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IL SOGNO DEL GIOVANE ZAR di Tolstoj

29 Giugno 2016 , Scritto da Valentino Appoloni Con tag #valentino appoloni, #racconto

IL SOGNO DEL GIOVANE ZAR di Tolstoj

Il sogno del giovane zar è un racconto scritto nel 1894 e accantonato dopo la delusione dell'autore per i primi passi del nuovo zar Nicola II, ancora legato all'autoritarismo.

Il sovrano, protagonista del testo, dopo una dura giornata di lavoro passata con i ministri e i collaboratori, si concede un po' di riposo. Si addormenta e in sogno trova un personaggio che lo conduce in vari luoghi del suo regno. Questo misterioso accompagnatore sembra un Virgilio, ma potrebbe essere lo stesso Dio. Dovunque trovano dolore e iniquità; soldati che devono uccidere, famiglie distrutte dall'alcol dalla cui vendita lo stato guadagna, giudici che condannano a pene severe ad esempio per un furto di poca paglia, giovani strappati alle famiglie per fare i soldati mentre i ricchi rampolli riescono a farsi esentare. Soprattutto vedono tanta corruzione. Il giovane zar è sconcertato; eppure il suo accompagnatore gli ricorda che tutto viene dalle leggi che lui firma.

Che fare allora? Il sovrano è animato dalle migliori intenzioni e non crede di essere causa di tanto male. Ama il suo popolo, afferma e allora vorrebbe reagire a quanto visto nella desolante ricognizione nel suo regno. Al risveglio si confida con un dignitario e con la zarina.
Riceve dal primo dei consigli rassicuranti e pieni di piaggeria; lo zar è virtuoso e troppo buono. Deve governare come sempre, senza curarsi di eventuali danni che saranno accidentali. Chi è povero è egli stesso responsabile della sua situazione. La zarina, invece, colpita dalla gravità delle preoccupazioni del marito, vuole che condivida il peso delle responsabilità di governo con altri soggetti.
Ma c'è un terzo suggerimento che viene dalla voce di chi l’ha accompagnato nel sogno. Lo zar deve ricordarsi di essere un uomo. Fallibile, precario, simile ai suoi sudditi. Domani potrà essere il suo ultimo giorno. I doveri verso gli altri, gli viene spiegato, sono innanzitutto etici con richiami alla sfera religiosa.

È un racconto molto denso; i riferimenti a fatti reali sono vari e non sempre ben accostati. Si parla anche di deportazioni e persecuzioni verso le minoranze religiose, di una sentenza di morte verso un soldato che aveva colpito un superiore dopo una grave offesa, dei danni della cattiva istruzione pubblica.

Il racconto termina con l’invito ad aspettare un cinquantennio per sapere quale fra le tre strade suggerite sarà fatta propria dal monarca. La prima è quella dell’assolutismo irresponsabile, incapace di emendarsi davanti alle storture della società; la seconda propone riforme costituzionali, parlando di condividere il potere con i rappresentanti del popolo, limitando i poteri del sovrano; la terza è quella potenzialmente rivoluzionaria. Questa consiste nel ricordarsi che il possesso del potere è un momento e che anche chi lo detiene è un momento in quanto essere effimero come tutti. Invece i doveri dell'uomo verso l'uomo sono eterni.

Resta un testo attuale; ogni giovane re, premier, magnate dovrebbe riflettere su quale via seguire prima di mettere una firma in calce a un documento.

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