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L'Aventino

23 Luglio 2016 , Scritto da Patrizia Poli Con tag #poli patrizia, #storia

L'Aventino

Roma era diventata una res publica, una cosa di tutti. Si sceglievano due consoli, cioè due capi che per un anno governavano la città e guidavano l’esercito. Ma dopo cento anni di guerre contro gli Etruschi, i plebei erano impoveriti e scontenti. Avevano dovuto abbandonare i campi e le botteghe per combattere, le famiglie si erano indebitate con i patrizi. Alla fine delle guerre i patrizi si dividevano il bottino e ai plebei non toccava nulla, così i patrizi diventavano sempre più ricchi e i plebei sempre più poveri. Allora i plebei decisero di andarsene e si trasferirono su una collina vicino a Roma, L’Aventino (secessio plebis), con l’idea di fondarvi una nuova città. Fu una specie di sciopero di massa. La prima secessione avvenne nel 494 a.C. e l'ultima nel 287 a.C. Roma rimase senza contadini, artigiani e soldati.

I patrizi furono costretti a concedere ai plebei di non pagare i debiti contratti durante la guerra e di essere remunerati se combattevano. Ottennero anche dei rappresentanti legali: i tribuni della plebe. Se una legge non conquistava l’approvazione dei tribuni, non poteva essere accettata. Così i plebei tornarono a Roma e, per sancire la pace fra patrizi e plebei, fu eretto un tempio alla dea Concordia.

Ma come poteva l’aristocrazia serbare il suo ascendente a dispetto dell’impedimento costituito dall’autorità tribunizia? Intanto, limitandola alla città di Roma e al tempo di pace: in guerra i tribuni dovevano obbedire ai consoli. Poi, convincendo i Comitia Tributa a elegger solo plebei ricchi. Infine, aumentando il numero di tribuni in modo che fosse più facile convincerne anche uno solo a dare o negare il suo veto.

In casi di emergenza uno dei consoli poteva nominare un dittatore (come fu per Cincinnato). Costui aveva potere sulle persone e sui beni ma non poteva disporre dei fondi dell’erario senza il consenso del Senato. La durata dei suoi poteri era di sei mesi, al massimo di un anno. Solo Silla e Cesare abusarono di questi poteri e la repubblica tornò monarchia.

Ecco alcuni esempi delle prime leggi romane:

  1. Se uno rompe un braccio a un altro e non fa pace con lui, riceverà lo stesso danno.
  2. Se uno con la mano o con un bastone rompe un osso a un uomo libero, deve pagare 300 assi di multa, se fa lo stesso a uno schiavo, deve pagare 150.
  3. Chi ingiuria a qualcuno deve pagare 25 assi.
  4. Se qualcuno ruba o compie qualche delitto di notte, può essere ucciso
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