ma si commemoravano i defunti, si andava al cimitero a trovare i nonni che non c’erano più, ci si collegava alle radici della famiglia.
“Io ho due cimiteri da visitare”, scrivevo il 28 ottobre del 1969, “uno è i Lupi e un altro è la Misericordia. Alla Misericordia ho un nonno e uno zio. Ai Lupi invece ho tanti cari. Innanzi tutto il mio fratellino, la mia bisnonna, uno zio e due nonni. Il mio fratellino è nato morto cioè si è strozzato con un cordone di carne che serviva a nutrirlo ancora in ventre. La mia bisnonna non la ho neppure conosciuta perché quando è morta, la mia mamma non era neppure fidanzata. Il mio zio è morto di un brutto male inguaribile, e pensare che non era mai stato colpito da un po’ di male. Quegli altri due nonni non li ho conosciuti. A Roma per ricordare i caduti in guerra c’è il milite Ignoto cioè hanno preso un soldato morto senza saperne il nome e l’hanno sotterrato, così tutte le mamme che hanno perso il figlio in guerra credono di averlo lì.”
Eh, già… Il due novembre alla televisione non c’era mai niente di allegro, il lutto era lutto, durava un anno intero, durante il quale non si ascoltava la radio, non si guardava la tivù, non si andava a teatro né al cinema. Avevi il tempo di elaborare il dolore, di capire la perdita, di sentire la mancanza. Ora la morte è un tabù, va rimossa e, se tanto tanto ti azzardi a essere triste troppo a lungo, t’imbottiscono di antidepressivi.
Ormai è tutto diverso, fa caldo, dobbiamo arrenderci al fatto che l’autunno arriva ma poi va via di nuovo, che l’estatina dei Morti diventa una perenne indian summer dalle punte quasi soffocanti, dove ti ritrovi sudata, stanca e pinzata dagli insetti. Per questo, forse, i bei maglioni di lana, le sciarpe e gli impermeabili che s’indossavano da bambini nei primi mesi di scuola risultano importabili e si va verso un appiattimento nel vestiario senza più stagioni. La lana, diciamolo, sta scomparendo dagli scaffali e dai nostri guardaroba, molto meglio coprirsi a strati.
Ed ecco, infatti, due camicette che un tempo avrei riservato alle sere d’estate, una nera e una a fiori, ecco due spolverini leggeri, uno grigio profilato e l’altro blu elettrico, a sostituire trench e paletot, ecco la maglia in lurex viola, (sebbene, dopo una certa età, sia meglio non esagerare con i lustrini), ecco la maglietta grigio azzurra con la scritta davanti, leggera e adatta a qualsiasi tempo, ecco le scarpe sportive disegnate.
Per finire, a sorpresa, i sandali bianchi, essenziali, indispensabili. Della serie “me li ritrovo l’anno prossimo”, se ci arrivo.
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